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Nella tradizione buddista parliamo
di un particolare tipo di mente.
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È chiamata la mente del principiante,
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la mente del principiante è una mente bellissima,
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una fonte di energia .
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È la predisposizione a praticare
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per avere libertà, agio, illuminazione e servire gli altri.
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È una straordinaria fonte di energia
che ci consente di essere molto vivi e dinamici.
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E con questa fonte di energia
chiamata mente del principiante,
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non abbiamo paura degli ostacoli
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Siamo pronti ad affrontarli
e superare ogni ostacolo.
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Allo scopo di realizzare il nostro sogno,
la nostra intenzione
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la nostra aspirazione.
Questa è la predisposizione all’illuminazione,
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ad essere liberi
allo scopo di servire gli altri esseri viventi.
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Siddharta Gautama,
quando lasciò casa all’età di 29 anni,
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aveva una forte aspirazione alla pratica.
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All’età di 35 anni ottenne l’illuminazione.
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E cominciò ad essere in grado
di servire l'umanità e gli altri esseri viventi.
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E noi che siamo gli amici del Buddha,
i suoi discepoli,
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vogliamo avere la stessa aspirazione,
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vogliamo avere la stessa predisposizione.
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Avere lo stesso tipo
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di energia per essere forti abbastanza
allo scopo di continuare
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con la nostra pratica per liberare noi stessi
e servire gli altri.
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Ed è per questo che il nostro ritiro
ha come titolo “Coltivare (una) la Mente d’Amore”.
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La mente d'amore
è la mente del principiante.
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Bellissima, molto forte.
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E come praticanti, dobbiamo nutrirla
in modo da farla durare il più a lungo possibile.
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Perché mantenendo questa mente viva,
saremo sempre pieni di energia
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e poter andare avanti con la pratica,
non importa quanto
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difficile la situazione possa essere.
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Durante questo ritiro
molti di noi hanno invitato la mente
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d'amore, la mente dell'illuminazione
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a sorgere nei nostri cuori.
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E se sappiamo come nutrirla,
come mantenerla,
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la mente d’illuminazione ”Bodhicitta sarà
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viva cosicché avremo abbastanza energia
per continuare con la nostra pratica
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del servire gli altri.
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Sappiamo che c'è molta sofferenza nel mondo.
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E che a volte ci sentiamo inermi.
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Ma con Bodhicitta, la mente d'amore,
la mente d'illuminazione
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non ci scoraggiamo.
Siamo in grado di continuare in modo da
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alleviare la sofferenza e aiutare ad alleviare
la sofferenza nella società
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e nel mondo.
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Il discorso di Dharma di oggi
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potrebbe essere un po’ difficile per coloro
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che sono qui per la prima volta,
ma se avete partecipato
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al primo, al secondo, al terzo e al quarto giorno
di questo ritiro sarà
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semplice.
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È solo una continuazione
degli altri discorsi.
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Magari
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se avete la registrazione degli altri discorsi,
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potranno aiutarvi a comprendere meglio il discorso di oggi,
che è molto importante
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il fior fior dell’insegnamento del Buddha.
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Volendo essere brevi,
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nel Buddhismo parliamo di due tipi di verità,
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la verità convenzionale e la verità assoluta.
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Entrambe sono utili.
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Anche per la scienza ci sono due tipi di verità,
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Quella classica rappresentata da
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Newton, che equivale alla verità convenzionale.
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Poi c'è la fisica moderna,
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quella quantistica e la meccanica quantistica,
che è davvero un
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modo diverso di osservare
e comprendere la realtà.
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Ci aiuta anche a capire la vera natura della realtà.
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Per poter passare alla seconda verità
è necessario lasciar andare
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la nozione di verità convenzionale.
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Quello che si è imparato da Newton va lasciato andare,
allo scopo di poter pienamente
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comprendere la meccanica quantistica.
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È lo stesso con gli insegnamenti Buddhisti.
C'è la
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verità convenzionale (dimensione storica),
dove parliamo di nascita e morte,
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degli esseri viventi, illuminazione e delusioni,
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sofferenza e felicità.
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Ma quando passiamo sul piano della verità assoluta,
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tutte queste idee di nascita e morte,
inizio e fine, dentro e fuori,
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sofferenza e felicità, vanno superate
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messe alle spalle per poter comprendere
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l'assoluto, la verità ultima.
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Questa è l'intuizione più profonda.
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Quando sei in grado di toccare la realtà assoluta.
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Potrai chiamarla "Dio"!!
Nel buddismo non usiamo la parola Dio.
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Usiamo il termine 'Tallità, la realtà ultima.
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Quando tocchiamo la realtà ultima (assoluta),
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siamo liberi da ogni nozione,
inclusa la nozione di essere e non essere,
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dentro/fuori,
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soggetto e oggetto.
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Nelle neuroscienze
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si continua a discutere circa
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le nozione di coscienza
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e di realtà.
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Secondo i neuroscienziati, la coscienza è qualcosa
di soggettivo “presente ora”,
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e la realtà è qualcosa “al di fuori”.
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quindi come può la
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coscienza
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comprendere la realtà "esterna"?
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La scienza ha iniziato a comprendere che:
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non è possibile osservare un oggetto dal di fuori.
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Per comprenderlo,
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è necessario smettere di osservarlo dall’esterno.
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È necessario essere un osservatore “interno”.
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Gli scienziati hanno già iniziato
a pronunciarsi in questa direzione.
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Quindi per una comprensione chiara
è necessario rimuovere la “barriera”
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tra
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osservatore e oggetto osservato,
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sia esso un elettrone, un atomo, o quant'altro.
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Se pensi di essere un osservatore completamente
al di fuori dell'oggetto osservato
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non c'è speranza
che tu possa comprendere pienamente
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l'oggetto della tua osservazione.
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Dovresti provare ad essere un osservatore
(attivo/partecipante)
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e non un semplice osservatore esterno.
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La scienza moderna
ha cominciato a comprenderlo.
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Dentro e fuori l'oggetto e il soggetto.
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L’intuizione che il Buddha ebbe sotto l’Albero della Bodhi,
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è quel tipo di intuizione che lo ha aiutato
a liberarsi dalla paura, rabbia, disperazione.
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Si tratta di un’intuizione che arriva direttamente
per esperienza,
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non attraverso spiegazione.
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Poiché quando si spiega
o si fa attraverso nozioni e concetti.
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Ma nozioni e concetti non sono la realtà.
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Immagina ci sia qualcuno
che non abbia mai mangiato un kiwi
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e provi a spiegargli il gusto del kiwi.
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Indipendentemente da quante nozioni
o concetti tu possa fornirgli,
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sarà impossibile per lui riuscire a cogliere
il vero sapore del kiwi.
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Le vere intuizioni sono di questo tipo.
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L’intuizione di Prajna è così.
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Puoi parlare delle intuizioni
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ma nel farlo stai utilizzando nozioni e concetti.
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Possiamo fare buon uso di nozioni e concetti
allo scopo di praticare l’osservazione profonda.
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L’osservazione profonda è meditazione
e possiamo avere intuizioni direttamente, da noi stessi.
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L’intuizione non può arrivarci da un’altra persona.
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se non mangi il kiwi non puoi capire,
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non puoi fare esperienza del vero gusto di kiwi.
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Avrai solo una nozione.
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Questo tipo d’intuizione sin dai tempi remoti nel Buddhismo
è chiamata Retta Visione,
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La Retta Visione è una degli otto elementi
del Nobile Sentiero,
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introdotto dal Buddha.
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C'è un sentiero che conduce alla liberazione
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e alla vera felicità ed è chiamato
l’Ottuplice Nobile Sentiero.
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Abbiamo imparato la Retta Consapevolezza,
che è uno degli elementi, (dimensioni),
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la Retta Concentrazione che è un altro elemento del sentiero,
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la Retta Visione che è un altro elemento.
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Poi abbiamo il Retto Pensiero, Retta Parola, Retta Azione,
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Retto Diligenza
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e Retto Sostentamento.
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I Cinque Addestramenti alla Consapevolezza
che molti di noi hanno ricevuto
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oggi, questa mattina,
sono una vera e concreta espressione di quel sentiero,
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il sentiero della Retta Visione, Retto Pensiero,
Retta Parola, Retta Azione,
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Retto Sostentamento, Retta Diligenza,
Retta Consapevolezza e Concentrazione.