Return to Video

La via del taccuino | Stefano Faravelli | TEDxLakeComo

  • 0:05 - 0:07
    Eccomi sulla via del taccuino.
  • 0:07 - 0:09
    E via è da intendersi
  • 0:09 - 0:11
    nel senso cinese e giapponese,
    di Tao e di Do.
  • 0:12 - 0:14
    E il taccuino è proprio questo:
  • 0:14 - 0:18
    questo piccolo quadernetto
    che io porto sempre con me in tasca,
  • 0:18 - 0:21
    in formato un po' più grande
    nella sacca da viaggio.
  • 0:23 - 0:25
    Il taccuino essenzialmente, per me,
  • 0:25 - 0:29
    è l'espressione del desiderio
    di un rapporto attivo,
  • 0:29 - 0:31
    e manualmente vivido,
  • 0:31 - 0:34
    con le cose che vedo
    e con le cose che conosco.
  • 0:34 - 0:36
    "Manualmente vivido" cosa vuol dire?
  • 0:37 - 0:40
    Vuol dire che non è mediato da diaframmi,
  • 0:40 - 0:43
    e non ci sono macchine
    tra me e la cosa che mi sta davanti.
  • 0:47 - 0:49
    È vero, è diventato un lavoro.
  • 0:51 - 0:53
    I miei taccuini di viaggio
    raccontano di viaggi:
  • 0:54 - 0:56
    asiatici soprattutto, africani;
  • 0:56 - 1:00
    in luoghi poco accessibili,
    come la foresta pluviale;
  • 1:00 - 1:04
    o molto lontani come i mari
    australi, antartici;
  • 1:05 - 1:10
    ma sulla via del taccuino si può partire
    anche tra le pareti domestiche.
  • 1:10 - 1:15
    Si può partire dal tavolo della cucina,
  • 1:15 - 1:16
    e da un limone.
  • 1:18 - 1:22
    Ecco: il limone che vedete sulla destra
    è stato dipinto a tempera,
  • 1:22 - 1:25
    e la tempera è una tecnica
  • 1:25 - 1:30
    per cui si devono sovrapporre strati
    di pigmento piuttosto denso.
  • 1:31 - 1:36
    La luce su quell'oggetto
    è data dalla tempera bianca,
  • 1:36 - 1:37
    cioè da un pigmento bianco
  • 1:37 - 1:39
    normalmente ricavato
    dallo zinco o dal piombo,
  • 1:39 - 1:41
    che viene mescolato al colore
  • 1:41 - 1:46
    oppure messo puro sullo strato
    di giallo sottostante.
  • 1:47 - 1:51
    Quando ho dipinto il limone
    io avevo questo piccolo sole
  • 1:51 - 1:54
    che irraggiava un giallo
    intensissimo sul tavolo,
  • 1:54 - 1:56
    e il risultato era così deludente
  • 1:56 - 2:00
    che ho dovuto mascherarlo
    con queste pennellate di seppia
  • 2:00 - 2:02
    perché venisse fuori un po'
    della luce del limone.
  • 2:02 - 2:04
    Del resto, il limone è un piccolo sole:
  • 2:04 - 2:05
    se voi lo tagliate a metà,
  • 2:05 - 2:10
    vedete nella disposizione radiale
    degli spicchi l'immagine del sole.
  • 2:11 - 2:13
    Allora l'ho ridipinto ad acquerello.
  • 2:13 - 2:16
    E ad acquerello si lavora
    in un modo esattamente opposto:
  • 2:16 - 2:19
    è un lavoro per sottrazione,
    come si dice "a risparmio",
  • 2:19 - 2:22
    cioè è il bianco della carta
    che deve emergere.
  • 2:22 - 2:24
    E si lavora sopra questo bianco
  • 2:24 - 2:27
    con velature leggerissime
    di pigmento molto diluito.
  • 2:28 - 2:31
    E così, quando ho finito questa pagina
    l'ho guardata e ho detto:
  • 2:33 - 2:37
    "Sono partito da una
    natura morta, per così dire,
  • 2:37 - 2:39
    e sono arrivato a meditare
  • 2:39 - 2:42
    sulle categorie aristoteliche
    di qualità e [quantità]".
  • 2:42 - 2:46
    Perché [dove ho]
    molto pigmento, ho poca luce;
  • 2:46 - 2:48
    [dove ho] poco pigmento, [ho] molta luce.
  • 2:48 - 2:51
    E la luce è la qualità del limone.
  • 2:51 - 2:53
    Così ho dipinto questo.
  • 2:56 - 2:59
    A un massimo di quantità,
    corrisponde un minimo di qualità.
  • 3:01 - 3:04
    A un minimo di quantità,
    un massimo di qualità.
  • 3:04 - 3:07
    È un'esperienza che avete fatto
    [anche] voi, certamente:
  • 3:07 - 3:11
    se avete mangiato soltanto
    il fragolone pompato di ormoni
  • 3:11 - 3:13
    che comprate nei supermercati,
  • 3:13 - 3:16
    non sapete mai che cos'è
    l'essenza di una fragola,
  • 3:16 - 3:19
    perché l'essenza, la qualità
    di una fragola è il sapore.
  • 3:22 - 3:25
    Certo, quando io ho dipinto
    questa immagine, di nuovo ho detto:
  • 3:25 - 3:29
    bene, ho - anche qui sono partito
    da degli ortaggi sul tavolo,
  • 3:29 - 3:32
    ma questa è una figura del pensiero.
  • 3:33 - 3:34
    Non è altro.
  • 3:34 - 3:36
    È difficile - sulla via del taccuino,
  • 3:37 - 3:41
    pratico da anni la caccia alla qualità,
  • 3:41 - 3:44
    cioè all'inafferrabile,
    all'essenza delle cose.
  • 3:45 - 3:48
    È difficilissimo
    intrappolarla in una figura,
  • 3:48 - 3:53
    perché è appunto qualcosa che non rientra
  • 3:53 - 3:57
    nell'ambito del computo, della misura:
  • 3:58 - 3:59
    come fai a misurarla?
  • 4:01 - 4:04
    Due accorgimenti: uno può essere questo,
    una figura di pensiero -
  • 4:04 - 4:06
    ma io vi devo raccontare
    che cosa ho dipinto,
  • 4:06 - 4:08
    sennò non lo capite;
  • 4:09 - 4:11
    L'altra è la sinestesia.
  • 4:11 - 4:12
    Che cos'è la sinestesia?
  • 4:12 - 4:16
    È quella cosa per cui noi parliamo
    di una "nota di base" del profumo.
  • 4:17 - 4:19
    Noi usiamo un'espressione
    tecnica, in realtà,
  • 4:19 - 4:22
    che ci viene da un testo
    di fine Ottocento:
  • 4:22 - 4:25
    l'"Arte della profumeria",
    di un certo Septimus Piesse,
  • 4:25 - 4:29
    il quale stabiliva una corrispondenza,
    che secondo lui era oggettiva,
  • 4:30 - 4:32
    tra i profumi e le note musicali.
  • 4:33 - 4:37
    È quello che fa il topino Ratatouille,
    quando mette in bocca qualcosa,
  • 4:37 - 4:38
    nel film della Disney, no?
  • 4:38 - 4:40
    Che partono questi zampilli colorati.
  • 4:40 - 4:42
    Eccoli.
  • 4:42 - 4:43
    Ecco il taccuino:
  • 4:43 - 4:46
    in alto c'è la parola taccuino,
    l'etimologia araba della parola;
  • 4:46 - 4:48
    e poi c'è un taccuino aperto,
  • 4:48 - 4:51
    con le mie mani che disegnano
    su un taccuino aperto,
  • 4:51 - 4:54
    che disegnano su un taccuino aperto,
    che disegnano su un taccuino aperto;
  • 4:54 - 4:55
    e così, ad infinitum.
  • 4:56 - 4:57
    Perché questo?
  • 4:57 - 5:00
    Questa caduta, "en abyme",
  • 5:01 - 5:06
    è esattamente l'inseguimento
    dell'inafferrabile essenza delle cose;
  • 5:06 - 5:11
    ed è un modo, quello che ho voluto
    rappresentare così sul taccuino,
  • 5:11 - 5:16
    di, come dire, rappresentare
    l'infinito nel finito.
  • 5:16 - 5:21
    Ma da questo taccuino aperto
    si dipartono dei filamenti colorati,
  • 5:21 - 5:22
    e questi filamenti colorati
  • 5:22 - 5:28
    sono precisamente profumi,
    sapori, ricordi, emozioni.
  • 5:28 - 5:31
    Cioè sono sintesi cromatiche
    di esperienze essenziali.
  • 5:32 - 5:33
    Praticamente la mia vita.
  • 5:36 - 5:39
    Cromatiche: il colore ha molto
    a che fare, con la via del taccuino.
  • 5:40 - 5:41
    In tasca ho il taccuino;
  • 5:41 - 5:44
    nella borsa da viaggio,
    ho sempre una scatola di colori.
  • 5:45 - 5:48
    "Dipanare l'arcobaleno",
    è un verso di Keats.
  • 5:50 - 5:55
    Dipanare l'arcobaleno
    vuol dire partire da questa quantità,
  • 5:55 - 5:59
    cioè da questa polvere
    deposta nelle vaschette,
  • 5:59 - 6:05
    e ricavare da questi pochi colori,
    in realtà tre colori bastano,
  • 6:05 - 6:08
    dai tre colori fondamentali,
    io riesco a tirare fuori
  • 6:08 - 6:10
    tutte le infinite variazioni
  • 6:10 - 6:14
    delle sfumature dei cieli, della terra
    dei tramonti e delle albe di questo mondo.
  • 6:17 - 6:21
    Poi, naturalmente, il versante
    quantitativo risalta sempre fuori,
  • 6:21 - 6:24
    per esempio, nel codice numerico
    di un colorificio:
  • 6:25 - 6:27
    però il colore è qualità.
  • 6:27 - 6:30
    Se voi andate in un colorificio,
    comprate la vostra latta di colore
  • 6:30 - 6:32
    perché la scegliete sulla cartella colori,
  • 6:32 - 6:35
    e poi date sul muro
    il colore che avete scelto,
  • 6:35 - 6:38
    dite : "Ma questo non è il colore
    che io ho comprato!"
  • 6:38 - 6:39
    Quasi sempre funziona così.
  • 6:41 - 6:45
    Il colore è anche, come dire,
    la trasposizione in quantità del colore -
  • 6:45 - 6:47
    sulle pagine degli atlanti, vedete,
  • 6:47 - 6:53
    razze e popoli corrispondono
    a delle cartouche colorate:
  • 6:53 - 6:56
    come dire, convenzioni
    cromatiche per descrivere.
  • 6:56 - 6:58
    Anche la spettrografia
    è così, per esempio.
  • 6:58 - 7:01
    No, il colore è davvero qualità pura.
  • 7:01 - 7:05
    Voi non potete dividere il colore:
    dividete sempre una materia colorata.
  • 7:05 - 7:07
    Il colore è questa luce bianca
  • 7:07 - 7:10
    che si rifrange nel prisma
    della molteplicità.
  • 7:11 - 7:12
    Il colore è inafferrabile.
  • 7:13 - 7:16
    Mi piace che questa pagina
    sia intitolata così, però,
  • 7:16 - 7:18
    "Dipanare l'arcobaleno",
  • 7:18 - 7:22
    perché l'arcobaleno evoca
    il mio grande amico qua, Platone,
  • 7:22 - 7:27
    il quale diceva che i filosofi
    sono figli di Taumante.
  • 7:28 - 7:31
    Taumante è lo stupore:
    la filosofia ha origine dallo stupore.
  • 7:31 - 7:34
    I figli di Taumante come Iride -
    Iride è l'arcobaleno.
  • 7:35 - 7:38
    E Platone non ci dice il perché
    di questa strana genealogia,
  • 7:38 - 7:40
    ma è facile da capire:
  • 7:40 - 7:46
    i filosofi sono coloro che si interrogano
    sulla stupefacente varietà dell'essere,
  • 7:46 - 7:47
    si pongono domande.
  • 7:47 - 7:49
    Perché l'essere, e non il nulla?
  • 7:49 - 7:53
    Perché nell'essere così tante cose,
    così tanto diverse le une dalle altre?
  • 7:53 - 7:57
    E perché noi, sempre diversi
    quando le guardiamo?
  • 7:59 - 8:02
    Il tempo: noi sempre diversi.
  • 8:03 - 8:05
    Il tempo noi lo misuriamo, continuamente.
  • 8:05 - 8:09
    Eccolo lì: i cristalli liquidi,
  • 8:09 - 8:12
    che mi dicono fai in fretta,
    fai in fretta;
  • 8:12 - 8:14
    le lancette che girano
    nel quadrante dell'orologio,
  • 8:14 - 8:17
    e i granelli di sabbia
    che cadono nella clessidra.
  • 8:18 - 8:20
    È il tempo, questo?
  • 8:20 - 8:25
    Ma no, il tempo è personale,
    il tempo è individuale:
  • 8:25 - 8:26
    ciascuno di voi ha il suo tempo.
  • 8:26 - 8:28
    In momenti diversi della vostra vita,
  • 8:28 - 8:33
    vivete soggettivamente,
    in modo diverso, il vostro tempo.
  • 8:33 - 8:34
    Così mi sono chiesto:
  • 8:34 - 8:37
    come faccio a rappresentare
    la qualità del tempo?
  • 8:38 - 8:42
    Anzitutto, un ciclo: da uovo a farfalla.
  • 8:42 - 8:45
    Quando ho dipinto questa immagine,
  • 8:45 - 8:49
    io ho seguito lo sviluppo
    di questo animale,
  • 8:49 - 8:51
    dall'uovo alla ninfosi,
  • 8:52 - 8:54
    e l'ho dipinto passo passo.
  • 8:56 - 8:58
    E poi, soprattutto, è una metamorfosi.
  • 8:59 - 9:04
    E la metamorfosi è questa creazione
    che nasce dalla distruzione.
  • 9:04 - 9:09
    E secondo me non c'è un'immagine
    più plastica e più potente
  • 9:09 - 9:11
    del tempo e della sua azione.
  • 9:13 - 9:16
    Adesso voi mettete insieme
    il colore e il tempo:
  • 9:17 - 9:19
    la rivelazione della luce.
  • 9:19 - 9:21
    Questo è il campanile
    della chiesa di Modica,
  • 9:21 - 9:22
    in tre momenti:
  • 9:22 - 9:24
    di notte è illuminato
    dalla luce elettrica;
  • 9:24 - 9:25
    alle cinque del mattino;
  • 9:25 - 9:30
    e poi quando il primo raggio di sole
    va a toccare la cuspide del campanile.
  • 9:31 - 9:35
    Questa è la bellissima caccia
    sulla via del taccuino,
  • 9:35 - 9:39
    quella che ha fatto impazzire
    il pittore Claude Monet
  • 9:39 - 9:43
    quando inseguiva la luce.
  • 9:43 - 9:47
    Un grande scrittore francese,
    ora non ricordo chi fosse,
  • 9:47 - 9:48
    che lo seguiva a Giverny,
  • 9:48 - 9:51
    diceva: "Questo non è un pittore.
    Questo è un cacciatore."
  • 9:52 - 9:53
    La caccia della luce.
  • 9:55 - 9:58
    E se parliamo di luce,
    dobbiamo parlare anche di ombra.
  • 9:58 - 10:01
    Questo limite incorporeo dei nostri corpi
  • 10:02 - 10:06
    che ha stranamente,
    misteriosamente ha a che fare
  • 10:06 - 10:09
    con la nostra personalità.
  • 10:13 - 10:17
    Pare che tra gli otto mesi e i 14 mesi
  • 10:17 - 10:20
    l'uomo riconosca sé stesso
  • 10:20 - 10:22
    nella propria ombra
    e nel proprio riflesso.
  • 10:23 - 10:29
    Quindi l'ombra è, con il riflesso,
    l'unica situazione naturale di autoscopia,
  • 10:29 - 10:31
    cioè in realtà non possiamo -
  • 10:31 - 10:34
    prima dell'invenzione
    di strumenti riflettenti,
  • 10:34 - 10:36
    lo specchio, il metallo pulito eccetera,
  • 10:36 - 10:38
    solo l'ombra e il riflesso
    dicono qualcosa di noi;
  • 10:39 - 10:44
    e questo rapporto strettissimo
    con l'incorporeo che abita in noi
  • 10:44 - 10:47
    è davvero importante.
  • 10:47 - 10:49
    Ecco un'altra pagina sull'ombra.
  • 10:49 - 10:51
    Io qua non voglio parlarvi
    di questa gabbia,
  • 10:51 - 10:53
    da cui è appena scappato un uccello:
  • 10:53 - 10:56
    la sua ombra è proiettata sul muro,
  • 10:57 - 11:01
    vorrei che ciascuno di voi
    desse la sua personale interpretazione.
  • 11:01 - 11:07
    Invece voglio farvi notare
    le scritte: ombra, shadow.
  • 11:08 - 11:09
    E qui, il corpo non esiste.
  • 11:12 - 11:17
    È come l'arto fantasma dell'amputato:
    lui lo sente, ma non c'è.
  • 11:19 - 11:22
    Il positivo, se riuscite a leggere
    quello che è scritto lì,
  • 11:22 - 11:23
    è nella vostra mente.
  • 11:24 - 11:27
    Le neuroscienze ci dicono
    che solo il dieci percento
  • 11:27 - 11:31
    delle informazioni che il cervello
    utilizza per vedere
  • 11:31 - 11:32
    vengono dagli occhi.
  • 11:33 - 11:35
    Solo il dieci percento.
  • 11:37 - 11:38
    E tutto questo regno,
  • 11:39 - 11:45
    che sta intorno al pochissimo
    che l'occhio ci dice, è mente.
  • 11:45 - 11:47
    È inafferrabile della qualità.
  • 11:48 - 11:49
    E parliamo di occhi:
  • 11:49 - 11:53
    l'occhio finestra dell'anima,
    l'occhio finestra dell'autocoscienza.
  • 11:53 - 11:57
    Quella cosa lì, che vedete a destra,
    è il grado zero della visione;
  • 11:57 - 12:00
    ma è anche il grado zero della coscienza.
  • 12:00 - 12:03
    Noi sappiamo che ci affacciamo
    da questa finestra,
  • 12:03 - 12:06
    e vediamo pochissimo di noi stessi:
  • 12:08 - 12:11
    anche prima, il relatore precedente,
    io lo guardavo, lo vedevo
  • 12:11 - 12:15
    meglio di quanto lui, certamente,
    si sia mai conosciuto nella vita.
  • 12:15 - 12:18
    Perché io di me stesso
    vedo un pezzettino di naso sfocato,
  • 12:18 - 12:21
    un po' di rima palpebrale,
    qualche pelo di sopracciglia,
  • 12:21 - 12:25
    e la parte frontale
    del mio corpo, mento escluso.
  • 12:25 - 12:26
    Dietro, che cosa c'è?
  • 12:27 - 12:28
    Lo ignoro.
  • 12:29 - 12:31
    Se non ci fossero gli specchi,
  • 12:31 - 12:33
    e adesso tutte quelle immagini
    che ci circondano,
  • 12:33 - 12:34
    io non lo saprei.
  • 12:35 - 12:38
    È paradossale, questo.
  • 12:40 - 12:43
    So una cosa, però:
    che davanti a me ci sono gli altri.
  • 12:43 - 12:46
    E io sospetto in voi
    un certo grado di autocoscienza,
  • 12:47 - 12:48
    però non ne sono sicuro.
  • 12:50 - 12:55
    Sono sicuro solo della mia autocoscienza,
    perché questa è reale, e la percepisco.
  • 12:57 - 13:00
    Quindi, per me soggetto,
  • 13:01 - 13:06
    gli altri, ancorché siano lì a dire
    "io, Ich bin, أنا " eccetera,
  • 13:06 - 13:09
    ciascuno ad affermare la propria egoità,
  • 13:09 - 13:13
    sono sempre oggetti per me soggetto.
  • 13:15 - 13:19
    E questo è il modo in cui, in Occidente,
  • 13:19 - 13:24
    è andata, come dire, ossificandosi
    il rapporto della conoscenza,
  • 13:24 - 13:27
    almeno a partire da Cartesio in poi:
  • 13:28 - 13:29
    soggetto, oggetto.
  • 13:30 - 13:35
    Con queste conseguenze: l'ego ipertrofico,
    prigioniero della sua bolla narcisistica,
  • 13:35 - 13:37
    assediato dall'altro.
  • 13:38 - 13:42
    L'altro può essere un animale,
    come abbiamo visto prima.
  • 13:46 - 13:49
    Non c'è relazione: quella bolla
    dovrebbe proprio esplodere,
  • 13:49 - 13:51
    ma questa è la nostra attualità.
  • 13:51 - 13:54
    Noi usciamo di qui, e ci ritroviamo
    più o meno in questo mondo.
  • 13:54 - 13:57
    In realtà, se viaggiamo un po'
  • 13:57 - 14:03
    scopriamo che l'Occidente
    è un po' rappresentato in quell'immagine.
  • 14:06 - 14:08
    Adesso, però, siamo partiti da un limone
  • 14:08 - 14:11
    e siamo arrivata a parlare
    dell'affrontamento soggetto-oggetto,
  • 14:17 - 14:20
    del le condizioni del rapporto
    con l'altro, nella nostra cultura.
  • 14:20 - 14:25
    E io vorrei cambiare unità di misura,
    e tuffarmi nell'entomologia.
  • 14:26 - 14:31
    Questa pagina l'ho dipinta in Giappone,
    in una bella mattina autunnale.
  • 14:31 - 14:35
    La mantide religiosa
    mi è apparsa sui rami del Momigi
  • 14:35 - 14:40
    ed è stata la rivelazione
    di una meraviglia biologica,
  • 14:40 - 14:42
    perché questo insetto è straordinario,
  • 14:42 - 14:44
    ma anche del genio di una lingua.
  • 14:44 - 14:46
    In giapponese, "mushi" significa insetto,
  • 14:46 - 14:48
    e viene da un'antica parola, musu,
  • 14:48 - 14:52
    che implica l'idea
    di un apparire naturalmente,
  • 14:52 - 14:54
    cioè è l'idea di un'epifania.
  • 14:56 - 15:01
    Intanto c'è un contesto:
    i grilli appaiono nell'umida notte,
  • 15:01 - 15:04
    le cicale nella calura estiva,
    le farfalle a primavera.
  • 15:04 - 15:09
    E noi osservatori siamo dentro il contesto
    in cui avviene l'apparizione.
  • 15:09 - 15:13
    Siamo "com-presi" in relazione
    con quello che vediamo.
  • 15:14 - 15:17
    Noi diciamo invece "in-setto"
    che viene dal latino sectare.
  • 15:17 - 15:19
    E questo sectare,
  • 15:19 - 15:24
    che è proprio la manifestazione plastica
  • 15:26 - 15:29
    della struttura di un animale,
  • 15:29 - 15:32
    Di una morfologia, ecco:
    è l'oggettivazione di una morfologia.
  • 15:32 - 15:36
    Voi vi rendete conto della differenza
    tra questi due atteggiamenti.
  • 15:38 - 15:42
    Questa è l'ultima immagine
    con cui voglio concludere.
  • 15:42 - 15:43
    È un autoritratto:
  • 15:43 - 15:46
    mi sono rappresentato come Shi Tao,
    il grande pittore cinese,
  • 15:47 - 15:53
    il quale contemplava il paesaggio
    in cerca della sua intima natura.
  • 15:53 - 15:55
    Contemplava il paesaggio
  • 15:55 - 15:57
    prima di contemplare
    dipingendo il paesaggio.
  • 15:58 - 16:00
    La pittura come via di contemplazione.
  • 16:00 - 16:03
    Lo racconta nel suo
    "Trattato della pittura":
  • 16:03 - 16:04
    a un certo punto della sua vita,
  • 16:04 - 16:07
    il paesaggio, che era una cosa
    che stava davanti a lui,
  • 16:07 - 16:10
    nasce in lui, e lui nasce nel paesaggio.
  • 16:11 - 16:13
    E il paesaggio gli chiede
    di essere la sua voce.
  • 16:14 - 16:19
    E allora, ecco: io mi sono rappresentato
    davanti a queste sacre montagne,
  • 16:19 - 16:21
    in ascolto della voce del paesaggio.
  • 16:21 - 16:25
    E quella linea bianca
    che sta tra i due picchi
  • 16:26 - 16:27
    la lascio a voi interpretare:
  • 16:27 - 16:31
    potreste sentire lo scrosciare
    di una cascata, se la guardate a lungo;
  • 16:31 - 16:34
    o forse la nebbia che lentamente
    si alza verso il cielo.
  • 16:34 - 16:37
    Per me, è la porta spalancata
  • 16:37 - 16:40
    davanti a questo incontro
    con la bellezza del creato,
  • 16:40 - 16:41
    con la bellezza del paesaggio,
  • 16:42 - 16:44
    sulla via del taccuino.
  • 16:44 - 16:46
    (Applausi)
Title:
La via del taccuino | Stefano Faravelli | TEDxLakeComo
Description:

Stefano Faravelli è artista, filosofo, orientalista, viaggiatore e autore di diverse pubblicazioni che hanno aperto la via in Italia al genere del "Carnet de Voyage". Dai suoi meravigliosi viaggi riporta infatti affascinanti "taccuini" esposti a Londra, New York, Parigi, Istanbul e Gerusalemme. Sul palco di TEDxLakeComo, ci invita a prenderci il tempo per “Dipanare l'Arcobaleno”, lasciarci interrogare sulla stupenda varietà dell'Essere e raccogliere le tracce di quel disegno meraviglioso che è la Vita.

Questo intervento è stato presentato a un evento TEDx, che utilizza il format della conferenza TED ma è stato organizzato in maniera indipendente da una comunità locale.

Per maggiori informazioni, visita il sito http://ted.com/tedx

more » « less
Video Language:
Italian
Team:
closed TED
Project:
TEDxTalks
Duration:
16:57

Italian subtitles

Revisions