ADAM MILNER
ARTISTA
Penso che la gente
mi consideri un collezionista.
Invece, mi sento più come un magnete
intorno al quale gli oggetti ruotano
e con i quali io mi devo rapportare.
ADAM MILNER
LA CURA DEI DETTAGLI
I miei lavori si mescolano sempre
alla vita personale.
Così mi sono interessato
a filosofie sull'ordine
o a programmi televisivi sull'arredamento.
Molte di queste filosofie si basano
sull'eliminare oggetti
ma io mi interesso maggiormente
all'idea della materia vibrante
o all'idea che ogni cosa sia attiva.
L'idea che anche non usando più qualcosa,
quella continua ad esistere.
Quindi penso subito
alla spazzatura e la adoro.
Mi metto semplicemente a camminare
nel quartiere e a guardare la spazzatura.
Delle patatine cadute sul marciapiede
formano una composizione magnifica
che devo fotografare.
Poi torno a casa e inizio a usare
quello che ho imparato da queste patatine
per il mio lavoro.
La loro sorta di composizione accidentale
è molto eccitante.
Mi piace l'accostamento
che si crea nei negozi dell'usato
tra oggetti funzionali, opere d'arte
e cose che sembrano non avere valore.
Ricevo molte idee, materiali e oggetti
dalle persone che mi circondano.
Quando il mio amico Jeff alle superiori
volle che gli tagliassi i capelli
e che li tenessi
mi sembro di avere uno strano trofeo.
Ora vivo con questi capelli, li proteggo,
me ne prendo cura da più tempo
di quanto non avesse fatto lui.
Sono ormai diventati i miei capelli?
Anche se mi avvicino
a qualcuno con discrezione
o con più vicinanza
c'è anche una sorta di dominazione
o di controllo.
Rimarrano sempre i capelli di Jen,
ma ora saranno anche al museo Warhol.