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Lana Wachowski speech HRC Visibility Award (sottotitoli italiano)

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    Non ho avuto io il final cut di quel video…
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    Ciao.
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    Oh, smettetela…
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    E non ho neanche finito i compiti in tempo…
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    li stavo facendo all'ultimo minuto.
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    Quindi non mi sarà possibile far finta che non sto leggendo…
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    Quindi sappiate che sto leggendo.
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    Non ho mai fatto un discorso
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    ok, ok. Ho capito. Voi siete molto incoraggianti
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    vi amo
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    quindi
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    ero dal mio parrucchiere
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    lui è gay, ma guarda un pò
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    e mi chiede a proposito di questo evento
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    e io gli dico: Sì, l’HRC vuole darmi un premio
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    davvero? lui dice: un premio per cosa? Io dico
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    credo per essere me stessa
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    lui mi stava facendo i capelli, mi guarda e dice
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    Mmm, sì, in effetti ti sei fatta davvero carina
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    e io faccio, sì non c'erano molte aspiranti al ruolo
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    e lui dice,
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    visto che è un pò stronzetto
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    "sì è una buona cosa, immagina solo se avessi perso".
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    Io vado da questo parrucchiere
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    che è un uomo fantastico
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    dai sei anni
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    lui sà tutto della mia famiglia, quando ero legata a mia nonna, come ho incotrato
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    e poi sposato, l'amore della mia vita, lui ci ha fatto i capelli per il nostro matrimonio
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    tre anni fa.
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    Lui a visto le nostre foto pornografiche quando noi, ubriache, eravamo in luna di miele a Mykonos
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    ma lui non sa che io ho diretto
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    la trilogia di Matrix
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    insieme a mio fratello Andy
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    Quindi lui sa tutto di chi sono
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    ma lui non sa cosa faccio. Al contrario
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    recentemente sono andata a una cena con amici e sconosciuti,
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    dove tutti erano impazienti di incontrare un regista “di Hollywood”,
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    ma tutto quello che volevano era chiedere di Keanu Reeves, Tom Hanks e Halle Berry.
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    E durante tutta la cena
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    loro si sono, ripetutamente, riferiti a me dicendo "lui",
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    o “uno dei fratelli Wachowski”,
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    e a volte usando solo metà del mio nome "Laaaa"
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    come un imbarazzante ponte tra due identità,
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    incapaci o
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    forse non volendo vedere chi sono
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    ma solo quello che faccio.
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    Ognuno di noi,
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    ogni persona qui, ogni essere umano rappresenta
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    una negoziazione tra l'identità privata e quella pubblica.
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    Per me quella negoziazione
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    ha significato un più letterale dialogo tra me, mio fratello Andy e Tom Tykwer, il nostro nuovo fratello " per amore",
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    che è semplicemente stupendo,
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    con cui abbiamo diretto il nostro nuovo film Cloud Atlas
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    grazie, andate a vederlo.
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    Qualche mese fà eravamo seduti in un club di Berlino
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    a bere birra, in uno spazio non destinato ad essere abitato
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    né dalle persone né dalla luce del sole,
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    cercando di decidere se
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    girare un’introduzione per il trailer del film da postare online.
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    Tom Hanks avrebbe dovuto esserci ma invece non era disponibile.
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    Andy e io non avevamo fatto pubbliche apparizioni o incontri con la stampa, neanche per le prime dei film, da oltre 12 anni,
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    la gente erroneamente crede che questo abbia a che fare con il mio gender(genere),
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    ma non è così.
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    Dopo l’uscita di Matrix nel ‘99,
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    avevamo entrambi provato un’allarmante pressione sul nostro mondo e le nostre vite,
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    e diventammo estremamente consapevoli di quanto prezioso sia l’anonimato,
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    inteso come una forma di verginità
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    qualcosa che perdi una volta sola.
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    L'anonimato ti permette
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    l’accesso a uno spazio civico, a forme di partecipazione nella vita pubblica,
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    a un’invisibilità egualitaria a cui nessuno di noi era pronto a rinunciare.
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    Alla Warner Brothers dicemmo
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    che come Fratelli Wachowski non avremmo più fatto incontri con la stampa.
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    Loro ci hanno detto
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    NO
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    “Assolutamente no, non è negoziabile, i registi sono essenziali per la promozione dei film e la loro vendita sul mercato”.
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    Noi abbiamo detto "Ok,
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    abbiamo capito.
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    Se la scelta è tra fare un film o incontrare la stampa, noi decidiamo di non fare film."
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    Loro dissero: Aspettate un attimo.
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    Forse c’è la possibilità di una piccola negoziazione.
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    Questa posizione e questa negoziazione
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    vennero riesaminate a Berlino tre mesi fa,
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    consapevoli che non solo sarebbe stata la nostra prima apparizione dopo molto tempo,
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    ma sarebbe anche stata la prima volta che avrei parlato pubblicamente dalla mia transizione.
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    Tra parentesi,
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    questa è una parola che riguarda un argomento complicato per me a causa
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    della sua collusione con il modo di raccontare i generi come opposizioni binarie, con il quale non mi sento propriamente a mio agio.
  • 7:25 - 7:28
    Malgrado tutto mi rendo conto che nel momento in cui vengo inquadrata da una telecamera
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    che io divento il soggetto di una proiezione che è sia personale che politica.
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    Ho fatto coming out con la mia famiglia e con i miei amici
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    da più di dieci anni e la maggior parte del tempo
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    ho discusso di questo,
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    di questo momento in particolare,
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    con il mio terapista,
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    la mia famiglia e mia moglie perchè sapevo
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    che alla fine avrei fatto coming out ma che ci sarebbe stato un prezzo da pagare.
  • 8:00 - 8:03
    Non ero sicura di come l'avrei fatto,
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    ma sapevo che non volevo che si trattasse di un’occasione pubblica in cui ci si concentrasse sul mio coming out.
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    Sono completamente terrificata dai talk-show,
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    dal loro format “interrogatorio- confessione-pianti-lacrime del presentatore”
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    la cui compassione
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    starebbe a sottolineare l’intera tragedia della mia vita come persona transgender,
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    inscenando un momento catartico
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    che rappresenta il passaggio dal rifiuto all’accettazione
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    senza mai interrogarsi sulla patologia di una società che rifiuta
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    di vedere l’intero spettro dei generi esattamente come rifiuta ciecamente di vedere l’intero spettro di razze e sessualità.
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    Quindi noi tre ne abbiamo parlato,
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    a noi piace parlare,
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    forse voi lo state realizzando proprio ora,
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    "oh,oh...noi abbiamo una logorroica qui"
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    ci sarà un intervallo tra un oretta.
  • 9:33 - 9:42
    Comunque ci mettiamo ad analizzare il fatto che abbiamo fatto un film che parla di questo argomento:
  • 9:42 - 9:47
    delle responsabilità che hanno gli esseri umani verso gli altri,
  • 9:47 - 9:55
    che le nostre vite non sono solo nostre, e vennero fuori anche alcune battute dal film.
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    Io stessa mi ritrovai a ripeterne una di un personaggio a cui sono molto legata,
  • 10:00 - 10:03
    che parla di come compie la decisione di fare una sorta di coming out:
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    “Se fossi rimasta invisibile, la verità sarebbe rimasta nascosta. E io non potevo permetterlo”.
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    E lo dice sapendo che il sacrificio che ha fatto le costerà la vita.
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    Improvvisamente cominciano ad apparirmi in testa immagini, pensieri e ricordi
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    quasi un’esperienza di pre-morte,
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    inizio a capire come la complessa relazione tra visibilità ed invisibilità sia stata presente in tutta la mia vita.
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    Ricordo quando mi spostarono da una scuola pubblica ad una scuola cattolica.
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    Nella scuola pubblica gicavo quasi sempre con le ragazze, avevo i capelli lunghi,
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    e tutti indossavamo jeans e t-shirt.
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    Nella scuola cattolica le ragazze indossavano la gonna e i ragazzi i pantaloni.
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    Mi hanno detto che dovevo tagliarmi i capelli,
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    volevo giocare ai quattro cantoni con le ragazze ma ormai, no, io ero uno dei ragazzi.
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    Una mattina dopo la campanella furono formate due file,
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    le ragazze da una parte, i maschi dall'altra, e mi fu chiesto di raggingere la mia.
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    Passando vicino a quella delle ragazze provai una strana sensazione di appartenenza,
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    una parte di me sapeva che dovevo continuare a camminare,
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    più mi avvicinavo a quella dei ragazzi e più provai una sensazione di differenza che mi confuse. Io non
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    appartenevo neanche a quella fila e così mi fermai nel mezzo,
  • 11:36 - 11:41
    La suora, mi resi conto, mi stava fissando, e iniziò a urlarmi contro,
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    io non sapevo cosa fare,
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    Lei continuava ad urlare e mi afferrò.
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    Io non stavo disubbidendo, ma non sapevo a quale fila unirmi.
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    il mio silenzio la fece infuriare ed iniziò a colpirmi,
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    e improvvisamente, nella maniera più inaspettata, se lo vedeste in un film non ci credereste,
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    sentii il rumore di una macchina che frena repentinamente
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    e mia madre, che casualmente passava di lì in macchina,
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    è tutto vero,
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    saltò fuori dall’auto, afferrò la suora e la separò da me, mi mise al sicuro, e disse alla suora di non provarci mai più…
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    e ho pensato di essere salva
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    ma poi le mi portò a casa e cercava di capire cosa fosse successo
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    ma io non avevo parole per descriverlo,
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    guardavo il pavimento e lei continuava a chiedere cosa fosse successo
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    io comincio a provare la medesima frustrazione che avevo provato poco prima con la suora.
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    Lei mi dice di guardala in faccia, ma io non voglio
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    perchè quando lo faccio non riesco a capire perchè lei non riesca a vedermi.
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    L'ultima volta che mi fu chiesto di fare un discorso, come questo,
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    fu in terza media,
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    avevo ottenuto i voti migliori della classe e Mr.Henderson, il mio insegnante mi informò che avrei dovuto tenere un discorso, come premio per la mia bravura
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    non pensavo fosse una buona ricompensa,
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    anche su questo premio di oggi non ho ancora le idee chiare,
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    essendo dolorosamente timida, declinai l'invito,
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    dissi lasciate che sia qualcun'altro a essere il più bravo.
  • 13:57 - 14:00
    A lui non piaque questa risposta,
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    disse che non era così che funzionava,
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    che capiva come mi sentivo, a nessuno piace fare discorsi,
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    perchè lo facciamo?
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    ma che dovevo pensare non solo a me ma anche a tutto il resto della classe,
  • 14:27 - 14:31
    e per i miei genitori, che sarebbero stati orgogliosi di me,
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    ci sono cose che dobbiamo fare per noi stessi,
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    ma ci sono altre cose che facciamo per gli altri.
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    Quindi scrissi il discorso, un pò come ho scritto questo, con le farfalle nello stomaco.
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    Lo scrissi di notte, indossando uno slip che usavo per dormire, rubato a mia sorella.
  • 14:57 - 15:03
    Scrissi di come la conoscenza abbia una reale materialità,
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    una reale consistenza, e di come a differenza della consistenza di una scala, possa darci l’accesso a luoghi che prima erano inimmaginabili.
  • 15:13 - 15:16
    Non ho nessun ricordo di quando ho fatto quel discorso.
  • 15:16 - 15:24
    Ricordo che rimasi in bagno dopo averlo fatto, chiusa in un cubicolo, con indosso gli slip sotto i vestiti, a piangere,
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    sentendomi stupida e bugiarda perché io stessa trovavo inimmaginabile un mondo di cui potermi sentire parte.
  • 15:35 - 15:46
    Al liceo cominciai a frequentare il laboratorio teatrale, in parte per via di mia sorella ma soprattutto per via del magazzino dei costumi.
  • 15:46 - 16:01
    Era strapieno di vestiti. Mi innamorai follemente di quel magazzino perché lì trovavo i miei momenti di solitudine per leggere, e anche per tutti quei costumi e per le infinite file di scarpe.
  • 16:01 - 16:08
    Ricordo che un giorno, mentre stavo indossando un bellissimo vestito di broccato con un corsetto, improvvisamente sentii la direttrice di palcoscenico chiamarmi.
  • 16:08 - 16:19
    Un attimo prima che lei aprisse la porta, mi tuffai in un angolo buio, come un topo, sentendo ripetere il mio nome
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    pregando che in qualche modo potessi restare invisibile.
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    Crescendo un intensa sensazione di isolamento e la costante insonnia mi provocarono uno stato di depressione,
  • 16:37 - 16:41
    non ho mai dormito tanto, ma durante il mio secondo anno di liceo,
  • 16:41 - 16:54
    vedendo i miei compagni che iniziavano ad avere i primi segni di barba, io passavo ore e ore davanti allo specchio terrorizzata da quello che un giorno avrei visto.
  • 16:54 - 17:09
    Non avendo parole per difendermi, modelli, esempi, cominciai a credere alle parole che avevo in testa, che ero un freak, uno scherzo della natura, che qualcosa in me non andava,
  • 17:09 - 17:14
    e che non potevo essere amata.
  • 17:14 - 17:18
    Dopo scuola andai a un Burger King e scrissi un biglietto di suicidio,
  • 17:21 - 17:24
    che finì per essere lungo più di 4 pagine.
  • 17:27 - 17:30
    Sono un po’ prolissa
  • 17:30 - 17:39
    Era indirizzato ai miei genitori e volevo convincerli che non era colpa loro: ero io che non ero parte di niente.
  • 17:39 - 17:51
    Piansi molto mentre lo scrissi, ma il personale del Burger King… beh, mi avevano già visto in quelle condizioni, e ne erano immuni.
  • 17:51 - 18:01
    Ero abituata a tornare a casa tardi per via del teatro, mi piaceva prendere la metro a quell’ora e sapevo che le banchine sarebbero state vuote.
  • 18:01 - 18:06
    Feci passare il treno locale sapendo che l’espresso sarebbe passato poco dopo.
  • 18:06 - 18:17
    Appoggiai il mio zaino sulla panchina lasciando il biglietto davanti, cercai di non pensando a nulla se non a saltare.
  • 18:17 - 18:28
    Comincio a sentire le vibrazioni provocate dall’avvicinarsi del treno, quando all’improvviso vedo scendere dalla rampa un ometto magrolino, anziano, con un paio di occhiali squadrati tipo anni ’70
  • 18:28 - 18:31
    che mi ricordano quelli che portava mia nonna,
  • 18:31 - 18:38
    lui mi fissa nello stesso modo in cui gli animali si fissano tra loro.
  • 18:38 - 18:41
    Non so perché non ha distolto lo sguardo.
  • 18:41 - 18:47
    So solo che è per quella ragione che io sono ancora qui.
  • 18:54 - 19:02
    Anni dopo ho trovato il coraggio di ammettere che sono transgender e che questo non vuol dire che io non possa essere amata.
  • 19:02 - 19:11
    Ho incontrato una donna, la prima persona che mi ha fatto capire che non mi amava a dispetto della mia differenza, ma propio per quello.
  • 19:11 - 19:16
    Lei è stata la prima persona a vedermi interamente come sono
  • 19:16 - 19:20
    e ogni volta che mi sveglio vicino a lei al mattino, non potete capire quanto io sia riconoscente
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    per la presenza di quei due occhi azzurri nella mia vita.
  • 19:34 - 19:38
    A Sydney, in Australia, mi sono dichiarata alla mia famiglia.
  • 19:38 - 19:42
    Quando ho detto a mia madre cosa stava succedendo, lei saltò sul primo aereo.
  • 19:42 - 19:47
    Ci fu una grossa scena tipo battesimo a base di lacrime
  • 19:47 - 19:59
    e poi mi confessò che mentre veniva era impaurita di dover piangere la perdita di suo figlio,
  • 20:00 - 20:04
    ma invece capì che non era una morte ma più una scoperta,
  • 20:04 - 20:20
    che c’era quest’altra parte di me, una parte mai vista, e che era una specie di dono, perché adesso poteva cominciare a conoscere quella parte di me.
  • 20:25 - 20:27
    Andammo a cena e io mi vestii nel modo più femminile possibile,
  • 20:27 - 20:34
    volendo che la gente vedesse Lana, e sperando che i camerieri non mi chiamassero “lui” o “signore”,
  • 20:34 - 20:40
    come se queste persone potessero ora confermare o negare la mia esistenza.
  • 20:40 - 20:43
    Anche mia mamma è un po’ chiacchierona,
  • 20:46 - 20:49
    si presenta sempre ai camerieri,
  • 20:50 - 20:54
    e quella volta disse: “Salve, sono Lynn, questa è mia figlia Lana”.
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    E il cameriere sorrise e disse: ”Wow, vi assomigliate proprio tanto"
  • 21:07 - 21:12
    Quando mio papà arrivò accettò tutto con una facilità immediata,
  • 21:12 - 21:19
    molto più del fatto che sua moglie e sua figlia una volta avessero votato per Jane Byrne anziché per Harold Washington,
  • 21:19 - 21:21
    cosa che gli fa ancora torcere lo stomaco.
  • 21:21 - 21:27
    Disse: ”Beh, se uno dei miei figli vuole sedersi a parlare con me, sono un uomo fortunato.
  • 21:27 - 21:36
    La cosa importante è che sei vivo, sembri felice, e che posso abbracciarti e darti un bacio”
  • 21:44 - 21:48
    Avere dei buoni genitori è come vincere la lotteria.
  • 21:48 - 21:56
    E’ un po’ come: “Oddio, ho vinto la lotteria! Ma non ho fatto niente per meritarlo!”.
  • 21:56 - 22:01
    Mi sono ritrovata a ricordare queste parole di mio padre
  • 22:01 - 22:05
    quando io e mia moglie abbiamo letto per la prima volta di Gwen Araujo.
  • 22:05 - 22:10
    Sembrava impossibile che qualcosa del genere potesse essere accaduto così vicino a questa città.
  • 22:10 - 22:17
    Eppure c’era questa persona, che era come me, e che era stata assassinata dall’ignoranza, dal pregiudizio, dall'intolleranza.
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    Era esattamente l’opposto dell’accettazione che io avevo ricevuto dalla mia famiglia.
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    Uccisa da un tipo di paura che spazza via ogni prova che il mondo è diverso dal modo in cui vogliono vederlo,
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    dal modo in cui vogliono credere che sia.
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    L’invisibilità è indivisibile dalla visibilità.
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    Per una persona transgender questa non è solo una visione filosofica,
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    può essere la differenza tra la vita e la morte.
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    Qualche settimana dopo il mio coming out, noi tre,
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    Tom, Andy e me fummo intervistati, e uno dei giornalisti si allontanò dal soggetto del film per farmi domande sul mio genere.
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    Pensate un po’...un giornalista.
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    Mio fratello lo interruppe: “ Ascoltate, tanto per essere chiari, se qualcuno ha qualcosa da dire su mia sorella che non mi piace, gli spacco una bottiglia in testa!”
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    Poche parole esprimono l’amore meglio di tante.
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    Io sono qui perché Mister Henderson mi disse che ci sono cose che si fanno per noi stessi,
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    ma ce ne sono altre che facciamo per gli altri.
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    Io sono qui perché quando ero giovane volevo fortemente scrivere e girare film,
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    ma non vedevo nessuno come me nel mondo e pensavo che i miei sogni fossero proibiti, solo perché il mio genere era meno tipico di altri.
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    Se posso essere quella persona per qualcun altro...
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    allora il sacrificio della mia vita privata e civica ha un valore.
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    So di essere qui anche per il forte, prezioso sostegno e per l’amore che ricevo da mia moglie,
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    dalla mia famiglia e dai miei amici.
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    In questo modo spero di offrire il loro amore, sottoforma della mia materialità,
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    a un progetto come questo, curato dalla HRC,
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    in modo che il mondo che immaginiamo in questa stanza,
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    possa essere usato per accedere ad altre stanze, ad altri mondi precedentemente inimmaginabili.
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    Grazie mille.
Title:
Lana Wachowski speech HRC Visibility Award (sottotitoli italiano)
Description:

Discorso di Lana Wachowski durante la cerimonia di premiazione HRC Visibility Award.
Lei parla dell'importanza di essere se stessi, della sua transsesualità, del cambiamento di sesso, della sua famiglia, del tentato suicidio e di perchè ha deciso di parlare pubblicamente di qualcosa di così intimo.

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Video Language:
English
Duration:
25:38

Italian subtitles

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