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Come fotografare un buco nero

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    Nel film "Interstellar"
  • 0:03 - 0:06
    c'è un'immagine ravvicinata
    di un buco nero supemassiccio.
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    Da un campo di fondo di gas luminosi,
  • 0:09 - 0:11
    l'attrazione gravitazionale del buco nero
  • 0:11 - 0:12
    curva la luce ad anello.
  • 0:12 - 0:15
    Ma questa non è una vera fotografia
  • 0:15 - 0:16
    solo una resa grafica al computer,
  • 0:16 - 0:20
    un'interpretazione artistica
    di come potrebbe apparire un buco nero.
  • 0:20 - 0:22
    Cent'anni fa,
  • 0:22 - 0:25
    Albert Einstein pubblicò
    la sua teoria della relatività generale.
  • 0:25 - 0:26
    Da allora,
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    gli scienziati hanno fornito
    molte prove a sostegno.
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    Ma i buchi neri,
    preannunciati da questa teoria,
  • 0:33 - 0:35
    non sono stati ancora
    osservati direttamente.
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    Benché possiamo avere un'idea
    di come potrebbero apparire,
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    in realtà finora non ne abbiamo mai
    scattato una fotografia.
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    Ma vi sorprenderà sapere
    che presto le cose potrebbero cambiare.
  • 0:45 - 0:49
    Potremmo vedere la prima fotografia
    di un buco nero tra un paio d'anni.
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    Per questo primo scatto ci vorranno
    un team di scienziati di tutto il mondo,
  • 0:53 - 0:56
    un telescopio [virtuale]
    con le dimensioni della Terra
  • 0:56 - 0:58
    e un algoritmo che componga
    l'immagine finale.
  • 0:58 - 1:01
    Anche se oggi non posso mostrarvi
    una foto reale di un buco nero
  • 1:02 - 1:05
    vorrei darvi un'anteprima
    degli sforzi che sono necessari
  • 1:05 - 1:06
    per ottenere questo primo scatto.
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    Mi chiamo Katie Bouman
  • 1:09 - 1:11
    e sono dottoranda al MIT.
  • 1:12 - 1:14
    Lavoro in un laboratorio informatico
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    dove usiamo computer per aumentare
    la definizione di immagini e video.
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    E anche se non sono un astronomo,
  • 1:19 - 1:20
    oggi vorrei mostrarvi
  • 1:20 - 1:23
    come ho potuto contribuire
    a questo entusiasmante progetto.
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    Se vi allontanate dalle luci della città,
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    potreste avere la fortuna
    di osservare le meraviglie
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    della Via Lattea.
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    E se ingrandissimo
    al di là di milioni di stelle,
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    26.000 anni luce verso il centro
    della vorticosa Via Lattea,
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    raggiungeremmo un gruppo
    di stelle proprio al centro.
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    Scrutando attraverso particelle cosmiche
    con telescopi a infrarossi
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    gli astronomi hanno osservato
    queste stelle per oltre 16 anni.
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    Ma la cosa più spettacolare.
    è ciò che non vedono.
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    Queste stelle sembrano orbitare
    attorno a un corpo invisibile.
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    Calcolando le orbite di queste stelle,
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    gli astronomi conclusero
  • 1:57 - 2:01
    che l'unica cosa piccola e abbastanza
    pesante da originare movimento
  • 2:01 - 2:03
    è un buco nero supermassiccio,
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    una massa così densa da catturare
    tutto ciò che le si avvicina troppo,
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    persino la luce.
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    Ma cosa vedremmo
    se ci avvicinassimo ancora di più?
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    È possibile vedere qualcosa che,
    per definizione, è impossibile vedere?
  • 2:17 - 2:20
    Si è scoperto che se se potessimo
    ingrandire alla lunghezza di onde radio,
  • 2:20 - 2:22
    vedremmo un anello di luce,
  • 2:22 - 2:24
    creato dalla lente gravitazionale
    del plasma incandescente
  • 2:24 - 2:26
    che ruota attorno al buco nero.
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    In altre parole,
  • 2:27 - 2:30
    il buco nero proietta un'ombra
    su questo fondo di materia luminosa,
  • 2:30 - 2:32
    dando vita a una sfera di oscurità.
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    Questo anello di luce rivela
    l'orizzonte del buco nero,
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    dove l'attrazione gravitazionale
    diventa così forte
  • 2:38 - 2:40
    da trattenere persino la luce.
  • 2:40 - 2:42
    Le equazioni di Einstein
    ne stimano grandezza e forma,
  • 2:42 - 2:46
    quindi scattare una fotografia
    non sarebbe solo ncredibile,
  • 2:46 - 2:48
    ma aiuterebbe a verificare
    se tali equazioni sono valide
  • 2:48 - 2:51
    nelle condizioni estreme
    attorno a un buco nero.
  • 2:51 - 2:53
    Tuttavia, questo buco nero
    è così lontano da noi,
  • 2:53 - 2:56
    che dalla Terra quest'anello
    sembra incredibilmente piccolo,
  • 2:56 - 3:00
    grande quanto un'arancia
    sulla superficie della Luna.
  • 3:01 - 3:04
    E questo rende estremamente
    difficile fotografarlo.
  • 3:05 - 3:06
    Perché?
  • 3:07 - 3:09
    Tutto è riconducibile
    a una semplice equazione.
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    Per effetto di un fenomeno
    detto diffrazione
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    ci sono dei limiti di fondo
  • 3:14 - 3:16
    per riuscire a vedere
    gli oggetti più piccoli.
  • 3:17 - 3:20
    Questa equazione stabilisce
    che per vedere oggetti sempre più piccoli
  • 3:20 - 3:23
    dobbiamo rendere il telescopio
    sempre più grande.
  • 3:23 - 3:26
    Ma persino con i telescopi ottici
    più potenti qui sulla Terra
  • 3:26 - 3:29
    non ci avviciniamo nemmeno
    alla risoluzione necessaria
  • 3:29 - 3:31
    per vedere la superficie della luna.
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    Vi mostro una delle immagini
    a più alta risoluzione mai scattata
  • 3:34 - 3:36
    della luna dalla Terra.
  • 3:36 - 3:38
    Si compone di circa 13.000 pixel,
  • 3:38 - 3:43
    e ogni pixel conterrebbe
    oltre un milione e mezzo di arance.
  • 3:43 - 3:45
    Quanto deve essere grande il telescopio
  • 3:45 - 3:48
    al fine di vedere un'arancia
    sulla superficie lunare
  • 3:48 - 3:50
    e per estensione, il nostro buco nero?
  • 3:50 - 3:52
    A quanto pare, facendo due conti,
  • 3:52 - 3:55
    si calcola facilmente
    che ci vorrebbe un telescopio
  • 3:55 - 3:57
    grande quanto tutta la Terra.
  • 3:57 - 3:57
    (Risate)
  • 3:57 - 4:00
    Se riuscissimo a costruire
    questo telescopio
  • 4:00 - 4:02
    potremmo iniziare a vedere
    il distintivo anello di luce,
  • 4:02 - 4:05
    indicativo dell'orizzonte di un buco nero.
  • 4:05 - 4:08
    Sebbene tale fotografia non possa
    contenere i dettagli che vediamo
  • 4:08 - 4:10
    con elaborazioni grafiche,
  • 4:10 - 4:12
    permetterebbe una prima
    osservazione sicura
  • 4:12 - 4:14
    del campo gravitazionale
    che circonda un buco nero.
  • 4:14 - 4:16
    Tuttavia, come potete immaginare,
  • 4:16 - 4:19
    costruire un radiotelescopio
    grande quanto la Terra è impossibile.
  • 4:20 - 4:22
    Ma come dice Mick Jagger:
  • 4:22 - 4:23
    "Non sempre puoi avere ciò che vuoi,
  • 4:23 - 4:26
    ma se qualche volta ci provi,
    potresti scoprire
  • 4:26 - 4:27
    che hai ciò ti che serve".
  • 4:27 - 4:29
    Collegando i telescopi di tutto il mondo,
  • 4:29 - 4:33
    un'associazione internazionale
    chiamata "Event Horizon Telescope"
  • 4:33 - 4:36
    sta creando un telescopio computazionale
    grande quanto la Terra
  • 4:36 - 4:38
    per fornire una prova diretta
  • 4:38 - 4:40
    oggettiva dell'orizzonte di un buco nero.
  • 4:40 - 4:43
    Questa rete di telescopi ha in programma
    di scattere la prima foto
  • 4:43 - 4:45
    di un buco nero l'anno prossimo.
  • 4:45 - 4:48
    Ogni telescopio collabora
    all'interno della rete globale.
  • 4:49 - 4:51
    Sincronizzati con gli orologi atomici,
  • 4:51 - 4:54
    squadre di ricercatori di ogni sito
    congelano la luce
  • 4:54 - 4:57
    raccogliendo migliaia di terabyte di dati.
  • 4:57 - 5:02
    Questi dati vengono poi elaborati
    in un laboratorio qui in Massachusetts.
  • 5:02 - 5:04
    Ma come funziona?
  • 5:04 - 5:07
    Se vogliamo vedere il buco nero
    al centro della nostra galassia
  • 5:07 - 5:10
    dobbiamo costruire questo telescopio
    grande quanto la Terra.
  • 5:10 - 5:12
    Per un attimo,facciamo finta
    di poter costruire
  • 5:12 - 5:14
    un telescopio grande quanto la Terra.
  • 5:14 - 5:17
    Questo sarebbe in parte
    come trasformare la Terra
  • 5:17 - 5:19
    in un'enorme
    palla stroboscopica rotante.
  • 5:19 - 5:21
    Ogni specchietto catturerebbe la luce
  • 5:21 - 5:23
    che potremmo poi assemblare
    per creare un'immagine.
  • 5:23 - 5:26
    Ora rimuoviamo la maggior parte
    di quegli specchietti
  • 5:26 - 5:28
    in modo che ne rimangano pochi.
  • 5:28 - 5:31
    Potremmo ancora provare
    ad assemblare le informazioni
  • 5:31 - 5:33
    ma otterremmo molte lacune.
  • 5:33 - 5:36
    Gli specchi rimanenti
    rappresentano le sedi dei telescopi,
  • 5:37 - 5:41
    ed è una quantità estremamente ridotta
    da cui ricavare un'immagine.
  • 5:42 - 5:45
    Ma anche se i telescopi
    fossero collocati in poche località,
  • 5:45 - 5:48
    mentre la Terra ruota,
    possiamo ottenere nuove misurazioni.
  • 5:49 - 5:53
    Mentre la palla stroboscopica gira,
    gli specchi cambiano posizione
  • 5:53 - 5:55
    e noi possiamo osservare
    parti diverse della stessa immagine.
  • 5:55 - 6:00
    Gli algoritmi grafici rimediano
    alle lacune sulla palla stroboscopica
  • 6:00 - 6:02
    per ricostruire l'immagine
    sottostante del buco nero.
  • 6:03 - 6:05
    Se avessimo telescopi situati
    in ogni punto della Terra,
  • 6:05 - 6:07
    ovvero, l'intera palla stroboscopica,
  • 6:07 - 6:09
    sarebbe semplicissimo.
  • 6:09 - 6:12
    Tuttavia vediamo solo pochi campioni
    di dati e per questa ragione,
  • 6:12 - 6:14
    c'è un numero infinito
    di immagini possibili
  • 6:14 - 6:17
    perfettamente coerenti
    con le misurazioni dei nostri telescopi.
  • 6:17 - 6:20
    Tuttavia, non tutte le immagini
    sono create allo stesso modo.
  • 6:21 - 6:25
    Solo alcune immagini sembrano più simili
    a ciò che definiamo come immagine.
  • 6:25 - 6:29
    Quindi il mio ruolo nel catturare
    la prima immagine di un buco nero
  • 6:29 - 6:32
    è progettare algoritmi
    che trovino l'immagine più soddisfacente
  • 6:32 - 6:34
    che sia anche compatibile
    con le misurazioni del telescopio.
  • 6:35 - 6:39
    Proprio come un ritrattista forense
    usa descrizioni limitate
  • 6:39 - 6:42
    per disegnare un viso sfruttando
    la propria conoscenza dei volti,
  • 6:42 - 6:46
    gli algoritmi grafici che sviluppo
    usano dati limitati del telescopio
  • 6:46 - 6:50
    per guidarci verso un'immagine simile
    ai corpi celesti del nostro universo.
  • 6:50 - 6:54
    Usando questi algoritmi,
    siamo in grado di assemblare immagini
  • 6:54 - 6:56
    partendo da questi dati scarsi e confusi.
  • 6:56 - 7:00
    Vi mostro l'esempio di una semplice
    ricostruzione fatta con dati simulati,
  • 7:00 - 7:02
    fingendo di puntare i nostri telescopi
  • 7:02 - 7:05
    verso il buco nero al centro
    della nostra galassia.
  • 7:05 - 7:09
    Anche se si tratta di una simulazione,
    ricostruzioni come questa fanno sperare
  • 7:09 - 7:13
    che presto otterremo una prima immagine
    affidabile di un buco nero
  • 7:13 - 7:15
    e da essa determineremo
    le dimensioni del suo anello.
  • 7:16 - 7:19
    Anche se mi piacerebbe dilungarmi
    sui dettagli di questo algoritmo,
  • 7:19 - 7:21
    siete fortunati, non ne ho il tempo.
  • 7:21 - 7:24
    Ma vorrei comunque in breve darvi un'idea
  • 7:24 - 7:26
    di come definiamo
    l'aspetto del nostro universo,
  • 7:26 - 7:30
    e come lo usiamo per ricostruire
    e verificare i nostri risultati.
  • 7:30 - 7:33
    Dato che c'è un numero infinito
    di immagini possibili
  • 7:33 - 7:35
    coerenti con le misurazioni
    dei nostri telescopi,
  • 7:35 - 7:38
    dobbiamo trovare il modo
    di sceglierne alcune
  • 7:38 - 7:40
    Lo facciamo classificando le immagini
  • 7:40 - 7:43
    in base alla loro probabilità
    di essere quella del buco nero
  • 7:43 - 7:45
    e poi scegliamo quella
    che gli si avvicina di più.
  • 7:45 - 7:47
    Che cosa intendo dire esattamente?
  • 7:48 - 7:50
    Ipotizziamo di fare
    un modello matematico
  • 7:50 - 7:53
    che ci dice quale foto ha più probabilità
    di apparire su Facebook.
  • 7:53 - 7:55
    Vorremmo che tale modello dicesse
  • 7:55 - 7:58
    che quasi nessuno userebbe
    l'immagine offuscata sulla sinistra
  • 7:58 - 8:01
    e probabilmente si preferisce
    mostrare un selfie
  • 8:01 - 8:02
    come questo sulla destra.
  • 8:02 - 8:04
    L'immagine al centro è sfuocata,
  • 8:04 - 8:06
    perciò anche se è più probabile
    vederla su Facebook
  • 8:06 - 8:08
    rispetto a quella offuscata,
  • 8:08 - 8:10
    è meno probabile rispetto al selfie.
  • 8:10 - 8:13
    Ma quando parliamo
    di immagini di un buco nero
  • 8:13 - 8:17
    siamo di fronte a un vero enigma:
    non lo abbiamo mai visto prima d'ora.
  • 8:17 - 8:19
    In questo caso, com'è l'immagine
    di un buco nero
  • 8:19 - 8:22
    e cosa potremmo dedurre
    sulla struttura dei buchi neri?
  • 8:22 - 8:24
    Potremmo provare
    a usare immagini ricostruite,
  • 8:24 - 8:27
    come l'immagine del buco nero
    in "Interstellar",
  • 8:27 - 8:30
    ma se lo facessimo
    sorgerebbero seri problemi.
  • 8:30 - 8:34
    Che cosa accadrebbe se le teorie
    di Einstein non fossero veritiere?
  • 8:34 - 8:37
    Vorremmo comunque ricostruire
    un'immagine iniziale accurata.
  • 8:38 - 8:41
    Se usassimo troppo le equazioni
    di Einstein nei nostri algoritmi,
  • 8:41 - 8:44
    finiremmo col vedere
    quello che ci aspettiamo di vedere.
  • 8:44 - 8:46
    Vogliamo lasciare aperta la possibilità
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    di un enorme elefante
    al centro della nostra galassia.
  • 8:49 - 8:50
    (Risate)
  • 8:50 - 8:53
    Diversi tipi di immagini
    hanno caratteristiche molto diverse.
  • 8:53 - 8:56
    È semplice distinguere
    fra le immagini simulate di un buco nero
  • 8:56 - 8:59
    e le fotografie scattate
    ogni giorno qui sulla Terra.
  • 8:59 - 9:02
    Dobbiamo dire ai nostri algoritmi
    quali immagini si assomigliano
  • 9:02 - 9:05
    senza imporre troppo
    le caratteristica di una sulle altre.
  • 9:06 - 9:08
    Un modo in cui possiamo provare a farlo
  • 9:08 - 9:11
    è imporre le caratteristiche
    di immagini di diverso tipo
  • 9:11 - 9:15
    per capire come l'immagine ipotizzata
    influenzi le nostre ricostruzioni.
  • 9:16 - 9:19
    Se tutti i tipi di immagini
    producono un'immagine simile
  • 9:19 - 9:21
    allora possiamo essere più sicuri
  • 9:21 - 9:25
    che le ipotesi che stiamo facendo
    non pregiudicano del tutto i risultati.
  • 9:26 - 9:28
    È quasi come dare la stessa descrizione
  • 9:28 - 9:31
    a tre diversi ritrattisti
    in diverse parti del mondo.
  • 9:32 - 9:34
    Se tutti disegnano un volto simile,
  • 9:34 - 9:36
    allora possiamo iniziare a pensare
  • 9:36 - 9:40
    che nei loro disegni non impongono
    i propri pregiudizi culturali.
  • 9:40 - 9:43
    Un modo per provare
    a imporre caratteristiche diverse
  • 9:43 - 9:46
    è attraverso l'uso di pezzi
    di immagini esistenti.
  • 9:46 - 9:48
    Prendiamo una grande raccolta di immagini
  • 9:48 - 9:51
    che scomponiamo in piccoli frammenti.
  • 9:51 - 9:55
    Poi trattiamo quei frammenti
    come le tessere di un puzzle
  • 9:55 - 10:00
    e usiamo tessere di puzzle comuni
    per formare un'immagine
  • 10:00 - 10:02
    coerente con le misurazioni
    del nostro telescopio.
  • 10:03 - 10:06
    Diversi tipi di immagine hanno
    tessere di puzzle altrettanto diverse.
  • 10:07 - 10:10
    Allora cosa accade
    quando prendiamo gli stessi dati
  • 10:10 - 10:13
    ma usiamo diversi set di tessere
    per ricostruire l'immagine?
  • 10:14 - 10:19
    Iniziamo con le immagini simulate
    del buco nero ridotte a tessere di puzzle.
  • 10:19 - 10:20
    Questo mi sembra accettabile.
  • 10:20 - 10:23
    È come ci aspetteremmo
    l'immagine un buco nero.
  • 10:23 - 10:24
    Ma l'abbiamo ottenuta
  • 10:24 - 10:27
    solo perché abbiamo assemblato
    le tessere di un buco nero simulato?
  • 10:27 - 10:29
    Proviamo con un altro set di tessere
  • 10:29 - 10:32
    di oggetti astronomici
    che non siano buchi neri.
  • 10:33 - 10:35
    Otteniamo un'immagine simile.
  • 10:35 - 10:37
    E che dire di frammenti
    di immagini quotidiane
  • 10:37 - 10:40
    come le foto che scattiamo
    con la nostra fotocamera?
  • 10:41 - 10:43
    Fantastico! Vediamo la stessa immagine.
  • 10:43 - 10:47
    Quando otteniamo la stessa immagine
    da set di tessere differenti
  • 10:47 - 10:49
    possiamo avere maggiore certezza
  • 10:49 - 10:51
    che le nostre ipotesi sulle immagini
  • 10:51 - 10:54
    non interferiscono troppo
    con il risultato finale.
  • 10:54 - 10:57
    Un'altra cosa che possiamo fare
    è prendere lo stesso set di tessere,
  • 10:57 - 11:00
    come le fotografie della vita quotidiana,
  • 11:00 - 11:03
    e usarle per ricostruire
    diverse tipi di immagini originali.
  • 11:03 - 11:05
    Nelle nostre simulazioni
  • 11:05 - 11:08
    fingiamo che un buco nero assomigli
    a corpi astronomici diversi da buchi neri
  • 11:08 - 11:12
    come le immagini comuni
    con l'elefante al centro della galassia.
  • 11:12 - 11:15
    Quando i risultati dei nostri algoritmi
    appaiono molto simili
  • 11:15 - 11:18
    all'immagine della simulazione
    in alto a sinistra,
  • 11:18 - 11:21
    allora possiamo sentirci più certi
    dei nostri algoritmi.
  • 11:21 - 11:23
    Vorrei davvero sottolineare
  • 11:23 - 11:25
    che tutte le immagine sono state create
  • 11:25 - 11:28
    assemblando frammenti
    di fotografie comuni,
  • 11:28 - 11:30
    come quelle che fate
    con la vostra fotocamera.
  • 11:30 - 11:33
    Perciò l'immagine di un buco nero
    che non abbiamo mai visto prima
  • 11:33 - 11:37
    alla fine potrebbe essere creata
    assemblando le immagini comuni
  • 11:37 - 11:40
    di persone, edifici, alberi, cani e gatti.
  • 11:40 - 11:43
    Formare immagini come questa
    ci renderà possibile
  • 11:43 - 11:45
    scattare la prima fotografia
    di un buco nero,
  • 11:45 - 11:48
    e, si spera, verificare
    quelle famose teorie
  • 11:48 - 11:50
    su cui gli scienziati
    si basano ogni giorno.
  • 11:50 - 11:53
    Ma ovviamente,
    formare queste immagini
  • 11:53 - 11:56
    non sarebbe stato possibile
    senza un fantastico team di ricercatori
  • 11:56 - 11:58
    con cui ho il privilegio di lavorare.
  • 11:58 - 11:59
    Mi stupisce tutt'ora,
  • 11:59 - 12:03
    che benché abbia iniziato questo progetto
    senza basi di astrofisica,
  • 12:03 - 12:05
    il risultato di questa
    collaborazione unica
  • 12:05 - 12:08
    potrebbe risultare nella prima immagine
    di un buco nero.
  • 12:08 - 12:11
    Ma i grandi progetti
    come l'Event Horizon Telescope
  • 12:11 - 12:14
    hanno successo grazie
    alle conoscenze interdisciplinari
  • 12:14 - 12:15
    che diversi esperti mettono in gioco.
  • 12:15 - 12:17
    Siamo un insieme di astronomi,
  • 12:17 - 12:19
    fisici, matematici e ingegneri.
  • 12:19 - 12:22
    Ed è questo che presto renderà possibile
  • 12:22 - 12:24
    raggiungere un risultato
    che si credeva impossibile.
  • 12:25 - 12:27
    Vorrei incoraggiarvi a farvi avanti
  • 12:27 - 12:29
    e aiutare ad ampliare
    i confini della scienza
  • 12:29 - 12:33
    anche se a prima vista può sembrare
    tanto misterioso quanto un buco nero.
  • 12:33 - 12:34
    Grazie.
  • 12:34 - 12:37
    (Applausi)
Title:
Come fotografare un buco nero
Speaker:
Katie Bouman
Description:

Nel cuore della Via Lattea si trova un buco nero massiccio che sprigiona un disco vorticoso di raggi cosmici e cattura tutto ciò che gli si avvicina, persino la luce. Non possiamo vederlo, ma il suo orizzonte proietta un'ombra, e l'immagine di quell'ombra potrebbe aiutarci a rispondere ad alcune importanti domande sull'universo. Gli scienziati pensavano che per riuscire a ottenere un'immagine del genere ci sarebbe voluto un telescopio della dimensione della Terra, finché Katie Bouman e il suo team di astronomi sono ricorsi a una brillante alternativa.
Questo discorso riesce a far luce nell'oscurità più buia.

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDTalks
Duration:
12:51

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