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La Pittura Compulsiva di Jamian Juliano-Villani | ART21 "New York in Primo Piano"

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    [MUSICA REGGAE]
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    Credo mi piaccia il reggae perché
    è come ascoltare una festa.
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    Tiene compagnia, in un certo senso.
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    [Jamian Juliano-Villani, artista]
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    È musica che deriva dalla necessità.
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    Hanno creato il proprio sound,
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    le proprie casse,
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    i propri dispositivi di registrazione,
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    usando solo quel poco che avevano.
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    ["New York in Primo Piano"]
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    Beh, questo è ciò che faccio anche io.
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    Faccio i miei dipinti per necessità,
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    e uso ciò che ho a disposizione per
    comunicare quello che voglio,
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    perché non sono brava ad
    articolare verbalmente
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    ciò che provo.
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    Lascio che siano i dipinti
    a farlo per me.
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    ["La Pittura Compulsiva di Jamian Juliano-Villani"]
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    [SUONI DI SCATTI]
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    Mi piace questo libro perché
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    ha un modo molto semplice di
    confrontare le cose.
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    Quando guardo qualcosa, prendo
    appunti delle mie idee.
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    Verde. Camoscio. Vello.
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    Torre di Babele.
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    Vita microscopica.
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    Colibrì. Mano e uovo. Folcide.
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    Grande folcide.
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    E tu lo sai che i folcidi sono
    i ragni più velenosi al mondo?
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    Però non hanno i denti.
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    Quindi se avessero i denti,
    tu saresti morto.
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    Ne sto facendo uno sui piedi,
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    questi sono i piedi di Bruce Nauman.
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    Io voglio che i piedi sembrino
    in qualche modo spaventati,
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    devo capire come.
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    Quindi forse un ragno ci
    starebbe bene.
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    Fin da piccola, ho tipo un
    registro di fatti nella mia testa.
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    Al liceo avevo dei quaderni dove
    attaccavo tutte le cose che mi piacevano.
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    Le ritagliavo e ce le mettevo dentro,
    in modo da poterle conservare.
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    Credo che questo tipo di cose mi
    facessero sentire a mio agio,
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    E mi sembrava così naturale
    fare la stessa cosa
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    quando iniziai a dipingere.
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    Mentre lavoro, ho probabilmente
    circa trenta immagini,
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    che in uno o due mesi,
    vado sempre a rivedere.
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    Cercherò di far funzionare
    tutto insieme.
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    Ma non sembra mai
    debbano stare insieme.
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    Ed è così che ne esce
    qualcosa di buono,
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    che il dipinto si trasforma da "una storia
    basata su un'immagine" a qualcos'altro.
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    Quindi può diventare
    oscuro o surreal
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    o strano o incasinato
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    è come se stessi partorendo
    un bambino, capisci?
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    E il bambino è tipo...
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    ha tipo otto braccia ed
    è tutto scombinato
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    e io neanche so come
    partorire un bambino, capito?
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    Sto cercando di capire che tipo
    di persona uscirà fuori.
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    Perché non credo debba essere
    così semplice come un volto umano,
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    ma non so neanche se
    debba essere un animale.
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    Ma adesso sto dando un'occhiata
    ad un mucchio di immagini.
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    Adesso do uno sguardo e
    vedo cosa mi sembra giusto.
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    No.
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    Troppo stupido.
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    Questo è Shen Koo.
    Mi piacciono tanto i suoi lavori.
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    Lui è così, tipo, un pazzo
    illustratore apocalittico.
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    Il motivo per cui uso
    i cartoni molto spesso
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    è perché mi piace che siano un
    modo populista di comunicare.
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    Perché dipingere non è per
    niente populista, sai?
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    Mi piace questa idea.
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    Reagisco subito alle cose
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    in modo emotivo, gutturale,
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    ed è così che prendo decisioni.
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    È come quando qualcosa ti infastidisce.
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    Qualcosa che ti stressa.
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    O ti piace il colore di qualcosa.
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    E pensi "mi piace quel maglione",
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    "Cazzo, lo voglio"
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    Capisci? È come...
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    [SCHIOCCA LE DITA] Come questo.
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    [SUONO DI UNA MACCHINA CHE SGOMMA E SI SCHIANTA]
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    Mi piace di più fare dipinti
    che abbiano dei riferimenti
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    così non è insulare
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    non è così personale.
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    Mi aiutano anche a capire
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    le cose che non riesco ancora
    a comunicare a me stessa.
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    Quel dipinto che ho fatto con
    la volpe mossa nella gabbia
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    quella sono io, capisci?
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    Ecco come mi sentivo.
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    Non me ne ero neanche resa conto allora.
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    Credo siano tutte mie estensioni
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    o auto-ritratti in un certo senso
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    o almeno rappresentano
    un atteggiamento che ho.
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    Quelle sono cose che non puoi
    necessariamente dire a parole.
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    Tipo, avere avuto
    un'infanzia molto difficile...
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    E ho anche un gemello,
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    Quindi era davvero difficile
    per me parlare con altre persone.
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    Parlavo solo con
    mio fratello, e basta, sai?
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    Non avevo bisogno di amici.
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    E non avevo comunque
    amici, crescendo
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    Forse tipo due
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    Uno di loro era mio fratello.
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    Uhm, non conta quindi.
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    Credo che sia per questo che
    ho problemi a comunicare con le persone,
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    o tipo connettere con loro.
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    Dato che conto soltanto su me stessa.
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    È come se, se non mi preoccupo io per me,
    nessun altro lo farà
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    Ho questo rapporto compulsivo con
    la mia arte e il modo in cui lavoro
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    perché è come se fosse un'amica.
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    È una cosa che mi nobilita,
    che mi fa stare bene.
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    Io tengo a lei e lei tiene a me.
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    È per questo che nei miei dipinti
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    raccolgo le cose che amo davvero.
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    In un certo senso, mi tengono compagnia.
Title:
La Pittura Compulsiva di Jamian Juliano-Villani | ART21 "New York in Primo Piano"
Description:

Cosa spinge un pittore a dipingere?

Filmata nel suo studio a Bedford-Stuyvesant, l'artista Jamian Juliano-Villani utilizza un proiettore digitale per creare dipinti surreali e discute dl materiale di origine grafica che la ispira. Lo studio di Brooklyn di Juliano-Villani è affollato da una collezione molto varia di libri che vanno dalla moda degli anni '70, all'illustrazione commerciale, alla fotografia in stile scientifico americano, all'oscura arte comica europea. Questa vasta banca di immagini, che l'artista ha iniziato a collezionare alle scuole superiori, genera gli elementi costitutivi del suo processo creativo di mashup.
"Mentre lavoro, ho probabilmente circa trenta immagini, che in uno o due mesi, vado sempre a rivedere. E cercherò di far funzionare tutto insieme. Ma non sembra mai debbano stare insieme" dice Juliano-Villani. "Ed è così che il dipinto si trasforma da una storia basata su un'immagine a qualcos'altro."
Lavorando in modo rapido e intuitivo con il proiettore, Juliano-Villani guarda una serie di potenziali immagini sul suo laptop in modo da scoprire soluzioni per il contenuto e la composizione. Da sempre appassionata di cartoni, l'artista prende in prestito dall'illustrazione in modo da sgonfiare le pretese storiche della pittura e per parlare in un linguaggio più diretto; e tuttavia, nonostante il suo uso di immagini vernacolari, ciò che alla fine le sue opere comunicano potrebbe essere solo compreso da lei.
"Pitturare è una cosa che mi nobilita, che mi fa stare bene. Io tengo a lei, e lei tiene a me. È per questo che nei miei dipinti raccolgo le cose che amo davvero" dice Juliano-Villani. "Mi aiutano a capire le cose che non riesco ancora a comunicare a me stessa." I lavori in evidenza includono: "Bounty Hunter" (2013), "Mixed Up Moods" (2014), "Moving Day (In and Out)" (2014), "Russell's Corner" (2014), and "Penny's Change" (2015).

Jamian Juliano-Villani (nata nel 1987 a Newark, New Jersey, USA) vive e lavora a Brooklyn, New York. Scopri di più sull'artista a:
http://www.art21.org/newyorkcloseup/artists/jamian-juliano-villani/

CREDITI | ART21 "New York in Primo Piano" Creato e prodotto da: Wesley Miller e Nick Ravich. Produttore ed editor: RAVA Films. Fotografia: Rafael Salazar e Ava Wiland. Assistente di produzione: Anais Freitas Elespuru. Design e grafica: aperto. Opera d'arte: Jamian Juliano-Villani. Grazie: Josh Abelow, Brian Belott, Marina Caron, Jonathan Goldman, Liz Goldman, Jens Hoffman, JTT e Tanya Leighton Gallery. Una produzione di officine ART21. © ART21, Inc. 2015. Tutti i diritti riservati.

ART21 "New York Close Up" è supportato, in parte, da The Lambent Foundation; il dipartimento per gli affari culturali della città di New York in collaborazione con il consiglio comunale; La Andy Warhol Foundation per le arti visive; e dai singoli contributori.

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Video Language:
English
Team:
Art21
Project:
"New York Close Up" series
Duration:
06:02

Italian subtitles

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