100 soluzioni per il cambiamento climatico

Cosa succederebbe se eliminassimo più gas serra di quanto ne emettiamo nell'atmosfera? Questo scenario ipotetico, chiamato "riduzione", è la nostra unica speranza per prevenire il disastro climatico, così dice lo strategista Chad Frischmann. In questa conferenza progressista, condivide soluzioni che esistono oggi per il cambiamento climaticoi; tattiche convenzionali come l'uso dell'energia rinnovabile e migliore gestione del suolo, così come alcuni approcci meno conosciuti, come cambiamenti nella produzione alimentare, migliore pianificazione della famiglia e l'educazione delle ragazze. Impara di più su come possiamo invertire il riscaldamento globale e creare un mondo dove la rigenerazione, e non la distruzione, è la regola.

Salve.

Vorrei presentarvi una parola
che magari non avete mai sentito prima,

ma che dovreste sapere:

drawdown.

Il drawdown è un nuovo modo di pensare
e agire sul riscaldamento globale.

È un obiettivo per un futuro che vogliamo,

un futuro dove è possibile
invertire il riscaldamento globale.

Il drawdown è quel punto nel tempo

in cui le concentrazioni atmosferiche
dei gas serra iniziano a diminuire

su base annua.

Detto più semplicemente, è quel punto

quando eliminiamo più gas serra
di quanto ne emettiamo nell'atmosfera.

Ora, so che siamo tutti preoccupati
per il cambiamento climatico,

ma quest'ultimo non è il problema.

Il cambiamento climatico è
l'espressione del problema.

È il riscontro del sistema del pianeta
che ci dice cosa sta accadendo.

Il problema è il riscaldamento globale,

provocato dalle crescenti
concentrazioni di gas serra

causati dall'intervento umano.

Come risolviamo il problema?

Come iniziamo il procedimento
di invertire il riscaldamento globale?

L'unico modo che conosciamo
è con la riduzione,

per evitare di aumentare i gas serra

e abbassare quelli già esistenti.

Lo so.

Data la situazione attuale,
sembra impossibile,

ma l'umanità sa già cosa deve fare.

Esistono tecnologie reali e funzionali

e pratiche per il conseguimento
della riduzione.

E sta già succedendo.

Quello di cui abbiamo bisogno è
di accelerare l'implementazione

e di cambiare il dibattito esistente

da uno pieno di paura e confusione,
che porta soltanto all'apatia,

a uno di comprensione e possibilità,

e, perciò, opportunità.

Lavoro per un'organizzazione
dal nome Project Drawdown.

Negli ultimi quattro anni,

insieme a una squadra di ricercatori
e scrittori di tutto il mondo,

abbiamo classificato,
misurato e descritto in dettaglio

100 soluzioni per invertire
il riscaldamento globale.

Ottanta di esse esistono già,

e se attuate insieme,
possono portarci alla riduzione.

Venti sono novità in arrivo,
soluzioni in fase di elaborazione,

e quando diventeranno operative,

accelereranno il nostro progresso.

Queste sono soluzioni

attuabili, scalabili
e finanziariamente fattibili.

E fanno una o più delle seguenti tre cose:

sostituire l'attuale produzione di energia
fossile con fonti pulite e rinnovabili;

ridurre il consumo tramite
l'efficienza tecnologica

e il cambiamento comportamentale;

catturare il carbonio nella biomassa
delle piante e del terreno

tramite un processo che noi tutti
impariamo a scuola,

la magia della fotosintesi.

È attraverso la combinazione
di questi tre meccanismi

che la riduzione diventa possibile.

Quindi come ci arriviamo?

Ecco la risposta breve.

Questa è la lista delle prime 20 soluzioni
per invertire il riscaldamento globale.

Tra poco entrerò nei dettagli,

ma guardate la lista per qualche secondo.

È eclettica, lo so,

da turbine eoliche a terra
fino a educare le ragazze,

da diete ricche di vegetali
fino a tecnologia solare sul tetto.

Cerchiamo di capirla per bene.

A destra della diapositiva,
vedrete delle figure in gigatonnellate,

o miliardi di tonnellate.

Ciò rappresenta l'equivalente totale
di diossido di carbonio

eliminato dall'atmosfera

quando la soluzione viene applicata
globalmente per un periodo di 30 anni.

Quando pensiamo alle soluzioni climatiche,

spesso ci viene in mente
la generazione dell'elettricità.

Pensiamo che l'energia rinnovabile
sia la soluzione più importante,

e, in effetti, è molto importante.

Ma la prima cosa da notare di questa lista

è che soltanto cinque delle prime
20 soluzioni riguardano l'elettricità.

Quello che ci ha sorpreso, onestamente,

è che otto delle prime 20 soluzioni
riguardano il sistema alimentare.

L'impatto del clima sugli alimenti
potrebbe sorprendere molti,

ma i risultati mostrano
che le scelte che prendiamo ogni giorno

sul cibo che produciamo,
acquistiamo e consumiamo

forse sono il contributo più importante

che ogni individuo può dare
per invertire il riscaldamento globale.

Il modo in cui gestiamo il territorio
è altrettanto importante.

Proteggere foreste e zone umide

protegge, amplia e crea
nuovi serbatoi per il carbonio

che riducono direttamente
l'anidride carbonica.

Ecco come la riduzione può succedere.

Quando raggruppiamo le soluzioni
su cibo e gestione del terreno,

12 delle prime 20 soluzioni riguardano
come e perché usiamo il territorio.

Ciò cambia radicalmente il pensiero
tradizionale sulle soluzioni climatiche.

Ma andiamo in cima alla lista,

perché credo che anche quello
vi potrebbe sorprendere.

L'unica soluzione più efficace,

secondo questa analisi,
sarebbe la gestione della refrigerazione,

o la corretta gestione e smaltimento
degli idrofluorocarburi, detti anche HFC,

che vengono usati dai frigoriferi
e condizionatori per rinfrescare l'aria.

Il protocollo di Montréal
ha avuto successo

nel limitare la produzione
di clorofluorocarburi, i CFC,

a causa del loro effetto
sull'ozonosfera.

Ma sono stati sostituiti
dagli idrofluorocarburi,

che sono centinaia o migliaia di volte
più potenti di altri gas serra

come il diossido di carbonio.

Quelle 90 gigatonnellate ridotte
è una stima prudente.

Se tenessimo conto
dell'accordo di Kigali del 2016,

che richiede l'eliminazione graduale
degli idrofluorocarburi

sostituendoli con refrigeranti
naturali, già presenti sul mercato,

questo numero potrebbe arrivare
a 120, addirittura 200 gigatonnellate

di gas serra evitati.

Forse siete sorpresi
quanto lo eravamo noi.

Prima di entrare nei dettagli
di soluzioni specifiche,

forse vi state domandando
come siamo arrivati a questi calcoli.

Prima di tutto,
abbiamo raccolto molti dati

e abbiamo usato l'analisi statistica
per creare intervalli

che ci permettono di adottare
scelte ragionevoli

per tutti gli imput usati
in tutti i modelli.

Abbiamo scelto un approccio conservativo,
che è alla base di tutto il progetto.

Tutti quei dati vengono
inseriti nel modello,

ambiziosamente ma plausibilmente
proiettati nel futuro,

e raffrontati con quello
che dovremmo fare comunque.

Per esempio, le 84 gigatonnelate ridotte
dalle turbine eoliche a terra,

risultano dall'elettricità generata
dalle centrali eoliche

che altrimenti sarebbero prodotte
da centrali alimentate a carbone o a gas.

Calcoliamo i costi per costruire
e far funzionare gli impianti

e tutte le emissioni generate.

Lo stesso processo viene utilizzato
per confrontare

il sistema di riciclaggio e le discariche,

l'agricoltura rigenerativa
e quella industriale,

la protezione delle nostre foreste
rispetto al disboscamento.

I risultati sono poi integrati
dentro e attraverso sistemi

per evitare duplicazioni

e farne la somma per vedere
se veramente arriviamo alla riduzione.

OK, vediamo qualche soluzione specifica.

I tetti a pannelli solari
sono al decimo posto.

Quando immaginiamo un tetto solare

spesso immaginiamo un magazzino
a Miami coperto da pannelli solari.

Ma queste sono soluzioni
per ambienti sia urbani che rurali,

per paesi con redditi sia alti che bassi,

e hanno molteplici vantaggi.

Questa è una famiglia su
un'isola di paglia sul Lago Titicaca

mentre ricevono
il loro primo pannello solare.

Prima, il cherosene veniva usato
per cucinare e l'illuminazione,

cherosene su un'isola di paglia.

Con i pannelli solari, questa famiglia
contribuisce a ridurre le emissioni

e al contempo ha una casa più sicura.

Anche le foreste tropicali
hanno una storia da raccontare.

Proteggere il terreno degradato
nelle zone tropicali

così da consentirne
la rigenerazione naturale

è la quinta soluzione per invertire
il riscaldamento globale.

Possiamo pensare agli alberi
come pali giganti di carbonio.

Questa è la riduzione in atto ogni anno,

dato che il carbonio viene rimosso
dall'atmosfera attraverso la fotosintesi,

che converte il diossido di carbonio in
biomassa vegetale e carbonio organico.

Dobbiamo ripensare al modo in cui
produciamo il nostro cibo

per farlo più rigenerante.

Ci sono molti modi per fare ciò
e ne abbiamo ricercati più di 13,

ma non sono nuovi metodi
di produzione alimentare.

Sono stati usati per secoli,
per generazioni.

Ma vengono sempre più sostituiti
dall'agricoltura moderna,

che promuove la lavorazione
del terreno, la monocoltura

e l'uso di fertilizzanti sintetici
e pesticidi che degradano la terra

con conseguenti emissioni di gas serra.

L'agricoltura rigenerativa, invece,

ripristina la salute
e la produttività del suolo,

aumenta la resa,

migliora la ritenzione idrica,

beneficia sia i piccoli agricoltori
sia le grandi aziende agricole

e riporta il carbonio al terreno.

È una vittoria per tutti.

(Risate)

E non si tratta soltanto
di come produciamo il cibo,

anche ciò che consumiamo

ha un impatto enorme
sul riscaldamento globale.

Una dieta ricca di vegetali
non è una dieta vegana o vegetariana,

anche se plaudo tutti coloro
che fanno quelle scelte.

È una dieta sana in termini
di quanto consumiamo,

soprattutto in riferimento alla carne.

Nei paesi più ricchi del mondo,

consumiamo eccessivamente.

Invece, nei paesi a basso reddito

c'è un insufficiente apporto
calorico e proteico.

C'è bisogno di riequilibrio,

ed è nel riequilibrio

che una dieta ricca di vegetali
diventa la quarta soluzione

per invertire il riscaldamento globale.

Per di più, circa un terzo di tutto
il cibo prodotto viene sprecato,

il che contribuisce a
uno sbalorditivo 8% di gas serra.

Dobbiamo guardare
tutta la catena produttiva

e trovare perdite e sprechi.

In paesi a basso reddito,
dopo che il cibo lascia la fattoria,

la maggior parte di esso viene sprecato

a causa di problemi di infrastruttura
e di stoccaggio.

Il cibo non viene sprecato
nei paesi a basso reddito

che lottano per sfamare la popolazione.

Invece, nei paesi sviluppati,
dopo che il cibo lascia la fattoria,

buona parte di esso viene sprecata

da mercati e consumatori,

per poi finire nelle discariche

dove emette metano

a mano a mano che si decompone.

Si tratta di un problema
di scelta del consumatore.

Non è un problema tecnologico.

Prevenire lo spreco di cibo dall'inizio

è la terza soluzione.

Ma ecco la cosa interessante.

Quando guardiamo il sistema
alimentare nel complesso

e mettiamo in atto
tutte le soluzioni di produzione,

cioè agricoltura rigenerativa,

dieta ricca di vegetali

e minore spreco di cibo,

la nostra ricerca dimostra che
i terreni agricoli in uso

produrrebbero sufficiente cibo

da sfamare la crescente popolazione
mondiale con una dieta sana e nutriente

fino al 2050 e oltre.

Ciò significa che non abbiamo bisogno
del disboscamento per produrre cibo.

Le soluzioni per invertire
il riscaldamento globale

valgono anche contro
l'insicurezza alimentare.

Una soluzione di cui spesso
non si parla abbastanza

è la pianificazione familiare.

Dare a uomini e donne
il diritto di scegliere

quando, come e se mettere su famiglia,

attraverso l'educazione
e cliniche di salute riproduttiva,

accesso alla contraccezione

e libertà priva di persecuzione,

può ridurre la popolazione globale
stimata entro il 2050.

Ciò significherebbe
un ridotto fabbisogno

di elettricità, cibo, viaggi,
edifici ed altre risorse.

L'energia e le emissioni usate
per produrre quell'incremento di domanda

vengono ridotte fornendo
i diritti umani fondamentali

per scegliere quando, come
e se mettere su famiglia.

La pianificazione familiare non può
avvenire senza un'istruzione equa

alle ragazze cui è attualmente
negato l'accesso.

Ci siamo presi una piccola libertà

perché gli effetti
dell'educazione universale

e le risorse
per la pianificazione familiare

sono così inestricabilmente interconnessi

che abbiamo scelto
di dare loro ugual peso.

Ma insieme, l'educazione femminile
e la pianificazione familiare

sono la prima soluzione per invertire
il riscaldamento globale,

riducendo circa 120 miliardi
di tonnellate di gas serra.

È possibile la riduzione?

La risposta è si, è possibile,

ma servono tutte le 80 soluzioni.

Non esistono formule magiche
o un sottoinsieme di soluzioni

che ci porteranno lì.

Le soluzioni in cima alla lista
ci porterebbero lontano,

ma non esiste una piccola soluzione.

Ci servono tutte.

Ma ecco la cosa grandiosa.

Vorremmo attuare queste soluzioni

anche se il riscaldamento globale
non fosse un problema,

perché hanno molteplici vantaggi
per il benessere umano e del pianeta.

L'elettricità rinnovabile offre a tutti
un accesso pulito e ampio all'energia.

Una dieta ricca di vegetali,
una riduzione degli sprechi

garantiscono salute e cibo per tutti.

Pianificazione familiare
ed educazione femminile?

Si tratta di diritti umani,

di uguaglianza di genere,

di miglioramento economico
e libertà di scelta.

Si tratta di giustizia.

Agricoltura rigenerativa, pascoli gestiti,
agroforestazione, silvopastorizia

restaurano il suolo,
giovano agli agricoltori

e riportano il carbonio alla terra.

Proteggere i nostri ecosistemi
vuol dire salvaguardare la biodiversità,

salvaguardare la salute del pianeta

e l'ossigeno che respiriamo.

I benefici tangibili per tutte le specie
sono incalcolabili.

Un ultimo punto, perché
so che tutti lo state pensando;

quanto costerà?

Si stima che attuare tutte le 80 soluzioni

costerebbe 29 trilioni di dollari
in un periodo di 30 anni.

Circa un trilione ogni anno.

So che sembra moltissimo,

ma dobbiamo ricordare che il PIL
globale è più di 80 trilioni ogni anno,

e i risparmi stimati derivanti
dall'attuazione di tali soluzioni

è di 74 trilioni di dollari,
più del doppio dei costi.

Ciò equivale a un risparmio netto
di 44 trilioni di dollari.

La riduzione è possibile.

Possiamo farlo se vogliamo.

Non costerà così tanto, e il guadagno
di quell'investimento è enorme.

Ecco la gradita sorpresa.

Quando implementiamo queste soluzioni,

spostiamo il modo in cui facciamo affari

da un sistema intrinsecamente
sfruttatore ed estrattivo

a una nuova normalità,
rispettosa dell'ambiente.

Dobbiamo ripensare ai nostri
obiettivi globali,

andare oltre la sostenibilità

verso la rigenerazione,

e lungo la strada, invertire
il riscaldamento globale.

Grazie.

(Applausi)