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Come riavvicinarsi significativamente alle persone affette da demenza

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    Trent'anni fa
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    misi piede in una casa di riposo
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    e la mia vita cambiò per sempre.
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    Stavo facendo visita a mia nonna Alice.
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    Era una donna davvero forte,
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    aveva perso una battaglia contro un ictus
    che l'aveva privata dell'uso della parola.
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    Ad Alice erano rimasti
    solo tre modi per comunicare.
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    Emetteva questo suono "tss, tss, tss",
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    modificando il tono
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    da un empatico "no, no, no"
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    a un seducente, "sì, ci sei quasi".
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    Aveva un dito indice davvero espressivo,
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    che agitava e puntava con frustrazione.
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    E aveva enormi occhi blu chiaro
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    che apriva e chiudeva per dare più enfasi.
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    Quando erano spalancati significavano:
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    "Sì, ci sei quasi",
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    e quando li chiudeva lentamente
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    beh, non credo serva che ve lo dica.
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    Alice mi aveva insegnato
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    che tutti hanno una storia.
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    Tutti hanno una storia.
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    La sfida per chi ascolta
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    è come darle vita
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    e come ascoltarla davvero.
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    L'Alzheimer e la demenza
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    sono due parole che,
    pronunciate davanti alle persone,
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    le fanno rabbuiare.
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    Immaginate quando sono a una cena.
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    "Cosa fai nella vita?"
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    "Aiuto le persone con Alzheimer
    e demenza a esprimersi.
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    Dove stai andando?"
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    (Risata)
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    La paura e lo stigma
    sono strettamente connessi a un vissuto
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    che colpisce 47 milioni di persone
    in tutto il mondo
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    e possono convivere con questa diagnosi
    tra i 10 e i 15 anni,
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    e quel numero, 47 milioni,
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    potrebbe triplicarsi nel 2050.
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    La famiglia e gli amici possono sparire,
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    perché non sanno bene cosa fare
    in tua compagnia,
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    non sanno cosa dire
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    e, improvvisamente,
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    quando più hai bisogno di qualcuno,
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    ti ritrovi dolorosamente solo,
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    a vacillare sul significato
    e il valore della tua vita.
  • 2:28 - 2:32
    La scienza cerca nuove terapie,
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    anelando a una cura
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    ma, nel frattempo,
    ridurre lo stigma e la paura
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    potrebbe aiutare molte persone.
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    E fortunatamente, i rapporti significativi
    non richiedono una pillola.
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    Bisogna tendere la mano.
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    Ascoltare.
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    E sapersi meravigliare.
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    Questa è la mia incessante missione,
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    iniziata grazie ad Alice
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    e proseguita grazie a numerosi anziani
    nelle case di riposo, nei centri diurni
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    e grazie a coloro che restano a casa.
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    E si giunge al come.
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    Come si crea un contatto significativo?
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    Gran parte di questa risposta
    proviene da una coppia sposata da tempo
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    di Milwaukee, Wisconsin, da dove vengo,
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    Fran e Jim,
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    incontrati in un cupo giorno invernale
    nella loro piccola cucina
  • 3:32 - 3:35
    in un modesto appartamento
    sul lago Michigan.
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    Quando entrai,
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    Fran, un operatore,
    e un direttore sanitario,
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    mi accolsero calorosamente,
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    e Jim fissava dritto davanti a sé,
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    in silenzio.
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    Aveva iniziato un lento e lungo
    viaggio nella demenza
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    e ora aveva perso la parola.
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    Io ero là per un progetto di gruppo.
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    Facevamo le cosiddette
    "visite domiciliari artistiche",
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    con il semplice obiettivo
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    di invitare Jim
    a esprimersi artisticamente,
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    e nella speranza di aiutare
    Fran e gli operatori
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    a creare un legame significativo
    attraverso l'immaginazione e lo stupore.
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    Ma non sarebbe stato facile
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    perché Jim non diceva una parola da mesi.
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    Poteva rispondere,
    se invitato a esprimersi?
  • 4:25 - 4:26
    Non lo sapevo.
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    La sua famiglia, per comunicare,
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    invocava spesso un passato condiviso.
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    Diciamo cose come:
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    "Ti ricordi quella volta?"
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    Ma 9 volte su 10,
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    il percorso cerebrale
    che la risposta deve percorrere
  • 4:45 - 4:46

    è interrotto,
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    lasciandoci da soli con una persona cara,
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    confusi.
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    Ma c'è un altro modo.
  • 4:53 - 4:56
    Io le chiamo le domande bellissime.
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    Una domanda bellissima
    apre un percorso di scoperta condiviso.
  • 5:02 - 5:05
    Non c'è risposta giusta o sbagliata,
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    una domanda bellissima ci aiuta
    a scostarci dall'aspettativa di un ricordo
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    immergendoci nella libertà della fantasia,
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    con migliaia di risposte possibili
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    per le persone con difficoltà cognitive.
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    Adesso, tornando in cucina,
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    sapevo una cosa di Jim.
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    Sapevo che gli piaceva camminare
    lungo il lago Michigan,
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    e quando mi sono guardata attorno,
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    ho visto, vicino alla stufa,
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    un baule ricoperto di piccoli legnetti,
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    e ho pensato:
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    "Proverò con una domanda
    a cui potrà rispondere senza parole".
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    Così ho provato:
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    "Jim,
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    potresti mostrarmi come si muove l'acqua?"
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    È rimasto in silenzio per qualche istante,
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    ma poi lentamente ha fatto un passo
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    verso il baule
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    ha preso un pezzo di legnetto
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    l'ha tenuto dritto,
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    e lentamente,
    ha iniziato a muovere il braccio,
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    muovendo così il legnetto.
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    Nella sua mano è diventato galleggiante,
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    in sincronia con il movimento ondulatorio
    creato dalle sue braccia.
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    Così è iniziato questo lento viaggio
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    attraverso acque calme,
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    questo dolce infrangersi di onde.
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    Trasferendo il suo peso
    da sinistra a destra e ancora,
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    Jim è diventato quell'onda.
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    La sua grazia e la sua forza
    ci hanno tolto il fiato.
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    Per 20 minuti,
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    ha animato un legnetto dopo l'altro.
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    Improvvisamente, non era più disabile.
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    Non eravamo più riuniti in cucina
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    per un'emergenza sanitaria.
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    Jim era un maestro burattinaio,
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    un artista,
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    un ballerino.
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    Fran mi ha detto successivamente
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    che quel momento per lei
    è stato un punto di svolta,
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    che ha capito come interagire con lui
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    nonostante l'avanzare della demenza.
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    È stato un punto di svolta anche per me.
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    Ho imparato che questo approccio creativo
    e senza limiti
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    poteva contribuire
    al cambiamento nelle famiglie,
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    a espandere la loro conoscenza
    sulla demenza,
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    passando da una tragica soltudine
    e da una perdita
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    a un contatto significativo,
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    alla speranza
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    e all'amore.
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    Perché l'espressione creativa,
    in ogni forma,
  • 8:06 - 8:08
    è generatrice.
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    Aiuta a creare bellezza,
    significato e valore
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    dove prima non c'era niente.
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    Se possiamo infondere
    questa creatività nell'assistenza,
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    gli operatori posso invitare le persone
    a comprendere gli eventi della vita.
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    E in quel momento, l'accudire,
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    che spesso è associato alla perdita,
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    può diventare un momento creativo.
  • 8:37 - 8:41
    Ma tante strutture sanitarie
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    organizzano il bingo
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    e il gioco del palloncino.
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    Le attività sono passive
    e orientate all'intrattenimento.
  • 8:53 - 8:58
    Gli anziani si siedono,
    guardano e applaudono
  • 9:00 - 9:03
    niente di più che una distrazione
    fino al prossimo pasto.
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    I familiari cercano di tenere
    a casa i propri cari,
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    ma alle volte non hanno nulla da fare,
  • 9:10 - 9:14
    quindi sono costretti a guardare
    la televisione da soli,
  • 9:14 - 9:19
    e questo peggiora i sintomi della demenza,
    lo dicono i ricercatori,
  • 9:19 - 9:24
    ci sono delle devastanti conseguanze
    all'isolamento sociale e alla solitudine.
  • 9:25 - 9:28
    Ma se la comprensione
    degli eventi della vita fosse accessibile
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    agli anziani e ai loro familiari
    ovunque essi vivono?
  • 9:33 - 9:36
    Sono stata letteralmente
    stravolta e affascinata
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    nel trasmettere questi strumenti creativi
    a operatori e familiari,
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    guardare gli sprizzi di gioia
    e il contatto,
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    e scoprire che quel gioco creativo
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    può aiutarli a ricordare
    perché fanno ciò che fanno.
  • 9:52 - 9:54
    Far crescere questa assistenza creativa
  • 9:55 - 9:57
    può veramente portare a un cambiamento.
  • 9:58 - 10:00
    Potremmo davvero farlo?
  • 10:00 - 10:04
    Potremmo diffonderlo
    in un'intera organizzazione sanitaria
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    o nell'intero sistema sanitario?
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    Per me, il primo passo verso l'obiettivo
  • 10:12 - 10:17
    è stato quello di riunire
    un gruppo di artisti, anziani e operatori
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    in una casa di cura a Milwaukee.
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    Insieme, in due anni,
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    abbaimo realizzato
    la rivisitazione dell'Odissea di Omero.
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    Abbiamo affrontato temi.
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    Abbiamo scritto poesie.
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    Insieme, abbiamo creato
    un'onda lunga un miglio.
  • 10:40 - 10:43
    Abbiamo coreografato dei balli originali.
  • 10:43 - 10:47
    Abbiamo anche esplorato
    e conosciuto il greco antico
  • 10:47 - 10:50
    con l'aiuto di uno studioso
    di lettere classiche.
  • 10:51 - 10:55
    Abbiamo inserito centinaia di seminari
    creativi nel calendario delle attività
  • 10:56 - 10:59
    e abbiamo invitato le famiglie
    a unirsi a noi.
  • 10:59 - 11:04
    Gli operatori e lo staff
    di ogni area sanitaria
  • 11:04 - 11:07
    hanno collaborato alla programmazione
    per la prima volta.
  • 11:09 - 11:10
    Il momento culmine
  • 11:11 - 11:15
    era uno spettacolo originale
    e prodotto professionalmente
  • 11:15 - 11:20
    che affiancava
    attori professionisti agli anziani
  • 11:20 - 11:21
    e agli operatori.
  • 11:22 - 11:24
    Inoltre abbiamo invitato
    un pubblico pagante
  • 11:24 - 11:26
    che ci ha seguito scena dopo scena,
  • 11:26 - 11:28
    una nella casa di cura,
  • 11:28 - 11:31
    poi nella sala da pranzo
  • 11:31 - 11:33
    e infine nella chiesa,
  • 11:34 - 11:35
    per la scena finale,
  • 11:36 - 11:39
    dove un coro di anziani,
    recitando Penelope,
  • 11:40 - 11:45
    dava il benvenuto a casa
    a Ulisse e agli spettatori.
  • 11:47 - 11:50
    Insieme, abbiamo avuto il coraggio
    di fare cose bellissime,
  • 11:51 - 11:53
    invitando gli anziani, alcuni con demenza,
  • 11:54 - 11:55
    alcuni malati terminali,
  • 11:56 - 11:58
    a interpretare
    gli eventi della vita nel tempo,
  • 11:59 - 12:01
    per imparare e crescere come artisti.
  • 12:02 - 12:05
    Tutto ciò in un luogo
    in cui ogni giorno muoiono persone.
  • 12:07 - 12:09
    Mi trovo ora in un luogo
  • 12:10 - 12:13
    in cui devo affrontare la sfida
  • 12:13 - 12:17
    di avvicinare una persona con demenza
    colmando quel vuoto,
  • 12:18 - 12:19
    in un modo più personale.
  • 12:20 - 12:23
    A una cena di famiglia durante le vacanze
  • 12:23 - 12:26
    mia madre, che era seduta vicino a me,
  • 12:26 - 12:29
    si è girata verso di me e ha chiesto:
    "Dov'è Annie?".
  • 12:31 - 12:37
    Alla mia simpatica,
    bellissima ed esuberante madre
  • 12:37 - 12:39
    è stato diagnosticato l'Alzheimer.
  • 12:40 - 12:44
    Mi sono così trovata in quella sitazione
    di cui tutti hanno paura.
  • 12:44 - 12:45
    Non mi riconosceva.
  • 12:47 - 12:48
    E dovevo sbrigarmi a capire
  • 12:48 - 12:51
    se potevo mettere in pratica
    quello che stavo insegnando
  • 12:51 - 12:53
    a migliaia di persone,
  • 12:53 - 12:55
    e cioè creare un contatto,
    colmando quel vuoto.
  • 12:56 - 12:58
    "Intendi Ellen?" le ho risposto,
  • 12:59 - 13:03
    perché la sedia di mia sorella,
    davanti a noi, era vuota.
  • 13:04 - 13:05
    "È appena andata in bagno".
  • 13:06 - 13:08
    Mia madre mi ha guardato
  • 13:10 - 13:13
    e qualcosa dentro ha iniziato a brillare,
  • 13:14 - 13:17
    si è allungata sorridendomi,
    mi ha toccato la spalla
  • 13:18 - 13:20
    e mi ha detto: "Tu sei proprio qui".
  • 13:21 - 13:23
    E io le ho risposto: "Sì...
  • 13:24 - 13:26
    sono proprio qui".
  • 13:28 - 13:32
    So che questo momento si ripeterà ancora,
  • 13:32 - 13:34
    non solo per me e mia madre
  • 13:35 - 13:38
    ma per 47 milioni di persone nel mondo
  • 13:39 - 13:42
    e per altre centinaia di milioni
    che le amano.
  • 13:42 - 13:45
    Come possiamo rispondere a questa sfida
  • 13:45 - 13:48
    che coinvolgerà la vita di ogni famiglia?
  • 13:48 - 13:52
    Come può il nostro sistema sanitario
    rispondere a questa sfida?
  • 13:53 - 13:56
    Spero lo faccia
    attraverso una domanda bellissima,
  • 13:57 - 14:00
    che ci inviti
    a ritrovare un punto di contatto
  • 14:02 - 14:03
    e a riunirci.
  • 14:04 - 14:06
    Spero che la vostra risposta
  • 14:06 - 14:08
    sia di dare valore
    all’assistenza sanitaria,
  • 14:09 - 14:11
    e che questa possa diventare creativa
  • 14:11 - 14:12
    e bellissima.
  • 14:14 - 14:18
    E che l'assistenza possa farci conoscere
    la parte più profonda dell’umanità,
  • 14:19 - 14:21
    il nostro desiderio di ricollegarci
  • 14:22 - 14:24
    e capire gli eventi della vita insieme
  • 14:26 - 14:27
    fino alla fine.
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    Grazie.
Title:
Come riavvicinarsi significativamente alle persone affette da demenza
Speaker:
Anne Basting
Description:

Incorporando l'arte e la creatività nella cura degli anziani, la gerontologa Anne Basting aiuta le famiglie a riavvicinarsi ai loro cari affetti da demenza.
In questo discorso toccante, lei condivide come formulare delle "domande bellissime”, domande che non hanno una risposta giusta o sbagliata, facendo spazio a un percorso di scoperta, immaginazione e meraviglia. "Se possiamo diffondere la creatività nel sistema sanitario, gli operatori possono invitare dei partner nell'interpretazione degli eventi della vita”, dice Basting. "In quel momento, l’assistenza alla persona, che spesso è associata alla perdita, può diventare un momento generativo”.

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDTalks
Duration:
14:38

Italian subtitles

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