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Cosa credere in un mondo "post-verità"

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    Belle Gibson era
    una giovane australiana felice.
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    Viveva a Perth, e adorava
    andare sullo skateboard.
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    Nel 2009, le venne diagnosticato il cancro
    al cervello e quattro mesi di vita.
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    I due mesi di chemio
    e radioterapia non ebbero effetto.
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    Ma Belle era determinata.
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    È stata una combattente
    per tutta la sua vita.
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    Dall'età di sei anni, cucinava
    per suo fratello autistico
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    e per sua madre
    che aveva la multiplo sclerosi.
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    Suo padre non era presente.
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    Quindi Belle combattè,
    con l'attività fisica, con la meditazione
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    e sostituendo la carne
    con frutta e verdura.
  • 0:35 - 0:38
    Ed guarì completamente.
  • 0:39 - 0:40
    La storia di Belle divenne virale.
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    Era su Twitter, sui blog, veniva condivisa
    e raggiunse milioni di persone.
  • 0:44 - 0:47
    Mostrò i benefici di seguire
    una dieta sana e fare esercizio fisico
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    invece della medicina tradizionale.
  • 0:49 - 0:54
    Nell'agosto del 2013, Belle
    ha creato un app per mangiare sano,
  • 0:54 - 0:55
    The Whole Pantry,
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    che solo nel primo mese
    è stata scaricata 200.000 volte.
  • 1:01 - 1:04
    Ma la storia di Belle
    era tutta una bugia.
  • 1:05 - 1:07
    Belle non ebbe mai il cancro.
  • 1:08 - 1:12
    La gente condivideva la sua storia
    senza mai controllare se fosse vera.
  • 1:13 - 1:16
    Questo è un classico esempio
    di bias di conferma.
  • 1:16 - 1:21
    Accettiamo una storia senza controllarla
    se conferma ciò che vorremmo fosse vero.
  • 1:21 - 1:24
    E rifiutiamo ogni storia
    che la contraddice.
  • 1:25 - 1:27
    Quante volte ci capita di farlo
  • 1:27 - 1:30
    con le storie che condividiamo
    e con quelle che ignoriamo?
  • 1:30 - 1:34
    Nella politica, nel business,
    nei consigli di salute.
  • 1:35 - 1:39
    La parola dell'anno del 2016 secondo
    l'Oxford Dictionary era "post-verità".
  • 1:40 - 1:43
    E il fatto che oggi viviamo
    in un mondo post-verità
  • 1:43 - 1:47
    dimostra l'importanza
    di controllare sempre i fatti.
  • 1:47 - 1:49
    Ma la mia battuta finale oggi
  • 1:49 - 1:52
    è che controllare
    i fatti non è abbastanza.
  • 1:52 - 1:55
    Anche se la storia
    di Belle fosse stata vera
  • 1:55 - 1:57
    sarebbe comunque stata insignificante.
  • 1:58 - 2:00
    Come mai?
  • 2:00 - 2:03
    Diamo un'occhiata a una tecnica
    fondamentale in statistica.
  • 2:03 - 2:06
    Si chiama inferenza bayesiana.
  • 2:06 - 2:09
    E la spiegazione più semplice è questa:
  • 2:09 - 2:12
    ci interessa sapere
    se la teoria è supportata dai dati,
  • 2:13 - 2:17
    se i dati aumentano la nostra convinzione
    sulla verità di una teoria;
  • 2:18 - 2:22
    ma invece, ci chiediamo
    se i dati sono coerenti con la teoria.
  • 2:23 - 2:25
    Ma essere coerenti con la teoria
  • 2:25 - 2:28
    non vuol dire
    che i dati sostengono la teoria.
  • 2:29 - 2:30
    Perché?
  • 2:30 - 2:34
    A causa di un terzo termine
    importante ma dimenticato:
  • 2:34 - 2:37
    i dati possono anche essere coerenti
    con teorie rivali.
  • 2:38 - 2:43
    Ma a causa del bias di conferma
    non consideriamo mai le teorie rivali,
  • 2:43 - 2:46
    perché siamo così protettivi
    della nostra teoria personale.
  • 2:47 - 2:49
    Guardiamo la storia di Belle.
  • 2:49 - 2:53
    Ci interessa sapere
    se la storia di Belle sostiene la teoria
  • 2:53 - 2:55
    che una dieta sana cura il cancro.
  • 2:55 - 2:57
    Ma invece, tendiamo a chiederci,
  • 2:57 - 3:01
    se la storia di Belle è coerente
    con la teoria che la dieta cura il cancro.
  • 3:02 - 3:03
    E la risposta è: "Sì".
  • 3:04 - 3:08
    Se la dieta curasse il cancro, vedremmo
    molte storie come quella di Belle.
  • 3:09 - 3:12
    Ma anche se la dieta
    non curasse il tumore,
  • 3:12 - 3:14
    vedremmo comunque storie
    come quella di Belle.
  • 3:15 - 3:20
    Una sola storia in cui apparentemente
    un paziente si è auto-curato
  • 3:20 - 3:23
    solo perché aveva ricevuto
    una diagnosi errata.
  • 3:24 - 3:27
    Proprio come, anche se fumare
    fa male alla salute,
  • 3:27 - 3:30
    uno vede un fumatore
    vivere fino a 100 anni.
  • 3:31 - 3:32
    (Risate)
  • 3:32 - 3:35
    Proprio come, anche se l'istruzione
    aiuta a guadagnare,
  • 3:35 - 3:39
    c'è sempre un multimilionario
    che non è andato all'università.
  • 3:39 - 3:44
    (Risate)
  • 3:44 - 3:48
    Quindi il problema principale della storia
    di Belle non è che è falsa.
  • 3:48 - 3:51
    È che è solo una sola storia.
  • 3:51 - 3:55
    Ci potrebbero essere mille altre storie
    in cui la dieta da sola ha fallito
  • 3:55 - 3:57
    ma non ne verremo mai a conoscenza.
  • 3:58 - 4:02
    Condividiamo i casi anomali
    perché sono delle novità,
  • 4:02 - 4:04
    e quindi fanno notizia.
  • 4:05 - 4:07
    Non condividiamo mai le storie comuni.
  • 4:07 - 4:10
    Sono troppo normali,
    è ciò che accade sempre.
  • 4:11 - 4:14
    E quindi ne ignoriamo il 99 per cento.
  • 4:14 - 4:17
    E come quando, in una società,
    puoi ascoltare l'un percento,
  • 4:17 - 4:18
    le anomalie,
  • 4:18 - 4:21
    e ignorare quel 99 per cento,
    le cose comuni.
  • 4:22 - 4:25
    E questo è il secondo esempio
    del bias di conferma.
  • 4:25 - 4:28
    Accettiamo i fatti come fossero dati.
  • 4:29 - 4:33
    Il problema più grande non è
    che viviamo in un mondo post-verità;
  • 4:33 - 4:37
    ma che viviamo in un mondo post-dati.
  • 4:38 - 4:42
    Preferiamo una singola storia
    a tonnellate di dati.
  • 4:43 - 4:46
    Le storie sono efficaci,
    sono nitide, riproducono la realtà.
  • 4:46 - 4:48
    Ti dicono di iniziare
    gli interventi con una storia.
  • 4:48 - 4:49
    Io l'ho fatto.
  • 4:50 - 4:54
    Ma una storia da sola
    è insignificante e fuorviante
  • 4:54 - 4:57
    se non sostenuta
    da dati su larga scala.
  • 4:59 - 5:02
    Ma anche se avessimo
    dati su larga scala,
  • 5:02 - 5:04
    potrebbe non essere abbastanza.
  • 5:04 - 5:07
    Perché potrebbero essere coerenti
    con le teorie concorrenti.
  • 5:08 - 5:09
    Vi spiego.
  • 5:10 - 5:13
    Un classico studio
    dello psicologo Peter Wason
  • 5:13 - 5:15
    propone una serie di tre numeri
  • 5:15 - 5:18
    e chiede di creare la regola
    alla base della serie di numeri.
  • 5:19 - 5:23
    Quindi se vi vengono dati
    due, quattro, e sei,
  • 5:23 - 5:24
    qual è la regola?
  • 5:25 - 5:28
    La maggioranza penserebbe
    che è la successione di numeri pari.
  • 5:29 - 5:30
    Come lo dimostrate?
  • 5:30 - 5:34
    Proponendo altre serie
    di numeri pari che si succedono:
  • 5:34 - 5:37
    4, 6, 8 oppure 12, 14, 16.
  • 5:38 - 5:40
    E Peter avrebbe detto
    che anche queste serie funzionano.
  • 5:41 - 5:44
    Ma sapere che anche
    queste serie hanno senso,
  • 5:44 - 5:48
    sapere che magari centinaia di altre serie
    di numeri pari che si succedono funzionano
  • 5:49 - 5:50
    non vuol dire niente.
  • 5:51 - 5:54
    Perché possono essere coerenti
    con teorie discordanti.
  • 5:55 - 5:58
    Magari la regola di base
    è avere tre numeri pari qualunque.
  • 5:59 - 6:01
    O qualsiasi tre numeri che aumentano.
  • 6:02 - 6:05
    E questo è il terzo esempio
    del bias di conferma:
  • 6:05 - 6:09
    utilizzare i dati come prova,
  • 6:09 - 6:12
    anche se coerenti
    con teorie discordanti.
  • 6:13 - 6:16
    I dati sono solo una raccolta di fatti.
  • 6:16 - 6:21
    Le prove sono quei dati che sostengono
    una teoria ed escludono altre.
  • 6:23 - 6:25
    Quindi il modo migliore
    per sostenere una teoria
  • 6:25 - 6:29
    è veramente provare a confutarla,
    facendo l'avvocato del diavolo.
  • 6:29 - 6:34
    Dimostrate qualcosa come 4, 12, 26.
  • 6:35 - 6:39
    Se ci riuscite, avete confutato la teoria
  • 6:39 - 6:41
    dei numeri pari che si succedono.
  • 6:41 - 6:43
    Sì questo è un test efficace
  • 6:43 - 6:48
    perché se non ci riuscite, avete escluso
    la teoria dei "tre numeri pari qualunque"
  • 6:48 - 6:50
    o "qualsiasi tre numeri che aumentano."
  • 6:50 - 6:53
    Escluderebbe le teorie concorrenti,
    ma non la vostra teoria.
  • 6:54 - 6:59
    Ma la maggioranza ha paura
    a testare 4, 12, 26,
  • 6:59 - 7:03
    perché non vuole dimostrare
    che la propria teoria è sbagliata.
  • 7:05 - 7:10
    Il bias di conferma non solo
    non comporta la ricerca di nuovi dati,
  • 7:10 - 7:14
    ma porta anche a interpretare male
    i dati una volta raccolti.
  • 7:14 - 7:18
    E accade anche a veri problemi importanti
    al di fuori del laboratorio.
  • 7:18 - 7:21
    Infatti, Thomas Edison notoriamente disse:
  • 7:21 - 7:23
    "Io non ho fallito,
  • 7:23 - 7:27
    ho trovato 10.000 altri modi
    che non funzionano."
  • 7:28 - 7:31
    Accettare di aver sbagliato
  • 7:31 - 7:34
    è l'unico modo per capire cosa è giusto.
  • 7:35 - 7:38
    Mettiamo che decidete
    delle ammissioni universitarie
  • 7:38 - 7:40
    e la vostra teoria è
    che solo gli studenti con voti alti
  • 7:40 - 7:42
    da famiglie benestanti hanno successo.
  • 7:42 - 7:45
    Quindi ammettete solo
    quel tipo di studenti.
  • 7:45 - 7:46
    E hanno successo.
  • 7:46 - 7:49
    Ma questo è coerente anche
    con teorie contrastanti.
  • 7:50 - 7:52
    Magari tutti gli studenti
    con voti buoni sono bravi,
  • 7:52 - 7:54
    ricchi o poveri.
  • 7:54 - 7:58
    Ma non provate mai quella teoria
    perché non ammettete mai studenti poveri,
  • 7:58 - 8:01
    perché non volete essere smentiti.
  • 8:03 - 8:04
    Quindi, che cosa abbiamo imparato?
  • 8:05 - 8:09
    Una storia non è un fatto,
    perché potrebbe non essere vera.
  • 8:09 - 8:12
    Un fatto non equivale a dei dati,
  • 8:12 - 8:16
    potrebbe non essere rappresentativo
    se è solo un punto dati.
  • 8:17 - 8:19
    E i dati non equivalgono a prove,
  • 8:19 - 8:23
    potrebbero non essere di supporto
    se coerenti con teorie contrastanti.
  • 8:24 - 8:26
    Quindi, che cosa fate?
  • 8:27 - 8:30
    Quando vi trovate a un punto
    di svolta nella vita,
  • 8:30 - 8:33
    quando dovete decidere
    una strategia di business,
  • 8:33 - 8:35
    un metodo educativo per vostro figlio,
  • 8:35 - 8:38
    o un regime per la vostra salute,
  • 8:38 - 8:41
    come vi assicurate
    di non avere una storia,
  • 8:41 - 8:43
    ma delle prove?
  • 8:44 - 8:46
    Ecco qui tre consigli.
  • 8:47 - 8:51
    Il primo è di cercare sempre
    opinioni differenti.
  • 8:51 - 8:54
    Leggete e ascoltate coloro
    con cui non vi trovate d'accordo.
  • 8:54 - 8:58
    Il 90 per cento di quello che dicono
    può essere sbagliato, secondo voi.
  • 8:59 - 9:01
    Ma se quel 10 per cento fosse corretto?
  • 9:02 - 9:03
    Come disse Aristotele:
  • 9:03 - 9:06
    "È segno distintivo di una mente istruita
  • 9:06 - 9:09
    essere in grado di trattare un concetto
  • 9:09 - 9:11
    senza accettarlo per forza."
  • 9:13 - 9:15
    Circondatevi di persone
    che vi mettono alla prova,
  • 9:15 - 9:19
    e create una cultura
    che incoraggi il dissenso.
  • 9:19 - 9:22
    Delle banche hanno avuto problemi
    con il pensiero di gruppo
  • 9:22 - 9:26
    in cui lo staff aveva paura a sfidare
    le decisioni finanziarie della direzione,
  • 9:26 - 9:28
    contribuendo alla crisi finanziaria.
  • 9:29 - 9:33
    In una riunione, nomina qualcuno
    come avvocato del diavolo
  • 9:33 - 9:35
    contro la tua teoria.
  • 9:36 - 9:38
    E non sentire e basta un'altra opinione,
  • 9:38 - 9:40
    ascoltala per davvero.
  • 9:41 - 9:44
    Lo psicologo Stephen Covey disse:
  • 9:44 - 9:47
    "Ascolta con l'intento di capire,
  • 9:47 - 9:49
    non con l'intento di rispondere."
  • 9:50 - 9:53
    Un punto di vista discordante,
    è qualcosa da cui imparare
  • 9:53 - 9:55
    non da controbattere.
  • 9:56 - 9:59
    E questo ci porta a discutere
    un altro fattore dimenticato
  • 9:59 - 10:00
    della inferenza Bayesiana.
  • 10:00 - 10:03
    Perché i dati ti permettono di imparare,
  • 10:03 - 10:06
    ma l'apprendimento è solo relativo
    a un punto di partenza.
  • 10:06 - 10:12
    Se cominciate con la completa certezza
    che la vostra teoria deve essere vera,
  • 10:12 - 10:14
    allora la vostra opinione non cambierà
  • 10:14 - 10:16
    nonostante i dati.
  • 10:17 - 10:21
    Solo se siete davvero aperti
    alla possibilità di aver sbagliato
  • 10:21 - 10:22
    potete davvero imparare.
  • 10:24 - 10:26
    Come scrisse Leo Tolstoy:
  • 10:26 - 10:28
    "Gli argomenti più difficili
  • 10:28 - 10:31
    possono essere spiegati
    all'uomo più ottuso del mondo
  • 10:31 - 10:34
    se non si è ancora formato
    nessuna opinione.
  • 10:34 - 10:36
    Ma la cosa più semplice
  • 10:36 - 10:39
    non può essere chiarita
    all'uomo più intelligente del mondo
  • 10:39 - 10:43
    se crede di conoscerla di già."
  • 10:44 - 10:48
    Consiglio numero due:
    "Ascoltate gli esperti."
  • 10:49 - 10:53
    Questo è forse il consiglio
    più sgradito che potessi darvi.
  • 10:53 - 10:54
    (Risate)
  • 10:54 - 10:59
    Michael Gove, politico Britannico, disse
    in una famosa frase che la gente
  • 10:59 - 11:01
    aveva già avuto abbastanza esperti.
  • 11:02 - 11:05
    Un sondaggio ha mostrato che più persone
    si fidano di più del loro parrucchiere
  • 11:05 - 11:08
    (Risate)
  • 11:08 - 11:09
    o di una persona qualunque
  • 11:09 - 11:14
    che dei leader delle aziende,
    della sanità e degli enti benefici.
  • 11:14 - 11:18
    Quindi crediamo alla formula sbiancante
    per i denti scoperta da una mamma,
  • 11:18 - 11:21
    o ascoltiamo l'opinione
    di un attore sulla vaccinazione.
  • 11:21 - 11:24
    Ci piacciono le persone
    che dicono le cose come stanno,
  • 11:24 - 11:26
    che seguono l'istinto,
    e le chiamiamo autentiche.
  • 11:27 - 11:30
    Ma l'istinto può portarvi solo
    fino a un certo punto.
  • 11:31 - 11:35
    L'istinto vi direbbe di non dare mai
    acqua a un bambino con la diarrea,
  • 11:35 - 11:38
    perché defluirebbe dall'altra parte.
  • 11:38 - 11:40
    La competenza vi dice il contrario.
  • 11:41 - 11:45
    Non vi fareste mai operare
    da una persona qualunque.
  • 11:45 - 11:48
    Volete che sia un esperto
    con anni di chirurgia alle spalle
  • 11:48 - 11:50
    e che conosce le tecniche migliori.
  • 11:51 - 11:55
    Ma questo dovrebbe essere applicato
    a qualsiasi decisione importante.
  • 11:55 - 12:00
    Politica, business, consigli sanitari
  • 12:00 - 12:03
    richiedono competenza,
    proprio come la chirurgia.
  • 12:04 - 12:08
    Quindi, come mai
    c'è poca fiducia negli esperti?
  • 12:09 - 12:12
    Una ragione è
    che sono percepiti fuori dalla realtà.
  • 12:12 - 12:16
    Un direttore milionario non può parlare
    per una persona qualunque
  • 12:17 - 12:21
    Ma la vera competenza
    si trova nelle prove.
  • 12:21 - 12:24
    Le prove supportano l'uomo qualunque
  • 12:24 - 12:26
    e vanno contro l'élite.
  • 12:26 - 12:29
    Perché le prove
    vi obbligano a dimostrare.
  • 12:30 - 12:34
    L'evidenza impedisce l'élite
    di imporre la propria opinione
  • 12:34 - 12:35
    senza prove.
  • 12:37 - 12:39
    Il secondo motivo
    della sfiducia negli esperti
  • 12:39 - 12:42
    è che esperti diversi
    dicono cose diverse.
  • 12:42 - 12:47
    Per ogni esperto che ha detto che uscire
    dall'UE sarebbe nocivo per il Regno Unito,
  • 12:47 - 12:49
    ce n'è un altro che dice che va fatto.
  • 12:49 - 12:53
    Metà di questi "esperti" ha torto.
  • 12:54 - 12:58
    E devo ammettere che molti dei giornali
    scritti da esperti sono sbagliati.
  • 12:59 - 13:02
    O meglio, fanno affermazioni
    che non sono sostenute dalle prove.
  • 13:03 - 13:06
    Quindi non possiamo fidarci
    della parola dell'esperto.
  • 13:07 - 13:09
    Nel Novembre del 2016,
  • 13:09 - 13:13
    una ricerca sul compenso dei dirigenti
    ha fatto scandalo.
  • 13:13 - 13:16
    Anche se nessuno dei giornali
    che ha trattato della ricerca
  • 13:16 - 13:18
    ha visto i risultati.
  • 13:19 - 13:20
    Non erano ancora usciti.
  • 13:21 - 13:23
    Si sono fidati di quello
    che diceva l'autore,
  • 13:24 - 13:25
    proprio come con Belle.
  • 13:26 - 13:29
    E non vuol dire che possiamo selezionare
    qualsiasi ricerca
  • 13:29 - 13:31
    che guarda caso appoggia
    la nostra opinione --
  • 13:31 - 13:33
    sarebbe di nuovo bias di conferma.
  • 13:33 - 13:35
    Non vuole nemmeno dire
    che se sette studi dimostrano A
  • 13:35 - 13:37
    e tre dimostrano B,
  • 13:37 - 13:39
    allora A deve essere vero.
  • 13:39 - 13:42
    Ciò che conta è la qualità.
  • 13:42 - 13:45
    e non la quantità della competenza.
  • 13:46 - 13:48
    Quindi dovremmo fare due cose.
  • 13:48 - 13:53
    La prima: dovremmo esaminare
    criticamente le credenziali degli autori.
  • 13:54 - 13:58
    Come quando esaminiamo criticamente
    le credenziali di un potenziale chirurgo.
  • 13:58 - 14:02
    Sono davvero esperti dell'argomento,
  • 14:02 - 14:04
    o hanno solo un interesse personale?
  • 14:05 - 14:07
    La seconda: dovremmo prestare
    particolare attenzione
  • 14:07 - 14:11
    agli studi pubblicati
    nei migliori giornali accademici.
  • 14:12 - 14:16
    Gli accademici sono spesso accusati
    di essere staccati dal mondo reale.
  • 14:17 - 14:20
    Ma questo distacco li porta
    a passare anni su uno studio
  • 14:20 - 14:22
    per fissare davvero un risultato,
  • 14:22 - 14:24
    per confutare le teorie concorrenti,
  • 14:24 - 14:27
    e per distinguere la correlazione
    dalla casualità.
  • 14:28 - 14:32
    Un giornale accademico richiede
    la valutazione paritaria,
  • 14:32 - 14:34
    in cui un articolo viene
    scrutato rigorosamente
  • 14:34 - 14:35
    (Risate)
  • 14:35 - 14:37
    dalle più grandi menti.
  • 14:38 - 14:41
    Migliore è il giornale,
    più alto sarà lo standard.
  • 14:41 - 14:46
    I giornali migliori
    rifiutano il 95 per cento degli studi.
  • 14:47 - 14:51
    Le prove accademiche non sono tutto.
  • 14:51 - 14:54
    Ha importanza anche l'esperienza reale.
  • 14:54 - 14:58
    E la revisione paritaria non è perfetta,
    possono essere fatti errori.
  • 14:58 - 15:01
    Ma meglio seguire qualcosa di controllato
  • 15:01 - 15:02
    che qualcosa che non lo è stato.
  • 15:03 - 15:06
    Ci attacchiamo a uno studio
    perché ci piacciono i risultati,
  • 15:06 - 15:10
    senza considerare chi lo ha scritto
    o se è stato persino controllato,
  • 15:10 - 15:13
    c'è un'alta probabilità
    che la ricerca sia ingannevole.
  • 15:15 - 15:17
    E chi tra noi si ritiene un esperto
  • 15:17 - 15:21
    dovrebbe riconoscere i limiti
    della propria analisi.
  • 15:21 - 15:26
    Molto raramente è possibile dimostrare
    o predire qualcosa con certezza,
  • 15:26 - 15:31
    però è così allettante affermare qualcosa
    di così radicale e non qualificato.
  • 15:31 - 15:35
    È più facile metterlo in prima pagina
    o twittarlo in 140 caratteri.
  • 15:36 - 15:40
    Ma anche l'evidenza potrebbe
    non essere una prova.
  • 15:40 - 15:45
    Potrebbe non essere universale,
    o non essere applicabile dappertutto.
  • 15:45 - 15:50
    Quindi non affermate: "Il vino rosso
    fa vivere più a lungo",
  • 15:50 - 15:55
    quando l'unica prova è una correlazione
    tra il vino rosso e una vita lunga.
  • 15:55 - 15:58
    E anche solo tra le persone
    che fanno attività fisica.
  • 16:00 - 16:04
    Consiglio numero tre: "Fate una pausa,
    prima di condividere qualcosa."
  • 16:05 - 16:08
    Il giuramento di Ippocrate dice:
    "Non fare del male."
  • 16:09 - 16:12
    Ciò che condividiamo potrebbe essere
    molto contagioso,
  • 16:12 - 16:16
    quindi bisogna fare attenzione
    a quel che diffondiamo.
  • 16:16 - 16:20
    Il nostro obiettivo non dovrebbe essere
    avere mi piace o retweets.
  • 16:20 - 16:24
    Perché altrimenti condividiamo il consenso
    non sfidiamo il pensiero di nessuno.
  • 16:24 - 16:27
    Perché altrimenti condividiamo
    solo ciò che sembra giusto,
  • 16:27 - 16:29
    con o senza prove.
  • 16:30 - 16:33
    Invece dovremmo chiederci:
  • 16:34 - 16:36
    se è una storia: "è vera?"
  • 16:36 - 16:39
    Se è vera: "é supportata
    da dati su larga scala?"
  • 16:39 - 16:41
    Se sì, "chi l'ha scritta?
    Quali sono le credenziali?"
  • 16:41 - 16:44
    Se è pubblicata, "quanto
    è rigoroso il giornale?"
  • 16:45 - 16:47
    E ponetevi la domanda
    da un milione di dollari:
  • 16:48 - 16:50
    "Se la stessa ricerca fosse scritta
  • 16:50 - 16:53
    dallo stesso autore
    con le stesse credenziali
  • 16:53 - 16:55
    ma con risultati opposti,
  • 16:56 - 16:59
    ci credereste e
    la condividereste comunque?
  • 17:01 - 17:04
    Trattare ogni problema
  • 17:04 - 17:08
    come l'economia di una nazione
    o un problema di salute di un singolo,
  • 17:08 - 17:09
    è sempre difficile.
  • 17:09 - 17:14
    Quindi dobbiamo accertarci che siano
    le prove migliori a guidarci.
  • 17:14 - 17:17
    Solo se è vero può essere un fatto.
  • 17:18 - 17:20
    Solo se rappresentativo
    possono essere dei dati.
  • 17:21 - 17:24
    Solo se supporta
    può essere una prova.
  • 17:24 - 17:29
    E solo con le prove possiamo
    passare da un mondo post-verità
  • 17:30 - 17:31
    a uno pro-verità.
  • 17:32 - 17:34
    Grazie mille.
  • 17:34 - 17:35
    (Applausi)
Title:
Cosa credere in un mondo "post-verità"
Speaker:
Alex Edmans
Description:

Solo se sei aperto alla possibilità di avere torto puoi davvero imparare, afferma il ricercatore Alex Edmans. In un intervento arguto, Edmans spiega come il bias di conferma (la tendenza ad accettare solo le informazioni che sostengono le opinioni personali) può portarti fuori strada sui social media, in politica e oltre, e offre tre metodi pratici per trovare le prove di cui ti puoi veramente fidare. (Consiglio: nomina qualcuno come l'avvocato del diavolo nella tua vita).

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDTalks
Duration:
17:47

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