-
ADAM MILNER
ARTISTA
-
Penso che la gente
mi consideri un collezionista.
-
Invece, mi sento più come un magnete
-
intorno al quale gli oggetti ruotano
-
e con i quali io mi devo rapportare.
-
ADAM MILNER
LA CURA DEI DETTAGLI
-
I miei lavori si mescolano sempre
alla vita personale.
-
Così mi sono interessato
a filosofie sull'ordine
-
o a programmi televisivi sull'arredamento.
-
Molte di queste filosofie si basano
sull'eliminare oggetti
-
ma io mi interesso maggiormente
all'idea della materia vibrante
-
o all'idea che ogni cosa sia attiva.
-
L'idea che anche non usando più qualcosa,
quella continua ad esistere.
-
Quindi penso subito
alla spazzatura e la adoro.
-
Mi metto semplicemente a camminare
nel quartiere e a guardare la spazzatura.
-
Delle patatine cadute sul marciapiede
-
formano una composizione magnifica
-
che devo fotografare.
-
Poi torno a casa e inizio a usare
-
quello che ho imparato da queste patatine
per il mio lavoro.
-
La loro sorta di composizione accidentale
è molto eccitante.
-
Mi piace l'accostamento
che si crea nei negozi dell'usato
-
tra oggetti funzionali, opere d'arte
-
e cose che sembrano non avere valore.
-
Ricevo molte idee, materiali e oggetti
-
dalle persone che mi circondano.
-
Quando il mio amico Jeff alle superiori
-
volle che gli tagliassi i capelli
e che li tenessi
-
mi sembro di avere uno strano trofeo.
-
Ora vivo con questi capelli, li proteggo,
-
me ne prendo cura da più tempo
di quanto non avesse fatto lui.
-
Sono ormai diventati i miei capelli?
-
Anche se mi avvicino
a qualcuno con discrezione
-
o con più vicinanza
-
c'è anche una sorta di dominazione
o di controllo.
-
Rimarrano sempre i capelli di Jen,
-
ma ora saranno anche al museo Warhol.
-
Mi accorgo che mettere in ordine
-
è per me come una disciplina primaria.
-
Ho creato queste sculture
-
con i piccoli oggetti che ho raccolto
-
e poi ho scolpito queste pietre
-
per poterle custodirle all'interno.
-
Penso che alcuni oggetti
sono più sicuri nelle pietre
-
di quanto non lo fossero prima.
-
Serve un po' più di giallo.
-
La mostra per la quale sto lavorando
-
è per il museo Black Cube.
-
Mettiamo in mostra 13 sculture
-
in un negozio dell'usato
e in un minimarket.
-
Una scultura nell'auto del mio amico.
-
La seconda mostra vuole
lasciare che gli oggetti
-
si trovino in una contesto momentaneo
-
che ne cambia la percezione
e aiutano ad accedervi
-
non come semplice spettatore.
-
A volte in un museo
-
le aste di supporto dipinte a mano
per farle sembrare vero marmo
-
per me sono ancora
più eccitanti della scultura in sé.
-
Cercano di sparire,
-
ma diventano ancora più rilevanti
-
grazie a questo lavoro minuzioso.
-
Un museo ha la proprie regole
di organizzazione ed esposizione
-
proprio come in un negozio,
un archivio o uno scrigno.
-
Voglio tirar fuori
le similarità tra di loro
-
e in parte romperne la gerarchia.
-
Ho una rapporto molto forte
con le mie cose
-
e mi accorgo di come in pratica
-
io stia difendendo lo scrigno.
-
Conservando gli oggetti
si arriva a confondersi con loro.
-
Il tuo corpo diventa parte del tuo cumulo.
-
Penso che ogni cosa sia porosa
-
e che possa assorbire ciò che ha attorno.
-
Se l'inizio e la fine delle cose
si confondono
-
è molto più difficile dividere e segmentare.
-
Cerco sempre di resistere
al voler dare a tutto un ordine.
-
Mi piacciono
le cose disordinate e confuse.