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I buchi neri possono essere distrutti? - Fabio Pacucci

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    I buchi neri sono tra gli oggetti
    più devastanti dell'universo.
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    Tutto ciò che si avvicina troppo
    alla singolarità centrale di un buco nero,
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    che si tratti di un asteroide,
    un pianeta o una stella,
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    rischia di essere distrutto
    dal suo enorme campo gravitazionale.
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    Se poi l'oggetto finisce per oltrepassare
    l'orizzonte degli eventi del buco nero,
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    sparisce per non riemergere mai più,
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    contribuendo ad aumentarne
    la massa e il raggio.
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    Nulla di ciò che potremmo scagliare
    contro un buco nero
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    gli causerebbe il benché minimo danno.
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    Neppure un altro buco nero
    potrebbe distruggerlo:
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    i due buchi neri finirebbero per fondersi,
    creandone uno più grande
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    e rilasciando un po' di energia
    sotto forma di onde gravitazionali.
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    Secondo alcune ipotesi,
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    l'universo arriverà a essere composto
    interamente di buchi neri
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    in un futuro molto lontano.
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    Tuttavia, potrebbe esserci un modo
    per distruggerli o "farli evaporare".
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    Se la teoria è giusta,
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    non dobbiamo fare altro che aspettare.
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    Nel 1974,
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    Stephen Hawking teorizzò un processo
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    che potrebbe portare un buco nero
    a perdere progressivamente massa.
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    Questo processo, chiamato
    "radiazione di Hawking",
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    si basa sul noto fenomeno
    delle fluttuazioni quantistiche del vuoto.
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    Secondo la quantistica meccanica,
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    un determinato punto nello spazio-tempo
    fluttua tra molteplici stati energetici.
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    Queste fluttuazioni dipendono
    dalla continua creazione e distruzione
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    di coppie di particelle virtuali,
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    formate da una particella
    e da un'antiparticella di segno opposto.
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    Di solito, esse si urtano distruggendosi
    a vicenda subito dopo la loro comparsa,
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    preservando così l'energia totale,
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    ma cosa accade se si formano al confine
    dell'orizzonte degli eventi del buco nero?
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    Se compaiono in una posizione particolare,
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    una di loro potrebbe sfuggire
    alla forza d'attrazione del buco nero,
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    mentre la sua controparte
    vi cadrebbe dentro,
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    finendo così per distruggere
    una diversa particella di segno opposto
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    all'interno dell'orizzonte degli eventi,
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    riducendo in questo modo
    la massa del buco nero.
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    Nel frattempo, a un osservatore esterno
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    sembrerebbe che sia stato il buco nero
    a generare la particella sfuggita.
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    Quindi, a meno che non continui
    ad assorbire ulteriore materia ed energia,
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    il buco nero evaporerà molto lentamente,
    particella dopo particella.
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    Quanto lentamente?
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    La risposta la dà un ramo della fisica
    chiamato termodinamica dei buchi neri.
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    L'energia rilasciata nell'ambiente
    da oggetti comuni e corpi celesti
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    viene percepita da noi come calore
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    di cui possiamo misurare la temperatura.
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    Secondo la termodinamica dei buchi neri,
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    sarebbe possibile determinare
    in modo analogo
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    la "temperatura" di un buco nero:
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    più è grande il buco nero,
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    più è bassa la sua temperatura.
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    I buchi neri più grandi dell'universo
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    emetterebbero temperature nell'ordine
    di 10 alla -17 gradi Kelvin,
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    molto vicine allo zero assoluto.
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    Allo stesso tempo, un buco nero
    delle dimensioni dell'asteroide Vesta
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    avrebbe una temperatura
    vicina ai 200 gradi Celsius
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    e dunque rilascerebbe molta energia
    sotto forma di radiazione di Hawking
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    nel freddo ambiente circostante.
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    Più un buco nero è piccolo,
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    più sembra bruciare intensamente
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    e dunque consumarsi più in fretta.
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    Ma quanto velocemente?
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    Beh, non trattenete il fiato.
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    Prima di tutto,
    la maggior parte dei buchi neri
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    cresce o assorbe materia ed energia
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    più rapidamente di quanto emetta
    radiazione di Hawking.
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    Ma anche se un buco nero con la massa
    del nostro Sole smettesse di crescere
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    impiegherebbe un totale di anni
    pari a 10 alla 67,
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    ossia una grandezza di gran lunga
    superiore all'attuale età dell'universo,
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    per evaporare del tutto.
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    Raggiunte le 230 tonnellate metriche,
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    il buco nero avrebbe solo
    un ultimo secondo di vita.
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    In quell'ultimo secondo,
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    il suo orizzonte degli eventi
    diverrebbe sempre più piccolo
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    fino a rilasciare nuovamente nell'universo
    tutta la sua energia.
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    Anche se la radiazione di Hawking
    non è mai stata osservata direttamente,
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    secondo alcuni scienziati, alcuni bagliori
    di raggi gamma notati in cielo
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    sono in realtà tracce degli ultimi istanti
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    di piccoli e primordiali buchi neri
    risalenti all'inizio dei tempi.
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    In un futuro incredibilmente lontano,
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    l'universo potrebbe divenire
    un luogo buio e freddo.
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    Ma se Hawking aveva ragione,
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    prima che ciò accada
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    i buchi neri, solitamente
    terrificanti e imperturbabili,
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    usciranno di scena
    in un lampo di gloria finale.
Title:
I buchi neri possono essere distrutti? - Fabio Pacucci
Speaker:
Fabio Pacucci
Description:

Guarda la lezione intera: https://ed.ted.com/lessons/can-a-black-hole-be-destroyed-fabio-pacucci

I buchi neri sono tra gli oggetti più devastanti dell'universo. Tutto ciò che si avvicina troppo ad un buco nero, che si tratti di un asteroide, un pianeta o una stella, rischia di essere distrutto dal suo enorme campo gravitazionale. Secondo alcune teorie, in futuro l'universo potrebbe arrivare ad essere formato unicamente da buchi neri. Esiste un modo per distruggere un buco nero? Fabio Pacucci analizza questa ipotesi.

Lezione di Fabio Pacucci, regia a cura di Provincia Studio.

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TED-Ed
Duration:
04:49

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