< Return to Video

Il potere del "NOI": reinventare l'industria della moda| Matteo Ward | TEDxVicenza

  • 0:18 - 0:20
    "Datti una possibilità, Matte!"
  • 0:21 - 0:23
    Non è una frase che
    ho iniziato a ripetermi
  • 0:23 - 0:25
    davanti allo specchio
    per caricarmi, no.
  • 0:25 - 0:26
    È una frase che Susanna,
  • 0:26 - 0:28
    una persona per me molto importante,
  • 0:28 - 0:30
    mi ha detto all'inizio di questo percorso
  • 0:30 - 0:31
    che ho intrapreso ormai due anni fa.
  • 0:31 - 0:33
    Me l'ha pure scritto su una bandiera.
  • 0:33 - 0:35
    Una bandiera che ha cucito mia madre
  • 0:35 - 0:38
    e che custodisco quindi oggi
    gelosamente in un cassetto.
  • 0:38 - 0:40
    E la possibilità me la sono data.
  • 0:40 - 0:43
    Però non a me stesso,
    l'ho data ad una visione.
  • 0:43 - 0:45
    E non l'ho fatto assolutamente da solo,
  • 0:45 - 0:48
    ma l'ho fatto proprio con la
    partecipazione di tante persone
  • 0:48 - 0:50
    che in questi due anni
    hanno, non so come,
  • 0:50 - 0:53
    deciso di camminare con me
    verso la stessa destinazione.
  • 0:54 - 0:56
    E questa che vi racconto oggi
    è proprio l'inizio,
  • 0:56 - 0:59
    la storia del nostro primo capitolo.
    Come sono andate le cose?
  • 0:59 - 1:02
    Allora, facciamo un passo indietro,
    andiamo nel 2009.
  • 1:02 - 1:04
    Mi laureo in Economia
    alla Bocconi a Milano.
  • 1:04 - 1:07
    Subito da neolaureato
    mi capita questa opportunità:
  • 1:07 - 1:11
    l'opportunità di lavorare
    per la mia azienda di moda del cuore.
  • 1:11 - 1:14
    Avevo questa sorta di amore adolescenziale
    per questo brand,
  • 1:14 - 1:18
    che in quel momento stava iniziando
    il proprio piano di espansione globale,
  • 1:18 - 1:21
    e cercava dei managers da formare.
  • 1:21 - 1:25
    Mi offrono, da neolaureato:
    un periodo di training a Londra,
  • 1:25 - 1:28
    un contratto a tempo indeterminato,
    trasferimento a Milano
  • 1:28 - 1:30
    e possibilità di carriera.
    Tutto fantastico,
  • 1:30 - 1:33
    se non fosse che in realtà
    avevo già la valigia in mano
  • 1:33 - 1:36
    perché stavo per andare a Barcellona.
    Ero stato infatti preso ad un Master
  • 1:36 - 1:38
    in un'università molto importante
    in Europa.
  • 1:38 - 1:41
    Avevo già pagato
    la prima retta universitaria, (ride)
  • 1:41 - 1:45
    bloccato l'appartamento,
    guardo mio padre e gli dico:
  • 1:45 - 1:48
    "Papà, penso che il Master
    possa aspettare.
  • 1:48 - 1:51
    Magari poi torno a studiare
    tra uno o due anni, non preoccuparti."
  • 1:51 - 1:53
    Però quell'aereo quel giorno
    l'ho preso, per Londra,
  • 1:53 - 1:55
    il Master non l'ho più fatto,
  • 1:55 - 1:59
    ed è iniziata così la mia carriera
    nel mondo della moda, avevo 23 anni.
  • 2:00 - 2:04
    Mi trovo fin da subito catapultato
    in un mondo che dire travolgente è poco,
  • 2:04 - 2:08
    perché inizio ad aprire
    stores ed uffici in tutta Europa.
  • 2:08 - 2:11
    Divento uno dei portabandiera
    di questo brand,
  • 2:11 - 2:15
    che scatenava una reazione euforica
    nelle persone a livello globale,
  • 2:15 - 2:18
    tant'è che è difficile descrivervi
    la passione con cui vivevo ogni giornata.
  • 2:18 - 2:22
    Ed effettivamente poi
    le possibilità di carriera arrivano,
  • 2:22 - 2:25
    perché nel 2012
    divento Senior Manager in Germania.
  • 2:25 - 2:30
    E nel 2013, ruolo importante,
    Co-amministartore
  • 2:30 - 2:34
    per il Diversity and Inclusion Council,
    che era un organo, un team globale,
  • 2:34 - 2:39
    con la funzione di favorire
    l'integrazione interna dei dipendenti,
  • 2:39 - 2:42
    ma soprattutto favorire poi
    l'integrazione del brand
  • 2:42 - 2:46
    in tutti quei paesi nei quali gradualmente
    stavamo piantando le nostre bandiere.
  • 2:47 - 2:51
    In questo ruolo inizia così
    un percorso diverso,
  • 2:51 - 2:55
    inizio a scoprire che in realtà il dietro
    le quinte del fashion system globale
  • 2:55 - 2:58
    era in un po' diverso da quello
    che avevo vissuto fino a quel giorno.
  • 3:00 - 3:04
    Mi rendo conto che non era così
    tutto felice.
  • 3:04 - 3:09
    E nasce in me un senso di malessere
    che viene amplificato da un fatto tragico,
  • 3:09 - 3:14
    accaduto proprio quell'anno:
    il crollo del Rana Plaza in Bangladesh.
  • 3:14 - 3:20
    Il Rana Plaza era un complesso di edifici
    che ospitava diverse fabbriche tessili
  • 3:20 - 3:23
    che producevano abbigliamento
    per una trentina di brand famosissime,
  • 3:23 - 3:27
    sono sicuro che tutti voi in platea,
    se aprite oggi il vostro armadio,
  • 3:27 - 3:29
    avete almeno una maglietta
    o un paio di pantaloni
  • 3:29 - 3:34
    che sono usciti da lì.
    Da quegli edifici che il 24 aprile 2013
  • 3:34 - 3:40
    purtroppo sono crollati,
    e hanno ucciso 1138 persone
  • 3:40 - 3:43
    e ferite gravemente più di 2500.
  • 3:44 - 3:48
    Non si è trattato di un incidente,
    questa è la cosa più tragica.
  • 3:48 - 3:51
    Si è trattato di una tragedia
    assolutamente evitabile.
  • 3:51 - 3:54
    I palazzi già mostravano
    segni di cedimento,
  • 3:54 - 3:57
    tant'è che i lavoratori stessi
    avevano denunciato ai responsabili
  • 3:57 - 4:02
    lo stato di avanzato pericolo. Però
    i responsabili avevano altre opportunità,
  • 4:02 - 4:04
    prima fra tutte continuare a produrre:
  • 4:04 - 4:08
    era impensabile smettere di produrre
    quando c'erano queste richieste
  • 4:08 - 4:11
    sempre più pressanti
    da parte delle case di moda occidentale.
  • 4:11 - 4:15
    Sia in termini di pricing,
    che in termini di tempistiche.
  • 4:15 - 4:17
    Ma purtroppo quel giorno
    quella scelta è costata la vita
  • 4:17 - 4:20
    a migliaia e migliaia di persone.
  • 4:20 - 4:23
    Mio padre si trovava in Bangladesh
    quando è crollato il Rana Plaza.
  • 4:23 - 4:27
    Io ricordo di averlo chiamato,
    e il pensiero che ho fatto allora
  • 4:27 - 4:31
    è lo stesso che custodisco oggi
    e che rivolgo anche a voi:
  • 4:31 - 4:35
    ma quand'è che il prezzo dei vestiti
    che andiamo ad acquistare
  • 4:35 - 4:39
    è diventato più importante
    della vita delle persone che li producono?
  • 4:41 - 4:44
    [EN, donna FC] Comunichiamo
    chi siamo attraverso i vestiti.
  • 4:44 - 4:49
    Ed è totalmente diverso da quello
    che vorremmo comunicare su noi stessi.
  • 4:50 - 4:54
    Una volta avevamo un sistema
    che non ha nulla a che vedere
  • 4:54 - 4:58
    con il settore della moda di oggi.
    È stato reinventato.
  • 4:59 - 5:03
    (Donna che piange)
  • 5:03 - 5:07
    [Uomo FC] Che cosa significa in Bangladesh
    pagare il prezzo per i vestiti economici.
  • 5:11 - 5:17
    [Donna FC] Questa enorme industria avida,
    che genera così tanto profitto,
  • 5:17 - 5:23
    perché non è in grado
    di sostenere milioni di lavoratori?
  • 5:23 - 5:27
    Il modello di business attuale
    è assolutamente insostenibile
  • 5:27 - 5:30
    se non viene cambiato questo modello
    non cambierà nulla.
  • 5:30 - 5:33
    [Uomo FC] Possiamo migliorare le cose.
  • 5:33 - 5:52
    (Musica)
  • 5:53 - 5:56
    (Fine della musica)
  • 5:56 - 5:58
    [Dal documentario "The True Cost"
    di Andrew Morgan]
  • 5:58 - 6:03
    [MW] È difficile rimanere impassibili
    quando si vede questo.
  • 6:03 - 6:07
    Quando sono usciti questi filmati nel 2015
    io lavoravo già nel mondo della moda
  • 6:07 - 6:10
    da ormai 6 anni e mezzo.
  • 6:10 - 6:14
    Come cavolo è possibile che abbia
    contribuito a creare tutto questo schifo
  • 6:14 - 6:16
    senza assolutamente rendermene conto?
  • 6:16 - 6:19
    Ero completamente ignaro di tutto ciò.
  • 6:22 - 6:26
    Quel senso di malessere
    che avevo iniziato a sviluppare nel 2013,
  • 6:26 - 6:31
    diventa sempre più forte. E diventa
    anche molto difficile nasconderlo.
  • 6:33 - 6:36
    La realtà oggettiva è che la moda
    è diventata oggi nel mondo
  • 6:36 - 6:39
    la seconda industria più inquinante
    dopo quella petrolifera.
  • 6:39 - 6:41
    Consuma una quantità
    di risorse naturali e umane
  • 6:41 - 6:44
    ad un tasso esorbitante.
    E quindi mi sono guardato allo specchio
  • 6:44 - 6:48
    e mi sono detto: "Ma Matteo, cavolo,
    se non ci provi tu a cambiare le cose
  • 6:48 - 6:51
    oggi che ne sei consapevole,
    chi altro mai può farlo?"
  • 6:51 - 6:54
    O meglio, se non ci proviamo tutti assieme
    a ridisegnare un futuro migliore
  • 6:54 - 6:58
    di quello che ci si prospetta,
    chi altro mai può farlo?
  • 6:58 - 7:03
    La realtà è che noi siamo nati e cresciuti
    in un sistema già disegnato da altri,
  • 7:03 - 7:06
    ma questo sistema non funziona più.
    Bisognava tracciare linee nuove,
  • 7:06 - 7:10
    tracciare una visione diversa,
    percorrere un nuovo binario.
  • 7:10 - 7:17
    E alla fine la domanda che mi pongo è:
    ma quand'è che c'è stata l'ultima volta
  • 7:17 - 7:19
    una vera e propria una rivoluzione?
  • 7:19 - 7:21
    Bam, questa, ragazzi
    mi gasava tantissimo.
  • 7:21 - 7:23
    Non riuscivo a dormire la notte,
  • 7:23 - 7:25
    più pensavo a queste cose
    e tante le domande,
  • 7:25 - 7:28
    tante le risposte che inizio a scrivere
    e a buttare giù,
  • 7:28 - 7:30
    che diventano in qualche modo
    il seme di un business plan.
  • 7:30 - 7:34
    E alla fine, preso dall'euforia, bam!
    Sconvolgo tutti e decido di licenziarmi.
  • 7:34 - 7:38
    Lascio il mio ufficio a Monaco,
    la mia carriera e il mio posto fisso,
  • 7:38 - 7:42
    e ritorno a casa, a Vicenza.
  • 7:42 - 7:44
    Per fare cosa? La rivoluzione.
  • 7:44 - 7:49
    Ecco, se prima non dormivo la notte
    perché ero animato da questi pensieri
  • 7:49 - 7:52
    se volete anche un po' romantici,
    ora non dormivo la notte
  • 7:52 - 7:56
    perché, ve lo chiedo anche a voi,
    ma come cavolo si fa la rivoluzione?
  • 7:56 - 8:01
    Mi trovo in questa situazione
    in cui diventa difficile
  • 8:01 - 8:04
    giustificare agli altri
    cosa sto andando a fare.
  • 8:04 - 8:09
    L'unica certezza che avevo
    era la mia visione.
  • 8:09 - 8:14
    La visione di creare un movimento
    con delle persone, animate come me
  • 8:14 - 8:17
    dalla consapevolezza
    che ciò che indossiamo
  • 8:17 - 8:20
    non ci rappresenta più
    dal punto di vista valoriale.
  • 8:20 - 8:23
    Ed era necessario
    lavorare assieme per creare
  • 8:23 - 8:27
    un modo di essere
    completamente diverso, innovativo.
  • 8:27 - 8:31
    Capace soprattutto di rispettare
    le risorse naturali ed umane
  • 8:31 - 8:35
    che stanno dietro a ciò che indossiamo,
    al fine di garantire vita
  • 8:35 - 8:37
    per le generazioni future.
  • 8:37 - 8:40
    Non un progettino da poco.
    Da solo non ce l'avrei mai fatta,
  • 8:40 - 8:43
    per cui mi rendo conto
    che ho bisogno di compagni di viaggio.
  • 8:43 - 8:47
    E li trovo nelle persone a me più vicine.
    Victor, che è il mio pilastro nella vita
  • 8:47 - 8:51
    da tanti anni, e Federica,
    amica d'infanzia,
  • 8:51 - 8:55
    anche lei impegnatissima
    sul fronte ambientale e sociale
  • 8:55 - 8:57
    con diverse organizzazioni.
  • 8:57 - 9:00
    Con loro scrivo proprio
    il primo atto di questo percorso.
  • 9:00 - 9:03
    Decidiamo di fare un viaggio,
    un viaggio in giro per l'Europa,
  • 9:03 - 9:07
    con uno scopo ben preciso:
    piantare il seme della consapevolezza
  • 9:07 - 9:11
    in tante città diverse.
    Con la speranza che in qualche modo,
  • 9:11 - 9:14
    parlando così alle persone,
    queste si animassero come noi
  • 9:14 - 9:18
    e andassero a fare delle cose funzionali
    e ad attivare il cambiamento positivo
  • 9:18 - 9:20
    per la moda.
  • 9:20 - 9:24
    Ed effettivamente succede questo.
    Partendo in questo viaggio,
  • 9:24 - 9:28
    la cosa straordinaria è che
    quella che era inizialmente la mia visione
  • 9:28 - 9:32
    in realtà era già diventata nostra
    perché da solo ero passato a tre persone,
  • 9:32 - 9:39
    e tornato a Vicenza dopo 2 mesi e mezzo,
    eravamo partiti da Bracellona, Biarritz,
  • 9:39 - 9:42
    San Sebastián, fino al Nord Europa
    e poi giù di nuovo in Italia,
  • 9:42 - 9:49
    avevamo creato un movimento:
    da 3 eravamo diventati 5, 10, 15, 20, 500
  • 9:49 - 9:53
    e da qui nasce Wråd.
    Nasce questa community.
  • 9:53 - 9:57
    Inizialmente Wråd è il nome
    che diamo alla nostra pagina Instagram
  • 9:57 - 10:02
    per comunicare le nostre avventure.
    Ma immediatamente ci rendiamo conto
  • 10:02 - 10:06
    che diventa qualcosa di più.
    Diventa l'aggettivo scelto dalle persone
  • 10:06 - 10:10
    che spontaneamente iniziano a dire:
    io sono Wråd. Perché?
  • 10:10 - 10:12
    Perché anche loro sono animate
    da questa voglia
  • 10:12 - 10:16
    di diventare "rebels with the cause",
    proprio dei rivoluzionari come noi.
  • 10:16 - 10:18
    Tante sono le voci che si avvicinano
    in questo senso.
  • 10:18 - 10:21
    Silvia, una delle voci più importanti
    all'interno del movimento,
  • 10:21 - 10:23
    la incontro prima del viaggio,
    la ripesco dopo,
  • 10:23 - 10:26
    e si avvicina a noi e dice:
    "Io voglio investire tutta me stessa
  • 10:26 - 10:30
    per catalizzare questo cambiamento
    e lavorare con voi".
  • 10:30 - 10:34
    E poi Alvise, Matteo, mia sorella Anna,
    Alberto, Santiago, Michelle,
  • 10:34 - 10:39
    son tante le voci che trasformano
    questa voce un vero e proprio ruggito.
  • 10:39 - 10:44
    Un ruggito che portiamo dentro le scuole.
    Perché tra il 2015 e il 2016
  • 10:44 - 10:49
    decidiamo di collaborare con le scuole
    per parlare ai ragazzi di queste cose.
  • 10:49 - 10:53
    Partendo da un liceo poco distante da qui,
    il Liceo Classico Antonio Pigafetta,
  • 10:53 - 10:57
    realizziamo un progetto educativo
    oggi disponibile in 92 paesi nel mondo.
  • 10:59 - 11:03
    Avevamo tracciato la nostra strada.
    Piantando il seme della consapevolezza
  • 11:03 - 11:07
    eravamo riusciti gradualmente,
    e lo stiamo facendo tuttora,
  • 11:07 - 11:13
    ad alimentare questa voglia di cambiamento
    funzionale allora, all'inizio del 2016,
  • 11:13 - 11:17
    per portare Wråd ad uno stadio
    di sviluppo successivo.
  • 11:17 - 11:23
    Perché dall'ispirazione, a un certo punto,
    diventa impellente passare ai fatti.
  • 11:24 - 11:31
    E questa voglia di cambiare si diffonde.
    E avvicina a noi tante realtà industriali
  • 11:31 - 11:34
    che iniziano a fornirci dei mezzi
    per portare sul mercato
  • 11:34 - 11:39
    non tanto dei prodotti da vestire,
    ma dei beni originali, accessibili,
  • 11:39 - 11:42
    innovativi, sostenibili,
    ma allo stesso tempo
  • 11:42 - 11:45
    reale riflesso del nostro manifesto.
  • 11:47 - 11:51
    Tantissime le storie
    che nel 2016 attiviamo in questo senso.
  • 11:51 - 11:55
    Ma una fra tutte ve la racconto
    perché è molto curiosa e simpatica.
  • 11:56 - 12:00
    La storia è legata all'economia circolare.
    La moda consuma tessuti,
  • 12:00 - 12:04
    sostanze chimiche, energia e acqua
    in quantità spropositate.
  • 12:04 - 12:08
    Perciò da mesi ci interrogavamo
    su come cercare di realizzare qualcosa
  • 12:08 - 12:12
    che fosse funzionale
    ad amplificare questo messaggio
  • 12:12 - 12:15
    e a parlare di questo problema
    ad una massa di persone più ampia,
  • 12:15 - 12:20
    e allo stesso tempo capace di risolvere
    in qualche modo il sistema.
  • 12:21 - 12:25
    E l'opportunità mi arriva quando Susanna,
    la stessa delle bandiere
  • 12:25 - 12:28
    di cui vi ho parlato all'inizio,
    un anno e mezzo dopo mi fa:
  • 12:28 - 12:32
    "Matteo io svariate tonnellate
    di polvere di grafite di scarto".
  • 12:32 - 12:35
    Il perché Susanna le abbia
    è un'altra storia.
  • 12:35 - 12:41
    "Ma, non so, secondo te
    c'è una possibilità di applicarla,
  • 12:41 - 12:44
    c'è una possibilità di riutilizzo
    nella moda, nel fashion?"
  • 12:44 - 12:46
    Io non lo sapevo,
    giro la domanda a Silvia,
  • 12:46 - 12:49
    esperta di tintura,
    e Silvia effettivamente scopre
  • 12:49 - 12:52
    che, 2000 anni fa, i romani già tingevano
    con la grafite.
  • 12:52 - 12:57
    Oggi la grafite invece viene buttata via.
    Straordinariamente scopriamo anche
  • 12:57 - 13:00
    che questa pratica non era finita
    in epoca romana,
  • 13:00 - 13:05
    ma delle donne di un paese
    a noi ora molto caro, Monterosso Calabro,
  • 13:05 - 13:08
    l'avevano tramandata
    di generazione in generazione
  • 13:08 - 13:09
    fino ai giorni nostri.
  • 13:09 - 13:12
    Loro erano le uniche depositarie
    di questa conoscenza.
  • 13:13 - 13:18
    C'era solo una cosa da fare a quel punto:
    riprendiamo gli zaini dell'anno prima
  • 13:18 - 13:22
    e andiamo a Monterosso Calabro per vedere
    come si tingeva con la grafite.
  • 13:22 - 13:28
    (PARLA IN DIALETTO CALABRESE)
  • 13:28 - 13:32
    (EN) Aspettate un minuto.
    Torniamo alla storia per un secondo.
  • 13:35 - 13:38
    (MUSICA) Tanto tempo fa,
    ai tempi degli antichi romani,
  • 13:38 - 13:42
    come narrato dagli storici, gli uomini
    cominciarono a tingere la stoffa
  • 13:42 - 13:44
    usando un minerale
    scuro e prezioso, la grafite,
  • 13:44 - 13:48
    che era presente in abbondanza
    nella città di Monterosso Calabro,
  • 13:48 - 13:49
    nell'Italia meridionale.
  • 13:49 - 14:04
    (MUSICA)
  • 14:04 - 14:08
    Dalla tradizione all'innovazione,
    abbiamo deciso di reinventare
  • 14:08 - 14:11
    questa tecnica meravigliosa riusando
    lo scarto della polvere di grafite.
  • 14:11 - 14:17
    (MUSICA)
  • 14:17 - 14:22
    A volte devi fare un passo indietro
    per poter andare avanti.
  • 14:22 - 14:27
    (IT) Nasce così, facendo un passo indietro
    nella storia, GRAPHI-TEE,
  • 14:27 - 14:32
    che è stato il primo "purpose product",
    un prodotto con un obiettivo,
  • 14:32 - 14:36
    che nasce per raccontare la storia
    di forme alternative di tintura,
  • 14:36 - 14:41
    e in questo caso fanno economia circolare
    perché partivamo dalla grafite di scarto,
  • 14:41 - 14:44
    ma allo stesso tempo diventa,
    negli ultimi mesi,
  • 14:44 - 14:49
    il mezzo attraverso cui abbiamo finanziato
    un programma di ricerca e sviluppo
  • 14:49 - 14:52
    che ha portato questa forma di tintura
    ad uno stadio di innovazione successivo.
  • 14:52 - 14:55
    Tutte le persone che hanno deciso
    di vestirsi di GRAPHI-TEE
  • 14:55 - 15:02
    hanno infatti supportato la ricerca
    per arrivare al deposito di un brevetto,
  • 15:02 - 15:05
    per una forma di tintura
    ancora più innovativa,
  • 15:05 - 15:09
    per un tessuto che è altamente inquinante,
    il denim, quello che abbiamo addosso
  • 15:09 - 15:15
    quando vestiamo con dei pantaloni jeans,
    e questa forma di tintura è straordinaria
  • 15:15 - 15:18
    perché ci consente proprio di ridurre
    l'impatto ambientale
  • 15:18 - 15:20
    in termini di consumo d'acqua,
    sostanze chimiche ed energetico
  • 15:20 - 15:25
    del tessuto dell'85%.
    Ecco, l'85% da solo come dato
  • 15:25 - 15:27
    forse non vi dice niente,
    ma basta che vi dica
  • 15:27 - 15:30
    che un singolo paio di jeans
    può arrivare a consumare
  • 15:30 - 15:34
    fino a 9000 litri d'acqua,
    e ci rendiamo conto della novità
  • 15:34 - 15:39
    che ha portato GRAPHI-TEE.
    Non solo a noi, ma per l'industria intera.
  • 15:39 - 15:43
    Ecco una novità che è scaturita
    da una situazione di crisi.
  • 15:43 - 15:47
    Ed è questa la cosa importante.
    Qualche mese fa ero ad una conferenza,
  • 15:47 - 15:50
    e una persona che mi ha ispirato
    parlava delle tre grandi crisi
  • 15:50 - 15:54
    che ci troviamo a fronteggiare oggi:
    c'è una crisi spirituale,
  • 15:54 - 15:57
    ricerchiamo sempre nuove ideologie,
    c'è una crisi sociale ed umanitaria,
  • 15:57 - 16:00
    c'è una crisi ambientale.
  • 16:00 - 16:06
    Io credo che nella loro drammaticità
    queste crisi sono la nostra chance
  • 16:06 - 16:11
    di progresso, la nostra opportunità
    di ridisegnare nuovi modelli di business
  • 16:11 - 16:15
    capaci di riportare la persona
    e il pianeta al centro di tutto,
  • 16:15 - 16:19
    e non più un consumatore
    avido di consumare prodotti
  • 16:19 - 16:21
    in quantità sempre maggiore.
  • 16:21 - 16:25
    Questo è il futuro per me,
    il futuro è fatto di consapevolezza,
  • 16:25 - 16:28
    è fatto di partecipazione,
    sia da parte di chi produce
  • 16:28 - 16:31
    che da parte di chi consuma.
    Quando noi indossiamo dei vestiti
  • 16:31 - 16:35
    non indossiamo soltanto degli oggetti,
    indossiamo la storia delle persone
  • 16:35 - 16:37
    che li hanno fatti
    e la storia della natura
  • 16:37 - 16:41
    che li ha portati sul mercato.
    Possiamo continuare a scegliere
  • 16:41 - 16:45
    di vestirci in modo irresponsabile,
    oppure possiamo scegliere di vestirci
  • 16:45 - 16:48
    con qualcosa
    che ci rappresenti nello spirito.
  • 16:48 - 16:53
    Uno spirito che noi chiamiamo Wråd,
    uno spirito che trova l'entusiasmo
  • 16:53 - 16:56
    nella realizzazione che il cambiamento
    sia veramente possibile
  • 16:56 - 17:00
    e possiamo realizzarlo noi tutti assieme.
    Grazie al vostro coinvolgimento,
  • 17:00 - 17:03
    grazie alla scelta di tutte le persone
    che da domani possono decidere
  • 17:03 - 17:08
    di indossare non più dei vestiti,
    ma degli oggetti che in qualche modo
  • 17:08 - 17:12
    abbiano una coscienza, una prospettiva
    e ci consentano di guardare al mondo
  • 17:12 - 17:16
    senza vergogna e senza sensi di colpa.
    Vogliamo darci questa possibilità assieme?
  • 17:16 - 17:17
    Grazie.
  • 17:17 - 17:19
    (Applausi)
Title:
Il potere del "NOI": reinventare l'industria della moda| Matteo Ward | TEDxVicenza
Description:

Matteo Ward è uno dei co-fondatori di WRÅD, un progetto mirato ad apportare un cambiamento radicale nell'industria della moda. Definirlo come un brand sminuirebbe la missione di Matteo: Wråd, infatti, non è un semplice brand, ma un'esortazione ad agire. Matteo ha iniziato a riconsiderare la sua posizione nell'industria della moda dopo aver realizzato il suo negativo impatto globale: la moda è infatti la seconda industria più inquinante al mondo. Nel 2015 ha deciso di lasciare il suo lavoro ad Abercrombie & Fitch, guidato dal desiderio di prendere attivamente parte ad un cambiamento. WRÅD ha presto preso la forma di una collaborazione tra persone pronte a rivoluzionare il mondo della moda, facendosi avanti nel nome del cambiamento positivo. Nell'arco di mesi, partner istituzionali, sostenitori, investitori e contribuenti si sono uniti al movimento. Lo scopo di WRÅD? Catalizzare la crescita della moda sostenibile. Una moda che enfatizzi la vita delle risorse naturali e umane che vi sono dietro, così da garantire un futuro per le generazioni a venire.

Questo intervento è stato presentato a un evento TEDx che utilizza il format della conferenza TED, ma è stato organizzato in maniera indipendente da una comunità locale. Per maggiori informazioni, visita il sito https://www.ted.com/tedx

more » « less
Video Language:
Italian
Team:
closed TED
Project:
TEDxTalks
Duration:
17:20

Italian subtitles

Revisions