-
Qual è stata la cosa più scioccante
in America, cioè cosa c'era di diverso?
-
La scuola è diversa.
-
Qui, i ragazzi non vengono picchiati.
-
Nel mio Paese, oh, se fai qualcosa,
-
le prendi.
(ride).
-
Aspetta, davvero?
-
BAMBINI INCONTRANO UNA PROFUGA
-
Ciao, io sono Jessie.
-
Ciao, io sono Anima.
-
Mi chiamo Mira, piacere.
-
- Io sono Jules.
- Io Aleen.
-
Oh mio Dio, sembrano più alti di me!
-
(ridono)
-
Sei più alta.
-
Avete qualche domanda da farmi?
-
Da dove vieni?
-
Vengo dalla RDC.
-
- Repubblica Democratica del Congo.
- Oh wow! Come fai a saperlo?
-
- Si trova in Africa, giusto?
- Sì, è in Africa.
-
- Sei una profuga?
- Sì, lo sono.
-
Ok. Cosa significa?
-
È una persona costretta a lasciare
il proprio paese a causa della guerra.
-
Ah, non... è bello.
-
Già, non lo è.
-
Non lo posso capire, ma... ehm...
Wow, è davvero difficile.
-
Perché c'è la guerra nella RDC?
-
C'è la guerra
perché una delle culture sta cercando
-
di prendere il controllo
dell'intero Paese.
-
Non era come una guerra militare
o qualcosa di simile...
-
- No, non lo è.
- Quindi...
-
È una guerra tra persone
che parlano lingue diverse.
-
Com'era? Quanti anni avevi?
-
Avevo undici anni.
-
E quali cose hai visto
in Congo durante la guerra?
-
Case che venivano bruciate,
-
tanti rumori, calore, fuoco,
-
sangue, molte persone che venivano uccise.
-
Wow.
-
Dev'essere stato molto spaventoso.
-
È stato difficile lasciare il Congo?
-
Beh, è stato difficile per me,
perché ero lì da sola.
-
Mia madre mi ha lasciato
con mio padre.
-
È scappata con gli altri due fratelli.
-
Quando c'è la guerra, sai,
-
i tuoi genitori vanno per la loro strada
-
e tu per la tua.
-
Scappano solo per mettersi in salvo...
-
Non sapevo dove si trovasse.
-
Non sapevo dove stesse andando...
-
Così, mio padre ed io
siamo rimasti in Congo
-
cercando di capire dove andare,
-
dove fosse sicuro.
-
Quando mio padre è stato ucciso,
-
gli hanno sparato,
-
ho dovuto...
-
capire dove andare da sola
-
- Oh!
- Già.
-
Nemmeno io ho un padre.
-
Aveva un cancro qui.
-
È morto prima che potessero fargli
il trapianto, quindi...
-
Quanto tempo fa?
-
È successo quando avevo
circa 16 mesi, credo.
-
Quindi non sei riuscito a vederlo.
-
No, non proprio.
-
Come hai lasciato il Paese?
-
Sei andata in un altro Paese o...
-
Ho dovuto camminare.
-
Non sapevo dove stessi andando.
Sono solo andata dritto.
-
Hai chiesto indicazioni alle persone?
-
Non c'era nessuno
a cui chiedere indicazioni.
-
Se avessi visto qualcuno,
mi sarei nascosta
-
perché pensavo fossero gente cattiva.
-
Per quanto tempo hai camminato?
-
- Almeno tre mesi.
- Wow.
-
Di notte dormivo sotto i corpi senza vita
-
e se sentivo delle bombe,
mi stendevo sotto i cadaveri.
-
E da dove hai preso il cibo e l'acqua?
-
Ehm, non c'erano né cibo né acqua.
-
Se volevi l'acqua, dovevi andare
al fiume o al lago.
-
Sì, per...
-
Sì, bevi acqua sporca.
-
Oh, sembra piuttosto disgustoso.
-
Beh, ti abitui e poi
ha un grande sapore (ride).
-
Ma, ora, non credo che la berrei.
-
(ridono)
-
Sei stata da sola tutto il tempo?
-
Sì, era da sola.
-
E così hai fatto tutto questo
quando eri più piccola di me?
-
Quando sono arrivata in Uganda
avevo tredici anni.
-
Non tanto più grande di me.
-
Non posso pensare
di dover passare tutto questo.
-
Cos'hai fatto
una volta arrivata in Uganda?
-
Quando sono arrivata lì,
non conoscevo nessuno.
-
Ero come persa.
-
Sono stata portata
alla stazione di polizia.
-
La polizia chiedeva alle persone
di vedere se fossi figlia loro.
-
Poi si presenta mia madre.
-
Quando l'ho vista ero sopraffatta.
-
Non pensavo fosse in Uganda.
Non sapevo fosse lì.
-
È così triste.
-
Guardandoti, non avrei mai pensato
che avessi camminato per giorni.
-
È pazzesco, davvero.
-
È una storia incredibile da raccontare.
-
Cosa si prova a stare
in un campo profughi?
-
Beh, è più sicuro del mio Paese,
-
ma ci sono sparatorie anche lì, a volte.
-
Quanto tempo sei stata lì?
-
Sono stata lì per due anni e mezzo.
-
Tutte le persone nel campo profughi
vengono in America?
-
- Oh, alcune persone non riescono.
- Oh.
-
Alcune persone, sai,
devi fare molti colloqui
-
e se sbagli, se fai qualcosa,
vieni respinto
-
Già. Molte persone
non sono riuscite a venire qui.
-
Ti piace qui?
-
Mhm... (ride).
-
Puoi essere sincera.
-
Beh, in estate sì, ma... (ride)
-
Ma in inverno e in autunno
non mi piace perché fa freddo.
-
Già, anche l'Australia è molto calda,
quindi capisco da dove vieni.
-
Cosa ne pensi del cibo?
-
In realtà,
quando sono arrivata all'aeroporto
-
ci hanno dato del succo d'arancia
e aveva un sapore orribile.
-
Non mi piaceva.
-
Beh, così lo sai,
anche a me non piace il succo d'arancia.
-
(ridono)
-
Qual è stata la cosa più scioccante
in America, cioè cosa c'era di diverso?
-
La scuola è diversa.
-
Qui, i ragazzi non vengono picchiati.
-
Nel mio Paese, oh, se fai qualcosa,
-
le prendi.
(ride).
-
Aspetta, davvero?
-
Sì, quando sei in ritardo a scuola,
ti picchiano.
-
Ma qui è diverso.
-
Mi piace la scuola qui,
è completamente diversa.
-
Cosa vedi nel tuo futuro qui?
-
Alcuni dei miei sogni
sono diventare una donna d'affari,
-
o un'assistente,
o un'attrice.
-
Anch'io vorrei fare l'attrice.
Sarebbe davvero divertente.
-
Hai mai desiderato di tornare in Congo?
-
Non tornerei là.
-
Non ho più familiari là,
quindi non mi manca.
-
- Ti manca tuo padre?
- Oh sì, mi manca molto.
-
Se potessi dirgli qualcosa,
cosa gli diresti?
-
Ehm...
-
Che gli voglio bene.
"Ti voglio bene".
-
Era un papà fantastico.
-
Grazie per avermi raccontato
la tua storia.
-
- È stato un piacere conoscerti.
- Sì, anche per me.
-
- È davvero imbarazzante.
- Va bene.
-
- Ok, ciao!
- Ciao!
-
Ben fatto.