La vita e la morte misteriose di Rasputin | Eden Girma

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Una sera del 1916, degli aristocratici russi misero in moto un complotto omicida. Se tutto fosse andato secondo i piani, un uomo sarebbe morto prima del mattino, anche se altri ci avevano già provato e avevano fallito. La monarchia era sull'orlo del collasso e l'aristocrazia credeva che quest'uomo ne fosse l'unica causa. Chi era e perché era da incolpare per la sorte di un impero? Eden Girma esplora la vita del famigerato Rasputin.

Lezione di Eden Girma, diretta da Hype CG.

In una fredda notte invernale del 1916,

Felix Yusupov si preparava con ansia
ad accogliere il suo ospite a cena.

Se tutto fosse andato secondo i piani,
l'ospite sarebbe morto prima del mattino,

anche se in quattro avevano già provato
e fallito nell'intento.

La monarchia russa
era sull'orlo del collasso,

e secondo Yusupov
e i suoi compagni aristocratici,

il santone che avevano invitato a cena
ne era l'unica causa.

Ma chi era e com'è possibile
che un monaco

fosse il solo da incolpare
per la sorte di un impero?

Grigorij Efimovič Rasputin
cominciò la sua vita in Siberia.

Nacque nel 1869
in una famiglia di contadini.

Avrebbe potuto vivere nell'ombra
nel suo piccolo villaggio,

se non si fosse convertito
alla Chiesa ortodossa russa

negli anni '90 dell'800.

Ispirato dagli umili monaci
che vagabondavano

da un sito sacro all'altro,

trascorse anni in pellegrinaggio
per tutta la Russia.

Durante i suoi viaggi,

molti rimanevano incantati
dalla sua presenza magnetica.

C'era pure chi credeva che possedesse
i doni della veggenza e della guarigione.

Nonostante l'alcolismo,
i furti e la promiscuità,

la reputazione di Rasputin come monaco
si diffuse rapidamente oltre la Siberia

e attrasse sia laici che potenti membri
del clero ortodosso.

Quando finalmente raggiunse
la capitale, San Pietroburgo,

Rasputin usò il suo carisma
e le sue conoscenze

per ottenere il favore
del consigliere spirituale

della famiglia imperiale.

Nel novembre del 1905,

Rasputin fu presentato allo Zar Nicola II.

Nicola e sua moglie Alessandra
erano devoti alla Chiesa Ortodossa

e credevano nel misticismo
e nei poteri soprannaturali,

e questo santone siberiano li ipnotizzò.

Era un periodo particolarmente tumultuoso
per la Russia e la famiglia imperiale.

La monarchia riusciva a malapena
a mantenere il controllo

in seguito alla Rivoluzione del 1905.

Poi i problemi politici si intensificarono
a causa di problemi personali.

L'erede al trono Aleksej

aveva l'emofilia,
una malattia ereditaria mortale.

Quando nel 1912 Aleksej
ebbe una grave crisi,

Rasputin consigliò ai genitori
di rifiutare i trattamenti dei medici.

La salute di Aleksej migliorò,
consolidando l'idea della famiglia

che Rasputin avesse
magici poteri di guarigione

e garantendogli
un posto privilegiato a corte.

Oggi sappiamo che i medici
avevano prescritto l'aspirina,

una medicina che aggrava l'emofilia.

Dopo l'incidente, Rasputin profetizzò

che se fosse morto

o se la famiglia reale
l'avesse abbandonato,

questa avrebbe perso subito
sia la corona che il figlio.

Fuori dalla corte, le opinioni
su Rasputin erano contrastanti.

Da una parte, i contadini
lo consideravano uno di loro,

qualcuno in grado di rappresentarli
con successo di fronte alla monarchia.

I nobili e il clero, però,
finirono per disprezzare la sua presenza.

Rasputin non pose mai fine
alla sua condotta scandalosa,

e molti dubitavano
dei suoi cosiddetti poteri

e pensavano che stesse corrompendo
la famiglia reale.

Alla fine della Prima Guerra Mondiale,

erano convinti che l'unico modo
per mantenere l'ordine

fosse eliminare questo santone impostore.

Partendo da questa convinzione,

Yusupov iniziò a complottare
l'assassinio di Rasputin.

Anche se i dettagli esatti
rimangono ancora avvolti nel mistero,

la nostra migliore ipotesi
su come tutto si svolse

si basa sulle memorie di Yusupov.

Yusupov servì a Rasputin dei pasticcini
pensando che contenessero cianuro,

ma, a sua insaputa,

uno degli altri cospiratori cambiò idea

e sostituì il cianuro
con una sostanza innocua.

Con sorpresa di Yusupov, Rasputin
mangiò i pasticcini senza conseguenze.

Nella disperazione gli sparò a bruciapelo,

ma Rasputin si riprese,
tirò un pugno all'aggressore e fuggì.

Yusupov e i suoi complici lo inseguirono,

lo uccisero con un proiettile in fronte

e gettarono il corpo
nel fiume Malaya Nevka.

Ma, invece di stabilizzare
l'autorità della monarchia,

la morte di Rasputin infiammò la plebe.

Proprio come Rasputin aveva predetto,

la sua morte fu subito seguita
da quella della famiglia reale.

Se la caduta della monarchia russa

fu la conseguenza della maledizione
di un monaco

o il risultato di una tensione politica
che si era protratta per decenni,

beh, non lo sapremo mai.