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Ecco perché un giorno la Terra potrebbe essere simile a Marte | Anjali Tripathi | TEDxBeaconStreet

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    Quando guardate le stelle di notte,
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    è incredibile ciò che si vede.
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    È meraviglioso.
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    Ma è ancora più strabiliante
    ciò che non si vede,
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    poiché oggi sappiamo
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    che intorno ad ogni stella, o quasi,
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    si trova un pianeta, o più di uno.
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    Questa foto non mostra
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    tutti i pianeti che conosciamo
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    là fuori nello spazio.
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    Spesso pensiamo ai pianeti
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    come a oggetti molto lontani
    e diversi dal nostro.
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    Ma anche noi viviamo su un pianeta,
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    e ci sono così tante
    cose strabilianti sulla Terra
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    che cerchiamo lontano,
    per trovarne di simili.
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    Cercando, scopriamo cose strabilianti.
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    Ma voglio dirvi una cosa strabiliante
    del nostro pianeta.
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    Cioè che ogni minuto,
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    più di 180 kg di idrogeno
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    e più di 3 kg di elio
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    passano dalla Terra allo spazio.
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    È gas che se ne va,
    per non tornare mai più.
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    Così idrogeno, elio e molte altre sostanze
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    costituiscono la cosiddetta
    atmosfera terrestre.
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    I tre gas combinati nell'atmosfera
    formano una sottile linea blu
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    visibile in questa foto
    dalla Stazione Spaziale Internazionale,
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    scattata da alcuni astronauti.
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    È proprio questo rivestimento
    esterno al nostro pianeta
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    a permettere alla vita di prosperare.
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    Protegge la Terra da tantissimi impatti
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    di meteoriti e corpi simili.
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    Ed è così strabiliante
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    che il fatto che stia scomparendo
    dovrebbe preoccuparvi almeno un po'.
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    È questo il processo che studio,
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    ed è chiamato fuga atmosferica.
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    Non riguarda solo la Terra.
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    È tipico di ogni pianeta,
    ad essere precisi,
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    poiché non solo la Terra,
    ma qualsiasi pianeta dell'Universo
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    può essere oggetto della fuga atmosferica.
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    E questo processo ci dà
    informazioni sui pianeti stessi.
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    Quando pensate al sistema solare, infatti,
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    potrebbe venirvi in mente
    questa immagine.
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    Direste: "Beh, ci sono
    otto pianeti, forse nove."
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    Per chi di voi è colpito dall'immagine,
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    ne aggiungerò un altro.
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    (Risate)
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    Per gentile concessione
    di New Horizons, ecco Plutone.
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    Il punto è che,
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    ai fini di questo discorso
    e della fuga atmosferica,
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    nella mia mente
    Plutone è un pianeta,
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    e anche i corpi che orbitano
    attorno ad altre stelle non visibili
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    meritano questa definizione.
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    Quindi un aspetto comune a tutti i pianeti
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    è il loro essere corpi
    legati dalla forza di gravità.
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    Si tratta di molto materiale
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    tenuto assieme esclusivamente
    da questa forza attrattiva.
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    Questi corpi sono enormi,
    e con un'elevata gravità.
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    Ecco perché sono tondi.
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    Guardando tutti questi pianeti,
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    incluso Plutone,
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    vedrete che sono tondi.
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    È la forza di gravità ad entrare in gioco.
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    Un altro aspetto importante dei pianeti
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    è una cosa che non si vede,
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    ed è la stella,
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    attorno alla quale orbitano
    tutti i pianeti del sistema solare.
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    Ed è questo che guida
    la fuga atmosferica.
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    La ragione fondamentale per cui le stelle
    guidano la fuga atmosferica dai pianeti
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    è che cedono particelle,
    luce e calore,
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    elementi che inducono le atmosfere
    dei pianeti ad allontanarsi.
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    Pensate a una mongolfiera,
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    o alle lanterne del festival
    tailandese di quest'immagine,
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    vedrete che l'aria calda
    può spingere i gas verso l'alto.
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    Se energia e riscaldamento
    sono sufficienti,
  • 4:01 - 4:02
    come avviene con il Sole,
  • 4:02 - 4:06
    il gas, leggero e vincolato
    dalla sola gravità com'è,
  • 4:06 - 4:08
    può liberarsi nello spazio.
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    Ed è proprio questo
    a causare la fuga atmosferica
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    sulla Terra e su altri pianeti:
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    quell'interazione fra riscaldamento
    emesso dalla stella
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    e superamento della forza
    di gravità del pianeta.
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    Come vi ho già detto,
    ogni minuto scappano
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    180 kg di idrogeno
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    e più di 3 kg di elio.
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    Ma che aspetto ha questo fenomeno?
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    Già negli anni '80
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    si scattavano foto della Terra
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    a raggi ultravioletti
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    usando il satellite
    della NASA Dynamic Explorer.
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    Queste due immagini della Terra
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    vi mostrano il bagliore
    prodotto dalla fuga di idrogeno,
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    colorato in rosso.
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    Potete vedere anche altri elementi
    come ossigeno e azoto,
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    in quel barlume bianco,
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    nella linea circolare delle aurore
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    e anche le protuberanze ai Tropici.
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    Dalle immagini deduciamo quindi
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    che la nostra atmosfera
    non è attaccata alla Terra.
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    Si estende nelle profondità dello spazio,
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    e lo fa, direi, in quantità allarmanti.
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    Tuttavia, la Terra non è la sola
    a subire la fuga atmosferica.
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    Marte, il pianeta a noi più vicino,
    è molto più piccolo della Terra,
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    perciò ha minore gravità e quindi
    capacità di trattenere l'atmosfera.
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    Benchè Marte abbia una atmosfera,
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    è molto più sottile di quella terrestre.
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    Guardate la superficie.
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    Ci sono crateri, a indicare
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    che non c'era atmosfera
    a bloccare gli impatti.
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    Per questo Marte è il "pianeta rosso",
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    e il rosso è stato originato proprio
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    dalla fuga atmosferica.
  • 5:42 - 5:46
    Pensiamo infatti che in passato
    Marte avesse un clima più umido
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    e l'acqua, con energia sufficiente,
    si separava in idrogeno e ossigeno.
  • 5:50 - 5:54
    L'idrogeno, più leggero,
    si allontanava verso lo spazio
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    e l'ossigeno rimasto
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    ossidava o arrugginiva il suolo,
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    dando luogo al familiare colore rosso
    ruggine del pianeta.
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    Quindi va bene osservare
    immagini di Marte
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    e dire che la fuga atmosferica
    è probabilmente avvenuta,
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    ma la NASA ha ora una sonda
    su Marte, il satellite MAVEN,
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    il cui lavoro è studiare
    la fuga atmosferica.
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    È la navicella spaziale sull'Evoluzione
    della Fuga Atmosferica da Marte.
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    I dati forniti mostrano già
    immagini molto simili
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    a quelle che avete visto della Terra.
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    Sappiamo già che Marte
    sta perdendo la sua atmosfera,
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    ma ora abbiamo immagini incredibili.
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    Qui, per esempio, è visibile
    nel cerchio rosso
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    l'estensione di Marte
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    e, in blu, l'idrogeno
    che si allontana dal pianeta.
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    L'estensione della fuga
    è pari a 10 volte il pianeta,
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    e si allontana abbastanza
    da vincere la gravità di Marte.
  • 6:45 - 6:47
    Si stacca e finisce nello spazio.
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    Questo conferma le nostre ipotesi,
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    che il rosso di Marte
    deriva dalla perdita di idrogeno.
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    L'idrogeno non è il solo gas a fuggire.
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    Per la Terra ho nominato
    elio, ossigeno e azoto.
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    Con MAVEN vediamo anche
    la perdita di ossigeno da Marte.
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    L'ossigeno, più pesante,
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    non si allontana quanto l'idrogeno;
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    ma si distacca comunque dal pianeta.
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    Non è infatti interamente
    confinato nel cerchio rosso.
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    Poter osservare la fuga atmosferica
    non solo sulla Terra,
  • 7:18 - 7:21
    ma ovunque, grazie ai satelliti,
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    ci permette di studiare
    il passato dei pianeti
  • 7:25 - 7:27
    ma anche i pianeti in generale,
  • 7:27 - 7:29
    e il futuro della Terra.
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    Possiamo quindi conoscere il futuro
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    tramite pianeti così lontani
    da non essere visibili.
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    Dovrei però dire, prima di proseguire,
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    che non vi mostrerò
    foto simili di Plutone,
  • 7:41 - 7:42
    cosa che potrebbe deludervi.
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    Ma solo perché ancora non ne abbiamo.
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    Però la missione
    New Horizons, proprio ora,
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    ne sta studiando la fuga atmosferica.
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    Restate in contatto, quindi.
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    I pianeti di cui voglio parlare
  • 7:54 - 7:56
    sono noti come esopianeti in transito.
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    I pianeti che orbitano intorno
    a una stella diversa dal Sole
  • 8:00 - 8:03
    sono detti esopianeti,
    o pianeti extrasolari.
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    Tali pianeti, detti in transito,
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    hanno una caratteristica:
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    guardando la stella al centro dell'orbita,
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    vedrete che lampeggia.
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    Questo succede perché ci sono pianeti
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    che le si avvicinano continuamente;
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    e quando hanno un'angolazione particolare,
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    i pianeti coprono
    la luce emessa dalla stella
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    motivo per cui la vediamo lampeggiare.
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    Ve lo mostro un'altra volta
    per vederne la luce.
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    Osservando le stelle
    nel cielo di notte,
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    grazie a questo lampeggiare
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    riusciamo a individuare i pianeti.
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    Ecco come abbiamo individuato
    più di 5.000 pianeti
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    nella Via Lattea,
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    e sappiamo che ve ne sono molti altri.
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    Quando guardiamo la luce
    di quelle stelle, quindi,
  • 8:45 - 8:48
    ciò che vediamo
    non è il pianeta in sé
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    ma si può osservare
    l'attenuazione della luce
  • 8:50 - 8:52
    e registrarla nel tempo.
  • 8:52 - 8:55
    La luce diminuisce
    al passaggio del pianeta
  • 8:55 - 8:57
    che produce il lampeggiamento.
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    Così non solo individuiamo i pianeti,
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    ma possiamo osservare la luce
    in diverse lunghezze d'onda.
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    Prima ho nominato la luce ultravioletta
    quando si osservano la Terra e Marte.
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    Se osserviamo gli esopianeti
    con il Telescopio Spaziale di Hubble
  • 9:10 - 9:12
    notiamo che con la luce ultravioletta
  • 9:12 - 9:16
    il lampeggiare aumenta
    mentre la luce della stella diminuisce,
  • 9:16 - 9:18
    al passaggio del pianeta.
  • 9:18 - 9:21
    Ciò avviene per la spessa
    coltre di idrogeno
  • 9:21 - 9:22
    intorno al pianeta,
  • 9:22 - 9:24
    che lo fa apparire più grande
  • 9:24 - 9:26
    e blocca una maggiore quantità
    di luce visibile.
  • 9:27 - 9:30
    Con questa tecnica
    siamo riusciti a scoprire
  • 9:30 - 9:34
    alcuni esopianeti caratterizzati
    dalla fuga atmosferica.
  • 9:34 - 9:37
    Possiamo definire gioviani caldi
  • 9:37 - 9:39
    alcuni dei pianeti scoperti.
  • 9:39 - 9:41
    Infatti si tratta di pianeti gassosi
    come Giove,
  • 9:41 - 9:43
    ma molto più vicini alla loro stella,
  • 9:43 - 9:45
    a meno di un centesimo
    della distanza Sole - Giove.
  • 9:45 - 9:49
    Visto che c'è tutto questo gas leggero,
    pronto a disperdersi
  • 9:49 - 9:51
    e riscaldato dalla stella,
  • 9:51 - 9:54
    la fuga atmosferica avviene
    in quantità enormi.
  • 9:54 - 9:59
    Quindi a differenza dei 180 kg di idrogeno
    persi ogni minuto dalla Terra,
  • 9:59 - 10:00
    in questi pianeti
  • 10:00 - 10:04
    si staccano quasi 590.000 tonnellate
    di idrogeno al minuto.
  • 10:05 - 10:10
    Potreste pensare,
    "quindi il pianeta cessa di esistere?"
  • 10:10 - 10:12
    È una domanda che ci si pone anche
  • 10:12 - 10:14
    quando si osserva il sistema solare.
  • 10:14 - 10:16
    Infatti i pianeti più vicini al Sole
    sono rocciosi,
  • 10:16 - 10:19
    mentre quelli più lontani
    sono più grandi e gassosi.
  • 10:19 - 10:21
    Forse inizialmente, i pianeti
    erano simili a Giove,
  • 10:21 - 10:23
    che infatti stava vicino al Sole,
  • 10:23 - 10:25
    e si sono poi liberati del gas?
  • 10:25 - 10:28
    Al momento riteniamo che se si parte
    da un pianeta gioviano caldo,
  • 10:28 - 10:31
    questo non può diventare
    come Mercurio o la Terra.
  • 10:31 - 10:33
    Ma se il pianeta iniziale è più piccolo,
  • 10:33 - 10:36
    è possibile che si sia allontanato
    gas a sufficienza,
  • 10:36 - 10:38
    fatto che si ripercuoterebbe sul pianeta
  • 10:38 - 10:42
    rendendolo molto diverso
    da come era all'inizio.
  • 10:42 - 10:43
    Tutto ciò suona molto generico:
  • 10:44 - 10:46
    potremmo pensare al sistema solare,
  • 10:46 - 10:49
    ma cosa c'entra questo
    con noi, qui sulla Terra?
  • 10:49 - 10:51
    Beh, in un futuro lontano,
  • 10:51 - 10:53
    il Sole diventerà più luminoso.
  • 10:53 - 10:54
    La conseguenza sarà
  • 10:54 - 10:57
    che il calore del Sole
    si farà più intenso.
  • 10:58 - 11:02
    Proprio come osserviamo il gas
    andarsene da un pianeta gioviano caldo,
  • 11:02 - 11:05
    così avverrà sulla Terra.
  • 11:05 - 11:07
    Quindi possiamo restare in attesa,
  • 11:07 - 11:09
    o almeno prepararci,
  • 11:09 - 11:11
    al fatto che in un futuro lontano,
  • 11:11 - 11:14
    la Terra sarà più simile a Marte.
  • 11:14 - 11:16
    L' idrogeno, ottenuto
    dalla scissione dell'acqua,
  • 11:16 - 11:19
    si allontanerà verso lo spazio
    più rapidamente
  • 11:19 - 11:23
    e ci rimarrà un pianeta arido e rossastro.
  • 11:23 - 11:26
    Non preoccupatevi, accadrà
    solo fra miliardi di anni,
  • 11:26 - 11:28
    quindi c'è tempo per prepararsi.
  • 11:28 - 11:29
    (Risate)
  • 11:29 - 11:31
    Volevo solo farvi capire cosa succede,
  • 11:32 - 11:33
    e non solo per il futuro:
  • 11:33 - 11:36
    la fuga atmosferica è in atto
    anche in questo momento.
  • 11:36 - 11:40
    Sono tanti i fatti scientifici
    dello spazio di cui sentiamo parlare,
  • 11:40 - 11:41
    e di pianeti lontani.
  • 11:42 - 11:45
    Studiamo quei pianeti
    per conoscere quei mondi.
  • 11:45 - 11:49
    Studiando Marte o gli esopianeti
    come i pianeti gioviani caldi,
  • 11:49 - 11:52
    scopriamo cose come la fuga atmosferica
  • 11:52 - 11:56
    che ci dicono molto
    del pianeta su cui ci troviamo.
  • 11:56 - 12:00
    Pensate a questo, la prossima volta
    che penserete che lo spazio è lontano.
  • 12:00 - 12:02
    Grazie.
  • 12:02 - 12:06
    (Applausi)
Title:
Ecco perché un giorno la Terra potrebbe essere simile a Marte | Anjali Tripathi | TEDxBeaconStreet
Description:

Questa presentazione si è tenuta a un evento TEDx, che utilizza il format delle conferenze TED ma è stata indipendentemente organizzata da una comunità locale.
Per saperne di più, visita http://ted.com/tedx

Ogni minuto più di 180 kg di idrogeno e quasi 3 kg di elio si staccano dall'atmosfera terrestre per finire nello spazio. L'astrofisica Anjali Tripathi studia il fenomeno della fuga atmosferica e in questa presentazione, affascinante e alla portata di tutti, spiega come tale processo potrebbe in futuro (fra miliardi di anni) trasformare il nostro pianeta da blu a rosso.

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDxTalks
Duration:
12:13

Italian subtitles

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