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Corrispondenti a L'Avana: la Storia li...assorbirà!
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Dopo la morte di Fidel,
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la stampa internazionale disegna Cuba
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come un paese con "sentimento di orfanità,
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che non sa verso dove camminare."
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Il quotidiano spagnolo "El Mundo" giungeva a parlare
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di una "sindrome di Stoccolma"
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per spiegare la miscela di dolore e di immenso affetto
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del popolo cubano verso il defunto leader.
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Grandi canali televisivi intervistavano solo anziani,
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eliminando dalle video-notizie le migliaia di giovani
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che hanno partecipato agli atti di omaggio.
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Il mito di una Rivoluzione
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"solo sostenuta da persone anziane"
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elaborato, con tanta cura, per anni, non può essere
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improvvisamente distrutto.
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In non pochi media s'insinuava la possibilità di rivolte
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sul punto di scoppiare.
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E oggi continuano ad insistere
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con un messaggio ossessivo: .
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quello di un obbligata "transizione" in Cuba
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che la morte del Comandante deve agevolare.
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Non è la prima volta.
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Avvenne quando cadde l'URSS e Cuba
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-supposto "satellite" – anche sarebbe subito caduta.
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Il libro made in Miami "L'ora finale di Fidel Castro"
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fu un best seller.
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E tornò ad essere ripubblicato dopo la malattia di Fidel,
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nel 2006.
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Paradossalmente, la stampa che richiede il pluralismo
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a Cuba è unanime nel segnalarne un unico cammino:
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capitalismo e democrazia borghese.
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Ciò che non ammette discussione,
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si può discutere solo il come:
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o mediante il blocco e la pressione,
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o con la seduzione ed il commercio.
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Per i media, il socialismo non è una possibilità.
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Anche se è la volontà di milioni di cubani/e,
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approvata in migliaia di dibattiti ed assemblee aperte.
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Assemblee, tra l'altro, mai viste nei paesi "democratici"
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che danno lezioni all'isola.
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Ma i giorni passano.
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E la Rivoluzione continua, con i suoi dilemmi,
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cambi e dibattiti.
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E nulla di ciò che predisse il libro
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"L'ora finale di Fidel Castro" si è realizzato.
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Un enorme fiasco, senza dubbio.
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Lo stesso fiasco di quello delle croniche,
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tanto superficiale come false,
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di tanti corrispondenti accreditati all'Avana.
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A cui La Storia, senza dubbio...li assorbirà.