Unaired Sherlock Pilot part 1 - SUB ITA

Sherlock BBC Episodio pilota mai andato in onda.
E' il primo lavoro di sottotitoli che faccio, spero che non faccia proprio schifo. Volevo solo fare contenti un po' di fan italiani della serie.
Entro domani dovrei aver postato anche la seconda parte e con un po' di fortuna anche la terza.
Moriarty was real, believe in Sherlock, folk!

Blog personale del Dottor John H. Watson

- Come va il suo blog?

- Bene! Sì, bene. Molto bene.

- Ha scritto molto?

- Neanche una parola.

- John... Le ci vorrà un po' per adattarsi alla vita civile.

- Certo.

- E la aiuterà moltissimo scrivere tutto ciò che le succede.

- Non mi succede niente.

- A quanto vediamo noi non c'è alcun segno sul corpo.

- Non riusciamo a identificarla.

- Come con gli altri.

- Uhm... non sta lo sta chiamando, vero? Perché... possiamo farcela. Possiamo assolutamente farcela.

- Ha del lavoro da fare.

- Sono l'Ispettore Lestrade. Per favore, chiamami quando senti il messaggio.

- Credo che avremo bisogno di te.

"Uno studio in rosa"

"Quarta vittima omicido - suicida"

- John! John Watson!

- Stamford. Mike Stamford! Eravamo insieme alla Bart's!

- Sì, scusa, sì, Mike, ciao.

- Sì, lo so, sono ingrassato...

- Ma no.

- Ho sentito che eri da qualche parte all'estero a farti sparare. Che è successo?!

- Mi hanno sparato.

- Allora, vai ancora alla Bart's?

- Insegno ora. Giovani brillanti, come lo eravamo noi.

- Dio, quanto li odio!

- E tu? Rimani in città finché non ti trovi qualcosa da fare?

- Non posso permettermi Londra con la pensione dell' Esercito.

- Non lo so... potresti trovarti un coinquilino, o qualcosa del genere.

- Oh, andiamo. Chi vorrebbe me come coinquilino?! Che c'è?

- Beh, sei la seconda persona che me lo dice oggi.

- Chi è stato il primo?

- Quanto è fresco?

- Appena arrivato. 67 anni, morto per cause naturali.

- Lavorava qui. Ha donato il suo corpo alla scienza.

- Lo conoscevo, era gentile.

- Bene. Inizieremo con il frustino da fantino.

- Allora... brutta giornata, eh?

- Ho bisogno di sapere che tipo di abrasioni si formano da qui a venti minuti. Ne va dell'alibi di un

uomo, mandami un messaggio.

- Senti, stavo pensando...

- Hai il rossetto? Non l'avevi prima.

- Io... mi sono rifatta un po' il trucco.

- Scusa, stavi dicendo?

- Mi chiedevo se ti andasse un caffé.

- Nero, due zollette di zucchero, per favore. Portamelo di sopra.

- Okay.

"A [e-mail], Re: Una situazione impossibile."

"Eliminato l'impossibile, ciò che resta, per improbabile che sia, deve essere la verità."

"A [e-mail]; Re:RE: furto della campana della chiesa"

"Se puoi vedere la chiesa dalla finestra della camera da letta, Davies è il tuo uomo."

"Da [e-mail]; oggetto: Per favore chiamami."

"Per favore, chiamami. Lestrade."

- E' un po' diverso dai miei tempi.

- Ah, non ne hai idea.

- Mike, posso prendere in prestito il tuo cellulare? Il mio non ha segnale.

- Che c'è che non va con il fisso?

- Preferisco mandare SMS.

- Scusa. E' nell'altro cappotto.

- Ecco, usi il mio.

- Oh. Grazie.

- Lui è un mio vecchi amico, John Watson.

- Afghanistan o Iraq?

- Afghanistan... scusi come faceva a saperlo?

- Ah, il caffè! Grazie, Molly. Che è successo al rossetto?

- Non mi si addiceva.

- Davvero? E io che pensavo fosse un gran miglioramento. La tua bocca è troppo piccola, ora.

- Okay.

- Le piace il violino?

- Come, scusi?

- Io suono il violino quando ho bisogno di riflettere, a volte non parlo per giorni e...

- ... le darebbe fastidio? I potenziali coinquilini dovrebbero conoscere i difetti reciproci.

- Ah, gli hai parlato di me.

- Non ho detto una parola.

- Allora chi ha parlato di coinquilini?

- Io. Stamattina ho detto a Mike che devo essere un coinquilino difficile.

- E ora eccolo qui, dopo pranzo, con un vecchio amico appena congedato dal servizio militare in Afghanistan...

- ... una deduzione tutt'altro che difficile.

- Come faceva a sapere dell'Afghanistan?

- Ho messo gli occhi su un bel posticino nel centro di Londra... Insieme dovremmo essere in grado di

permettercelo.

- Ci incontreremo lì, domani sera, alle sette. Scusi, sono di fretta, ho lasciato il mio frustino da

fantino all'obitorio.

- E' tutto?

- E' tutto in che senso?

- Ci siamo appena conosciuti e già andremo a guardare un appartamento?

- Problemi?

- Non sappiamo niente l'uno dell'altro, non so il suo nome, non so nemmeno dove dovremmo incontrarci!

- Io so che lei è un medico militare, tornato a casa invalido dall'Afghanistan.

- So che ha un fratello, che si preoccupa per lei, ma non andrà a chiedergli aiuto perché non lo approva,

- forse perché è un alcolizzato o, più probabilmente, perché ha recentemente abbandonato la moglie.

- E so che la sua terapista pensa che la sua zoppia sia psicosomatico, e ho paura che la sua diagnosia

sia esatta.

- Credo possa bastare, no?

- Il nome è Sherlock Holmes e l'indirizzo è il 221B di Baker Street. Buon pomeriggio.

- Sì. E' sempre così.

"Dalla signora Hudson: stuzzichini e tramezzini."

- La signora Hudson, la nostra padrona di casa.

- Ah, signor Holmes.

- Sherlock, la prego.

- Mi fa un prezzo speciale, mi deve un favore. Qualche anno fa suo marito fu condannato a morte in Florida.

- Le ho dato una mano.

- E' riuscito ad impedire la condanna a morte del marito?

- Oh, no, l'ho garantita.

- Sherlock! Venite dentro, venite dentro.

- Beh, potrebbe essere molto bello. Davvero molto bello.

- Sì, anche io la penso così. Esattamente così.

- E' per questo che mi ci sono trasferito.

- Appena toglieremo tutta questa robaccia.

- ... Quindi questa... è tutta roba sua?

- Ovviamente posso mettere in ordine. Un pochino.

- E' un vero teschio.

- Un mio amico. Beh, quando dico amico...

- Allora, che ne pensa, Dottor Watson?

- C'è un'altra camera di sopra... se vi servono due camere.

- Beh, ma certo che ne serviranno due.

Oh, non si preoccupi, c'è di tutto qui intorno. La signora Turner, della porta accanto, prende quelli

sposati...!

- Sherlock, che confusione hai fatto...

- Oh, io... l'ho cercata su Internet l'altra sera.

- Qualcosa di interessante?

- Ho trovato il suo sito. "La scienza della deduzione".

- Che ne pensa?

- Alquanto spassoso, direi.

- Spassoso?!

- Lei dice di poter identificare un programmatore dalla sua cravatta e - cos'era? - un idraulico in pensione

dalla sua mano sinistra.

- Sì, e posso leggere la sua carriera militare dal suo viso e dalla sua gamba, e le abitudini alcoliche

di suo fratello dal suo cellulare.

- Guarda già in che stato è questo posto!

- Come?

- Ha letto l'articolo.

- L'articolo era assurdo.

- Ma io sapevo delle sua abitudine alcoliche, e anche del fatto che ha lasciato la moglie.

- E questi suicidi, Sherlock? Pensavo che potessero essere di tua competenza... Ce n'è stato un quarto ora.

- Sì, a dire il vero. E' proprio di mia competenza.

- Posso chiederle... qual'è la sua competenza?

- Ce n'è stato un quinto. Dove, questa volta?

- A Brixton, Lauriston Gardens. Vieni?

- Chi c'è della scientifica?

- Anderson.

- Anderson non lavora bene con me.

- Non sarà mica il tuo assistente.

- Ma a me serve un assistente.

- Allora, vieni?

- Non con l'auto della polizia, vi seguo a ruota.

- Ti ringrazio.

- Sì, geniale! Credevo sarebbe stata una serata noiosa... Onestamente, non si può battere un serial killer

tanto fantasioso quando non c'è niente alla tv, signora Hudson.

- Potrei fare tardi. Potrei aver bisogno di cibo.

- Sono la tua padrona di casa, caro, non la tua governante.

- Qualcosa di freddo andrà bene. John, faccia come se fosse a casa sua... si faccia un té. Non aspettatemi

alzati!