Salve, voglio raccontarvi una storia
che riprende cose
che abbiamo già sentito
e esamina come poterle applicare
in un contesto locale.
Ed è una storia che penso
possa cambiare il mondo.
È una storia
che sta già cambiando il mondo.
Quella della mia città: Totnes, nel Devon.
Una cittadina di circa 8500 abitanti
a metà strada tra Exeter e Plymouth.
Ma prima di iniziare la storia
di Totnes che voglio raccontarvi
devo prima toglierne di mezzo un'altra.
(Risate)
(Applausi)
Totnes è stata "Capitale del New Age Chic"
intendo "chic" e non "pecora".
Una "Capitale della pecora New Age"
sarebbe troppo da sopportare.
Un articolo del Wester Morning News,
il giornale locale su cui torneremo poi,
descriveva l'abitante medio di Totnes
come "chiromante intagliatore di sapone, coi sandali
che vive di riso integrale e chirivìa."
(Risate)
E Matt Harvey, poeta del posto, dice
che quando ci hai vissuto troppo
il tuo corpo secerne un ormone
chiamato "Totnesterone" con cui...
la parte maschile e quella femminile
entrano in perfetta armonia reciproca.
(Risate)
(Applausi)
Ma per me è molto importante
andare oltre gli stereotipi
per raccontare un'altra storia
che riguarda la citta'
che secondo me è molto molto importante.
Totnes ha un numero di famiglie sostenute
dal lavoro part time
molto più alto della media nazionale,
ha il 50 per cento in più di famiglie
con reddito inferiore
a 20 000 sterline all'anno
rispetto alla media nazionale,
prezzi alti per le case
e moltissime aziende
hanno chiuso negli ultimi 15-20 anni:
la fabbricazione del bacon, del latte
l'accademia d'arte,
tanto che l'imprenditore e storico locale
Walter King si domanda se questo sia
"l'avanzare della lunga e lenta morte
di Totnes come città viva che lavora."
È questa storia, questo contesto,
di cui vi voglio parlare.
Il mio ruolo in tutto questo,
credo sia iniziato nel 2005,
quando con un amico abbiamo mostrato film
sul picco petrolifero, l'idea della fine
dell'era dell'energia a poco prezzo
e tutto ciò che ha reso possibile.
Siamo in una fase
di costi energetici incerti
e ciò su cui bisogna concentrare ottimismo
determinazione e senso di possibilità
è il modo di cambiare tutto ciò.
È lo stesso per il cambiamento climatico.
Ecco il mio primo discorso alla città
ed è una storia che è cresciuta da allora.
Perché in fondo la cavalleria non salva
città come Totnes, o la maggior parte
dei posti in cui viviamo.
Con la situazione economica attuale,
e le questioni
del picco petrolifero e del clima,
quello di cui c'è molto bisogno, per me
è impiegare e nutrire l'ingegno collettivo
delle persone intorno a noi
e concentrarci su queste sfide,
vederle come enormi opportunità
di usare l'intelletto come mai prima,
per fare qualcosa che passi alla storia.
Vorrei mostrarvi un breve filmato
dal nostro nuovo film "In Transizione 2.0"
che spero racchiuda, in modo creativo,
il modo in cui Transition
porta cambiamenti veri nella pratica.
(Video): Potete pensare all'economia
della vostra città come a un secchio.
E dentro vanno pensioni, paghe, crediti...
ma nel momento in cui i supermercati,
le bollette da pagare,
Internet, lo shopping
fanno tutti buchi in quel secchio,
vuol dire che le nostre ricchezze
e il loro potenziale
stanno colando via.
E ogni falla in quel secchio rappresenta
potenziale sostentamento, affari locali
o opportunità di formazione per i giovani.
Perciò sostenere le società energetiche
e il cibo locali, ove disponibile
e promuoverli se non ci sono ancora
e usare moneta locale sono modi abilissimi
di tappare i buchi del secchio.
Rob Hopkins: Perciò dall'inizio
del progetto poi diventato famoso
come Transition Town Totnes, abbiamo fatto
un evento di lancio, "Lo Scatenamento"
dopo di che sono cominciati i progetti.
La gente fremeva, era ispirata
e voleva cambiamenti nella propria città.
C'erano idee di piantare
alberi di frutta a guscio
nei punti del paese
liberi per le piante utili.
Ora ce ne sono 250, curati da persone
che vivono nelle vicinanze.
Molte imprese locali hanno pagato
per averne alcuni.
C'è stato il primo raccolto di mandorle
in un parco cittadino lo scorso autunno.
La sterlina di Totnes viene dall'idea
di moneta locale,
pensata per non entrare in quei buchi.
Perché in qualsiasi altro luogo
non vale niente.
Non puoi usare la moneta locale
non puoi metterla in conti all'estero.
Non è molto utile alle Isole Cayman!
C'è un database del cibo locale così
si conoscono e aiutano le aziende locali.
Un gruppo di cohousing per costruire case
con aree comuni a prezzi modici
per lo sviluppo locale.
Idee informative come Open Eco-Homes,
'Orti Aperti' dove si possono vedere
le case in cui altre persone
fanno già queste cose
e imparare da loro.
Condivisione degli orti: chi ha un orto
ma è troppo vecchio o impegnato per usarlo
incontra persone
che vogliono coltivare cibo
e non hanno dove farlo.
E sta andando davvero molto bene.
Nel 2009, a tre anni dall'inizio,
abbiamo fatto un sondaggio e scoperto
che il 75% delle persone in città
aveva sentito del progetto,
il 62% era d'accordo,
ritenendola una buona idea.
e circa il 30-33% delle persone
era stata in qualche modo coinvolta.
Ma abbiamo iniziato a sentire storie
su come si stesse diffondendo.
La mia preferita
è quella della figlia di una donna
attiva in chiesa
che andò in vacanza in Canada
per fare canottaggio.
Nel bel mezzo di un grande lago
con la canoa, in mezzo al nulla,
vede un'altra canoa
e pensa: "Perché non socializzare?
Vado verso di loro e li saluto."
Va da loro e chiacchiera.
"Di dove sei?"
"Di Totnes, nel Devon."
"Oh, Transition Town Totnes."
È fantastico come la voce si sia sparsa.
Ma pian piano c'era bisogno di fondamenta.
Questa cosa stava cominciando
a crescere molto velocemente.
C'era molto interesse
sia locale che da fuori,
la gente veniva,
chiedeva: "Che fate?"
"Cosa fate? Come funziona?"
Transition Town Totnes
era strutturata come organizzazione
per sostenere progetti.
È una "Fare-crazia", chi decide
si dà anche da fare.
Al momento abbiamo una sede e mezzo,
ha portato circa un milione di sterline
in città negli ultimi cinque anni
e sta diventando uno dei pilastri
della cultura locale, credo.
E all'inizio della transizione
ho sempre pensato
che fosse una cosa ecologica.
Invece vedo sempre di più che è culturale.
Come cambiare la storia del tuo posto?
E in tutto questo c'è anche l'idea
di "Va bene avviare progetti diversi,
ma che succede se proviamo
a metterli tutti insieme,
creando una visione, una storia
con cui le persone si possano identificare
e che abbia un senso."
E abbiamo fatto queste due cose
che sono state
due punti strategici del progetto.
Uno era il Piano di Discesa Energetica
che trovate online
e coinvolge centinaia di persone
nel tentativo di spiegare la visione
di come potrebbe essere la città
se prendiamo il picco petrolifero,
il cambiamento climatico
e la situazione economica
come un'opportunità per essere brillanti.
E l'altro si chiama Economic Blueprint
e lo stiamo portando avanti
e facendolo diventare l'Economic Blueprint
del consiglio municipale.
È toccante che per la prima volta,
che io sappia,
si cominci a individuare il potenziale
dell'economia locale.
Quanto filtra tra le sue maglie
e come iniziare a farlo circolare localmente
provando a tappare alcune di quelle falle?
Uno dei primi dati ad esempio
è che ogni anno in zona si spendono
30 milioni di sterline in cibo.
Di questi, 20 milioni vanno
a due supermercati.
Riuscendo a deviarne anche solo il 10%
verso il cibo locale,
porteremmo 2 milioni di sterline
nell'economia della zona.
Senza dover chiedere aiuti al governo,
né chiamare grosse società.
Quei 2 milioni di sterline si userebbero
per creare competenze, formazione,
reddito e imprese.
Per me è un'idea grande e importante
per il nostro tempo.
Ecco uno dei progetti
che abbiamo fatto un paio d'anni fa,
che secondo me è molto interessante,
siamo noi all'avvio di un'organizzazione
di idee locali contro picco petrolifero
e cambio climatico.
Si chiama "Transition Streets".
Si basa sul concetto che forse
il cambiamento è più duraturo
incontrandosi coi vicini
e si sviluppa a livello di quartiere.
Perciò scendete in strada, bussate,
riunite tra 6 e 10 persone o famiglie,
decidete di vedervi sette volte
a casa di ognuno
parlando una settimana di acqua,
una settimana di energia,
un'altra di cibo.
Dopo ogni sessione vi prendete
degli impegni.
In media ogni famiglia coinvolta
taglia le emissioni di CO2
di circa 1,3 tonnellate
e risparmia circa 600 sterline.
Sono 500 le famiglie che l'hanno fatto.
Questa sì che è una riduzione importante
in termini di emissioni cittadine.
Ma quando incontro la gente
nei quartieri coinvolti
non dicono: "Rob,
Transition Street è bello,
risparmiamo 1,3 tonnellate di CO2,
siamo davvero orgogliosi di noi stessi,
stiamo facendo la nostra parte."
Mi dicono: "È bellissimo,
ho conosciuto Sandra
la mia vicina e Dave, il mio vicino,
non lo conoscevo, è interessante,
sa fare un sacco di cose
e mi ha dato una mano."
Tutta quella parte sociale
è ciò che emerge.
Quando abbiamo chiesto
una relazione finale
che riassumesse le cose imparate:
"Perché hai fatto Transition streets?"
La risposta principale era,
"Per conoscere meglio i miei vicini."
E per la domanda:
"Quali risultati positivi hai sentito
di aver ottenuto partecipando?"
abbiamo fatto una bel diagramma:
comunità, vicini, conoscersi.
Cambio climatico non c'è neanche.
Picco, come parola minuscola nell'angolo
in fondo a destra,
o in fondo a sinistra, non ricordo bene.
Per me è davvero affascinante
che quando bisogna cambiare le cose
c'è un modo diverso di farlo,
un modo che si diffonde come un virus,
contagioso e divertente.
Sto usando molte analogie mediche,
anche se cerco di non farlo,
sono le prime che mi vengono in mente.
E ciò su cui ci stiamo concentrando
sempre di più
è come realizzare una nuova economia
in città.
Se la cavalleria non arriva come si fa?
Che succederebbe se iniziassimo a farlo?
Ora nascono cose come Totnes Renewable
Energy Society, che ora conta 500 membri,
che contribuirà al progetto
di due turbine eoliche
ai margini della città;
Transition Tours, che si occupa
delle molte persone
che vengono a Totnes
per informarsi sulla transizione
garantendo loro una bella esperienza
e permettendo anche a noi di partecipare.
Transition Homes, che sta sviluppando
la costruzione di 20 case
a costi accessibili, ma soprattutto
con materiali locali.
Perché ciò che vale per il cibo:
il cibo locale porta più soldi
nella nostra economia,
vale altrettanto per i materiali edili.
Vediamo aziende che iniziano a emergere
dal tipo di cultura
che si sta creando dicendo:
"Ci servono nuove aziende per X.
Chi ci sta?"
Poco tempo fa abbiamo organizzato
il forum degli imprenditori locali,
facendo incontrare
gente della città con idee commerciali,
circa 40 con idee geniali
per varie aziende,
e potenziali investitori e mentori
per dare una spinta
a questa nuova visione di economia.
Perciò abbiamo un progetto
per una micro-birreria
che si sta avviando.
Kitchen table, che riguarda il catering
ma cercando di includere
anche molto il cibo locale.
Perciò si cercano aziende
con alcuni requisiti.
Che si impegnino a:
promuovere la ripresa locale,
emettere meno anidride carbonica,
non guardare solo al guadagno personale,
lavorare compatibilmente con la natura,
promuovere la localizzazione
e apportare risorse alla comunità locale.
Sono felice di aver ricordato tutto,
perché molti hanno parlato
di sogni ansiosi prima di venire qui.
Il mio sogno ansioso pre-TED
era De La Soul che veniva a casa mia
a passare la notte.
Un trio rap degli anni '80
e non avevo posto per tutti.
(Risate)
Quindi è bello aver ricordato tutto.
Ce l'ho fatta, ho superato lo scoglio.
È stupendo.
(Risate)
E preparando il discorso
ho chiesto a molti cos'era importante
per loro in questi 5 o 6 anni.
Una persona ha detto
che era l'evento finale
di Transition Streets, la proiezione
di "Start something together" che trovate
su YouTube e che documenta il progetto.
E tutti quelli di Transition Street
si sono riuniti nella sala del municipio
per una grande festa.
E ha detto di essersi quasi commossa
da quanta energia si era creata.
Un altro amico che ha riorganizzato
l'evento di Husting
nel periodo prima delle elezioni invitando
i candidati locali senza farli solo sedere
a rispondere alle domande,
ma facendoli parlare
del tipo di economia
che volevamo creare per la città
Abbiamo chiesto:
"Come sosterrai questa cosa?"
"Come ci aiuterai a realizzarla?"
Per me il momento più importante
è stato l'articolo
del giornale locale.
(Risate)
Addirittura un editoriale, che diceva:
"Colpo di scena nel dibattito climatico:
individui e comunità prima giudicati
bizzarri per le loro idee fuori dal coro
hanno conquistato un largo consenso
e potrebbero fornire alcune soluzioni
ai problemi più importanti della società."
(Applausi)
Circa due anni fa, un tedesco è entrato
nell'ufficio di Transition Town
dicendo: "Sono venuto
dalla Germania per vedere
Transition Town Totnes
e avete ancora le macchine!"
(Risate)
Beh, forse è il caso
di abbassare un po' le aspettative.
Ma è molto interessante ripensare
a come l'idea si sia diffusa in 5 anni.
La migliore analogia
che mi viene in mente è la micorriza,
un fungo incredibile,
una delle principali fonti
di capacità di ripresa per le foreste
e per il suolo.
Pensate, 15 centimetri cubi di terra
contenente micorriza,
conterrebbero 15 chilometri di fungo.
E funziona come una rete neurale
tra tutte le varie parti che gli permette
di distribuire i nutrienti in eccesso,
comunicare rischi,
malattie o minacce e così via.
È una cosa straordinaria.
In un certo senso Transition è un po' come
inoculare una comunità con una cosa simile
e così l'amico tedesco
era venuto a cercarne i frutti,
ma non si vedono in superficie,
nascono dove li cerchi,
ma anche dove non ti aspetti.
La nostra ricerca dimostra che ad esempio,
all'inizio Transition Streets
non era pubblicizzato
o niente del genere,
avevamo un gruppo di discussione
dall'altra parte della città
e una donna,
parlando del primo posto
in cui ci riunivamo
ha detto: "È fantastico,
sono come un paese,
con le feste di quartiere e tutto quanto."
Quell'immagine aveva iniziato a circolare.
Parlando con un consigliere locale,
ha detto: "Il bello di Transition
Town Totnes è che unisce la gente".
Se fosse stata una cosa solo di Totnes
non sarebbe valso molto,
ma in realtà è successo
che ciò che è nato lì,
si è diramato sempre di più.
Al momento i progetti Transition
sono in 34 paesi,
con migliaia di iniziative per adattare
tutto nel loro contesto,
dal Brasile a Barcellona,
da Bologna a Brixton,
e sfruttandolo per creare banche,
società energetiche
e sistemi agroalimentari locali eccetera.
È esilarante osservarne la diffusione.
È una storia che ha portato 300 persone
in città circa due settimane fa
nell'ex sito industriale abbandonato
per il lancio di una campagna fotografica
per consegnare il sito, che dava lavoro
a 163 persone, di nuovo alla comunità
e svilupparlo come calamita
per una Transition Economy
della città, lo chiamiamo progetto Atmos.
È una storia che in realtà
parla di comunità
che vedono nella capacità di ripresa
il proprio futuro economico.
Jay Tompt che lavora con noi,
ha scritto un bellissimo blog a riguardo
da cui ho tratto questa frase
che vorrei leggervi:
"Ce n'è abbastanza per occupare
noi e i nostri figli per molto tempo,
la cosa importante è aver cominciato.
Noi sappiamo di essere coloro
che aspettavamo,
perciò lo facciamo e basta,
non serve la cavalleria, ci pensiamo noi."
(Applausi)
Questo è stato davvero un processo
fatto di persone normali
che si sono sporcate le mani
che hanno visto le opportunità,
ed è davvero esilarante esserne parte.
Chiudo con una delle frasi che amo di più
dal libro di favole preferito
dei miei figli,
cioè ‘Cometa a Moominland’,
scritto nel 1946 da Tove Jansson.
È una parte divertente
che credo catturi l'essenza di Transition
più degli scritti accademici
scritti da me o da altri.
"Era un piccolo divertente sentiero
a volte tortuoso,
che si tuffava in varie direzioni,
a volte persino
ritornando su se stesso dalla gioia.
Non ci si stanca di un sentiero così
e non credo sia il meno veloce alla fine."
Grazie mille.
(Applausi)