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Briantini

  • 0:05 - 0:08
    Parliamo di innovazione,
    e vorrei partire ricordando a tutti
  • 0:08 - 0:11
    che l'innovazione oggi
    è, senza ombra di dubbio,
  • 0:11 - 0:14
    la principale arma
    di cui dispongono le imprese
  • 0:14 - 0:16
    per competere con successo sul mercato.
  • 0:16 - 0:19
    E questo è forse ancora più vero
  • 0:19 - 0:22
    per quelle imprese,
    come molte delle aziende italiane,
  • 0:22 - 0:26
    che non possono contare su altre armi
    come la dimensione,
  • 0:26 - 0:28
    e quindi le efficienze di scala
    che ne conseguono,
  • 0:28 - 0:32
    o l'accesso a fattori produttivi,
    come il lavoro o l'energia,
  • 0:32 - 0:33
    a costi competitivi.
  • 0:34 - 0:36
    Quindi l'innovazione oggi,
    lo sappiamo tutti,
  • 0:36 - 0:41
    è una priorità in cima all'agenda
    di ogni imprenditore e di ogni manager:
  • 0:41 - 0:43
    tutti ne parlano.
  • 0:43 - 0:48
    Ma forse non tutti sanno esattamente
    cosa sia, nello specifico, l'innovazione.
  • 0:48 - 0:53
    Io credo che sia molto utile vederla,
    e definirla, come un processo:
  • 0:53 - 0:56
    non è nient'altro che una serie di azioni,
    una serie di decisioni,
  • 0:56 - 0:59
    attraverso cui un'impresa,
    un'organizzazione
  • 0:59 - 1:01
    o noi stessi, un individuo,
  • 1:01 - 1:02
    generano un'idea
  • 1:02 - 1:07
    per un nuovo prodotto, un nuovo servizio,
    un nuovo modo di fare le cose -
  • 1:07 - 1:12
    e poi la trasformano in realtà,
    la sviluppano, la rendono concreta
  • 1:12 - 1:14
    e la portano sul mercato.
  • 1:15 - 1:18
    Tradizionalmente, direi
    fino a una ventina di anni fa,
  • 1:18 - 1:20
    le imprese hanno ritenuto
  • 1:20 - 1:25
    che per innovare con successo
    fosse fondamentale controllare,
  • 1:25 - 1:28
    avere al proprio interno,
    disporre internamente
  • 1:28 - 1:31
    di tutte le risorse, le competenze,
  • 1:31 - 1:35
    le tecnologie, le idee
    e le conoscenze necessarie
  • 1:35 - 1:37
    per portare avanti questo processo.
  • 1:37 - 1:39
    L'idea di fondo era molto semplice:
  • 1:39 - 1:43
    per innovare di più,
    dobbiamo investire di più internamente,
  • 1:43 - 1:48
    assumere i migliori talenti,
    tecnici, designer, ingegneri, scienziati
  • 1:48 - 1:49
    e aumentare, anno dopo anno,
  • 1:49 - 1:54
    gli investimenti nei nostri laboratori
    di ricerca e sviluppo.
  • 1:54 - 2:01
    Questa idea di fondo è stata nominata
    "closed innovation", innovazione chiusa.
  • 2:01 - 2:04
    Il concetto secondo cui per un'impresa,
  • 2:04 - 2:09
    per innovare con continuità,
    e quindi per competere sul mercato,
  • 2:09 - 2:11
    fosse necessario espandere continuamente
  • 2:11 - 2:15
    e approfondire continuamente
    il proprio know how,
  • 2:15 - 2:18
    ossia la propria base
    di competenze distintive.
  • 2:18 - 2:20
    Ci sono parecchi studi
  • 2:20 - 2:24
    che mostrano che questo modo
    di fare innovazione nelle organizzazioni
  • 2:24 - 2:26
    produce una sindrome,
  • 2:26 - 2:29
    quella che qualcuno ha chiamato
    la sindrome del "non inventato qui".
  • 2:29 - 2:32
    Quante volte di fronte
    a un'idea, uno stimolo
  • 2:32 - 2:36
    che proviene da fuori
    i confini di un'organizzazione,
  • 2:36 - 2:39
    ci siamo sentiti dire : "Be', questa cosa
    la sapremmo fare meglio noi".
  • 2:39 - 2:43
    Ecco, la sindrome del
    "non inventato qui" è proprio questo:
  • 2:43 - 2:46
    la tendenza, spesso anche inconsapevole,
  • 2:46 - 2:50
    a giudicare come di minor valore,
    di minor potenziale,
  • 2:50 - 2:54
    un'idea, un contributo,
    una soluzione che ci viene da fuori.
  • 2:54 - 2:57
    Qualcuno appunto l'ha chiamata
    la sindrome del non inventato qui:
  • 2:57 - 3:01
    una barriera culturale,
    spesso inconsapevole,
  • 3:01 - 3:03
    che incontriamo nelle organizzazioni.
  • 3:04 - 3:07
    Questo modo di fare innovazione,
    che abbiamo chiamato "innovazione chiusa",
  • 3:07 - 3:11
    è stato il modello dominante,
    fino a circa una ventina di anni fa;
  • 3:12 - 3:17
    ma possiamo ancora oggi considerarlo
    un approccio all'innovazione efficace?
  • 3:17 - 3:21
    Be', le cose sono profondamente cambiate,
    negli ultimi 20 anni.
  • 3:21 - 3:26
    Innanzitutto, il processo di innovazione
    è diventato molto più complesso,
  • 3:26 - 3:28
    e molto più costoso.
  • 3:28 - 3:32
    Per rispondere alle esigenze dei clienti,
    che cambiano sempre più velocemente;
  • 3:32 - 3:35
    per far fronte a una competizione
  • 3:35 - 3:38
    che è sempre più globale,
    e sempre più imprevedibile,
  • 3:38 - 3:44
    oggi le organizzazioni devono innovare
    incorporando nei loro prodotti o servizi
  • 3:44 - 3:47
    molte più tecnologie,
    spesso con una natura digitale,
  • 3:47 - 3:49
    rispetto a quanto accadeva
    qualche anno fa.
  • 3:49 - 3:52
    Prendiamo l'esempio
    del mondo dell'automotive:
  • 3:52 - 3:57
    c'è chi ritiene che da qui a tre anni
    la parte principale del valore
  • 3:57 - 3:59
    che verrà creato
    nella filiera dell'automotive
  • 3:59 - 4:04
    sarà relativa alla componente software,
    e non più all'hardware delle autovetture.
  • 4:04 - 4:07
    E questo impone una
    profondissima trasformazione
  • 4:07 - 4:10
    nel modo di fare innovazione
  • 4:10 - 4:12
    delle imprese che lavorano
    in questo settore.
  • 4:12 - 4:13
    Volenti o nolenti,
  • 4:13 - 4:18
    e in qualche forma lo stanno già facendo,
    devono diventare capaci di sviluppare,
  • 4:18 - 4:22
    o quantomeno integrare software
    e sistemi informatici di varia natura.
  • 4:22 - 4:27
    Ed è molto difficile, come capirete,
    farlo, facendo leva,
  • 4:27 - 4:32
    confidando solo sulle proprie competenze,
    risorse e tecnologie.
  • 4:32 - 4:35
    C'è un secondo fenomeno molto rilevante,
  • 4:35 - 4:39
    ossia il fatto che oggi il ciclo di vita
    di un nuovo prodotto, di un nuovo servizio
  • 4:39 - 4:41
    dopo che è stato portato sul mercato
  • 4:41 - 4:43
    si è accorciato sensibilmente.
  • 4:43 - 4:45
    Ricordo le parole
  • 4:45 - 4:47
    dell'amministratore delegato
    di Hewlett-Packard,
  • 4:47 - 4:48
    che qualche anno fa diceva:
  • 4:48 - 4:52
    "Oggi, i nostri prodotti restano
    sul mercato tra sei e 12 mesi.
  • 4:52 - 4:54
    Cinque anni prima,
  • 4:54 - 4:57
    stavano sul mercato
    tra i tre e i cinque anni".
  • 4:57 - 5:03
    E questo fenomeno di accelerazione
    del ciclo di innovazione
  • 5:03 - 5:05
    è un qualcosa che è comune
    a tantissimi settori industriali.
  • 5:05 - 5:06
    Lo vediamo anche noi,
  • 5:06 - 5:09
    quando andiamo a comprare
    un elettrodomestico a Media World,
  • 5:09 - 5:10
    per fare un esempio.
  • 5:11 - 5:12
    Quindi, oggi,
  • 5:12 - 5:14
    non solo innovare è più complesso,
  • 5:14 - 5:16
    ma bisogna farlo anche molto,
    molto più velocemente.
  • 5:17 - 5:21
    E quindi, cosa stanno facendo oggi
    le imprese più innovative,
  • 5:21 - 5:24
    che risposta stanno dando a questa sfida?
  • 5:24 - 5:27
    Stanno investendo di più internamente,
  • 5:27 - 5:31
    nei loro laboratori e processi
    di ricerca, sviluppo e innovazione?
  • 5:31 - 5:34
    In realtà non è proprio così:
    prendete l'esempio di Apple.
  • 5:34 - 5:38
    L'anno scorso, Apple ha investito
    il 5,4 percento del suo fatturato
  • 5:38 - 5:40
    in ricerca e sviluppo.
  • 5:40 - 5:43
    Un dato molto lontano
    da quello di altre imprese,
  • 5:43 - 5:45
    come Microsoft o Google,
  • 5:45 - 5:50
    che hanno investito il 13, 14,
    15 percento del loro fatturato
  • 5:50 - 5:51
    in ricerca e innovazione.
  • 5:52 - 5:56
    E questa è una costante della storia
    di Apple degli ultimi cinque-sei anni,
  • 5:56 - 5:57
    e non possiamo certo dire
  • 5:57 - 5:59
    che non sia stata,
    e non continui ad essere
  • 5:59 - 6:02
    un'impresa molto, molto innovativa.
  • 6:02 - 6:05
    Quello che le imprese
    che oggi sanno innovare veramente
  • 6:05 - 6:08
    hanno dimostrato di fare,
    e hanno imparato a fare,
  • 6:08 - 6:13
    è quello di far evolvere il loro modello,
    il loro approccio all'innovazione
  • 6:13 - 6:16
    da una logica chiusa a una logica aperta.
  • 6:17 - 6:19
    Oggi, il modello
    che queste imprese adottano
  • 6:19 - 6:22
    si chiama "open innovation".
  • 6:22 - 6:27
    E che differenza c'è tra il modello chiuso
    e il modello aperto di innovazione?
  • 6:27 - 6:30
    L'idea è molto semplice:
    si basa sul riconoscere
  • 6:30 - 6:34
    che oggi non è più sufficiente
    disporre al proprio interno,
  • 6:34 - 6:37
    continuare ad investire
    sulle proprie tecnologie,
  • 6:37 - 6:39
    sul proprio know how.
  • 6:39 - 6:45
    È forse più veloce, più efficace,
    meno costoso, meno rischioso,
  • 6:46 - 6:52
    saper identificare, cercare, utilizzare
    le idee, le competenze e le tecnologie
  • 6:52 - 6:57
    il know how che già esistono fuori
    dai confini della nostra organizzazione.
  • 6:57 - 7:01
    L'idea è molto affascinante,
    poi bisogna però metterla in pratica.
  • 7:01 - 7:05
    Ed esistono oggi tantissimi
    strumenti molto concreti
  • 7:05 - 7:08
    con cui si può dar corpo
    a questo principio.
  • 7:08 - 7:11
    Alcuni sono anche molto noti
    e utilizzati da tempo:
  • 7:11 - 7:14
    prendiamo ad esempio il caso di Alessi,
    che tutti conosciamo,
  • 7:14 - 7:16
    l'impresa che produce
    accessori per la casa.
  • 7:16 - 7:18
    Nel corso degli anni '90,
  • 7:18 - 7:21
    ha visto crescere il suo fatturato
    da 20 a 100 milioni di euro
  • 7:21 - 7:24
    rivoluzionando il suo modello
    di innovazione.
  • 7:24 - 7:27
    Alessi ha cominciato
    a lavorare sistematicamente
  • 7:27 - 7:33
    con un network di oltre 200 designer
    e architetti che stavano fuori da Alessi
  • 7:33 - 7:37
    che l'hanno aiutata a reinterpretare
    il significato dei prodotti
  • 7:37 - 7:39
    che l'impresa sviluppava
    e portava sul mercato,
  • 7:39 - 7:43
    intercettando e interpretando
    dei cambiamenti culturali
  • 7:43 - 7:46
    che in quegli anni si stavano verificando
    nella nostra società.
  • 7:46 - 7:48
    Potete facilmente immaginare
  • 7:48 - 7:52
    quanto fosse più ampio il contributo
    di creatività e di conoscenza
  • 7:52 - 7:54
    che questa rete
    di architetti e di designer
  • 7:54 - 7:57
    è riuscita a mettere
    a disposizione dell'impresa,
  • 7:57 - 7:59
    se confrontato con quello
    che avrebbero potuto fare
  • 7:59 - 8:03
    i designer direttamente assunti
    da Alessi stessa.
  • 8:03 - 8:08
    Un secondo strumento è quello che consiste
    nel dar vita a delle collaborazioni
  • 8:08 - 8:10
    con Università,
    centri di ricerca o imprese
  • 8:10 - 8:14
    che lavorano in settori
    completamente diversi dal nostro
  • 8:14 - 8:19
    per dar vitaa dei progetti di sviluppo
    di ampio respiro e di lunga durata.
  • 8:20 - 8:22
    Un esempio in questo senso
    è Dompé farmaceutici
  • 8:22 - 8:26
    che poco tempo fa ha creato,
    nel suo laboratorio di ricerca e sviluppo,
  • 8:26 - 8:30
    in cui investe il 15 percento
    del suo fatturato ogni anno,
  • 8:30 - 8:33
    un dipartimento che si chiama
    proprio "open innovation".
  • 8:33 - 8:34
    E cosa fa?
  • 8:34 - 8:37
    Ha il compito di sviluppare, misurare,
  • 8:37 - 8:41
    far crescere e utilizzare
    una rete di relazioni
  • 8:41 - 8:45
    con oltre 200 università
    e centri di ricerca in giro per il mondo
  • 8:45 - 8:48
    con cui Dompé innova quotidianamente.
  • 8:48 - 8:51
    E la stessa cosa che,
    ad esempio, fa anche Cosberg,
  • 8:51 - 8:54
    la nota impresa italiana
    nel settore dell'automazione
  • 8:54 - 8:57
    che collabora con decine
    di università e centri di ricerca,
  • 8:57 - 8:59
    in Europa ma non solo.
  • 8:59 - 9:01
    Cosberg però fa qualcosa oltre:
  • 9:01 - 9:05
    è partner di Intellimech,
    che è uno dei più grandi consorzi
  • 9:05 - 9:09
    di ricerca precompetitiva
    nel campo della meccatronica, al mondo,
  • 9:09 - 9:11
    che mette insieme, fa lavorare insieme
  • 9:11 - 9:14
    oltre 30 imprese,
    centri di ricerca e università,
  • 9:14 - 9:19
    che si scambiano continuamente
    idee, soluzioni e tecnologie
  • 9:19 - 9:23
    per accelerare e migliorare
    la capacità di innovare
  • 9:23 - 9:25
    di ciascuno dei partner
    di questo consorzio.
  • 9:25 - 9:28
    Pensate che, negli ultimi anni,
    Cosberg ha messo a punto
  • 9:28 - 9:31
    16 brevetti innovativi
    nel campo dell'automazione
  • 9:31 - 9:36
    sfruttando le competenze e gli stimoli
    che provenivano da questo consorzio.
  • 9:37 - 9:40
    Ci sono però oggi molti altri strumenti,
    anche più innovativi,
  • 9:40 - 9:43
    che le imprese hanno cominciato
    ad utilizzare solo più recentemente,
  • 9:43 - 9:44
    per fare open innovation.
  • 9:44 - 9:48
    Ad esempio, è in netta crescita
    il numero di imprese
  • 9:48 - 9:52
    che collaborano sistematicamente,
    e spesso anche investono nel capitale,
  • 9:52 - 9:55
    di start up o piccole imprese
    molto innovative.
  • 9:55 - 10:00
    Nel far questo, aiutate
    anche dal ruolo di ponte, di collegamento,
  • 10:00 - 10:03
    svolto dagli incubatori
    o dagli acceleratori di imprese
  • 10:03 - 10:04
    come ad esempio PoliHub,
  • 10:04 - 10:07
    che è l'incubatore di startup
    del Politecnico di Milano,
  • 10:07 - 10:10
    che ospita più di 130 startup innovative.
  • 10:11 - 10:13
    Ci sono poi, oggi,
    anche piattaforme online.
  • 10:13 - 10:17
    Non so se avete mai sentito parlare
    di Innocentive, o di Nine Sigma,
  • 10:17 - 10:19
    che aiutano le imprese
    che vogliono innovare
  • 10:19 - 10:23
    a entrare in contatto
    con comunità di tecnici, ingegneri,
  • 10:23 - 10:25
    docenti universitari.
  • 10:25 - 10:29
    In alcuni casi, si tratta
    di centinaia di migliaia, se non milioni,
  • 10:29 - 10:31
    di quelli che vengono chiamati solver,
  • 10:31 - 10:34
    che aiutano le imprese
    che desiderano innovare
  • 10:34 - 10:36
    a trovare soluzioni innovative
  • 10:36 - 10:40
    ai problemi tecnici più complessi
    che si trovano ad affrontare.
  • 10:41 - 10:44
    Un altro strumento che negli ultimi anni
    è sempre più utilizzato
  • 10:44 - 10:46
    sono i contest d'innovazione
    e gli hackaton.
  • 10:46 - 10:49
    Sono degli strumenti
    attraverso cui le imprese
  • 10:49 - 10:56
    possono coinvolgere fornitori, clienti,
    partner, studenti, docenti
  • 10:56 - 10:57
    nel generare nuovi concept
  • 10:57 - 11:02
    per prodotti, servizi
    che poi vanno a portare sul mercato.
  • 11:02 - 11:04
    Un esempio interessante, in questo senso,
  • 11:04 - 11:08
    è la "Global Packaging Challenge"
    lanciata nel 2019 da Amadori,
  • 11:08 - 11:11
    la nota impresa
    nel settore agroalimentare,
  • 11:11 - 11:16
    che ha coinvolto una serie di fornitori
    attuali e futuri dell'impresa stessa
  • 11:16 - 11:18
    nel mettere a punto
    delle soluzioni sostenibili
  • 11:18 - 11:21
    per i sistemi di imballaggio
    di Amadori stessa,
  • 11:21 - 11:23
    ed è stato un progetto
    di grandissimo successo.
  • 11:23 - 11:25
    Il messaggio che volevo trasmettervi
  • 11:25 - 11:30
    è che oggi ci sono tantissimi strumenti,
    tantissimi tool che si possono usare
  • 11:30 - 11:33
    per concretizzare l'idea
    dell'innovazione aperta.
  • 11:33 - 11:36
    E non sono degli strumenti
    a disposizione solo delle grandi imprese
  • 11:36 - 11:38
    e delle multinazionali.
  • 11:38 - 11:41
    Anzi, forse utilizzare
    e sfruttare questi strumenti
  • 11:41 - 11:45
    è ancora più importante,
    diventa ancora più prioritario
  • 11:45 - 11:46
    per le piccole imprese,
  • 11:46 - 11:50
    come molte di quelle che ci sono
    in Italia e nel nostro territorio.
  • 11:51 - 11:53
    Chiaramente, per far questo bisogna
  • 11:53 - 11:57
    prendere consapevolezza
    di un cambio di paradigma importante.
  • 11:57 - 11:59
    Noi abbiamo sempre creduto
  • 11:59 - 12:03
    che fosse fondamentale,
    per innovare con successo,
  • 12:03 - 12:05
    disporre di un solido know how,
  • 12:05 - 12:09
    un set di competenze
    e di tecnologie distintive
  • 12:09 - 12:10
    che l' impresa presidiava,
  • 12:10 - 12:13
    su cui investiva
    e che faceva crescere nel tempo.
  • 12:13 - 12:15
    Oggi le imprese che abbiamo visto,
  • 12:15 - 12:19
    e tutte le altre che hanno intrapreso
    una strada verso l'open innovation,
  • 12:19 - 12:22
    hanno capito che il know how
    non è più sufficiente
  • 12:22 - 12:25
    e hanno cominciato a sviluppare
    quello che io chiamo il "know-where",
  • 12:25 - 12:27
    cioè l'interconnessione
    con il mondo esterno
  • 12:27 - 12:31
    e la capacità di trovare
    velocemente e efficacemente,
  • 12:31 - 12:33
    prima dei miei competitor,
  • 12:33 - 12:36
    dove stanno le idee,
    le soluzioni e le tecnologie
  • 12:36 - 12:39
    che servono per accelerare
    e rendere più efficace
  • 12:39 - 12:41
    il mio processo di innovazione.
  • 12:41 - 12:43
    Chiaramente, per far questo
  • 12:43 - 12:46
    bisogna superare quella barriera culturale
    di cui abbiamo parlato,
  • 12:46 - 12:48
    la "sindrome del non inventato qui".
  • 12:48 - 12:51
    È fondamentale che le imprese capiscano,
  • 12:51 - 12:55
    da un lato il valore intrinseco
    delle idee e delle soluzioni
  • 12:55 - 12:58
    che provengono da fuori
    dei suoi laboratori di ricerca e sviluppo;
  • 12:58 - 13:02
    e in secondo luogo, è fondamentale
    che conoscano quegli strumenti,
  • 13:02 - 13:04
    sappiano in cosa consistono
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    e sappiano come si mettono
    concretamente in pratica.
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    Ecco, io credo che oggi
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    questa è la sfida principale
    per ogni impresa:
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    saper "mettere a terra"
    il concetto di open innovation
  • 13:14 - 13:19
    e fare evolvere la propria filosofia
    e il proprio approccio all'innovazione
  • 13:19 - 13:22
    da un modello chiuso,
    direi autoreferenziale,
  • 13:22 - 13:25
    verso questo modello
    espansivo e interconnesso
  • 13:25 - 13:27
    che abbiamo chiamato innovazione aperta.
  • 13:28 - 13:32
    (Applausi)
Title:
Briantini
Video Language:
Italian
Duration:
13:36
Nicoletta Pedrana edited Italian subtitles for Briantini
Michele Gianella edited Italian subtitles for Briantini

Italian subtitles

Incomplete

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