Palmi delle mani sudati.
il cuore batte all'impazzata,
nodi allo stomaco.
Non potete chiedere aiuto.
Non solo avete un nodo alla gola che v'impedisce di respirare,
ma sarebbe troppo imbarazzante.
No, non siete braccati da un mostro,
state parlando davanti a un pubblico,
un destino che alcuni considerano peggiore della morte.
Vedete, quando siete morti, non sentite nulla;
su un podio, voi percepite la paura del palcoscenico.
Ma ad un certo punto abbiamo tutti dovuto comunicare
davanti a una platea,
dovete quindi cercare di superarla.
Per iniziare, imparate cos'è la paura del palcoscenico.
Gli esseri umani, gli animali sociali a cui apparteniamo,
sono connessi alla preoccupazione per la propria reputazione.
Parlare in pubblico può minacciarla.
Prima di un discorso vi agitate:
"E se la gente pensasse che sono brutto e idiota?".
Quella paura di essere visti come un brutto idiota
è una reazione alla minaccia
di una parte primitiva del vostro cervello
che è difficilissima da controllare.
È la risposta "scappa o combatti",
un processo auto-protettivo visto in numerosi animali,
la maggioranza dei quali non fa discorsi in pubblico.
Ma noi abbiamo un saggio compagno
nello studio sull'andare fuori di testa.
Charles Darwin mise alla prova lo "scappa o combatti"
all'esposizione di serpenti dello Zoo di Londra.
Scrisse sul suo diario:
"La mia volontà e ragione erano prive di forza
contro l'immaginazione di un pericolo
che non era mai stato sperimentato."
Egli concluse che la sua risposta
era un'antica reazione non toccata
dalle sfumature della civiltà moderna.
Quindi, per la vostra mente conscia e moderna,
è un discorso in pubblico.
Per il resto del vostro cervello,
sviluppatosi con la legge della giungla,
quando percepite le possibili conseguenze
di un discorso fatto in pubblico,
è tempo di darsela a gambe per salvare la vita
o di combattere fino alla morte.
Il vostro ipotalamo, comune a tutti i vertebrati,
induce la ghiandola della ipofisi a secernere
l'ormone ACTH,
spingendo la ghiandola surrenale
a iniettare adrenalina nel vostro sangue.
Il collo e la schiena si contraggono,
vi incurvate.
Le vostre gambe e mani tremano
e i muscoli si preparano per l'attacco.
Sudate.
La pressione del vostro sangue fa un balzo.
La digestione si blocca
per massimizzare la distribuzione di sostanze nutrienti
e ossigeno ai muscoli e agli organi vitali,
ecco che avete la bocca asciutta e le farfalle nello stomaco.
Le pupille si dilatano,
ed è difficile leggere qualcosa di ravvicinato,
come i vostri appunti,
ma la vista a distanza è facile.
Ecco come funziona la paura del palcoscenico.
Come la combattiamo?
Per prima cosa con la prospettiva.
È tutto nella vostra testa.
È una reazione corporea piena, naturale e ormonale
di un sistema nervoso autonomo messo sull'autopilota.
E la genetica gioca un enorme ruolo nell'ansia sociale.
John Lennon suonò dal vivo migliaia di volte.
Ogni volta vomitava prima dell'esibizione.
Alcune persone hanno semplicemente una predisposizione congenita
a sentirsi più spaventati ad esibirsi in pubblico.
Dato che la paura del palcoscenico è naturale ed inevitabile,
concentratevi su quello che potete controllare.
Fate pratica,
un sacco,
iniziando molto prima
in un ambiente simile alla esibizione reale.
Fare pratica in un qualsiasi compito accresce la familiarità
e riduce l'ansia,
quando è dunque tempo di parlare in pubblico,
sarete sicuri di voi stessi
e il compito sarà a portata di mano.
Steve Jobs ripeteva i suoi epici discorsi in pubblico
per centinaia di ore,
iniziando settimane in anticipo.
Se sapete cosa state dicendo,
trarrete energia dalla folla
invece di permettere al vostro ipotalamo
di convincere il vostro corpo che sta per diventare il pranzo
per un branco di predatori.
Ma, ehi, l'ipotalamo vertebrato
ha milioni di anni in più di pratica rispetto a voi.
Appena prima di andare sul palco,
è tempo di giocare sporco
e ingannare il vostro cervello.
Stirate in altro le braccia e respirate profondamente.
Questo spinge il vostro ipotalamo
a una risposta di rilassamento.
La paura del palcoscenico in genere colpisce più duro
appena prima di una presentazione,
usate quindi quell'ultimo minuto per stirarvi e respirare.
Vi avvicinate al microfono, voce chiara,
corpo rilassato.
Il vostro discorso pubblico ben preparato convince la folla selvaggia
che siete un genio carismatico.
Come?
Non avete superato la paura del palcoscenico,
vi ci siete adattati.
Il fatto è che non importa
quanto civile posssiate sembrare,
in una parte del vostro cervello
voi siete ancora animali selvaggi;
un animale selvaggio abile oratore.