Caro rispettato Thay
cara sorella
perché c'è solo una sorella monaca qui
e cari amici
oggi è giovedì 1 dicembre 2016
siamo nel New Hamlet
questa mattina quando è sorto in sole
e ho guardato fuori
la prima cosa che ho notato è stato il
cielo azzurro
ed immediatamente mi è venuta
in mente una canzone
la mente è un limpido cielo blu
Qualcuno qui conosce questa canzone?
alcuni
ok
potremmo iniziare cantandola in inglese
e poi in francese
la mente è un limpido cielo blu
la mente è un limpido cielo blu
i pensieri vengono, i pensieri vanno
la mente è un limpido cielo blu
la mia mente è un limpido cielo blu
la mente è un limpido cielo blu
i pensieri vengono, i pensieri vanno
i pensieri vengono, i pensieri vanno
grazie molte
in questo ritiro di inverno
noi approfondiremo il nobile
ottuplice sentiero
ci siamo già occupati della retta visione
inizieremo ad occuparci del retto pensiero
oggi vorrei condividere un po' di più
sul retto pensiero e sul pensiero in generale
c'è cosi tanto da dire che che ho
difficoltà a scegliere che cosa dire
il Dharma è profondo e amorevole
non è mai una questione di
'di che cosa dovrei parlare?'
ci sono talmente tante cose che
posso condividere
vorrei iniziare condividendo alcune
esperienze personali
con la mente ed con il pensiero
quando ero giovane, agli inizi dei
vent'anni
sono stata afflitta da emicrania
forti episodi di emicrania
ho trovato un modo per guarire la
mia emicrania
l'unica cosa che potevo fare quando avevo
l'emicrania era
sdraiarmi ma non completamente, un po'
sollevata
con la stanza completamente buia
e con aria fresca
se c'era una qualunque luce, avrebbe
aggravato l'emicrania
non potevo avere nessun incenso
o altro che avesse un forte profumo
che andava direttamente dal naso alla
testa peggiorando la mia emicrania
un giorno mentre ero sdraiata nella stanza
buia
fresca, nessun suono, nessun odore,
nessuna luce
ho notato che se la mia mente era molto
tranquilla e calma
il dolore si calmava
e potevo effettivamente essere e consapevole dei pensieri
che passavano come nuvole nel cielo
e di tanto in tanto 'afferravo' una nuvola
e interagivo con essa
cioè 'saltavo' su quel pensiero
e proprio in quel momento avevo un dolore
nella mia testa come un lampo
così doloroso
ed era così doloroso che mi dicevo:
'Non pensare!'
e immediatamente lasciavo andare
e tornavo a questo spazio dove
potevo vedere le nuvole passare
all'epoca non meditavo "ufficialmente"
quindi volevo dare parole
a questa esperienza
e dopo la prima volta, ho ripetuto questa
esperienza quando si presentava l'emicrania
mi sdraiavo in una stanza buia
e andavo in questo spazio dove potevo
osservare le nuvole
o piuttosto, dove ero consapevole
dei pensieri che passavano nella mente
e ogni volta che mi impegnavo con un
pensiero che mi passava per la mente
mi dicevo: 'Non pensare' e tornavo
immediatamente a quell'altro spazio
quindi ho pensato: oh ci sono due modi di
pensare che ho scoperto
uno l'ho chiamato pensiero passivo
i pensieri che vanno e vengono
come le nuvole nel cielo
l'altro tipo di pensiero l'ho chiamato
pensiero attivo
quando mi coinvolgevo con uno dei pensieri
che mi passavano per la mente
ogni volta che avevo un emicrania
io praticavo, come adesso io
chiamerei questo
e lentamente i periodi tra un emicrania e
e l'altro si allungavano
non era più ogni due settimane ma una
volta al mese, una volta ogni due mesi
e una volta ho pensato: oh, non ho l'
emicrania da sei mesi
e poi un intero anno
e poi mi sono completamente dimenticata di
avere avuto emicrania
questa è un'esperienza che ho fatto con
l'emicrania
o con il pensiero
poi quando mi sono unita ad un gruppo
che praticava meditazione
l'insegnante parlava di diversi tipi
di scuole di meditazione
e un giorno parlò riguardo del fatto che
nella tradizione zen giapponese
i praticanti non pensano, questo è zen,
non pensi
e io ho pensato
wow, io so come si fa
e quindi penso che andrò in Giappone
non avevo mal di testa e quindi non ero
sicura di quanto ero motivata a non pensare
tornerò su questo più tardi
quindi un esperienza con il pensiero che
ho chiamato pensiero passivo e attivo
man mano che continuavo
la mia pratica di meditazione
sono tornata lentamente a
focalizzare la mente su una sola cosa
il mio respiro
e usavo parole per accompagnare il mio
respiro come: inspiro/espiro
questo doveva essere stato prima di
venire a Plum Village
quindi in/out sinché la mia mente
come focalizzazione e poi lasciavo andare
in e out spontaneamente e ritornavo in questo spazio
dove i pensieri semplicemente passavano
alcuni anni dopo, e dopo altre
esperienze di vita
stavo facendo un ritiro silenzioso
di un mese
avevo avuto dei momenti difficili nella
mia vita
e visto che praticavo la meditazione
seduta cercavo, sforzandomi tanto, di focalizzarmi
e ogni volta che notavo che la mia mente
vagava, dicevo: no, torna indietro
è su questo che ci stiamo focalizzando in
questa meditazione
dopo una settimana di quel ritiro silenzioso,
ogni volta che sedevo sul cuscino immediatamente avevo un forte mal di testa
ci sono volute alcune meditazioni sedute
scoprire che avevo creato un conflitto
in me stessa, mi sforzavo
non stavo guardando quello che sorgeva
nella mente,
lo sopprimevo e cercavo con forza di
focalizzarmi sull'inspirazione e sull'espirazione
per porre rimedio a questo decisi
che ogni volta
che praticavo la meditazione seduta avrei
lasciato che la mia mente andasse dove voleva andare
lasciandola vagare in qualunque luogo
semplicemente consapevole di dove andava
sono qui, sto pensando a domani, sto pensando a ieri,
o spaventata da qualcosa che sta succedendo in sala
e dopo alcuni giorni in cui facevo così, e alcuni giorni
significava parecchie sessioni di meditazione seduta
ho potuto andare, sedermi sul cuscino
e concentrarmi
tornare al respiro e davvero
respirare con gioia
un altra esperienza, è qualcosa che può
capitare anche ad altri qui tra noi
ho avuto un periodo di depressione
ero realmente sorpresa perché amo
la natura
e passavo del tempo in natura
ma 'immusonita'
non consapevole di niente
ma fuori dalla casa dove vivevo
c'erano due bellissimi alberi di
ciliegio
era aprile ed erano entrambi fioriti,
completamente fioriti
uno con fiori bianchi e l'altro rosa
quindi decisi: quegli alberi di ciliegio, ogni
volta che li avrei guardati ogni anno in aprile l'avrei fatto con gioia
ma ora esco li vedo e faccio: uff
e allora
forse li guarderò e mi fermerò un attimo
a guardarli
solo a guardarli
so che c'è gioia in quei due
alberi di ciliegio
ho sperimentato questo per molti anni
così feci questo ogni volta che uscivo di
casa, guardavo gli alberi
così, semplicemente
e dopo non molti giorni sono uscita
li ho guardati
ho avuto un attimo in cui ho detto:
meraviglioso
ma da quel breve momento di gioia sapevo
che c'era gioia in un albero ciliegio
e ho continuato a farlo
e dopo che i ciliegi avevano smesso di
fiorire, ho guardato altre cose
intorno alla casa, cose che amavo
e dopo non molto tempo
mi sentivo già molto meglio
all'epoca ho anche realizzato
che tutta la meditazione che avevo fatto
concentrare la mente, essere in questo regno
dove in cui i pensieri passano come nuvole
in realtà non avevo imparato
molto della mia mente
così ho iniziato a cercare luoghi dove
praticare e sono arrivata a Plum Village
e qui ho trovato quello che stavo cercando
in Plum Village noi pratichiamo yoniso
manaskara che significa attenzione appropriata
prestare attenzione alle cose che nutrono
il nostro benessere
che ci aiuteranno ad aiutare gli altri a
nutrire il loro benessere
prestare attenzione in un modo che ci aiuterà
a guarire e a trasformare la nostra sofferenza
e condividerlo con altri in modo che anche loro
possano trasformare e guarire la loro sofferenza
e mi sono resa conto che
quando uscivo dalla casa
e guardavo agli alberi di ciliegio
stavo praticando yoniso manaskara
anche se non sapevo nulla riguardo
a yoniso manaskara, ufficialmente
quindi quando guardiamo alla nostra mente
chiediamoci
quale è l'attuale inclinazione della
nostra mente
quale è l'attuale tendenza della nostra
mente
vediamo delle possibilità
o vediamo dei problemi
le situazioni che incontriamo
durante la nostra vita quotidiana
tendiamo a vederle come
problemi o come possibilità
il Buddha disse
qualunque cosa frequentemente pensiamo
diventa l'inclinazione della nostra mente
e come possiamo sapere qual'è l'inclinazione
della nostra mente
come lo scopriamo?
come scopriamo quest'inclinazione della mente?
Discorso sul modo migliore per vivere soli
il Buddha insegnò le seguenti cose sul
modo migliore per vivere soli
Non inseguite il passato
Non perdetevi nel futuro
Il passato non c’è più
il futuro non è ancora arrivato
Osservando a fondo la vita così com’è
proprio qui e ora,
il praticante dimora
nella stabilità e nella libertà
Dobbiamo essere diligenti oggi,
domani sarebbe troppo tardi:
la morte arriva inaspettata.
Come si può scendere a patti con essa?
Il saggio ciama una persona
che dimora
nella presenza mentale notte e giorno
“colui che conosce il modo migliore
per vivere solo”
che cosa significa “inseguire il passato"?
Quando noi consideriamo come
era il nostro corpo in passato,
come erano le nostre sensazioni in passato
come erano le nostre percezioni in passato
come erano le nostr formazioni mentali in passato
come era la nostra coscienza in passato
quando consideriamo queste cose
e la nostra mente è oppressa
e attaccata a queste cose
che appartengono al passato
allora quella persona insegue il passato
non dice che non possiamo pensare
al passato
dice: siate consapevoli di come pensate
al passato
possiamo pensare al passato
possiamo guardare profondamente alle
esperienze del passato
e capire come quelle esperienze sono
venute in essere
e quello che possiamo aver imparato da
quelle esperienze
quindi pensare al passato
è qualchecosa che io talvolta chiamo
un tentativo
di riscrivere la storia
sai
si passano molte ore cercando di farlo
ma non sono riuscita a cambiare nulla
quando ci accorgiamo di questa tendenza
la pratica è esserne consapevoli
e tornare al momento presente
tornare al momento presente per
praticare yoniso manaskara
l'attenzione appropriata
e nutrirci in un modo
da trovare pace e calma
quando la nostra mente ed in pace
abbiamo chiarezza
e possiamo praticare yoniso manaskara
e vedere le cose del passato
possiamo guardare profondamente
per capire come sono successe
e non ne saremo trascinati via
il Buddha continua così
quando consideriamo come era il nostro corpo
in passato, le nostre sensazioni in passato,
le percezioni in passato,
le formazioni mentali in passato,
la coscienza in passato
quando consideriamo queste cose
e la nostra mente non è attacata
e non ne è resa schiava
a queste cose che appartengono al passato
allora non stiamo inseguendo il passato
quindi guardare a fondo come sono
successe queste cose
è guardare nel passato senza
inseguire queste cose
che appartengono al passato
cosa si intende
per perdersi nel futuro?
Quando noi consideriamo come
il nostro corpo sarà in futuro, le nostre sensazioni,
le percezioni, le formazioni mentali,
la coscienza
quando consideriamo queste cose
e la nostra mente è oppressa e fa
sogni a occhi aperti su queste cose
che appartengono al futuro, allora
ci stiamo perdendo nel futuro
questo sono gli scenari
che riguardano il futuro
ho scritto molti scenari sul
futuro
e forse non sono l'unica
a seconda dell'inclinazione della nostra
mente,
questi scenari sono
o scenari disastrosi
o gloriosi
gli scenari disastrosi ci causano
molta paura
ci rendono spaventati del futuro
e ci portano via la capacità
di essere nel momento presente
quando arriva il futuro
cioè quando il futuro diventa il momento
presente
poiché abbiamo programmato la ???
nostra mente
che sarebbe stato un disastro ???
oppure quando abbiamo esaltato, ???
glorificato il futuro
quando esso diventa presente
e ci troviamo di fronte a quello che sta
realmente accadendo
potremmo atterrare a terra con un
tonfo
e potremmo non essere in grado di
vedere quello che sta succedendo davvero
e come per lo scenario disastroso
non saremo in grado
di reagire in modo appropriato
alla situazione
che cosa significa
“non lasciarsi sopraffare dal presente”?
quando noi pensiamo
Questo corpo è me;
io sono questo corpo
Queste sensazioni sono me
io sono queste sensazioni
Questa percezione è me
io sono questa percezione
Questa formazione mentale è me
io sono questa formazione mentale
Questa coscienza è me
io sono questa coscienza
allora ci stiamo lasciando
sopraffare dal presente
e facendo il contrario
non ci stiamo lasciando
sopraffare dal presente
retto pensiero significa
retta visione
il retto pensiero deriva dalla
visione
e retta visione significa
vedere la natura dell'interessere di
tutto ciò che è
vedere la natura impermanente e di non se
di tutto quello che è
vedere che il se è fatto di elementi
di non se
abbiamo un canto bellissimo
che si chiama
il sutra della visione profonda che ci
conduce all'altra riva
conosciuto anche come
Sutra del Cuore
quando leggiamo il Sutra del Cuore
o lo cantiamo
possiamo essere molto colpiti
dalla visione veramente profonda
degli esseri illuminati
che hanno composto questo testo
la visione profonda che ci porta
all'altra riva
è una pratica
è una giuda alla pratica
corpo, sensazioni, percezioni, formazioni
mentali
e coscienza
sono vuote di un sé separato
non sono entità con un sé separato
quando abbiamo realizzato questo
allora abbiamo il retto pensiero
Quindi come scopriamo qual è l'inclinazione
della nostra mente?
se vogliamo imparare a conoscere la mente
dobbiamo osservare la mente
e possiamo farlo durante la meditazione
seduta
ma non solo durante la meditazione
seduta
possiamo farlo anche nella nostra vita
quotidiana
naturalmente quando sediamo
possiamo osservare
quali sono i nostri pensieri
e quando vediamo un pensiero
possiamo dire: bene,
qual è la natura di questo pensiero?
In altre parole:
che cosa sto pensando e come sto
pensando a qualcosa
come sto pensando quello che sto pensando?
Di nuovo, vedo possibilità
o vedo dei problemi?
Il mio pensiero esprime la
visione profonda
di non essere un entità separata
senza un se separato
oppure il mio pensiero esprime
l'esperienza di essere catturata dall'idea
di essere un'entità con un se separato?
..
Di essere catturata dall'idea di avere
un se separato
che non ha niente a che fare con
nessun altro?
Forse possiamo ascoltare un
suono di campana
quindi quando stiamo pensando
a qualcosa che è accaduto nel passato
qualcosa che abbiamo fatto
qualcosa che abbiamo detto
qualcosa che abbiamo fatto o detto
di cui non siamo veramente contenti
e ci biasimiamo, e ci incolpiamo
tutto il tempo
ci giudichiamo
ci diciamo che siamo cattivi,
terribili
questo è quello che chiamiamo
dialogo interiore
è un modo di parlare a noi stessi
molto negativo
abbiamo sviluppato la tendenza
nella nostra mente
a parlare a noi stessi in modo negativo
Nel 1990 nel primo ritiro dei 21 giorni
dal 6 di giugno sino alla fine di giugno
Thay ci diede da fare una meditazione di
gentilezza amorevole
ho portato i miei appunti dell'epoca
è una buona idea tenere gli appunti e
riguardarli di tanto in tanto
[per ricordare] che cosa Thay ci
ha insegnato
e che cosa davvero pratichiamo,
di tutte le cose che abbiamo ricevuto
Thay ci diede una meditazione sulla
gentilezza amorevole
e ci chiese di osservare a fondo
come siamo diventati
una meditazione di maitri che facciamo
prima per noi stessi
e poi per gli altri
e Thay ha detto:
Prima di tutto visualizza te stesso
visualizza il tuo fisico, il tuo corpo
vedi te stesso
così come sei ora
guarda il tuo stato di salute
così come è adesso, e poi guarda il tuo
stato di salute com'era
all'epoca di un particolare evento della
tua vita di cui non sei molto contento
poi osserva il tuo stato mentale
com'è ora
e ricorda com'era all'epoca di
quell'episodio
...
osserva anche la tua situazione economica
com'è ora
e com'era all'epoca di quell'evento
poi osserva la tua situazione sociale
così com'è ora e com'era
all'epoca di quell'evento
allora capirai
che qualunque siano state
le tue azioni all'epoca,
sono state così per tutte quelle
cause e condizioni
la tua salute fisica,
il tuo benessere mentale,
il tuo ambiente sociale,
la tua situazione economica
tutti quegli elementi sono le condizioni
che ti hanno formato a quell'epoca
In questo modo
possiamo acquisire una migliore
comprensione
del perché abbiamo pensato, detto, e fatto
qualunque cosa abbiamo fatto
così possiamo generare comprensione e
compassione per noi stessi
Inoltre un elemento importante è questo:
all'epoca abbiamo avuto accesso a
qualunque tipo di insegnamento
che ci aiutasse a capire noi stessi?
Questo è un elemento chiave
e capendolo possiamo anche capire che
considerando tutte quelle condizioni,
abbiamo fatto del nostro meglio
Qualche volta si dice: " non avrei dovuto
dire quello,
non avrei dovuto fare quello
si, adesso abbiamo la visione profonda
che forse non è stato il modo più abile
di agire
adesso
ma in quel momento non avevamo quella
intuizione profonda
non sapevamo come reagire
a quella situazione
no sapevamo come guardarla
per capirla
..
..
ed è così che subentra la compassione
Poi Thay ci ha chiesto di fare
la stessa cosa
per gli altri
Per quello che riguarda il nostro
ambiente sociale
ci è stato anche chiesto di considerare
com'è stata la nostra infanzia
come siamo stati condizionati dalla nostra
infanzia
questo è successo 26 anni fa
io penso che possiamo riscrivere quella
meditazione
e inserire tutti gli elementi
che nel frattempo abbiamo già capito
per esempio l'importanza dell'innaffiare
in modo selettivo i semi della nostra
coscienza deposito attraverso
yoniso manaskara, l'attenzione appropriata
l'inclinazione della nostra mente
è fondamentalmente un espressione
della manifestazione dei semi più forti
della nostra coscienza deposito
i semi che emergono di più
questi sono l'inclinazione
della nostra mente
quindi se non siamo tanto felici
dell'inclinazione della nostra mente
controlliamo per vedere quali semi
stiamo innaffiando in noi nella giornat
pratichiamo la consapevolezza dei pensieri
che emergono
e quando vediamo che un certo pensiero
è un pensiero
che no porta benessere a me stesso
o agli altri
pratichiamo quello che viene chiamato
"cambiare il piolo" o cambiare la traccia di un CD
non so come lo chiamate adesso,
o un MP4, di qualunque cosa si tratti
cambialo, ascolta qualcos'altro,
scegli qualcos'altro
per essere in grado di scegliere, dobbiamo
essere in grado di tornare al momento presente
essere nel momento presente
ed è questo che facciamo quando
ascoltiamo la campana
quando ascoltiamo la campana,
che ascolteremo tra un attimo,
portiamo la mente a casa nel corpo
diventiamo consapevoli che il nostro corpo
respira,
che siamo vivi
e possiamo semplicemente dire:
bene, cosa sto pensando?
Qual è la tendenza della mia mente
proprio in questo momento?
Qual è l'inclinazione della mia mente
espressa da questo pensiero?
Forse possiamo ora ascoltare un suono
della campana
e fare esattamente questo
una domanda: quando stavamo tornando a
casa in noi stessi
diventando consapevoli dei nostri pensieri,
stavamo praticando yoniso manaskara?
Che cosa avrebbe dovuto essere
yoniso manaskara
in quel momento?
"Non avrei dovuto pensare a quella cosa"
sarebbe definibile come yoniso manaskara?
Non necessariamente
Qualunque cosa io sto pensando,
questo è quello che sto pensando
e va bene così
il punto fondamentale è che io lo sappia
questo è yoniso manaskara
quindi quando ascoltiamo il suono
della campana
pratichiamo il tornare a noi stessi
diventiamo consapevoli di quello che
stiamo pensando
e lo abbracciamo con gentilezza
amorevole
parliamo a noi stessi in modo amorevole
questa è attenzione appropriata
potremmo dire
quel pensiero che è emerso,
è emerso perché il seme di quel pensiero
è molto forte
quando nell'arto della giornata divento
consapevole
di quel tipo di pensiero che emerge
posso dire: " bene posso pensare
a qualunque cosa io stia pensando,
ma in modo diverso?"
vediamo qualcuno,
per esempio vedo una delle mie sorelle
che attraversa la sala da pranzo
mette qualcosa sul tavolo
e poi esce dalla sala da pranzo
e il mio pensiero è questo:
" sta lasciando le cose in giro,
non è il posto per lasciare le cose"
Questo pensiero da dove arriva?
questa è una mente giudicante
ma posso anche pensare:
"Sta andando da qualche parte
ha messo lì le cose per qualche motivo,
probabilmente ha un buon motivo per
metterle lì,
tornerà e le raccoglierà,
altrimenti posso sempre prenderle io e
metterle dove devono andare"
va bene, no?
In questo modo sto innaffiando
un altro seme
il seme della comprensione,
della gentilezza amorevole
e della compassione
e più innaffiamo quel tipo di seme
e più emergerà e diventerà
l'inclinazione della nostra mente
il che è meraviglioso per noi stessi
e per gli altri
Il corpo e la mente
con cui viviamo la nostra vita quotidiana
è lo stesso corpo e mente
che portiamo sul cuscino quando
pratichiamo la meditazione seduta
qualche volta diciamo:
mi siederò, voglio avere un po' di pace
e andiamo, agitati, camminando velocemente
verso l'angolo tranquillo in cui sederci
e mentre ci sediamo possiamo
ancora sentire
questa energia nel corpo,
questa irrequietezza
questa agitazione nella nostra mente
ed è qui che subentra di nuovo
la pratica di abbracciare
"Bene, sono qui
il mio corpo non è ancora calmo,
la mia mente non è ancora calma,
l'abbraccerò e starò con lei"
Ispirando, sono consapevole del corpo
espirando, lascio andare la
tensione nel corpo
inspirando, sono consapevole delle
mie formazioni mentali
espirando, clamo le mie formazioni mentali
calmare le formazioni mentali.
per esempio l'agitazione, l'irritazione,
forse la rabbia,
inspirando e abbracciandole con
il nostro respiro:
possiamo farlo come pratica mentale,
essendo consapevoli di quello
stato mentale
ed abbracciandolo con il nostro respiro
Possiamo anche controllare
per vedere dove questa agitazione,
questa irritazione, questa rabbia
si esprime come sensazione fisica
nel mio corpo
è un senso di tensione al petto,
al plesso solare? Nell'addome,
nelle spalle?
qualunque cosa ci sia nella mente
è anche nel corpo
quello che c'è nel corpo è nella mente
Se scopriamo che pratichiamo,
che cerchiamo di praticare,
abbracciando la formazione mentale
ad un livello mentale,
continuiamo ad essere trascinati via dalla
narrazione
e forse investiamo più energia
nella storia
rendendo così ancora più forte la
formazione mentale
allora potrebbe essere bene
controllare dove e come si esprime
nel corpo
e respirare con quella sensazione fisica
e ogni volta che la nostra mente vaga
verso la storia
diciamo: sto respirando con te
prendendoci cura della sensazione fisica
nella mia esperienza
quando la sensazione fisica si calma,
quando in un certo senso si scioglie
e se ne va, miracolosamente
anche l'agitazione nella mente si calma
e allora sono pronta a guardare
come si è verificata
cosa è successo davvero
forse possiamo goderci un altro
suono di campana
il retto pensiero vuol dire anche essere
consapevoli dell'impermanenza
c'è una frase che uso quando
catturata dal pensiero
che le cose resteranno così per sempre
quando mi trovo in una situazione
che
ritengo difficile
mi dico:
"anche questo passerà"
e questo mi dà energia
non sono più persa nella disperazione
quando sono in una situazione che mi piace
davvero molto
essere con il sangha
un tempo meraviglioso
un bel ritiro
mi dico:
"anche questo passerà"
e così no spreco il mio tempo
e me lo godo davvero
mi permetto di esserne nutrita:
questa è l'impermanenza
Il retto pensiero è anche espressione
del non se
è sapere che la felicità non è una
questione individuale
quando mia sorella non è felice
per quanto io mi sforzi
non posso esserefelice
in qualche modo il suo dolore
è il mio dolore
benché io non voglia necessariamente
accettarlo
ma la mia esperienza è
che non posso essere felice davvero
Il tempio cinese Bailin
è un tempio dove un maestro chiese
ad un praticante:
"Hai visto l'albero di cipresso nel cortile"
E' un koan. Sul cancello di entrata ci sono
due parole in cinese
"non due"
non dice uno, dice "non due"
penso che mia sorella ed io non siamo due,
non siamo esattamente uno,
ma non siamo due
e questo mi aiuta, se ho una difficoltà,
a sedermi e a pensare qual è veramente
questa difficoltà, che cos'è,
qual è "il problema"?
Qualche volta noto che
sto cercando la risposta
al di fuori del problema, come se questo
fosse il problema e la soluzione fosse
altrove
ma ho scoperto che se voglio conoscere la
soluzione al problema
devo guardare profondamente il problema
questo è l'unico luogo dove posso trovarla
"non due" soluzione/problema
"non due" cose separate
Non sé, non due è il non sé e praticare
questo nella nostra vita quotidiana
con la calligrafia di Thay
"La felicità non è una questione individuale"
Poi trovo un modo di comunicare
con la sorella
per arrivare alla pace,
per arrivare di nuovo alla pace
"non due", non se, è retto pensiero
Thay ci ha posto tre domande in passato
per aiutarci a praticare yoniso manaskara,
l'attenzione appropriata
e il retto pensiero
la prima è una calligrafia che davvero, ce l'ho
sul desktop del mio laptop
sei sicura?
Sei sicura che siete davvero due persone
completamente diverse?
Che non hanno a che fare l'una con l'altra?
Sei davvero sicura che
la salute della terra non ha niente
a che fare con la tua salute?
Penso che tutti noi sappiamo la
risposta a questa domanda:
Sei sicura?
Sei sicuro che la difficoltà che hai è
tutta colpa dell'altro
e non tua?
Sei davvero sicura?
Anche se sei davvero sicura
controlla di nuovo
questo è quello che Thay ci consiglia
di fare
La seconda domanda è: "Che cosa sto facendo?"
Quello che sto facendo è innaffiare
i semi positivi?
Siamo consapevoli di quello che stiamo
facendo fisicamente?