Mike Kelley: Ragazzaccio
Per molto tempo all'inizio della mia carriera veniva ripetuto all'infinito
questo concetto del ragazzaccio. Ragazzaccio, ragazzaccio, ragazzaccio, ed io non credo di esserlo mai stato un ragazzaccio
non penso che la mia opera abbia mai avuto niente a che fare con l'essere un ragazzaccio o un moccioso o niente di simile
neanche che fosse anti-intellettuale.
Ovviamente non sono un anti-intellettuale, ed allora ho capito che quei termini venivano usati per mettermi al mio posto
perché la mia opera non rientrava nei canoni di opere che erano popolari in quel momento.
E' stata un'attribuzione sempliciotta.
Perché ero associato al movimento della cosiddetta "arte abietta" in cui la nozione del fallimento entrava in gioco nel contesto dell'arte
e perché molte delle mie opere sono vicine alle cosiddette "forme basse"
come l'arte popolare o la cultura di massa.
Credo che molti critici del mio lavoro tendano a confondere il mio uso di quel lavoro con una sorta di investimento
come se lo stessi gonfiando, o come una specie di estetica da colletti blu
Beh, potrebbe derivare da quella, ma io non la amo, ma il mondo dell'arte è cambiato molto perché di recente
cose del genere hanno trovato un posto nel mondo dell'arte mentre 15 anni fa non le avresti mai viste, in ogni galleria di New York
oggi c'è un riferimento alla cultura di massa. Oggi ogni galleria ha cose del genere, perciò tutto questo discorso dei mocciosi è diventato un termine positivo
piuttosto che negativo, ed è come se tutta questa discussione non m'interessasse perché chi è in fondo che definisce queste cose?
Se io sono un ragazzaccio, ci sono ragazzi e ragazze molto peggio di me ed è un'accademia, io sono un nonno quando si parla di queste cose.
Non sento più il bisogno di pensarci.
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