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Devdutt Pattanaik: Est ed Ovest - i miti che ingannano

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    Per comprendere lo scopo della mitologia
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    e che cosa un Responsabile dei Valori Comuni deve saper fare
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    dovete ascoltare una storia
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    su Ganesha,
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    il dio dalla testa di elefante
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    che è lo scrivano dei cantastorie,
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    e su suo fratello,
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    l'atletico signore della guerra tra gli dei,
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    Kartikeya.
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    I due fatelli un giorno decisero di gareggiare,
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    girando tre volte intorno al mondo,
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    Kartikeya balzò sul suo pavone
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    e volò intorno ai continenti,
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    e alle montagne, e agli oceani.
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    Fece un primo giro,
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    e poi un secondo,
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    e poi un terzo.
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    Ma il suo fratello, Ganesha,
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    si limitò a girare intorno ai suoi genitori
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    una, due, tre volte,
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    e disse "ho vinto".
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    "Perché?" chiese Kartikeya.
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    E Ganesha disse:
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    "Tu hai girato intorno al 'mondo',
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    io ho girato intorno al 'mio mondo'."
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    Quale è più importante?
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    Se comprendete la differenza tra 'il mondo' e 'il mio mondo'
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    comprendete la differenza tra logos e mythos.
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    'Il mondo' è obiettivo,
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    logico, universale, fattuale,
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    scientifico.
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    'Il mio mondo' è soggettivo.
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    E' emotivo. E' personale.
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    E' percezioni, pensieri, sensazioni, sogni.
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    E' il nostro sistema di valori.
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    E' il mito in cui viviamo.
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    'Il mondo' ci dice come il mondo funziona,
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    come il sole sorge,
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    come noi siamo nati.
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    'Il mio mondo' ci dice perché il sole sorge,
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    perché noi siamo nati.
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    Ogni cultura cerca di comprendere sé stessa,
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    "Perché noi esistiamo?"
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    Ed ogni cultura genera la propria interpretazione della vita,
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    la propria individuale versione della mitologia.
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    La cultura è una reazione alla natura,
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    e questa comprensione dei nostri antenati
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    viene trasmessa di generazione in generazione
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    in forma di storie, simboli e rituali,
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    che sono sempre indifferenti alla razionalità.
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    Quindi, quando la si studia, si realizza
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    che differenti popolazioni nel mondo
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    hanno una differente interpretazione del mondo.
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    Popoli diversi vedono le cose in modo diverso:
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    diversi punti di vista.
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    C'è il mio mondo e c'è il tuo mondo,
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    e il mio mondo è sempre migliore del tuo,
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    perché il mio mondo, vedi, è razionale
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    e il tuo è superstizione,
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    il tuo è fede,
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    il tuo è illogico.
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    Questa è la radice dello scontro tra le civiltà.
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    Ebbe luogo, una volta, nel 326 a.C.
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    sulla riva di un fiume di nome Indo,
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    attualmente in Pakistan.
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    Questo fiume ha dato origine al nome dell'India.
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    India. Indo.
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    Alessandro, un giovane Macedone,
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    incontrò lì un uomo che lui chiamò un "gimnosofo",
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    che significa "il saggio nudo".
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    Non sappiamo chi fosse costui.
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    Forse un monaco Jainista,
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    come Bahubali, che vedete lì,
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    il Gomateshvara Bahubali
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    la cui immagine non è lontana da Mysore.
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    O forse era solo uno yogi,
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    seduto su una roccia, gli occhi fissi al cielo,
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    e al sole, e alla luna.
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    Alessandro chiese, "Che cosa fai?"
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    ed il gimnosofo rispose,
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    "sto contemplando il nulla".
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    Allora il gimnosofo chiese,
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    "Che cosa fai?"
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    ed Alessandro disse, "Sto conquistando il mondo".
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    Ed entrambi risero.
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    Ognuno pensava che l'altro fosse uno sciocco.
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    Il gimnosofo diceva, "Perché sta conquistando il mondo?
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    Non ha senso."
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    Ed Alessandro pensava,
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    "Perché sta lì seduto a non fare nulla?
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    Che spreco di vita."
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    Per comprendere questa differenza tra i punti di vista
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    dobbiamo comprendere
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    la verità soggettiva di Alessandro:
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    il suo mito, e la mitologia che lo ha creato.
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    La madre di Alessandro, i suoi genitori, il suo maestro Aristotele
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    gli narrarono la storia dell'Iliade di Omero.
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    Gli narrarono di un grande eroe chiamato Achille,
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    che, quando partecipava alla battaglia, garantiva la vittoria,
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    mentre quando si ritirava dalla battaglia,
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    la sconfitta era inevitabile.
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    "Achille era un uomo in grado di forgiare la storia,
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    un uomo del destino,
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    e questo è quello che tu dovrai essere, Alessandro."
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    Questo è quello che lui sentiva.
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    "Che cosa non dovresti essere?
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    Non dovresti essere Sisifo,
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    che spinge un masso su per una montagna tutto il giorno
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    solo per vederlo rotolare giù la notte.
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    Non vivere una vita monotona,
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    mediocre, insignificante.
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    Sii spettacolare!
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    come gli eroi greci,
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    come Giasone, che attraversò il mare
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    con gli Argonauti e catturò il vello d'oro.
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    Sii spettacolare come Teseo,
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    che entrò nel labirinto e uccise il Minotauro dalla testa di toro.
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    Quando sei in gara, vinci!
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    perché quando vinci, l'esaltazione della vittoria
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    è ciò che più si avvicina all'ambrosia degli dei."
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    Perché, vedete, i greci credevano
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    che si vive una volta sola
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    e, quando si muore, si deve traversare il fiume Stige,
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    e se si ha vissuto una vita straordinaria,
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    si sarà accettati nell'Elisio,
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    quello che i francesi chiamano "Champs Élysées" --
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    (risate)
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    il paradiso degli eroi.
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    Ma non sono queste le storie che aveva sentito il gimnosofo.
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    Lui aveva sentito una storia molto diversa.
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    Aveva sentito di un uomo di nome Bharat,
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    da cui l'India è chiamata Bhārata.
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    Anche Bharat conquistò il mondo.
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    E poi salì sul picco più alto
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    della più alta montagna al centro della terra
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    chiamata Meru.
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    E voleva piantare la propria bandiera per dire,
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    "Io sono stato qui per primo."
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    Ma quando raggiunse il picco della montagna,
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    trovò il picco coperto di infinite bandiere
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    di conquistatori del mondo prima di lui,
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    ognuno dei quali dichiarava "'Io ero qui per primo'...
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    o così credevo prima di arrivare qui."
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    E improvvisamente, in questo quadro dell'infinità,
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    Bharat si sentì insignificante.
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    Questa era la mitologia del gimnosofo.
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    Vedete, egli aveva eroi, come Ram -- Raghupati Ram
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    e Krishna, Govinda Hari.
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    Ma questi non erano due personaggi in due avventure diverse.
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    Erano due vite dello stesso eroe.
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    Quando il Ramayana termina il Mahabharata inizia.
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    Quando Ram muore, Krishna nasce.
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    Quando Krishna muore, prima o poi ritornerà come Ram.
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    Vedete, anche gli Indiani hanno un fiume
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    che separa la terra dei vivi dalla terra dei morti.
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    Ma non lo traversi una volta sola.
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    Vai da una parte all'altra senza fine.
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    Era chiamato il Vaitarni.
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    Lo traversi ancora, e ancora, e ancora.
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    Perché, vedete,
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    nulla dura in eterno in India, nemmeno la morte.
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    E quindi, abbiamo queste grandi cerimonie
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    dove grandi immagini della dea madre sono costruite
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    ed adorate per 10 giorni...
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    E che cosa succede alla fine dei 10 giorni?
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    La butti nel fiume.
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    Perché deve finire.
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    E l'anno prossimo, ella tornerà.
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    Quello che si semina si raccoglie,
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    e questa regola non si applica solo agli uomini,
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    ma anche agli dei.
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    Vedete, gli dei
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    devono ritornare ancora, ed ancora, ed ancora
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    come Ram, come Krishna.
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    Non solo vivono infinite vite,
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    ma la stessa vita viene vissuta infinite volte
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    finché non arrivi a comprenderne il senso.
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    Groundhog's Day.
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    (risate)
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    Due diverse mitologie.
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    Quale è giusta?
  • 8:51 - 8:54
    Due diverse mitologie, due diversi modi di vedere il mondo.
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    Uno lineare, uno ciclico.
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    Uno crede che questa sia l'unica vita.
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    L'altro crede sia una di tante vite.
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    E così, il denominatore della vita di Alessandro era uno.
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    Quindi, il valore della sua vita era la somma
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    di tutte le sue imprese.
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    Il denominatore della vita del gimnosofo era l'infinito.
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    Quindi, qualsiasi cosa lui facesse,
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    era sempre uguale a zero.
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    E io credo che sia stato questo paradigma mitologico
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    ad ispirare i matematici indiani
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    a scoprire il numero zero.
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    Chi lo sa?
  • 9:31 - 9:34
    E questo ci porta alla mitologia degli affari.
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    Se le idee di Alessandro hanno influenzato il suo comportamento,
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    se le idee del gimnosofo hanno influenzato il suo comportamento,
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    allora per forza avranno influenzato i loro affari.
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    Vedete, che cosa sono gli affari
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    se non la risultante dell'andamento del mercato
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    e del comportamento della (propria) organizzazione?
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    E se osservate le culture nel mondo,
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    è sufficiente comprendere la mitologia
  • 9:58 - 10:01
    e vedrete come agiscono, e come fanno affari.
  • 10:01 - 10:05
    Osservate.
  • 10:05 - 10:08
    Se si vive una volta sola, nelle culture per il mondo (in cui si ammette) una sola vita,
  • 10:08 - 10:10
    vedrete una ossessione per la logica binaria,
  • 10:10 - 10:13
    per la verità assoluta, la standardizzazione,
  • 10:13 - 10:16
    l'assolutismo, motivi lineari nella grafica.
  • 10:16 - 10:19
    Ma se osservate le culture che hanno (natura) ciclica,
  • 10:19 - 10:24
    e basate su infinite vite, vedrete una affinità con una logica sfumata,
  • 10:24 - 10:26
    con opinioni,
  • 10:26 - 10:28
    con un pensiero contestuale,
  • 10:28 - 10:31
    dove tutto è relativo, un pò così --
  • 10:31 - 10:32
    (risate)
  • 10:32 - 10:34
    in genere.
  • 10:34 - 10:35
    (risate)
  • 10:35 - 10:38
    Prendete l'arte. Guardate una ballerina.
  • 10:38 - 10:40
    Come è lineare la sua danza.
  • 10:40 - 10:42
    E poi guardate la danzatrice classica indiana,
  • 10:42 - 10:44
    la danzatrice Kuchipudi, la danzatrice Bharatanatyam,
  • 10:44 - 10:46
    formose.
  • 10:46 - 10:49
    (risate)
  • 10:49 - 10:51
    E ora guardate gli affari.
  • 10:51 - 10:53
    Il modello standard di affari:
  • 10:53 - 10:57
    visione, missione, valori, processi.
  • 10:57 - 10:59
    Somiglia molto al viaggio attraverso
  • 10:59 - 11:01
    il deserto fino alla terra promessa,
  • 11:01 - 11:03
    con i comandamenti in mano al leader.
  • 11:03 - 11:08
    E se seguite le regole, andrete in paradiso.
  • 11:08 - 11:10
    Ma in India non c'è "la" terra promessa.
  • 11:10 - 11:13
    Ci sono molte terre promesse,
  • 11:13 - 11:16
    a seconda della posizione sociale,
  • 11:16 - 11:18
    a seconda dell'età.
  • 11:18 - 11:22
    Vedete, gli affari non sono gestiti come istituzioni,
  • 11:22 - 11:25
    a seconda delle idiosincrasie dei singoli.
  • 11:25 - 11:28
    E' tutta una questione di gusto.
  • 11:28 - 11:32
    E' tutta una questione del mio gusto.
  • 11:32 - 11:34
    Vedete, la musica indiana, per esempio
  • 11:34 - 11:36
    non ha il concetto di armonia.
  • 11:36 - 11:40
    Non c'è direttore d'orchestra.
  • 11:40 - 11:43
    c'è un artista al centro, e gli altri seguono.
  • 11:43 - 11:47
    E non si può replicare l'esecuzione due volte.
  • 11:47 - 11:49
    Non c'entrano i documenti e il contratto.
  • 11:49 - 11:53
    E' una questione di dialogo e fiducia.
  • 11:53 - 11:57
    Non c'entra la conformità. E' una questione di impostazione,
  • 11:57 - 12:01
    portare a termine il lavoro, piegando o rompendo le regole --
  • 12:01 - 12:03
    basta guardare gli Indiani in mezzo a voi,
  • 12:03 - 12:05
    li vedrete sorridere; sanno di che si tratta.
  • 12:05 - 12:06
    (risate)
  • 12:06 - 12:08
    E poi guardate chi ha fatto affari in India,
  • 12:08 - 12:10
    vedrete l'esasperazione sui loro volti.
  • 12:10 - 12:11
    (risate)
  • 12:11 - 12:15
    (applausi)
  • 12:15 - 12:17
    Vedete, questa è l'India di oggi. La realtà di fondo
  • 12:17 - 12:19
    è basata su una visione ciclica del mondo.
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    Quindi, è rapidamente mutevole, altamente differenziata,
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    caotica, ambigua, imprevedibile.
  • 12:25 - 12:28
    E alla gente va bene così.
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    E poi prende piede la globalizzazione.
  • 12:30 - 12:34
    Si impongono i requisiti del moderno pensiero istituzionale.
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    Che è basato su una cultura a vita singola.
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    E uno scontro si prepara,
  • 12:40 - 12:43
    come sulle rive dell'Indo.
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    E' inevitabile.
  • 12:46 - 12:49
    L'ho sperimentato pesonalmente. Io sono un medico.
  • 12:49 - 12:52
    Non volevo studiare chirurgia. Non chiedetemi perché.
  • 12:52 - 12:54
    Amo troppo la mitologia.
  • 12:54 - 12:56
    Volevo imparare la mitologia. Ma non c'è dove studiarla.
  • 12:56 - 12:58
    Così, ho dovuto studiarla da solo.
  • 12:58 - 13:01
    E la mitologia non rende, beh, almeno finora.
  • 13:01 - 13:05
    (risate)
  • 13:05 - 13:08
    Così ho dovuto trovare lavoro. E ho lavorato nell'industria farmaceutica.
  • 13:08 - 13:10
    E ho lavorato nella sanità.
  • 13:10 - 13:12
    E ho lavorato nel marketing, e nelle vendite,
  • 13:12 - 13:15
    e come esperto di conoscenze, e di contenuti, e di formazione.
  • 13:15 - 13:18
    Sono stato anche consulente finanziario, creando strategie e tattiche.
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    E vedevo l'esasperazione
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    tra i miei colleghi Europei ed Americani,
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    quando avevano a che fare con l'India.
  • 13:25 - 13:28
    Per esempio: Per favore descrivimi il processo
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    per fatturare gli ospedali.
  • 13:31 - 13:35
    Passo A. Passo B. Passo C. --- In genere.
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    (risate)
  • 13:37 - 13:39
    Come è possibile parametrizzare "in genere"?
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    Come si fa a inserirlo in un programma? Non si può.
  • 13:43 - 13:45
    Fornivo alla gente i miei punti di vista.
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    Ma nessuno era interessato ad ascoltare,
  • 13:47 - 13:51
    vedete, finché non ho incontrato Kishore Biyani del gruppo Future.
  • 13:51 - 13:56
    Vedete, lui ha creato la più grande catena di negozi, chiamata Big Bazaar.
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    E ci sono più di 200 strutture,
  • 13:58 - 14:00
    in 50 città e paesi in India.
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    E lui operava su mercati diversificati e dinamici.
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    E sapeva per buon intuito,
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    che le migliori norme,
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    sviluppate in Giappone e in Cina e in Europa e in America
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    non avrebbero funzionato in India.
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    Sapeva che il pensiero intituzionale non funziona in India. Il pensiero individuale sì.
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    Lui aveva una istintiva conoscenza della struttura dei miti indiani.
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    Così, mi ha chiesto di diventare Responsabile dei Valori Comuni, e ha detto,
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    "Voglio solo che tu armonizzi i valori."
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    Sembra facile.
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    Ma i valori non sono misurabili.
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    Non puoi misurarli. Non puoi gestirli.
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    Quindi, come costruisci dei valori comuni?
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    Come stimoli la sensibilità delle persone alla "indianità".
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    Anche se sei Indiano, non è esplicito, non è molto ovvio.
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    Così ho provato a lavorare sul modello standard di cultura,
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    cioè, sviluppare storie, simboli e rituali.
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    E condividerò uno dei rituali con voi.
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    Vedete, è basato sul rituale Indù del Darshan.
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    Gli Indù non hanno il concetto dei comandamenti.
  • 14:57 - 14:59
    Quindi non c'è nulla di giusto o sbagliato in ciò che si fa nella vita.
  • 14:59 - 15:02
    Quindi non si è mai veramente sicuri della propria posizione davanti a Dio.
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    Quindi, quando si va al tempio, si cerca solo un colloquio con Dio.
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    Si vuole vedere Dio.
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    E si vuole che Dio ci veda, per cui gli Dei hanno occhi molto grandi,
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    grandi occhi sbarrati,
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    a volte d'argento,
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    così da guardarti.
  • 15:18 - 15:20
    Perché non si sa se si è nella ragione o nel torto, quindi ciò che si cerca
  • 15:20 - 15:24
    è solo l'empatia divina.
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    "Sappi solo da dove vengo, perché ho fatto lo Jugaad."
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    (risate)
  • 15:28 - 15:30
    "Perché ho cambiato l'impostazione,
  • 15:30 - 15:35
    perché non seguo le regole, cerca solo di comprendermi, per favore."
  • 15:35 - 15:38
    E sulla base di questo abbiamo creato un rituale per i leader.
  • 15:38 - 15:42
    Quando un dirigente completa la sua preparazione e sta per prendere in mano il negozio,
  • 15:42 - 15:46
    lo bendiamo, lo circondiamo con tutte le parti coinvolte,
  • 15:46 - 15:50
    i clienti, la sua famiglia, la sua squadra, il suo capo.
  • 15:50 - 15:53
    Gli leggiamo il suo KRA, i suoi KPI, gli diamo le chiavi,
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    e poi gli togliamo la benda.
  • 15:55 - 15:58
    E invariabilmente, vediamo una lacrima,
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    perché ha capito.
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    Ha capito, che per avere successo,
  • 16:04 - 16:07
    non deve solo essere un professionista,
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    non deve sopprimere le sue emozioni,
  • 16:10 - 16:13
    deve coinvolgere tutte queste persone
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    nel suo mondo per avere successo, renderli felici,
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    rendere felice il suo capo, rendere tutti felici.
  • 16:19 - 16:22
    Il cliente è felice, perché il cliente è Dio.
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    Questa è la sensibilità di cui abbiamo bisogno. Una volta accettato questo valore,
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    il comportamento segue, e gli affari seguono.
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    E succede.
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    Quindi, ritorniamo ad Alessandro,
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    e al gimnosofo.
  • 16:36 - 16:40
    E tutti mi chiedono, "Quale è la via migliore, questa o quella?"
  • 16:40 - 16:42
    Ed è una domanda molto pericolosa.
  • 16:42 - 16:46
    Perché conduce alla via del fondamentalismo e della violnza.
  • 16:46 - 16:48
    Quindi non risponderò alla domanda.
  • 16:48 - 16:50
    Vi darò una risposta indiana,
  • 16:50 - 16:52
    scuotere la testa.
  • 16:52 - 16:54
    (risate)
  • 16:54 - 16:58
    (applausi)
  • 16:58 - 17:00
    A seconda del contesto,
  • 17:00 - 17:02
    a seconda del risultato,
  • 17:02 - 17:05
    scegli il tuo paradigma.
  • 17:05 - 17:08
    Vedete, entrambi i paradigmi sono costruzioni umane.
  • 17:08 - 17:11
    Sono creazioni culturali,
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    non fenomeni naturali.
  • 17:14 - 17:17
    E quindi la prossima volta che incontrate qualcuno, un estraneo,
  • 17:17 - 17:19
    una preghiera:
  • 17:19 - 17:22
    Comprendete che voi vivete in una realtà soggettiva,
  • 17:22 - 17:24
    e così anche lui.
  • 17:24 - 17:26
    Comprendetelo.
  • 17:26 - 17:31
    E quando lo avrete compreso scoprirete qualcosa di straordinario.
  • 17:31 - 17:33
    Scoprirete che dentro a infiniti miti,
  • 17:33 - 17:35
    si trova la verità eterna.
  • 17:35 - 17:37
    Chi può vederla tutta?
  • 17:37 - 17:39
    Varuna ha solo mille occhi.
  • 17:39 - 17:42
    Indira ne ha cento.
  • 17:42 - 17:44
    Voi ed io, solo due.
  • 17:44 - 17:47
    Grazie.
  • 17:47 - 18:05
    (applausi)
Title:
Devdutt Pattanaik: Est ed Ovest - i miti che ingannano
Speaker:
Devdutt Pattanaik
Description:

Devdutt Pattanaik offre una visione sorprendente dei miti dell'India e dell'Occidente - e mostra come questi due sistemi di valori su Dio, morte e paradiso sono fondamentalmente diversi e ci portano a continue incomprensioni.

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDTalks
Duration:
18:08
Carlo E. Giartosio added a translation

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