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Libertà di scelta - Fratello Phap Linh (Consapevolezza e scienza)

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    ... un treno merci di abitudini, che mi trascina giù,
    in quel momento
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    e questo può essere il genere di resistenza in cui occorre che ci impegniamo.
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    Investi nella consapevolezza.
    Investi nella tua libertà personale
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    ad ogni passo.
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    Riposare è una condizione preliminare per la guarigione.
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    La cosa sorprendente è che la guarigione non è qualcosa che occorre "fare",
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    è qualcosa che occorre "permettere".
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    Il tuo corpo, la tua mente, il tuo cuore
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    sanno benissimo come guarire.
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    Ma forse abbiamo imparato a non fidarci di loro
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    e ad andare a cercare soluzioni esterne.
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    Non è detto che per la guarigione si tratti di fare di più, di trovare un altro rimedio, un'altra terapia:
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    potrebbe trattarsi di fare di meno.
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    molto meno.
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    E questo è un altro aspetto del fermarsi:
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    creare spazio.
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    Dire di no.
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    In questo c'è un aspetto di libertà.
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    Abbiamo questa zona del cervello
    detta "lobi frontali", eh,
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    ...la neocorteccia, i lobi frontali.
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    E in genere si insegnava che era
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    la parte del cervello che ci distingue
    dagli altri animali.
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    E' quella che ci dà tutte le nostre beneamate caratteristiche umane:
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    il linguaggio
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    e una sorta di teoria della mente
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    e la consapevolezza di sé;
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    la capacità di farci grandi domande.
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    Ed era così per me: quando ho imparato qualcosa sui lobi frontali e la neocorteccia,
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    all'inizio pensavo che fosse la zona in cui
    si compie
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    una specie di continuo, intenso processo di scelta
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    e che fosse da lì che venisse la mia capacità di azione, la mia libertà. Il mio libero arbitrio;
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    ciò che mi rende "me",
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    la mia mente conscia, qualcosa del genere.
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    Ho scoperto poi che non è proprio così
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    e...
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    non so se ne siete consapevoli
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    ma in questi tempi si dibatte molto - beh, è un dibattito che va avanti da molti secoli -
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    ma oggi in particolare si dibatte sul libero arbitrio.
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    Abbiamo o no il libero arbitrio?
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    In generale, scienziati e filosofi concordano che
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    "no, non l'abbiamo". Strano, davvero.
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    Perfino Einstein era convinto che non abbiamo alcun tipo di libero arbitrio,
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    proprio no;
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    che ogni cosa è solo l'esito di cause e condizioni in un universo essenzialmente meccanico
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    che opera solo secondo leggi fisiche
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    e che ciò che abbiamo è solo l'illusione della scelta, l'illusione di un libero arbitrio.
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    Beh, non è di grande ispirazione, vero? Non è una visione poi così edificante.
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    Eppure è la visione più diffusa tra i filosofi
    e gli scienziati di oggi;
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    non tutti, ma la maggioranza.
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    E ciò che spesso si considera una delle prove che non abbiamo un libero arbitrio
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    è una serie di esperimenti che sono stati fatti
    sulle azioni volontarie.
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    Dunque, riporta....
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    Libet
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    Charles Libet? - Non ricordo bene il suo nome -
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    Comunque:
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    aveva fatto questi esperimenti, intorno al 1985, con l'elettroencefalogramma
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    sapete, con gli elettrodi messi sul cuoio capelluto,
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    e quello che stava cercando era... come avvenisse il controllo volontario della mano.
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    E...
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    quello che ha scoperto, e che già si sapeva prima,
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    fu che c'era qualcosa chiamato "potenziale premotorio"
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    che si attiva circa un secondo prima del movimento.
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    Dunque si può vedere che succede qualcosa
    nel cervello,
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    una specie di preparazione del movimento, circa un secondo prima; questo lo si sapeva già.
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    Ma quello che lo sorprese - e sorprese tutti -
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    fu che il momento riferito della scelta volontaria di muovere o non muovere la mano
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    era di 0,2 secondi DOPO che il potenziale premotorio si era rilevato nel cervello.
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    Sembra che il corpo e il cervello sapessero già quel che la persona stava per "scegliere" di fare.
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    Così a quanto pare la parte di noi che pensiamo stia scegliendo
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    agisce in un certo senso dopo che è avvenuta l'azione, che ci sia l'illusione di una scelta.
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    La decisione è già stata presa
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    e noi ci raccontiamo "io ho scelto di muovermi",
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    mentre di fatto si vedono evidenze nel cervello
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    e nella preparazione del muscolo che la scelta è già stata fatta prima.
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    Da allora questi esperimenti sono stati perfezionati e ripetuti nei decenni
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    e penso che il più recente sia quello
    che ha scoperto
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    che possono esserci fino a 7 secondi di segni di "avviamento" del movimento
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    prima della cosiddetta "decisione" sia percepita. Un tempo enorme, in termini neurologici.
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    Sette secondi prima, il corpo sa già quel che "sceglierai" di fare!
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    Tutti allora citano questo studio dicendo
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    "Vedete che non abbiamo alcun libero arbitrio, che è tutta un'illusione."
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    Ma non è così semplice.
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    Si scopre che quel che fanno nostri lobi frontali in buona parte non è dare inizio [a un impulso]
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    ma inibirlo. E' strano.
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    Di solito pensiamo che l'inibizione sia una cosa negativa;
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    ma di fatto
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    ... come dice Joseph Ledoux, un noto ricercatore in questo campo:
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    "Il compito della corteccia è di impedire una risposta inappropriata,
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    più che di generare quella appropriata."
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    Di fatto, tutto il cervello e il corpo
    stanno costantemente
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    generando impulsi... cose che potresti fare,
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    e il compito della corteccia è di dire: "No, no, no" .... e a volte di non dire di no.
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    Che a sua volta non è "dare inizio"
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    è solo uno "stavolta non dirò di no" - e allora l'azione si compie.
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    Così ai tantissimi impulsi, per la maggior parte
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    ciò che fanno questi strabilianti lobi frontali è di dire: "No. Non lo fare".
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    E la cosa interessante è che in realtà
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    fra il potenziale premotorio e la decisione,
    il lobo frontale ha il tempo di intervenire
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    e vietare l'impulso.
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    Così c'è un potenziale premotorio,
    ti stai preparando ad agire,
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    ma fai ancora in tempo in a dire "No, non lo farò".
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    E questo è interessantissimo per noi praticanti,
  • 8:13 - 8:16
    molto interessante!
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    Questa è lo spazio della libertà.
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    E può essere piccolo, piccolissimo, all'inizio.
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    Penso che in generale i filosofi e gli scienziati abbiano ragione:
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    il più delle volte noi non abbiamo il libero arbitrio.
    Il più delle volte ci illudiamo di averlo.
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    Il più delle volte. Ma non del tutto.
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    Pensate di stare vedendo un film;
    mettiamo che sia un film proprio bello
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    molto coinvolgente, e voi partecipate molto
    alla vicenda.
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    In quel caso voi non avete nessuna libertà.
    Non scegliete niente.
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    Ma vi sembra che i personaggi del film
    siano tutti liberi:
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    stanno facendo scelte, hanno il libero arbitrio, come voi.
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    Ma se vi fermate a pensarci, sapete che è tutto nella sceneggiatura, tutto filmato.
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    In ogni fotogramma, ogni azione, ogni reazione... è tutto preordinato. E' già stato deciso tutto prima.
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    Eppure vi sembra che nella vicenda siano tutti liberi, che scelgano. Sapete che non è così
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    ma avete l'impressione che lo siano. Perché
    non sapete quel che succederà dopo.
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    Non lo sapete; quindi avete l'impressione
    che sia ancora una storia aperta:
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    può succedere qualunque cosa...
    anche se è molto prevedibile, quel che succederà:
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    sapete, l'eroe vincerà; l'eroe salverà il mondo...
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    andrà tutto bene... Sapete esattamente
    quel che succederà
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    ma avete l'impressione che possa succedere qualunque cosa.
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    E' solo un esempio, questo, ma forse può fare luce sulla nostra vita quotidiana.
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    Forse è proprio così che passiamo
    gran parte della nostra vita quotidiana:
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    a essere spinti, condizionati, pungolati, stimolati
    da ciò che consumiamo, dalle nostre interazioni
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    dai nostri stessi impulsi, in un certo senso...
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    Eppure ci sentiamo liberi perché non sappiamo
    quel che succederà dopo.
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    In realtà siamo come una pallina che scorre
    in una canalina.......... il più delle volte.
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    E' solo un esempio su cui riflettere.
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    Dunque che libertà possiamo avere? Beh, guardando il film, la libertà che hai è di spegnerlo,
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    di dire "no", di dire "stop".
  • 11:05 - 11:12
    E nella nostra vita normale, quotidiana,
    la libertà che abbiamo, forse,
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    è quella di notare l'impulso e [dirci]:
    "ah... non sono obbligato".
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    Stupefacente.
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    C'è un impulso può essere forte, e allora state per ...
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    ma: "Non devo farlo per forza."
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    Vi do un esempio.
  • 11:35 - 11:35
    ....
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    Quand'ero monaco da poco, si è verificata
    una situazione in Vietnam
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    che ha coinvolto un gran numero
    di fratelli e sorelle
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    che erano stati, ehm, come ..... presi di mira
    dal governo,
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    una situazione molto tesa: il monastero, sulle colline, era stato circondato dalla polizia
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    (anche se non era riconoscibile come tale),
    e si facevano ipotesi e si cercava di capire,
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    ma in sostanza il monastero era stato isolato:
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    gli era stata tagliata l'elettricità, la fornitura del gas, dell'acqua,
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    e hanno vissuto così per tre mesi o più.
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    La gente cercava modi di far entrare bottiglie d'acqua
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    lanciandole oltre il recinto,
    i monaci raccoglievano l'acqua piovana.
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    un vero dramma. Comunque:
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    alcuni di noi andarono al Parlamento europeo,
    alla Commissione per i Diritti Umani,
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    a cercare di informare sulla situazione e vedere
    se si poteva intervenire in qualche modo.
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    Io facevo parte di quella delegazione, ero... quel giorno in particolare
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    partecipavo a un incontro con alcuni
    dei parlamentari,
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    con Sister Chan Khong e alcuni altri fratelli
    e sorelle;
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    eravamo seduti intorno a un tavolo a cercare
    di raccontare quella vicenda,
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    ciò che sapevamo che stava succedendo, realmente, là in Vietnam.
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    Sister Chan Khong parlò, poi mi sembra anche un'altra sorella condivise con grande eloquenza.
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    Anch'io volevo condividere qualcosa.
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    E ... notai l'impulso: volevo davvero condividere
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    Ma forse perché praticavo da tempo
    la consapevolezza,
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    avevo fatto meditazione camminata,
    meditazione seduta,
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    forse avevo una sorta di riserva, un po' più di consapevolezza che mi ha dato più tempo,
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    quella zona di libertà era un pochino più ampia del solito. Così ho potuto notare l'impulso...
  • 13:56 - 14:00
    Ora, è interessante, perché stiamo parlando
    della nostra mente conscia
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    e di ciò che rientra nella sua sfera.
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    La mia sensazione è che con la pratica
    la possiamo espandere
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    fino a ciò che di solito in genere potrebbe essere inconscio: impulsi, spinte interiori...
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    Cominciamo a esserne consapevoli, a notarli...
  • 14:17 - 14:20
    e non sempre è piacevole, vero?
  • 14:20 - 14:24
    Quando cominci a notare certe cose,
    non è che ti piaccia molto guardarle!
  • 14:24 - 14:29
    E in questo esempio che vi sto raccontando,
    ero lì seduto e ho notato quell'impulso,
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    e la prima cosa era: "Sì, dovrei condividere.
    E' importante. Ho qualcosa di importante da dire.
  • 14:33 - 14:36
    E' significativa. La condividerò". Ma poi...
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    ... ho notato una specie di qualità, in quell'impulso,
  • 14:43 - 14:47
    qualcosa da cui sentivo come spinto...
  • 14:47 - 14:53
    penso che con la pratica sviluppiamo
    un'avversione a lasciarci spingere di qua e di là,
  • 14:54 - 15:02
    anche da noi stessi. E' come se cogliessi
    l'odore, il sapore della compulsione,
  • 15:02 - 15:07
    e quando la riconosci, quando la senti arrivare....
    no...
  • 15:07 - 15:10
    no no; non più:
  • 15:11 - 15:12
    dico "stop".
  • 15:14 - 15:18
    E dato che ero un filo più consapevole
    del solito
  • 15:18 - 15:22
    ero riuscito a vederlo arrivare,
    a essere consapevole della sua qualità,
  • 15:22 - 15:28
    vedevo che c'era un elemento di compulsione
    e che dovevo chiedermi: "Che succede?"
  • 15:29 - 15:33
    E quel che ho scoperto fu
    che in quel momento ciò che volevo
  • 15:33 - 15:38
    non era solo dare un contributo importante
    alla discussione
  • 15:38 - 15:41
    e magari aiutare i miei confratelli in Vietnam, no,
  • 15:41 - 15:46
    quel che volevo era essere ... riconosciuto.
  • 15:47 - 15:54
    Volevo che quegli estranei, politici importanti, ministri europei...
  • 15:55 - 15:59
    in fondo volevo che pensassero quanto ero intelligente.
  • 15:59 - 16:04
    Non molto bello, vero? Ma era ciò che vidi.
    All'improvviso ho mi sono reso conto:
  • 16:06 - 16:10
    "Sono qui con persone che non conosco
    e la prima cosa che voglio è assicurarmi
  • 16:10 - 16:14
    che sappiano che sono intelligente."
  • 16:14 - 16:19
    Uuh! Disgustoso. Davvero disgustoso.
  • 16:19 - 16:24
    Ma l'ho visto!
    E ho visto che forse l'avevo fatto per tutta la vita.
  • 16:25 - 16:28
    Non sono abituato a stare sullo sfondo,
  • 16:28 - 16:35
    non sono abituato a stare in un ambiente e
    non dare un contributo, non dire niente.
  • 16:37 - 16:40
    Semplicemente non sono abituato,
    così in quella situazione ci sto molto scomodo
  • 16:41 - 16:47
    e la prima cosa che voglio fare è inserirmi e...
    dire qualcosa che lasci il segno,
  • 16:49 - 16:53
    in modo che pensino: "Ah, questo qui
    ha qualcosa di buono da offrire!"
  • 16:54 - 16:59
    o qualcosa di simile, magari anche di meno.
    E' solo un impulso, vero? Ma io l'ho visto.
  • 17:00 - 17:03
    E dato che l'ho visto, che ho riconosciuto
    quel saporino
  • 17:03 - 17:08
    di compulsione, di dipendenza,
    quella dose di dopamina che stavo ricevendo
  • 17:08 - 17:15
    ancora una volta, l'ho visto, l'ho colto e ho potuto dirmi: "Stop. Non occorre che lo faccia."
  • 17:19 - 17:24
    Aaah, che sollievo! Che sollievo!
  • 17:24 - 17:30
    E certo si sta un po' scomodi, all'inizio,
    in questo atto di resistenza -
  • 17:30 - 17:37
    perché è un atto di resistenza - ed è questa, forse,
    la resistenza in cui abbiamo bisogno di impegnarci
  • 17:39 - 17:46
    per resistere a quella spinta compulsiva,
    quale che sia.
  • 17:48 - 17:57
    Ma quando riesco a sopportare quel disagio, un po' di disagio, allora quel che trovo è...sollievo.
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    C'è proprio una gioia che viene dall'essere liberi, essere in grado di dire"no".
  • 18:09 - 18:15
    E quella gioia, quella libertà, non la provi solo tu, ma tutto il tuo lignaggio.
  • 18:16 - 18:19
    Perché quella compulsione non veniva
    solo da me:
  • 18:20 - 18:23
    era nei miei genitori, i miei nonni, i miei antenati,
  • 18:23 - 18:28
    lo facevano tutti chissà da quante generazioni...
    è come un treno merci di abitudini
  • 18:29 - 18:33
    che mi precipita addosso in quel momento.
  • 18:33 - 18:36
    A fare la differenza è se ho la forza o no
  • 18:36 - 18:40
    di dire "stop" a quell'immensa forza
    che mi arriva addosso,
  • 18:40 - 18:45
    è se ho mantenuto viva o no la mia pratica quotidiana.
  • 18:45 - 18:47
    E' questo che fa davvero la differenza.
  • 18:47 - 18:52
    Così quando vi impegnate in una pratica quotidiana, e a volte non vi sentite ispirati,
  • 18:52 - 18:55
    non avete voglia di andare alla meditazione camminata o seduta,
  • 18:55 - 19:02
    sentite una sorta di "Mah, che cosa cambia? Ancora, essere consapevole dei miei passi,
  • 19:02 - 19:05
    ...aaah...
  • 19:05 - 19:09
    A volte... già, non vi sentite ispirati... vi prego, ricordate:
  • 19:10 - 19:17
    ogni singolo attimo di consapevolezza, di mero riconoscimento di ciò che succede ora
  • 19:19 - 19:26
    nelle mie sensazioni, nei miei sentimenti,
    nella mia mente, nelle mie percezioni,
  • 19:26 - 19:31
    tutto ciò che potete riconoscere rinforza, accresce
  • 19:31 - 19:38
    la vostra riserva di consapevolezza.
    Ed è questo che farà la differenza.
  • 19:39 - 19:43
    E' la vostra libertà nei momenti difficili.
  • 19:45 - 19:49
    Dunque fate un investimento:
    investite in consapevolezza.
  • 19:50 - 19:54
    Investite nella vostra libertà personale
  • 19:54 - 19:57
    ad ogni passo.
  • 19:59 - 20:03
    "C'è una vera gioia che proviene dal fatto di essere liberi, in grado di dire di no"
  • 20:06 - 20:09
    (Thay Phap Linh, "Fratello Spirito")
Title:
Libertà di scelta - Fratello Phap Linh (Consapevolezza e scienza)
Description:

In questo breve video di insegnamento tratto dalla serie "Consapevolezza e scienza" disponibile gratuitamente sull'app https://plumvillage.app/, Fratello Phap Linh, discepolo del Maestro zen Thich Nhat Hanh, spiega come la pratica di consapevolezza ci aiuti a emanciparci dai comportamenti automatici e a trovare la libertà nella nostra vita quotidiana.

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Video Language:
English
Duration:
20:15

Italian subtitles

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