Come imparare qualsiasi lingua in sei mesi | Chris Lonsdale | TEDxLingnanUniversity

Chris Lonsdale è il Direttore Generale della Chris Lonsdale & Associates, una compagnia fondata per catalizzare prestazioni eccezionali rivolta a singoli individui e team di dirigenti. Ha inoltre sviluppato un approccio unico e integrato all'apprendimento, che fornisce alle persone gli strumenti per imparare una lingua o competenze tecniche complesse in breve tempo.

Questo intervento è stato presentato a un evento TEDx che utilizza il format della conferenza TED, ma è stato organizzato in maniera indipendente da una comunità locale. Per maggiori informazioni, visita il sito https://www.ted.com/tedx

Voi, in fondo, mi sentite bene?

Ok, bene.

Vi siete mai chiesti qualcosa così a lungo

da far diventare quella domanda

parte del vostro modo di pensare?

O anche parte di voi, come persone?

Io mi sono chiesto
una cosa per moltissimi anni:

"Come si può velocizzare l'apprendimento?"

È una domanda interessante

perché velocizzando l'apprendimento,

si può passare meno tempo a scuola.

E apprendendo in fretta,

probabilmente non si ha
neanche il bisogno di andarci.

Quando ero piccolo,
la scuola era ok, ma...

sentivo spesso che la scuola stessa
intralciava l'apprendimento,

quindi ho iniziato a chiedermi:
"Come si fa a imparare più in fretta?".

Quando ho iniziato ero molto giovane,

avevo 11 anni,

scrissi a dei ricercatori sovietici,
per avere informazioni sull'ipnopedia,

l'apprendimento nel sonno.

Si mette un registratore accanto al letto,

lo si fa andare durante la notte,

mentre si dorme,

e si dovrebbe apprendere
quello che si sente.

Un'idea carina, ma purtroppo non funziona.

Tuttavia, l'ipnopedia ha stimolato
la ricerca in altri campi

e si sono fatte delle scoperte incredibili
sui meccanismi dell'apprendimento,

partendo da quella domanda.

Da quel momento,
mi sono appassionato alla psicologia

e mi sono occupato di psicologia
in molti modi diversi

per tutta la vita, fino ad ora.

Nel 1981, andai in Cina

e decisi che in due anni avrei imparato
il cinese a livello madrelingua.

Dovete capire che, nel 1981,
tutti pensavano che il cinese

fosse molto difficile,

che un occidentale avrebbe potuto
studiare per dieci anni o più

senza mai padroneggiarlo perfettamente.

Io invece iniziai con un'idea diversa:

raccogliere tutti i risultati
delle ricerche svolte in campo psicologico

e applicarli al processo di apprendimento.

La cosa interessante è che in sei mesi
parlavo già bene il cinese mandarino

e mi ci volle solo un altro po'
per arrivare al livello madrelingua.

Ma mi guardavo intorno
e vedevo gente di ogni nazionalità

sudare per imparare il cinese,

e cinesi che facevano fatica
a imparare l'inglese e altre lingue,

quindi iniziai a chiedermi:

"Come si può aiutare un adulto

a imparare una lingua
in modo veloce, facile ed efficace?".

Questa domanda è molto importante
nel mondo d'oggi.

Affrontiamo sfide enormi, con l'ambiente,

con il disadattamento sociale,

con le guerre e tutto quello
che succede nel mondo,

e se non riusciamo a comunicare,

avremo enormi difficoltà
a risolvere questi problemi.

Quindi dobbiamo saper parlare
le lingue degli altri,

questo è veramente importante.

Il problema è: come si fa?

In realtà è molto semplice.

Basta cercare quelli che lo fanno già,

trovare situazioni
in cui la cosa funziona già,

identificare i principi base

e applicarli.

Si chiama "modeling"

e io studio questo "apprendimento
per imitazione" della lingua

da circa 15-20 anni.

Sono giunto alla conclusione

che qualsiasi adulto può imparare
una seconda lingua in sei mesi.

Quando dico così, la gente dice:
"Questo è pazzo! Non è possibile".

Perciò lasciate che vi ricordi
che la storia del progresso umano

non è altro che un continuo
superamento dei nostri limiti.

Nel 1950, nessuno riteneva possibile
correre un miglio in 4 minuti.

Poi Roger Bannister ci riuscì nel 1956,

e da lì in poi quel tempo
continuò a migliorare.

Cent'anni fa, nessuno credeva
che gli oggetti pesanti potessero volare.

Ma oggi è possibile, si sa.

E come è possibile?

Mettiamo insieme i componenti
usando i princìpi che abbiamo imparato

osservando la natura,
in questo caso gli uccelli.

E oggi ci siamo spinti anche più in là,

così in là che si può far volare un'auto.

Una di queste costa sui 200.000 dollari.

Oggi abbiamo le macchine volanti.

E c'è anche un altro modo di volare,
l'abbiamo imparato dagli scoiattoli.

Basta osservare cosa fa
uno scoiattolo volante,

costruire una tuta alare
e si può volare come uno scoiattolo.

Non tutti, ma in moltissimi

credono di non saper disegnare.

Tuttavia, esistono
cinque princìpi fondamentali

che, se applicati, permettono
di imparare a disegnare in cinque giorni.

Se uno disegna così,
studia questi princìpi per cinque giorni,

li applica

e dopo cinque giorni disegna così.

So che è vero

perché questo era il mio primo disegno

e dopo aver applicato
questi principi per cinque giorni,

ecco cosa sono riuscito a fare.

Guardandolo mi sono detto:

"Wow! Allora è così che sono
quando mi concentro così tanto

da farmi esplodere il cervello".

Tutti possono imparare
a disegnare in cinque giorni,

e allo stesso modo,
seguendo la stessa logica,

tutti possono imparare
una seconda lingua in sei mesi.

Come?

Tramite cinque princìpi e sette azioni.

Magari ce ne sono altri,
ma questi sono quelli fondamentali.

Prima di addentrarci,
vorrei parlarvi di due miti,

che vorrei sfatare.

Il primo è che serve il "talento".

Fatemi raccontare di Zoe.

Zoe, dall'Australia, era andata in Olanda
e cercava di imparare l'olandese.

Si sforzava tantissimo, oltremisura,

ma alla fine la gente le diceva:
"Non ce la puoi fare",

"Non hai talento",
"Lascia stare", "Stai perdendo tempo";

era davvero depressa.

Poi scoprì questi cinque princìpi,

si trasferì in Brasile, li applicò

e dopo sei mesi parlava
correttamente il portoghese.

Quindi il "talento" non è fondamentale.

Si pensa anche che immergersi
in un nuovo paese sia il modo giusto

per imparare la lingua.

Ma pensiamo a Hong Kong,
a tutti gli occidentali

che sono qui da dieci anni
e non parlano una parola di cinese.

E a tutti i cinesi che vivono in America,
Gran Bretagna, Australia, Canada,

sono lì da 10, 20 anni
e non sanno una parola d’inglese.

L'immersione da sola non funziona.

Perché? Perché non si impara
a nuotare se si sta affogando.

Quando non conoscete una lingua,
siete come un bambino.

E se vi immergete in un contesto

in cui semplicemente gli adulti
conversano intorno a voi, non la imparate.

Quindi, quali sono i cinque princìpi
a cui si deve prestare attenzione?

Primo: quattro parole,

attenzione, significato,
importanza e memoria,

che sono collegate
fra loro in maniera rilevante.

Soprattutto nell'ambito
dell'apprendimento.

Seguitemi in una passeggiata in un bosco.

Camminando per il bosco,

trovate su un albero
dei segni come questi.

Magari li notate, magari no.

Fate altri 50 metri e vedete questo...

dovreste preservi attenzione.

Ancora 50 metri e,
se non siete stati attenti, vedrete lui.

A questo punto, siete molto attenti.

Avete imparato che 'questo' è importante,

perché significa 'questo'.

Tutte le informazioni
legate alla vostra sopravvivenza

riceveranno attenzione da parte vostra,

quindi ve ne ricorderete.

Se sono legate a obiettivi personali,

vi presterete attenzione.

Sono informazioni importanti,
ve le ricorderete.

Quindi, la prima regola
per imparare una lingua è:

concentratevi sui contenuti
per voi più importanti.

Questo ci porta a parlare degli strumenti.

Usandoli, capiamo come funzionano
e impariamo a utilizzarli più in fretta

quando servono al nostro scopo.

Vi racconto una storia.

La tastiera è uno strumento.

Esiste un metodo per digitare
in caratteri cinesi; è uno strumento.

Anni fa avevo una collega,

frequentava una scuola serale;

il martedì e il giovedì,
due ore di lezione, esercizi a casa,

e dopo nove mesi non aveva ancora
imparato a digitare in cinese.

Una sera ci capitò un’emergenza.

Avevamo 48 ore
per consegnare un manuale in cinese.

Lei ottenne l'incarico e, ve lo assicuro,

in 48 ore imparò a digitare in cinese,

perché era importante,
aveva un motivo, era essenziale,

stava usando uno strumento
per creare valore.

Quindi il secondo principio per imparare
una lingua è: usate la nuova lingua

come uno strumento
per comunicare fin dall'inizio.

Come fanno i bambini.

Quando andai in Cina la prima volta,
non parlavo una parola di cinese.

La seconda settimana,
presi un treno di notte.

Rimasi per otto ore nel vagone ristorante

a parlare con un controllore

che si era interessato a me
per motivi a me sconosciuti,

e chiacchierammo in cinese tutta la notte.

Lui disegnava e faceva gesti con le mani,

usava le espressioni
del viso e, un po' alla volta,

capivo sempre di più.

Ma la cosa fantastica
è che due settimane dopo,

sentendo parlare cinese attorno a me,

capivo qualcosa

e non avevo neanche
fatto fatica a impararlo.

Cos'era successo? L'avevo assimilato
durante quella notte sul treno.

Il che ci porta al terzo principio:

una volta capito il messaggio,

acquisirete la lingua inconsapevolmente.

E questo è ampiamente dimostrato,

si chiama "input comprensibile".

Sono state effettuate ricerche
in merito per 20-30 anni.

Stephen Krashen, un maestro nel settore,

ha pubblicato tutta una serie di studi,

e questo schema è tratto da uno di quelli.

Le barre viola indicano i risultati
di diversi test linguistici.

Quelle viola sono le persone
che hanno studiato la grammatica

e seguito una formazione standard,

quelle verdi hanno imparato
tramite input comprensibile.

Perciò la comprensione
funziona, è la chiave.

E imparare una lingua
non significa accumulare nozioni.

Ha più a che fare
con l'allenamento fisiologico.

Una mia conoscente di Taiwan
era bravissima in inglese a scuola.

Otteneva sempre il massimo dei voti,

anche al college.

Poi andò negli USA

e scoprì di non riuscire
a capire quello che le dicevano.

Iniziarono a chiederle: "Sei sorda?"

Lo era; era sorda all'inglese.

Perché il nostro cervello filtra i suoni,
accettando quelli conosciuti,

e bloccando quelli
delle lingue che non conosciamo.

Se non potete sentirle, non le capirete.

Se non potete capirle, non le imparerete.

Quindi dovete essere
in grado di percepire quei suoni.

Ci sono dei modi per farlo,
ma è questione di allenamento fisiologico.

Parlare richiede l'uso dei muscoli.

Avete 43 muscoli nel viso.

Dovete coordinarli
in modo da creare dei suoni

che gli altri possano capire.

Quando fate uno sport nuovo
per un paio di giorni,

avete presente come si sente
il vostro corpo? Male, vero?

Se vi fa male il viso,
state lavorando nel modo giusto.

L'ultimo principio
è la condizione psico-fisiologica.

Se siete tristi, arrabbiati, preoccupati,
non imparerete mai; non se ne esce.

Se siete felici, rilassati,
in uno stato mentale Alpha, curiosi,

imparerete molto in fretta.

E soprattutto dovete tollerare il dubbio.

Se siete il tipo di persona
che vuole capire tutto al 100%,

tutte le parole che sente, impazzirete,

sarete sempre frustrati,
perché non siete perfetti.

Se accettate di capire
qualcosa sì e qualcosa no,

prestando giusto attenzione
a quello che riuscite a capire,

vi sentirete meglio, rilassati,
e imparerete in fretta.

Basandoci su questi cinque princìpi,
quali sono le sette azioni da compiere?

Primo: ascoltare molto.

Io lo chiamo "inzuppa-cervello".

Inseritevi in un ambiente

dove potete sentire parlare la lingua,

non importa se la capite o no.

Ne sentirete il ritmo,
gli schemi che si ripetono,

gli elementi che saltano all'orecchio.

(Cinese) Pào nǎozi.

[Immergere il cervello]

Quindi, immergetevi il cervello.

La seconda azione è comprendere
innanzitutto il significato,

ancora prima di capire le parole.

Mi direte: "Ma come faccio?
Non conosco le parole!"

Però capite cosa significano
queste diverse posture.

L'uomo usa moltissimo
il linguaggio del corpo per comunicare.

Dal linguaggio corporeo
potete capire gran parte del messaggio,

perciò comprendete, imparate
tramite input che riuscite a decifrare.

Potete anche usare schemi
che conoscete già.

Se parlate il cinese mandarino
e il cantonese e andate in Vietnam,

capirete il 60% di quello che si dice
nelle conversazioni quotidiane,

perché il vietnamita

è circa per un 30% mandarino,
per un 30% cantonese.

Terza azione: mischiate.

Forse non ci avete mai pensato,

ma se conoscete dieci verbi,
dieci nomi e dieci aggettivi,

potete dire 1000 cose diverse.

La lingua è un processo creativo.

Cosa dicono i bambini?

"Io - adesso - bagnetto".

Comunicano così.

Quindi mescolate i termini che sapete,
siate creativi, divertitevi,

non deve essere perfetto,
basta che funzioni.

In questo modo,
vi state concentrando sui punti focali.

Cosa vuol dire?

Una lingua ha un'alta
densità di contenuto.

In inglese, 1000 parole coprono

l'85% di tutto quello che si può dire
nella comunicazione quotidiana.

Con 3000 parole esprimete il 98%

di tutto ciò che si può dire
in una conversazione.

Conoscendo 3000 parole,
si parla una lingua.

Il resto è la ciliegina sulla torta.

E quando iniziate
a imparare una nuova lingua,

iniziate dalla cassetta degli attrezzi.

La prima settimana,
nella nuova lingua direte cose come:

"Come si dice questo?", "Non capisco",

"Ripeti, per favore", "Cosa vuol dire?",

tutto nella nuova lingua.

Usatela come uno strumento,
rendetela utile,

è importante capire
altri aspetti della lingua.

Per la seconda settimana,
dovreste riuscire a dire:

"io", "questo", "tu", "quello",
"dammi", "capito?", "caldo",

pronomi semplici,
nomi semplici, verbi semplici,

aggettivi semplici,
comunicando come un bimbo.

Entro la terza, quarta settimana,

dovreste avvicinarvi
alle "parole-collante".

"Però", "ma", "perciò", le congiunzioni

che connettono i pezzi di una lingua,

per poter esprimere
concetti più complessi.

A quel punto
state parlando la nuova lingua.

E a quel punto, dovreste
cercarvi un "genitore"

che parli quella lingua.

Osservando come i bambini
interagiscono con i genitori,

capirete cosa intendo.

Quando un bambino parla,
usa parole semplici,

combinazioni semplici,
a volte strane o pronunciate male.

Le persone al di fuori
della famiglia non le capiscono,

ma i genitori sì.

Così il bambino cresce
in un ambiente sicuro,

guadagna fiducia in sé.

I genitori gli parlano
usando il linguaggio del corpo

e parole semplici che sanno
che il bambino comprende.

Abbiamo input comprensibili
in un ambiente sicuro,

e sappiamo che funziona;

altrimenti, nessuno di voi
parlerebbe la propria lingua madre.

Quindi procuratevi
un genitore linguistico,

che sia interessato a voi,

che comunichi con voi senza imporsi,

ma che stia attento
a farvi capire quello che dice.

Ci sono quattro regole
per un genitore linguistico.

Il coniuge non va bene, ok?

Le quattro regole sono:

primo, si sforzerà
di capire cosa intendete

anche se parlate in modo strano;

secondo, non deve
correggere i vostri errori;

terzo, dovrà riferirvi
se e quanto capisce di ciò che dite,

così potete reagire
in modo appropriato ai feedback;

poi, dovrà usare parole che voi conoscete.

La sesta cosa da fare
è copiare i movimenti del volto.

Dovete far lavorare
i muscoli nel modo giusto,

per parlare in modo comprensibile.

Ci sono un paio di cose da fare.

La prima è sentire come lavorano
i muscoli e ascoltare i suoni

per avere un riscontro continuo
su come si muove il vostro viso.

Ma ancora meglio,

se potete, osservate
come un madrelingua muove il viso,

lasciate che il vostro subconscio
assimili le regole,

così riuscirete a farle vostre.

Se non avete madrelingua a disposizione,
potete usare questo tipo di materiale...

(Video) Sing, song, king, stung, hung.

Chris Lonsdale: E infine, l'ultima azione
è qualcosa che io chiamo

"connessione diretta".

Cosa significa? Molte persone
che imparano una nuova lingua

prendono le parole
della propria lingua madre,

le corrispondenti dell'altra lingua,

e le ripetono più e più volte
per cercare di ricordarle.

È davvero poco utile.

Dovete capire

che tutto ciò che sapete forma
un'immagine nella vostra mente.

Sono sensazioni.

Se parlate del fuoco,
potete sentire l'odore del fumo,

sentire il crepitio, vedere le fiamme,

così entrate nell'archivio
di immagini nella vostra memoria

e ne uscite con un altro percorso.

Io dico "stessa scatola,
percorso diverso".

Venite fuori da quel percorso
e lo costruite gradualmente,

diventate sempre più abili
nel connettere i nuovi suoni

a quelle immagini che già avete,
come rappresentazioni interne.

E con il tempo attuerete quel processo
in modo sempre più naturale,

in modo inconsapevole.

Quindi dovete seguire cinque princìpi

e sette azioni.

Se li seguirete, migliorerete.

E ricordatevi che questi fattori
sono sotto il vostro controllo.

Applicateli tutti

e in sei mesi sarete in grado
di parlare bene una seconda lingua.

Grazie.

(Applausi)