Come possiamo controllare la pandemia di coronavirus?

Mentre la minaccia del COVID-19 prosegue, l'esperto di malattie infettive Adam Kucharski risponde a cinque quesiti chiave sul nuovo coronavirus, fornendo una necessaria prospettiva sulla trasmissione, su come i governi hanno reagito e su cosa dovrebbe forse cambiare nel nostro comportamento sociale per porre fine alla pandemia. (Questo video è un estratto dell'intervista di 70 minuti tra Kucharski e Chris Anderson, Head of TED. Ascolta l'intervista completa su go.ted.com/adamkucharski).

[Come controllare
la pandemia di coronavirus?]

[Esperto di malattie infettive
Adam Kucharski]

[Domanda 1: cosa vuol dire
contenimento a proposito di epidemie?]

Il contenimento è l'idea secondo cui
ci si concentra a controllare

i casi e i loro contatti.

Per cui non si causa scompiglio
nella popolazione,

si presenta un caso, lo si isola,

si capisce con chi è entrato in contatto,

chi potenzialmente può
esservi stato esposto

e lo si tiene sotto controllo,

magari in quarantena, per accertarsi
che non vi sia altra trasmissione.

È un metodo molto focalizzato,

e per la SARS ha funzionato benissimo.

Ma credo che per questa infezione,

poiché alcuni casi sfuggono
o non sono rilevabili,

si debba intercettare
una larga fetta di persone a rischio.

Se alcune sfuggono alla rete,

potenzialmente, ciò conduce a un'epidemia.

[Domanda 2: Se il contenimento
non è sufficiente, cosa succede?]

Quell'eventualità

comporterebbe grossi cambiamenti
nelle interazioni sociali.

Ciò implicherebbe,

in relazione alle occasioni
che potrebbero diffondere il virus

date da contatti ravvicinati,

che ogni persona, in media,

riducesse tali interazioni

di due terzi, per tenerlo sotto controllo.

Magari grazie al lavoro da casa,

al cambiamento dello stile di vita,

evitando luoghi affollati o ristoranti.

Inoltre, misure come
la chiusura delle scuole

e altre precauzioni che tentino di ridurre

le interazioni sociali della popolazione.

[Domanda 3: A quali rischi
devono pensare le persone?]

Non è solo a chi stringi la mano,

è quale mano quella persona poi stringe.

Bisogna pensare ai passaggi
di secondo grado,

magari credi di essere a basso rischio,

di essere in un gruppo più giovane,

ma spesso sei a poca distanza

da qualcuno che sarà colpito pesantemente.

Bisogna davvero essere
socialmente responsabili

e pensare che, per quanto drammatico
sia cambiare comportamento,

bisogna farlo

per ridurre l'effetto
che avremo di fronte.

[Domanda 4: Quanto distanti
dovrebbero stare le persone?]

Difficile stabilirlo precisamente,

ma credo si debba considerare
che non ci sono molte prove

che sia un tipo di aerosol
e arrivi molto lontano,

sono distanze piuttosto brevi.

Non credo sia del tipo

che, mentre sei seduto
ad alcuni metri da qualcuno,

il virus in qualche modo arrivi a te.

Arriva tramite strette interazioni,

per questo si riscontrano
così tanti casi di trasmissione

in situazioni quali cene
e ritrovi tra amici.

Perché se ci pensate,

è lì che si può rilasciare un virus,
sulle superfici,

sulle mani, sulle facce

e proprio a tali situazioni
dobbiamo pensare di più.

[Domanda 5: Che tipo di
misure di protezione

dovrebbero prendere i paesi?]

Credo che sia quello che
si sta tentando di capire,

soprattutto cosa è efficace.

Solo nelle ultime settimane,

abbiamo iniziato a capire
che si può controllare

con questo tipo di interventi,

ma non tutti i paesi possono fare
ciò che ha fatto la Cina;

alcune di queste misure

prevedono un enorme peso sociale,
economico, psicologico

sulle popolazioni.

Inoltre, c'è il limite temporale.

In Cina le hanno osservate
per sei settimane,

ma sono dure da mantenere,

per cui bisogna valutare dei compromessi

tra tutto ciò che chiediamo
alle persone di fare

e quali avranno maggiore impatto
sulla effettiva diminuzione dei disagi.

[Visitate: Centri per la prevenzione
e il controllo delle malattie]

[Organizzazione mondiale della sanità]