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Possiamo chiamarla "mappa del mondo" se esclude un miliardo di persone?

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    Quando l'uragano Maria
    si abbatté su Porto Rico nel 2017,
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    fu per noi un disastro
    trasmesso sui nostri schermi.
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    Gli sfollati erano almeno 160.000,
  • 0:10 - 0:12
    e morirono circa 3.000 persone.
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    L'elettricità mancò su tutta l'isola,
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    e per 11 mesi alcuni quartieri
    rimasero senza corrente.
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    Molti di noi, spettatori,
    non sapevano come dare loro aiuto.
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    Alcuni fecero donazioni
    alle ONG internazionali.
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    Altri si rivolsero
    ai loro funzionari eletti.
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    Ma come per molte altre crisi,
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    molti di noi si arresero
    sentendosi impotenti.
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    Alla Humanitarian OpenStreetMap Team,
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    anche chiamata HOT,
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    abbiamo fatto una cosa diversa.
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    Abbiamo mobilitato 6.000 volontari
    in tutto il mondo
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    che hanno creato delle mappe inserendo
    ogni casa, ogni via di Porto Rico.
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    Qui potete vedere prendere forma
    le mappe fatte dai volontari.
  • 0:45 - 0:49
    I soccorritori le hanno usate per valutare
    le condizioni di edifici e strade
  • 0:49 - 0:53
    e per fornire fondi di emergenza,
    punti WiFi e per ricaricare il telefono
  • 0:53 - 0:55
    alla gente con le abitazioni danneggiate.
  • 0:55 - 0:56
    Tutte le crisi,
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    compresa la pandemia di COVID-19
    che stiamo attraversando ora,
  • 1:00 - 1:01
    hanno caratteristiche devastanti.
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    Ma molte di loro hanno una cosa in comune:
  • 1:05 - 1:08
    spesso, le persone più colpite
    non sono sulle mappe, in senso letterale.
  • 1:09 - 1:13
    Attualmente, oltre un miliardo di persone
    vivono in luoghi che non sono sulle mappe.
  • 1:13 - 1:15
    Cercando questi luoghi online,
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    vedrete solo un punto vuoto.
  • 1:17 - 1:20
    E quel vuoto non è solo
    un'enorme mancanza di rispetto
  • 1:20 - 1:22
    nei confronti di altri esseri umani,
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    ma è un'ingiustizia,
  • 1:24 - 1:28
    che provoca sofferenze umane
    davvero dirette, concrete ed evitabili.
  • 1:28 - 1:32
    Quindi, cosa comporta non essere
    sulle mappe digitali?
  • 1:32 - 1:35
    Vivo in Perù e, pochi mesi fa,
    degli operatori sanitari di comunità
  • 1:35 - 1:37
    ci hanno chiesto aiuto con le mappe.
  • 1:37 - 1:39
    Ovviamente, erano in un luogo senza mappe,
  • 1:39 - 1:42
    e, per arrivarci, un sindaco del posto
    ci disegnò il percorso.
  • 1:42 - 1:43
    Ecco il disegno.
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    Fu difficile da seguire. (Ride)
  • 1:46 - 1:48
    Non sapevamo bene
    cosa fossero queste linee.
  • 1:48 - 1:51
    Scrisse anche dei numeri,
    garantendoci che fossero tempi di viaggio,
  • 1:51 - 1:52
    ma, percorrendo il tragitto,
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    quei tempi erano diversi
    da quelli effettivi.
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    Ma qui non si tratta
    del fatto di perdermi,
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    o di prendere in giro qualcuno
    per come disegna.
  • 1:59 - 2:02
    Pensate a quanto sia difficile
    gestire una squadra
  • 2:02 - 2:03
    che deve lavorare in quel luogo
  • 2:03 - 2:06
    senza una mappa
    che le indichi dove andare.
  • 2:06 - 2:08
    E arrivati nel villaggio giusto
  • 2:08 - 2:10
    come possono raccogliere dati
    e associarli a quel luogo?
  • 2:10 - 2:14
    Gli operatori sanitari di comunità
    sanno dei grandi bisogni della zona,
  • 2:14 - 2:17
    specialmente anemia
    e denutrizione tra i bambini.
  • 2:17 - 2:18
    Ma non sanno dove sono i bambini,
  • 2:18 - 2:21
    o quale sia la causa del problema.
  • 2:21 - 2:24
    Vogliono poter localizzare
    le case dei bambini sotto i cinque anni,
  • 2:24 - 2:26
    ma come possono farlo senza una mappa?
  • 2:26 - 2:29
    Dopo una breve preparazione
    uscimmo per creare una mappa,
  • 2:29 - 2:32
    ed ecco cosa riprodussero
    gli operatori sanitari di comunità.
  • 2:32 - 2:34
    La mappa ha tutto il necessario
    per orientarsi,
  • 2:34 - 2:35
    come i fiumi e i ponti,
  • 2:35 - 2:39
    ma anche i punti di riferimento locali:
    la scuola, il campo da calcio, la piazza.
  • 2:39 - 2:40
    E sono lieta di dire
  • 2:40 - 2:43
    che alcune settimane fa
    ci hanno chiamato quegli operatori,
  • 2:43 - 2:47
    e stanno usando questa mappa
    per intervenire in risposta al COVID-19.
  • 2:48 - 2:49
    Potreste pensare:
  • 2:49 - 2:52
    perché questi luoghi
    non sono sulle mappe commerciali?
  • 2:52 - 2:55
    In breve, mettere sulle mappe
    i luoghi più vulnerabili al mondo
  • 2:55 - 2:57
    non è stata una priorità
    per le società di profitto,
  • 2:57 - 3:01
    i cui modelli commerciali di solito
    contano su pubblicità e dati di vendita.
  • 3:02 - 3:04
    Così, le comunità più povere sono escluse
  • 3:04 - 3:06
    e le singole organizzazioni umanitarie
    creano mappe
  • 3:06 - 3:08
    per le piccole aree in cui lavorano
  • 3:08 - 3:13
    in sistemi offline che diventano obsoleti
    rapidamente, alla fine di un progetto.
  • 3:13 - 3:18
    Questo provoca una mancanza di dati
    facilmente condivisibili e aggiornabili.
  • 3:18 - 3:20
    Ma abbiamo una soluzione.
  • 3:20 - 3:22
    Creiamo le mappe con OpenStreetMap,
  • 3:22 - 3:24
    fondato nel 2006,
  • 3:24 - 3:28
    ed è gratuito, open-source,
    così chiunque può creare mappe nel mondo.
  • 3:28 - 3:31
    Chiunque può leggere
    o modificare un articolo su Wikipedia,
  • 3:31 - 3:33
    e lo stesso vale
    per le mappe in OpenStreetMap,
  • 3:33 - 3:35
    e il risultato è un bene pubblico,
  • 3:35 - 3:37
    una mappa gratis e accessibile a tutti,
  • 3:37 - 3:39
    una mappa per tutti noi.
  • 3:39 - 3:41
    Il programma prevede due fasi.
  • 3:42 - 3:44
    Sulla mappa potrebbero mancare
    edifici e strade,
  • 3:44 - 3:47
    ma si distinguono chiaramente
    dalle immagini satellitari.
  • 3:47 - 3:50
    Volontari di tutto il mondo
    trasformano immagini satellitari in mappe
  • 3:50 - 3:53
    disegnando sulle immagini
    gli edifici e le strade.
  • 3:53 - 3:55
    La chiamiamo "mappa di base".
  • 3:55 - 3:57
    In media, ogni volta
    che un volontario accede,
  • 3:57 - 4:00
    crea una mappa di un'area
    inferiore a 10 km quadri,
  • 4:00 - 4:02
    ma sommando tutti questi contributi,
  • 4:02 - 4:05
    bastano solo un paio di giorni
    per creare mappe di intere città.
  • 4:06 - 4:08
    E poi, si possono creare mappe locali.
  • 4:08 - 4:11
    Chi vive e lavora in zone
    dove stiamo creando mappe,
  • 4:11 - 4:13
    accede alla mappa di base e la colora,
  • 4:13 - 4:17
    indicando, per esempio,
    se un edificio è una scuola o un ospedale.
  • 4:17 - 4:20
    Queste persone aggiungono informazioni
    non visibili dal satellite.
  • 4:20 - 4:22
    C'è chi vuole e sa creare mappe
  • 4:22 - 4:24
    anche nei luoghi
    più in difficoltà al mondo,
  • 4:24 - 4:26
    e abbiamo ottimizzato gli strumenti
  • 4:26 - 4:29
    affinché funzionino su smartphone
    del valore di soli 30 dollari.
  • 4:29 - 4:31
    E poi, gli strumenti funzionano offline,
  • 4:31 - 4:34
    così, può contribuire anche chi
    non può accedere a internet regolarmente,
  • 4:34 - 4:37
    e può aggiungere elementi
    durante la vita di tutti i giorni,
  • 4:37 - 4:41
    e poi caricarli quando si collega
    alla rete o a un Wifi.
  • 4:41 - 4:45
    In 10 anni, abbiamo visto partecipare
    persone di ogni estrazione sociale.
  • 4:45 - 4:47
    Gli sfollati hanno indicato
    le zone senza acqua,
  • 4:47 - 4:51
    le donne delle zone rurali hanno aggiunto
    i toponimi in lingue indigene.
  • 4:51 - 4:54
    Ed è così che le persone diventano
    artefici attivi del cambiamento
  • 4:54 - 4:55
    nelle loro comunità.
  • 4:55 - 5:00
    Dal 2010, HOT ha coinvolto
    più di 200.000 volontari,
  • 5:00 - 5:03
    creando mappe di un'area
    in cui vivono oltre 150 milioni di persone
  • 5:03 - 5:04
    con OpenStreetMap.
  • 5:04 - 5:07
    Hanno usato quelle mappe
    per operazioni di ricerca e soccorso,
  • 5:07 - 5:10
    liberando centinaia di persone
    sotto a edifici crollati
  • 5:10 - 5:12
    dopo il terremoto di Haiti del 2010.
  • 5:12 - 5:15
    Le hanno usate per fornire
    vaccini antipoliomielite a bambini
  • 5:15 - 5:16
    in tutta la Nigeria rurale.
  • 5:16 - 5:19
    Sulla mappa ci sono gli accampamenti,
    i percorsi e le nuove case
  • 5:19 - 5:24
    di oltre otto milioni di profughi in fuga
    da Sudan del Sud, Siria e Venezuela.
  • 5:24 - 5:27
    Lavoriamo con le maggiori
    organizzazioni umanitarie del mondo,
  • 5:27 - 5:29
    per assicurarci che le mappe siano utili:
  • 5:29 - 5:33
    la Croce rossa, Medici senza Frontiere,
    UNICEF, per citarne alcune.
  • 5:33 - 5:35
    Al momento, abbiamo
    .una lista di oltre 2000 luoghi
  • 5:35 - 5:37
    di cui creare delle mappe.
  • 5:37 - 5:39
    Questa è la storia fino a oggi.
  • 5:39 - 5:41
    Ma non sarebbe fantastico,
  • 5:41 - 5:43
    se questi posti fossero sulla mappa
    prima di una crisi?
  • 5:43 - 5:45
    Ora siamo pronti per un salto di qualità.
  • 5:46 - 5:47
    Negli ultimi anni,
  • 5:47 - 5:51
    abbiamo ottenuto l'accesso
    a immagini satellitari sempre aggiornate.
  • 5:51 - 5:53
    L'apprendimento automatico e l'IA
    aiutano le persone
  • 5:53 - 5:55
    a creare mappe con più efficienza.
  • 5:55 - 5:58
    E, in tutto il mondo,
    sempre più persone vogliono e sanno
  • 5:58 - 6:00
    come creare mappe delle loro comunità.
  • 6:00 - 6:02
    Nei prossimi cinque anni,
  • 6:02 - 6:05
    coinvolgeremo un milione di volontari
    per mettere sulle mappe un'area,
  • 6:05 - 6:08
    in cui vivono un miliardo di persone,
    le più vulnerabili,
  • 6:08 - 6:10
    in 94 Paesi.
  • 6:10 - 6:11
    Per riuscirci,
  • 6:11 - 6:13
    dobbiamo fare tre cose.
  • 6:14 - 6:17
    Numero uno: nella nostra comunità
    devono esserci un milione di volontari,
  • 6:17 - 6:21
    che costruiranno un mondo
    in cui tutti, ovunque, sono rappresentati.
  • 6:21 - 6:23
    Istituiremo una rete di centri regionali
  • 6:23 - 6:25
    per sostenere e preparare i volontari
  • 6:25 - 6:28
    a creare le mappe
    delle zone vulnerabili dei loro Paesi.
  • 6:28 - 6:31
    Numero due: dobbiamo investire
    nella tecnologia.
  • 6:31 - 6:33
    Ora, si possono aggiungere
  • 6:33 - 6:36
    edifici o punti di riferimento locali
    alla mappa in pochi secondi.
  • 6:36 - 6:37
    Ma imparare a creare mappe
  • 6:37 - 6:40
    e a farlo senza difficoltà,
    rapidamente sul cellulare
  • 6:40 - 6:41
    può essere un problema.
  • 6:41 - 6:43
    Dobbiamo investire nella tecnologia,
  • 6:43 - 6:47
    affinché tutti, usando il cellulare,
    possano modificare la mappa.
  • 6:47 - 6:50
    Numero tre: dobbiamo sensibilizzare.
  • 6:50 - 6:52
    I progetti umanitari nel mondo
    devono sapere
  • 6:52 - 6:55
    che queste mappe sono gratuite
    e pronte per essere usate
  • 6:55 - 6:59
    e che possono richiedere delle mappe
    per le aree in cui lavorano.
  • 6:59 - 7:02
    Per me, questa è una delle cose
    più belle di questo progetto.
  • 7:02 - 7:05
    Non si tratta di HOT,
    o di una qualsiasi singola organizzazione,
  • 7:05 - 7:06
    ma si tratta di creare un terreno
  • 7:06 - 7:10
    sul quale cresceranno rigogliosamente
    moltissime organizzazioni.
  • 7:10 - 7:11
    Qualsiasi cosa facciamo,
  • 7:11 - 7:14
    i disastri e le crisi
    continueranno a esserci,
  • 7:14 - 7:17
    e gli aiuti umanitari
    interverranno ancora.
  • 7:17 - 7:19
    I programmi di sviluppo continueranno,
  • 7:19 - 7:22
    ma senza mappe non avranno
    informazioni cruciali,
  • 7:22 - 7:25
    su cosa aspettarsi in quella comunità
    prima di arrivarci.
  • 7:25 - 7:27
    Con delle mappe open-source,
    gratuite e aggiornate,
  • 7:27 - 7:31
    quei programmi saranno molto più incisivi
    che senza mappe,
  • 7:31 - 7:34
    e faranno davvero la differenza
    in termini di vite salvate o migliorate.
  • 7:35 - 7:38
    Ma... è molto più di questo.
  • 7:39 - 7:44
    È il 2020, e un miliardo di persone
    al mondo sono invisibili.
  • 7:44 - 7:46
    È sbagliato.
  • 7:46 - 7:49
    Con questo strumento,
    ogni cittadino del mondo
  • 7:49 - 7:51
    può essere conosciuto
    e diventare visibile,
  • 7:51 - 7:53
    ed essere messo letteralmente
    su una mappa.
  • 7:53 - 7:56
    I miei coetanei si lamentano
    di essere troppo collegati,
  • 7:56 - 7:57
    ma come è possibile
  • 7:57 - 8:00
    che oltre un miliardo di persone
    restino invisibili?
  • 8:00 - 8:03
    Per fortuna, è un problema
    che anche i più pigri tra noi
  • 8:03 - 8:04
    possono aiutare a risolvere.
  • 8:04 - 8:06
    Se sapete scorrere il dito
    a destra o sinistra,
  • 8:06 - 8:08
    potete aiutare.
  • 8:08 - 8:09
    Fate una mappa stamani
  • 8:09 - 8:12
    e oggi pomeriggio influenzate decisioni
    che cambiano la vita.
  • 8:12 - 8:17
    Operatori sanitari e aiuti umanitari
    in prima linea ti stanno aspettando.
  • 8:17 - 8:18
    Grazie.
Title:
Possiamo chiamarla "mappa del mondo" se esclude un miliardo di persone?
Speaker:
Rebecca Firth
Description:

Vuoi dare il tuo contributo per creare mappe di tutto il mondo? Rebecca Firth, impegnata nella costruzione di comunità, spiega in che modo la Humanitarian OpenStreetMap Team (HOT) stia usando un software open-source alimentato dal contributo di volontari per inserire un miliardo di persone sulle mappe digitali nei prossimi cinque anni. Questo progetto ambizioso fa parte dell'Audacious Project, l'iniziativa di TED per ispirare dei cambiamenti globali e finanziarli.

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDTalks
Duration:
08:35

Italian subtitles

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