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Quello che ho imparato sulla libertà dopo essere fuggita dalla Corea del Nord

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    Sono nata nel 1993
    nel nord della Corea del Nord,
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    in una città chiamata Hyesan,
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    che si trova al confine con la Cina.
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    Ho avuto genitori amorevoli
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    e una sorella maggiore.
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    Non avevo ancora 10 anni
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    quando mio padre venne mandato
    in un campo di lavoro
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    per aver preso parte a traffici illeciti.
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    Questi "traffici illeciti"
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    erano la vendita di zoccoli,
    zucchero, riso e, in seguito, rame
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    per sfamarci.
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    Nel 2007, io e mia sorella
    decidemmo di fuggire.
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    Lei aveva 16 anni,
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    io ne avevo 13.
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    Voglio che comprendiate
    il significato della parola "fuggire"
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    nel contesto della Corea del Nord.
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    Stavamo tutti morendo di fame
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    e, in Corea del Nord,
    la fame significa la morte.
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    Quindi, questa era
    la nostra unica opzione.
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    Non capivo il concetto di fuga,
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    ma, di notte, potevo vedere
    le luci della Cina
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    e mi chiedevo se andando
    dove c'erano le luci,
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    potessi trovare una ciotola di riso.
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    Non è che avessimo
    un piano grandioso o delle mappe.
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    Non sapevamo cosa sarebbe successo.
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    Immaginate che il vostro palazzo
    prenda fuoco.
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    Cosa fareste?
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    Restereste lì a farvi bruciare
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    o vi buttereste dalla finestra
    per vedere cosa succede?
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    È quello che abbiamo fatto noi:
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    ci siamo buttate dall'edificio
    anziché rimanere nel fuoco.
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    La Corea del Nord è inimmaginabile.
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    È molto difficile per me
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    quando la gente mi chiede com'è vivere lì.
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    Sarò sincera
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    e ve lo dirò:
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    non potete neanche immaginarlo.
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    Non esistono parole in nessuna lingua
    che possano descriverlo,
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    perché è tutto un altro pianeta,
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    così come oggi non potete immaginare
    la vita su Marte.
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    Ad esempio, la parola "amore"
    significa solo una cosa:
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    amore per il Caro Leader.
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    Non esiste il concetto
    di amore romantico in Corea del Nord.
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    E non conoscere le parole
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    significa non capire il concetto
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    e, di conseguenza, non rendersi conto
    che quel concetto possa esistere.
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    Lasciate che vi faccia un altro esempio.
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    Crescendo in Corea del Nord,
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    credevamo veramente
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    che il nostro Caro Leader
    fosse un dio onnipotente
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    in grado persino di leggere la mente.
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    In Corea del Nord,
    avevo paura persino di pensare.
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    Ci dicevano
    che stava morendo di fame per noi
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    e che stava lavorando senza sosta per noi,
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    e questo mi spezzava il cuore.
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    Quando fuggii in Corea del Sud,
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    la gente mi disse
    che in realtà era un dittatore,
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    che possedeva automobili
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    e moltissimi hotel
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    e che conduceva una vita
    estremamente lussuosa.
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    Ricordo che guardando una sua foto,
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    capii per la prima volta
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    che era la persona più grossa nella foto.
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    (Risate)
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    Fu allora che lo realizzai,
  • 4:12 - 4:18
    che capii finalmente
    che non stava morendo di fame.
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    Ma non ero riuscita a vederlo
    prima di allora,
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    non fino a quando qualcuno
    non mi disse che era grasso.
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    (Risate)
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    Dico davvero, qualcuno
    mi ha dovuto spiegare che era grasso.
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    Se non avete mai usato
    il pensiero critico,
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    vedrete unicamente
    quello che vi dicono di vedere.
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    Un'altra domanda che mi fanno spesso è:
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    "Perché non c'è nessuna rivoluzione
    in Corea del Nord?
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    Siamo stupidi?
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    Perché non c'è stata nessuna rivoluzione
    nei 70 anni di questa oppressione?"
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    Io rispondo:
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    se non sai di essere uno schiavo,
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    se non sai di essere isolato o oppresso,
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    come puoi lottare per la libertà?
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    Voglio dire, se sai di essere isolato,
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    sai anche di non esserlo.
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    Non sapere è la vera
    definizione di isolamento
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    ed è per questo motivo
    che non ho mai saputo
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    di essere isolata
    quando ero in Corea del Nord.
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    Pensavo di essere al centro dell'universo.
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    Quindi, questa è la mia idea
    che vale la pena diffondere:
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    molte persone pensano
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    che gli esseri umani sappiano per natura
    cos'è giusto e cos'è sbagliato,
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    che conoscano la differenza
    tra giustizia e ingiustizia
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    e tra quello che meritiamo
    e quello che non meritiamo.
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    Io dico loro: stronzate.
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    (Risate)
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    (Applausi)
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    Tutto,
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    tutto dev'essere insegnato,
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    anche la compassione.
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    Se ora vedessi qualcuno morire per strada,
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    farei di tutto per salvarlo.
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    Ma quando ero in Corea del Nord,
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    ho visto persone in fin di vita
    e cadaveri per le strade
  • 6:35 - 6:38
    e non ho provato niente.
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    Non perché sono una psicopatica,
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    ma perché non mi hanno mai insegnato
    il concetto di compassione.
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    Nel mio cuore ho provato
    compassione, empatia e solidarietà
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    soltanto dopo aver imparato
    la parola "compassione" e il concetto,
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    e ora riesco a provarle.
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    Ora vivo negli Stati Uniti
    da persona libera.
  • 7:05 - 7:06
    (Applausi)
  • 7:06 - 7:07
    Grazie.
  • 7:07 - 7:09
    (Applausi)
  • 7:12 - 7:14
    Di recente,
  • 7:14 - 7:18
    il leader di questa nazione libera,
    il nostro Presidente Trump,
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    ha incontrato il mio vecchio dio
  • 7:23 - 7:28
    e ha deciso che i diritti umani
    non sono abbastanza importanti
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    da essere inseriti nell'ordine del giorno
  • 7:31 - 7:34
    e non ne ha parlato.
  • 7:35 - 7:39
    Questo mi fa paura.
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    Ora come ora, viviamo in un mondo
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    in cui un dittatore viene lodato
    per aver giustiziato suo zio,
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    per aver ucciso il suo fratellastro
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    e per aver ucciso migliaia di nordcoreani.
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    È stato lodato per questo.
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    Mi ha fatto pensare che forse
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    tutti noi abbiamo bisogno di imparare
    qualcosa di nuovo sulla libertà.
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    La libertà è fragile.
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    Non voglio spaventarvi, ma è così.
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    Ci sono volute soltanto tre generazioni
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    per trasformare la Corea del Nord
    in "1984" di George Orwell.
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    Soltanto tre generazioni.
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    Se non siamo noi a combattere
    per i diritti umani
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    di quelle persone che sono oppresse
    e che non hanno una voce
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    in quanto persone libere, qui,
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    chi combatterà per noi
    quando non saremo liberi?
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    Le macchine? Gli animali? Non lo so.
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    Penso che sia stupendo che ci interessiamo
    ai cambiamenti climatici,
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    ai diritti degli animali,
    alla parità di genere
  • 9:08 - 9:10
    e ad altre cose di questo genere.
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    Il fatto che ci stiano a cuore
    i diritti degli animali
  • 9:13 - 9:16
    indica quanto siano buoni i nostri cuori,
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    che ci preoccupiamo per qualcuno
    che non può parlare per sé.
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    E i nordcoreani, ora come ora,
    non possono parlare per loro stessi.
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    Nel XXI secolo, non hanno Internet.
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    Non abbiamo elettricità
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    e il nostro Paese
    è il luogo più buio della Terra.
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    Voglio dire una cosa
    ai miei concittadini nordcoreani
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    che vivono nell'oscurità.
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    Potranno non crederci,
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    ma voglio dire loro
    che un'altra vita è possibile.
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    Siate liberi.
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    In base alla mia esperienza,
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    vi dico che niente è impossibile.
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    Sono stata comprata,
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    sono stata venduta come schiava,
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    ma ora sono qui,
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    ed è per questo che credo nei miracoli.
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    Se c'è una cosa
    che ho imparato dalla storia
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    è che in questo mondo niente è per sempre.
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    Ed è per questo che abbiamo
    tutte le ragioni per essere speranzosi.
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    Grazie.
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    (Applausi)
Title:
Quello che ho imparato sulla libertà dopo essere fuggita dalla Corea del Nord
Speaker:
Yeonmi Park
Description:

"La Corea del Nord è inimmaginabile", dice l'attivista per i diritti umani Yeonmi Park, fuggita dal Paese all'età di 10 anni. Raccontando la straziante storia della sua infanzia, riflette sulla fragilità della libertà e ci mostra come sia possibile ottenere un cambiamento anche nei luoghi più oscuri del pianeta.

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDTalks
Duration:
10:48

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