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Damiàn Ortega: Alias

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    [Damiàn Ortega: Alias]
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    [Città del Messico]
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    Ho provato ad organizzare la mia carriera
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    lavorando come fumettista
    in questo giornale di sinistra
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    Mi sono guadagnato da vivere con questi
    fumetti per molti anni.
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    E' stato divertente ma anche
    molto impegnativo.
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    Ho iniziato a mescolare arte e fumetti.
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    Ho utilizzato uno pseudonimo per
    fare questi fumetti
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    perchè sento che non è
    la stessa personalità
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    a fare i fumetti e le opere d'arte.
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    Mi sentivo completamente diviso nel
    comprendere me stesso.
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    Tuttavia, è stato il primo approccio alla
    mia idea dei libri "Alias".
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    L'editoriale "Alias" è
    un progetto ambizioso.
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    Una nuova esperienza.
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    Perchè è tradotto in un'altra lingua.
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    E' l'appropriazione della conoscenza
    adattata alla nostra stessa vita,
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    al nostro stesso ambiente,
    Città del Messico.
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    Gabriel Orozco mi ha fornito l'intervista
    originale di Marcel Duchamp,
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    e mi ha detto "Devi leggerne ogni pagina,
    perchè lo amerai".
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    Il mio inglese era perggiore di adesso,
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    ho provato a leggere, ma non riuscivo
    a capire molto bene.
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    Ho chiesto ad un amico di tradurlo in
    spagnolo.
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    Alla fine ho ottenuto il libro completo
    tradotto,
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    con molte battute nella traduzione.
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    E' bello perchè alla fine Duchamp è
    totalmente fuori contesto,
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    lo decontestualizza e diventa una sorta
    di ragazzo americano [RIDE]
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    che vive nella Colonia di Roma
    o qualcosa del genere.
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    Questo, Cildo Meireles a Lawrence Weiner
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    anche questo da tradurre.
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    E gli piacque molto l'idea,
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    mi propose di disegnare
    la copertina.
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    Era davvero grandioso.
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    La mia generazione non ha avuto
    queste informazioni sull'arte contemporanea.
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    Era un periodo in cui non avevamo
    internet, nè i cellulari.
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    Ci scambiavamo informazioni attraverso le
    fotocopie e i libri.
  • 2:41 - 2:47
    Uno di noi avrebbe dovuto volare in Europa
    o US o Sud America,
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    e tornare con libri riguardanti
    artisti internazionali.
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    L'appropriazione è una dichiarazione
    perchè da l'opportunità
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    di ricontestualizzare la conoscenza. Alla
    fine ogni paese ha il suo modo di pensare.
Title:
Damiàn Ortega: Alias
Description:

Episodio #257: Dal suo studio di Città del Messico, Damiàn Orteca racconta la sua precedente carriera come fumettista e la sua fatica per trovare fonti in lingua spagnola riguardanti i giovani artisti. Quando gli è stata data l'intervista del 1979 intitolata "DIaloghi con Marcel Duchamp" dal suo collega e mentore, Gabriel Orozco, Ortega ha affrontato la sfida di comprenderne i contenuti scritti in inglese. Ortega ha così chiesto ad un suo amico di tradurre per lui il libro in spagnolo e questo processo plasmò i contenuti del testo originale in qualcosa di profondo. "E' bello perchè alla fine Duchamp viene completamente decontestualizzato," dice Ortega. "Diventa come un ragazzo messicano."

Da questa esperienza Ortega ha fondato "Alias", una casa editrice indipendente che traduce i testi di arte contemporanea in spagnolo, distribuendoli e pubblicandoli in paesi ispanofoni in cui altrimenti non sarebbero disponibili.
"La mia generazione non ha avuto accesso a nessuna di queste informazioni sull'arte contemporanea. Era un periodo in cui non avevamo internet e nemmeno i telefoni cellulari. Ci scambiavamo informazioni grazie alle fotocopie, grazie ai libri." Ortega spiega che il processo di traduuzione, ricontestualizzazione e appropriamento come un'opportunità di riesaminare la conoscenza e i modi di pensare da diverse prospettive. "Alla fine, ogni paese dona il proprio personale modo di pensare."

Damiàn Ortega utilizza oggetti di uso quotidiano - macchine Volkswagen Beetle, poster di "Day of the Dead", tortillas locali - per creare spettacolari sculture che suggeriscono storie sia di importazione mitica che di scala cosmologica. In molte delle sculture dell'artista, oggetti quotidiani vengono presentati in una precisa disposizione - spesso sospesi dal soffitto o come parte di un sistema meccanizzato - che diventa una brillante rappresentazione di diagrammi, parole, edifici e volti. Questi mutamenti nella percezione non sono solo visivi ma anche culturali, dal momento che l'artista estrae la storia degli oggeti portandola nelle sue sculture, film e performance.

CREDITI | Produttore: Ian Forster. Interview: Deborah Dickson. Editore: Morgan Riles. Camera: Hatuey Viveros. Sound: Kexolli Kwauhtlinxan. Artwork Courtesy: Damián Ortega, Alias Editorial, & Solomon R. Guggenheim Museum, New York. Ringraziamenti speciali: Museo Jumex, Olga Rodríguez, & Marek Wolfryd.

"Extended Play" è presentato da Alta Art. Ulteriore supposrto è stato dato dai fondi pubblici dal dipartimento di Affari Culturali di New York City in collaborazione con il City Council; Art21 Contemporary Council; a da contributi individuali.

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Video Language:
English
Team:
Art21
Project:
"Extended Play" series
Duration:
03:18

Italian subtitles

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