Il cambiamento climatico renderà MILIONI di persone senzatetto. Dove andranno? | Hot Mess

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Peril & Promise è un'iniziativa dei media pubblici di WNET che racconta storie umane del cambiamento climatico e delle sue soluzioni. Ulteriori informazioni su: http://www.pbs.org/wnet/peril-and-promise/

Nel 2017, tempeste, inondazioni e siccità hanno costretto 18 milioni di persone a lasciare le proprie case in tutto il mondo. E secondo alcune stime, nei prossimi tre decenni, 200 milioni di persone potrebbero aver bisogno di lasciare le proprie case per sfuggire allo stesso tipo di disastri, aggravati dai cambiamenti climatici. Dove andranno nel mondo tutte queste persone?

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Presentatore/scrittore: Talia Buford, ProPublica
Direttore creativo: David Schulte
Editori/Animatori: Karl Boettcher
Produttori: Stephanie Noone e Amanda Fox
Editore della storia: Alex Reich
Caporedattore: Joe Hanson, Ph.D.

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Prodotto da PBS Digital Studios
Tema musicale: Eric Friend/Optical Audio
Musica: APM
Immagini d'archivio da http://www.shutterstock.com

♪ (musica) ♪

Grazie ai fondatori di Peril and Promise

per il supporto a PBS Digital Studios

Nel 2017 tempeste, inondazioni e siccità

hanno reso sfollate 18 milioni di persone
nel mondo,

e secondo alcune stime,
nei prossimi 3 decenni è possibile

che 200 milioni di persone
debbano lasciare la propria casa

per sfuggire a disastri simili,
resi più gravi dal cambiamento climatico.

In pratica, equivale a spostare l'intera
popolazione del Brasile, o del Pakistan.

E dove pensiamo
che andranno queste persone?

♪ (musica - percussioni) ♪

La storia dell'umanità è, in vari modi,
una storia di migrazioni climatiche.

Per riassumere una storia molto lunga,

gli umani attuali nacquero in Africa
Orientale circa 200,000 anni fa,

ma le condizioni ambientali ci impedirono

di spostarci
fino a circa 60.000 anni fa,

quando il clima più umido
permise l'espansione globale.

Non sappiamo esattamente
cosa spinse i nostri antenati,

ma probabilmente andarono
alla ricerca di cibo,

un clima temperato, e una vita più facile.

Alcuni importanti dettagli
sono cambiati da allora,

ma la gente che migra oggi
lo fa in genere per le stesse ragioni:

condizioni migliori, una vita migliore.

A volte ci si sposta in comunità vicine,

a volte si oltrepassano i confini;

invenzione moderna di cui i nostri
antenati non dovevano preoccuparsi.

E con il clima che cambia,
stavolta a causa di attività umane,

potrebbero esserci tra 25 milioni
e un miliardo di sfollati

per ragioni climatiche entro il 2050.

Le stime variano,
perché non sappiamo con precisione

quanto saranno negativi gli impatti

o per che ragioni la gente migra
da un posto a un altro.

Ma le previsioni più comuni
sono attorno ai 200 milioni di persone.

Molte di queste saranno sfollate
da disastri improvvisi, come

uragani, incendi,
o temperature estreme.

Ad esempio, quasi 400 milioni di persone

vivono a meno di 3 metri
sul livello del mare,

in posti come il Bangladesh,

il che le rende vulnerabili alle
onde anomale che diventano più alte.

Altri migreranno
a causa di cambiamenti più graduali.

A Miami, il lento innalzamento del mare

finirà per mettere sottacqua
alcune case, anche col mare calmo.

E nel Nord Atlantico,
il riscaldamento degli oceani

potrebbe significare che ci sarà
meno pesce.

Un altro problema da affrontare sarà
l'aumento dei giorni caldi,

e piogge meno regolari,
come in Etiopia,

che renderà più difficile curare
la salute di coltivazioni e allevamenti.

I paesi ricchi, come gli USA,

hanno più risorse per gestire
il cambiamento climatico,

ma è probabile che alcuni cittadini
debbano comunque migrare.

In fuga dall'innalzamento
del livello dei mari,

molti americani probabilmente
lasceranno le grandi città costiere

come Miami, New Orleans e Los Angeles
per spostarsi nell'entroterra.

Non si può rialzare
più di un tot di edifici, dopotutto.

A volte bisogna spostare
un'intera comunità,

o magari 30.

Questo è il numero di villaggi e città
dell'Alaska a rischio di inondazione

o di cadere nell'oceano
a causa dell'erosione delle coste.

Alcune di queste comunità hanno
già cominciato

il costoso processo
per prepararsi alla rilocazione.

Sull'isola di Fiji, un villaggio

anch'esso minacciato da erosione
e inondazioni, si è già spostato.

Hanno lavorato con il governo
per decidere dove spostarsi

e l'impianto e il look
del loro nuovo villaggio.

In generale, Fiji sta studiando
quali comunità

sono più vulnerabili
agli impatti del cambiamento climatico

e stabilendo linee guida
per gestire rilocazioni future.

Ma a Fiji le cose sono più semplici
che nelle vicine Isole Marshall,

dove l'intera popolazione dovrebbe
spostarsi in un altro paese.

Non sappiamo davvero
come funzionerà.

Anche per i singoli individui che devono
spostarsi la faccenda è complicata,

perché al momento non si può
citare il clima come ragione

per chiedere asilo
o lo stato di rifugiati.

E nelle comunità
che accolgono i migranti del clima,

l'influsso di persone
pesa sulle infrastrutture locali,

e può rivelare o indurre pregiudizi.

Tutto considerato, la migrazione
risultante dal nostro clima che cambia

modificherà le idee di quartiere,
città e paese,

e potrebbe persino mettere
in forse la nostra idea di nazionalità.

Tutto ciò è duro da digerire,
ma ricordatevi da dove veniamo.

Se i primi umani non si fossero
avventurati in terre nuove,

forse non avremmo mai
popolato la città

in cui vivete, il vostro paese
o il vostro continente.

Non avremmo costruito
la Grande Muraglia Cinese,

visto l'aurora boreale
o catturato tutti i Pokemon!

Probabilmente non ci saremmo neanche
cacciati in un disastro climatico,

ma questa è un'altra storia.

Il punto è,
se siamo riusciti a migrare

attraverso un pianeta in cambiamento
decine di migliaia di anni fa,

possiamo farcela anche oggi.

Dobbiamo solo prepararci.

La maggior parte dei fondi
per questo video

è stata donata dal Dr. P. Roy
e da Diane T. Vagelos,

con altre donazioni da Sue
ed Edgar Wachenheim III

e The Marc Haas Foundation.

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climatico e le sue soluzioni.

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