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Esiste una differenza tra arte e artigianato? - Laura Morelli

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    Quando sentite la parola arte,
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    cosa vi viene in mente?
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    Un quadro, come la Gioconda,
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    una famosa scultura o un edificio?
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    Che dire di un vaso, di una trapunta
    o di un violino?
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    Tutte queste cose sono considerate
    anch'esse arte o si tratta di artigianato?
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    E qual è, in ogni caso, la differenza?
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    A quanto pare, la risposta
    non è così semplice.
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    Un cucchiaio o una sella
    possono essere finemente rifiniti,
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    mentre un monumento può
    anche essere banale.
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    Proprio come non tutti
    gli strumenti musicali sono funzionali,
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    non tutti i dipinti o le statue
    sono fini a se stessi.
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    Ma se è così complicato
    distinguere l'arte dall'artigianato,
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    perché allora distinguiamo gli oggetti
    in questo modo?
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    Si potrebbe dire che sia il risultato
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    di una drammatica svolta storica
    negli eventi.
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    Ci sembrerà ovvio oggigiorno
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    considerare persone
    quali Leonardo da Vinci o Michelangelo
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    come artisti leggendari
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    e sì, certamente loro possedevano
    talenti straordinari
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    ma ebbero anche la fortuna
    di vivere nel posto giusto
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    al momento giusto,
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    perché appena prima della loro esistenza,
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    il concetto di artista
    esisteva a mala pena.
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    Avendo l'opportunità di entrare
    in una bottega medievale europea,
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    avremmo assistito a una scena simile,
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    sia che il luogo appartenesse
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    a un muratore, a un orafo,
    a un cappellaio,
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    oppure a un pittore di affreschi.
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    Il maestro, seguendo una rigida serie
    di norme della corporazione,
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    assicurava che apprendisti
    e operai specializzati
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    si facessero strada
    nelle loro professioni
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    dopo molti anni d'esperienza
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    e secondo fasi di realizzazione
    ben definite,
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    trasmettendo le tradizioni consolidate
    alla generazione successiva.
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    I patroni consideravano
    questi artigiani
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    collettivamente piuttosto che
    come individui
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    e i loro lavori, a partire dai calici
    di vetro di Murano,
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    fino al merletto fiammingo,
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    avevano valore come simboli
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    non solo per la loro bellezza,
    ma anche
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    per l'appartenenza
    a una tradizione specifica.
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    E il cliente che aveva
    commissionato e pagato il lavoro,
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    che fosse una bella sedia,
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    una scultura in pietra, una collana d'oro,
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    o un intero edificio,
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    era più probabile
    che ne ricevesse lui il credito
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    che non chi lo aveva
    progettato o costruito.
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    Non fu prima del 1400
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    che si cominciò a tracciare una linea
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    di demarcazione
    tra arte e artigianato.
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    A Firenze, in Italia,
    un nuovo ideale culturale,
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    passato alla storia
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    come Umanesimo e Rinascimento,
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    iniziava a prendere forma.
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    Gli intellettuali fiorentini
    iniziarono a diffondere l'idea
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    di ricreare opere classiche
    greche e romane,
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    dando, tuttavia, un più ampio valore
    alla creatività individuale
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    rispetto alla produzione collettiva.
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    Alcuni pittori coraggiosi
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    che per molti secoli,
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    erano stati pagati al metro quadro,
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    richiesero con successo ai loro mecenati
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    di essere pagati, invece,
    in base al merito.
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    Nel corso di una sola generazione,
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    l'atteggiamento nei confronti
    degli oggetti e dei loro artefici
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    sarebbe cambiato
    in modo sensazionale,
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    al punto che nel 1550,
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    Giorgio Vasari,
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    non a caso amico di Michelangelo,
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    pubblicò un importante libro chiamato,
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    "Vite dei più eccellenti pittori,
    scultori e architetti",
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    ed elevò queste categorie di creatori
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    al livello di rock star, condividendone
    succosi dettagli biografici.
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    Nella mente del pubblico
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    pittura, scultura e architettura
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    erano ora considerate arte,
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    e le menti creative
    dei loro artefici, artisti.
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    Nel frattempo, quelli che mantennero
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    le tradizioni della corporazione
    producendo fedelmente
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    candelieri, vasi di ceramica,
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    gioielli in oro o porte in ferro battuto,
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    furono riconosciuti
    dalla comunità come artigiani,
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    e i loro lavori, furono considerati
    arti minori o decorative,
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    andando a connotare uno status inferiore
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    e consolidando la distinzione
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    tra arte e artigianato, tuttora esistente
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    nel mondo occidentale.
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    Quindi, se consideriamo un quadro
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    di Rembrandt o di Picasso come arte,
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    dove si colloca una maschera africana?
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    Un vaso di porcellana cinese?
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    Un tappeto Navajo?
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    Si è scoperto che nella storia dell'arte,
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    il valore conferito all'innovazione
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    è l'eccezione più che la regola.
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    In molte culture del mondo,
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    la distinzione tra arte e artigianato
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    non è mai esistita.
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    Infatti, opere che potrebbero
    essere considerate artigianato,
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    un tappeto peruviano
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    un vaso della dinastia Ming
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    un totem,
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    sono considerati forme visive preminenti
    delle culture d'appartenenza.
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    Quando gli storici dell'arte
    del diciannovesimo secolo
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    si resero conto che l'arte
    di alcune culture non-occidentali
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    restava immutata per millenni,
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    classificarono quelle opere
    come primitive,
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    insinuando che i loro creatori
    fossero incapaci di innovazione
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    e quindi non erano veri artisti.
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    La cosa che non compresero era che
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    questi artefici non cercavano affatto
    d'innovarsi.
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    Il valore delle loro opere
    risiedeva proprio
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    nel preservare la tradizione visiva,
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    non nella volontà di cambiarla.
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    Negli ultimi decenni, opere come
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    trapunte, ceramiche e sculture in legno
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    sono state inserite
    in maniera più prominente
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    nei libri di storia dell'arte
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    ed esposte nei musei
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    accanto a dipinti e sculture.
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    Quindi, forse è arrivato il momento
    di rinunciare a termini vaghi,
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    come arte e artigianato,
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    a favore di un'espressione
    come "arti visive"
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    che comprende una gamma più ampia
    di produzioni estetiche.
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    Dopo tutto, se il nostro apprezzamento
    degli oggetti
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    e dei loro creatori
    è tanto condizionato
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    dalla nostra cultura e
    dalla nostra storia,
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    allora l'arte e la sua definizione
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    stanno davvero negli occhi di chi guarda.
Title:
Esiste una differenza tra arte e artigianato? - Laura Morelli
Description:

Guarda la lezione completa: http://ed.ted.com/lessons/is-there-a-difference-between-art-and-craft-laura-morelli

Leonardo da Vinci era o non era un genio dell'arte? Certamente lo era, ma era anche nato nel posto giusto e nel periodo giusto. In epoca pre-rinascimentale gli artisti occidentali ricevevano pochissimo riconoscimento individuale per il loro lavoro. E in molte culture non occidentali, le forme tradizionali sono sempre state considerate superiori rispetto a forme innovative. Allora, da dove ricaviamo le nostre nozioni di arte e di artigianato? Laura Morelli ripercorre la storia di come si attribuisce valore alle arti visive.

Lezione di Laura Morelli, animazione di Sandro Katamashvili.

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TED-Ed
Duration:
05:31
  • Translators and Reviewers, before you submit your work, please take a look at the following link http://translations.ted.org/wiki/How_to_break_lines

    Thank you.

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