Grazie all'organizzazione per avermi invitato. Per me è un piacere perché mi sento come a casa mia. Ho 18 minuti a disposizione e il mio problema sarà il tempo, perché a me piace parlare tanto, ma è anche vero che parlo rapidamente e forse anche questo è un vantaggio. Mi piacerebbe riflettere sull'importanza che hanno gli atteggiamenti nel cambiamento personale e dar forma all'idea presentata prima per cui le persone sono come lampadine. Tutti siamo come lampadine perché le persone trasmettono lampadine con piedi perché ci muoviamo per la vita. Di fatto, ci sono persone che vanno per la vita a 30.000 W e altre che vanno fulminate. Perché è vero che tutti trasmettono, ma la differenza è rilevante. A volte conosciamo qualcuno e dopo appena tre secondi diciamo: Wow, olé, olé e olé! Che spettacolo! E a volte conosciamo qualcuno e dopo 3 o 4 secondi diciamo... olé... noooo Chiamalo feeling, chiamalo chimica, ma queste sensazioni esistono. Noi esseri umani trasmettiamo sensazioni e captiamo le sensazioni che trasmettono gli altri. In questo senso siamo come lampadine. In realtà io vorrei farvi un esempio per spiegare l'idea della lampadina. Questo non c'è nel copione ma mi gioco il tempo che ho perché per me la maniera migliore di spiegare le cose è con esempi. A me piace molto il freddo, adoro la montagna. Io sono felice a Ordino e non capisco la gente a cui piace il mare. Lo rispetto, ma non lo comprendo. Fa molto caldo, c'è tanta gente. È così, no? L'acqua calda, la sabbia che ti brucia i piedi, il sale dell'acqua che si infila dappertutto... il mare non è per me. Però ho la fortuna di avere una moglie e dei bambini che adorano il mare. Allora un weekend all'anno faccio un'eccezione e invece di rimanere a Ordino andiamo al mare. Dato che non conosco hotel ogni anno faccio così: invio un tweet. "Qualcuno conosce un hotel, buono, bello, economico per andare con la famiglia al mare?" e c'è gente gentile che risponde ai tweet. Tra i suggerimenti che mi facevano c'era un hotel che si ripeteva molto e pensai: Beh, se si ripete tanto, sarà un buon hotel. Accedo alla pagina web e non c'era nemmeno una foto, e ovvio, io non so voi o le vostre mogli, ma mia moglie, se non vede foto, non riesco a convincerla. Mia moglie vuole vedere foto, del hotel, del giardino, della piscina, della camera, del bagno - soprattutto del bagno. Mia moglie ha una fissazione con i bagni. Come se dovessimo passare il fine settimana in bagno. Infine, non c'erano foto, allora invio una mail al hotel: "Stimati signori, io volevo effettuare una prenotazione, me lo hanno consigliato, ma non ci sono foto e io, senza foto, a mia moglie non la convinco." Risposta del hotel. Ricevo una mail ed è trascorso tempo, però la conservo: "Stimato Víctor, la aiuterò a convincere a sua moglie." - Inizia così, direttamente - "È vero che non abbiamo foto delle camere perché stiamo rinnovando il nostro sito. Mi scuso per questo. Questo è un piccolo hotel e il capo ha voluto ristrutturarlo. Che ci possiamo fare! Si annoia". E tra parentesi mette un sorriso. "Ho pensato di salire alla camera che ritengo sia la più adatta per i bambini e fare delle foto con la mia fotocamera. Gliele allego a questa mail. Se a sua moglie non piacciono le camere, me lo dica che parlerò con il capo per vedere se le può cambiare." E tra parentesi scrive: "Abbiamo rinnovato il sito, ora per un paio di camere... Se ha bisogno di altre foto me le deve solo chiedere. È un salire e scendere, lei chieda. sarà per qualche foto... (Risate) La aspettiamo presto, a sua disposizione, Ana, responsabile della reception." Ovviamente, tu ricevi una mail così e se sei un pochino normale che pensi? Se sei un pochino normale quello che pensi è: "cazzo, cazzo, cazzo!" "Ma tu da che pianeta sei venuta? Cos'è che ti hanno dato?" Perché, come sarebbe stata una mail seria, corretta, professionale? Sarebbe stata del tipo: "Stimato cliente, stiamo rinnovando il sito e non ci sono foto, ma non si preoccupi che entro 2 settimane saranno disponibili. Distinti saluti, Ana" Così sarebbe stata una mail seria, corretta, professionale. E il problema è che siamo circondati da persone che sono serie, corrette e professionali. E poi ce ne sono altre (Risate) che oltre a essere serie, corrette e professionali, generano questa sensazione di olé, olé e olé! (Risate) Di questo parleremo. Però c'è gente che mi dice: "Senti, Küppers, io della lampadina ne ho abbastanza, perché sono scoraggiato". Il problema è che c'è gente che è molto scoraggiata. Tu prendi un giornale e ti parlano di crisi, guardi la televisione e ti parlano di tagli, ascolti la radio per sfogarti un poco e ti parlano di deficit, negli ultimi quattro o cinque anni.. In più, le cose al lavoro non vanno bene, c'è chi ha anche problemi personali: una madre malata, problemi di coppia, c'è chi ha un figlio adolescente, c'è chi non è del Barça. Allora è ovvio, vai sommando, sommando, sommando... e dici: cavolo, fonti di allegria che ti permettano di trasmettere... non ce ne sono, ed è la verità. Che c'è molta gente, poverina, che è scoraggiata, sopraffatta, sconvolta, che ne ha abbastanza di tutto. C'è una crisi spettacolare di stato d'animo. C'è una crisi di...ffff... che non so come si scrive, però il ...ffff... è quando arriviamo a casa e dicono: - Papi, mi racconti una favola? - ...ffff...te la racconta mami. - Ehi, ti va di andare a bere qualcosa? - ...ffff...vai tu che ho avuto... Ε questo è il problema, che stiamo con il...fff... E perché è così importante tenere alto il morale? Perché... c'è una formula, che è questa: quanto vali tu come persona? Quanto vali tu come persona? (C + H) x A Cos'è la C? Conoscenze. Cos'è la H? Abilità. Per tutto nella vita c'è bisogno di conoscenze: per servire una birra, per lavorare come finanziario c'è bisogno di conoscenze e per essere presidente del parlamento c'è bisogno. Poi viene la H. E per tutto nella vita l'abilità, l'esperienza, conta, e molto. E dopo viene l'atteggiamento. Cos'è importante nella formula? L'importante nella formula è che la C somma, la H somma, però la A moltiplica. La differenza tra un fuoriclasse e un veterano non sta né nella C, né nella H... Sta nella A. Tu non sei una gran persona, e lo sei, perché hai molte conoscenze, tu non sei una gran persona perché hai molta esperienza, tu sei una gran persona per il tuo modo d'essere. Nessuno ti apprezza per ciò che sai o per i titoli che possiedi, nessuno ti apprezza per gli anni di lavoro o per le tue abilità, ti apprezzano per il tuo modo d'essere. E tutte le persona fantastiche hanno un modo d'essere fantastico, e tutte le persone di merda hanno un modo d'essere di merda. Scusate, è la pressione di... Però quando dico persona pensa a quello che vuoi. Tutti i capi e le cape fantastici hanno un modo d'essere fantastico, e tutti i capi... hai capito. Pensa ai capi che hai avuto, con quale vorresti rimanere? Non dico che la C e la H non siano importanti perché sono molto importanti. Non c'è peggio di un inutile molto motivato. "Non ne ho idea, però voglio farlo". È ovvio che la conoscenza è importante, però non lo scegliamo per quello, lo scegliamo per il suo modo d'essere ed era una gran capa per quello. Sul piano personale è più facile. Quì come scegliamo gli amici? Per C, per H o per A? Nessuno sceglie gli amici per curriculum, li scegliamo per il loro modo d'essere. Se domandassimo ai tuoi figli: com'è tua mamma o tuo padre? "No, mia madre è fantastica!" Cavolo! Racconta! "14 anni di esperienza nel suo settore." Sicuramente no, perché nemmeno i nostri figli ci definiscono per C o H, lo fanno per il modo d'essere: "è fantastica o è fantastico perché mi ama, mi aiuta, gioca con me, va in porta." Così è come ci definiscono le persone, ci apprezzano per il modo d'essere. E il problema è che, quando uno è scoraggiato, uno perde il meglio che ha, che è il suo modo d'essere. Non perdiamo né conoscenze né esperienza, perdiamo modo d'essere. Questo è il grande problema: che siamo davvero tarati, perché siamo davvero tarati. E succede che quando uno è tarato, circondato da tarati, non si accorge di essere tarato, però siamo davvero tarati. Potrei raccontare molti esperimenti per dimostrarlo, ma non ho tempo. Però pensiamoci, viviamo in un contesto in cui ciò che conta è la rapidità, tutto rapido: guidiamo e camminiamo rapidamente, parliamo e mangiamo rapidamente, teniamo conferenze rapide, vogliamo un libro che ci cambi la vita in 15 minuti, e se è possibile in 14, meglio. Vai a un corso di gestione del tempo e la prima cosa che ti dicono è: se ti alzi mezz'ora prima, hai mezz'ora di vantaggio, e pensi: cavolo, contro chi? E sei stufo di leggere che se non avanzi, retrocedi, e allora passi la vita avanzando, la vita è come andare in bici, se ti fermi, cadi. Quante volte l'abbiamo sentito? E bisogna rivendicare la pausa, bisogna rivendicare il fermarsi perché uno si ferma e si rigenera, non è vero che non puoi fermarti in bici. È necessario fermarsi, se no sbagli lo stesso, e perché in bici, a volte, bisogna aggiustare qualcosa. Invece andiamo sparati come polli senza testa. Andiamo per la vita, non so se qualcuno ha visto, un pollo quando gli stacchi la testa, la testa cade, però il pollo continua e continua 20, 30 e 50 metri. E pensi: dove cavolo va? In quanti andiamo come polli senza testa? Sì, dove vai? "Corro, non so..." (Risate) Che siamo molto tarati ed è vero, che la vita ha cose fantastiche. La vita ha momenti spettacolari, e per noi del Barça, ultimamente fin troppi, è complicato digerire tanta allegria. Però è vero anche che la vita, quando ti fai anziano capisci, che somiglia più a un dramma che a una commedia, che vivremo molti momenti durissimi, molti, o che li abbiamo già vissuti. Perché a volte le persone che amiamo hanno incidenti, o perdono il lavoro, o si ammalano, o muoiono, senza avvisare, e quando la vita ci dà uno di questi colpi, all'improviso uno indossa la testa e si ferma a pensare, e si accorge di ciò che è importante e di ciò che è meno importante. A volte bisogna cercare e rivendicare questa pausa. Comprendere che nella vita ciò che conta di più è che ciò che conta di più, deve essere ciò che conta di più, che non è un gioco di parole, beh sì che lo è, però ha anche un significato, eh! E quando nella vita si ha ciò che conta di più uno va accelerato. C'è gente che va accelerata, c'è gente che va euforica, c'è gente allegra, ottimista, anche nel contesto attuale. E che si può fare quando uno nota questa sensazione di non fare niente a tutta velocità? Perché è pieno di gente che non fa niente a tutta velocità. E vero che facciamo molte cose dalle 7 del mattino alle 11 della notte, però non è lo stesso fare cose e fare cose importanti. E a volte perdiamo la vita correndo. Nascere, crescere, riprodurre, discutere, morire. No si accorgono che la vita passa velocemente. Allora che si può fare per andare a 30.000, per andare accelerati dentro? C'è gente che si alza al mattino e dice: dai, dai, dai! Che vedi qualcuno correre e dici: cavolo! Dove va? A lavorare! Che fa questa gente? Fa molte cose. Io non sono un esperto, io copio dagli esperti, ma se qualcuno legge su questi temi, tutti gli esperti coincidono sugli stessi punti. Io ne indicherò solo due. Ne avevo tre, ma questa mattina ho visto che non avevo tempo e ho accorciato la presentazione. Vediamo quali sono? Cavolo! Grazie mille, no, ce ne sono due, vedo che già mi state cacciando. Primo, e son cose basilari, facili, semplici: imparare a essere grato. C'è un proverbio che dice: "Non sai ciò che hai finché non lo perdi", e non è demagogia, è assolutamente vero che non sappiamo ciò che abbiamo molte volte. Nessuno arriva a casa, preme l'interruttore della luce, si accendono tutte le lampadine e dice: "Wow! Olé, olé e olé per l'illuminazione!" Non esiste. Saremmo davvero tarati. Premi l'interruttore, sai già che si accenderà la luce. Nella vita ci succede lo stesso, diamo molte cose per scontate. Ti alzi al mattino e sei abituato ad alzarti in questo meraviglioso paese e a vedere montagne stupende. Uno si alza ed è abituato ad avere una donna fantastica accanto, ad avere figli fantastici, ad avere salute o un lavoro, e a volte bisogna fermarsi e apprezzare le cose, perché così uno diventa molto più allegro. È vero che la vita ha i suoi drammi, la vita ha grandissimi drammi: decessi, malattie terminali e non terminali incurabili. Quando uno perde il lavoro, ha più di 45 anni e non ha prospettive di entrare a breve termine nel mercato del lavoro, e due bambini a casa. Esistono drammi e la vita ha drammi, e purtroppo i drammi non hanno soluzione. I drammi non hanno soluzione, i drammi bisogna subirli, e il tempo attenua il dolore, non esistono soluzioni per i drammi. Ciò che non può essere perdonato è che chi non ha drammi si lamenti. Chi non ha drammi in questo momento, deve: uno, aiutare quelli che hanno drammi e due, il minimo che possiamo fare è essere grati e apprezzare le cose che funzionano, e non pensare solo a ciò che non funziona, dovremmo andare rimbalzando di allegria per la strada. Ad Andorra tutti dovrebbero rimbalzare di allegria per la strada, con il paese che abbiamo, tuttavia, vedi gente che non rimbalza di allegria, al contrario, che a volte ti viene voglia di fermare qualcuno e dirgli: "Mi scusi, che le è successo? Con questa faccia che ha, che le è successo? Sarà stato qualcosa di grosso." E se lo domandassimo ci direbbero le cose più assurde: "È per l'iPhone, che tutti sono passati al iPhone 5 tranne io che sono rimasto al 4." "Cavolo! Che problemone di scala mondiale." "E a lei, che le è successo?" "Niente, che avevo chiesto finestrino e mi hanno dato corridoio." E a volte uno deve essere consapevole del fatto che nella sua bolla, il maggior problema lo trasformiamo nel maggior problema mondiale, e bisogna relativizzare, la vita ha drammi, e quando uno non ha drammi, non ha problemi, ha circostanze da risolvere. Quando uno ha circostanze da risolvere non ha diritto a perdere l'allegria. È un problema di giustizia, non ha il diritto di perderla. E il giorno in cui uno è affranto, deve prendere carta e penna e scrivere 20 cose fantastiche che ha nella vita. Tutti abbiamo 20 cose fantastiche nella vita, tutti. Abbiamo anche 20 o 30 problemi e la testa pensa solo ai problemi, perché il cervello razionale è progettato per questo. A volte devi portare la testa a ciò che funziona. Fai la lista, è un esercizio molto semplice. È che la vita è molto semplice, no facile, ma semplice, però ci piace complicarcela o che ce la complichino. Fai la lista, provalo! Noi del Barça le prime cinque ce l'abbiamo già: Messi, Messi, Messi; Messi, Messi. Cavolo, abbiamo Messi! Ed è così grande che non entra in testa. Abbiamo Messi! La Champion's e il campionato sono secondari. Abbiamo Messi! Hai una madre con salute? Non sai ciò che hai. Vivi in questo meraviglioso paese? Non sai ciò che hai. Hai una ragazza che ti sopporta? Non sai ciò che hai. Hai due figli fantastici? Non sai ciò che hai. E uno deve fare liste per dire: "Cavolo, non siamo messi così male!" Non tutto va male. E secondo, avere speranza, noi esseri umani funzioniamo con speranza. Non c'è niente come la speranza. Se aspetti un bambino, o la moto nuova, o vai in vacanza tra una settimana, vai accelerato. Il problema è che, quando uno non ha speranza, è morto. E se uno non ha speranza, se la deve cercare, perché l'esterno non ce la darà. Se fa freddo, copriti. Sei raffreddato? Frenadol! Siamo in un ambiente che tende allo sconforto? Devi trovare la speranza. E qualcuno dirà: "Sì bello, a me dammi..." Si è rotto l'orologio perché parlavo più veloce, che restano solo due minuti e dovrebbero restarne cinque. La gente dice: "A me dammi un milioncino e vedrai come trovo la speranza". Ma se il meglio di questa vita è quasi gratis. Il meglio di questa vita è casi gratis: un abbraccio al nanetto che hai di fianco è gratis, questo è gratis. Scalare il Casamanya una notte di luna piena e mangiarti il panino al tonno sulla cima, questo è gratis. Non si tratta di fare cose straordinarie, ma di godersi piccole cose ordinarie: la colazione, i 20 minuti di colazione che sono sacri, il caffellatte, il panino al formaggio e lo sport, questa è la felicità, o il Marca, a ognuno il suo, è più o meno la felicità. C'è gente che soffoca con il panino al formaggio perché sta guardando la busta paga o i debiti, che gli diresti: "Fanculo!" O una birra, a noi che piace la birra, non c'è maggior piacere nella vita di una birra quando ne hai voglia. C'è gente che si gode la birra a 30 metri, vede arrivare il cameriere con il vassoio e dice: "Eeeh! La mia! Sì, sì, sì, sì, sì, quella è la mia! Che bell'aspetto!" E gli portano la birra, gliela poggiano sul tavolo, e la birra si gode guardandola, non si tocca, prima si guarda. Mmmh, vedi lì la schiumetta, le bollicine come salgono, le gocce che scivolano sul bicchiere fresco, che ti può scendere il lacrimone per l'emozione, guardando la birretta, e quando la prendi, il brivido che percorre il braccio, e il primo sorso, che è sempre il più lungo, e passa fresca per di qua, e ti rimane nel baffetto... Questa è la felicità, questa è la felicità. Vale 2 euro una birra, nel tavolo accanto un tizio si è scolato due birre, sta di spalle alla montagna, sta farneticando, aizzando il paese, o lamentandosi di... Non devi essere un illuso, illuso no, ma non è necessario passare 24 ore ascoltando Radio Nacional, le notizie economiche e le prospettive economiche. Cavolo! Uno ci deve provare... Se no non c'è modo di andare accelerato. Concludo. Ora dico una cosa che a mia moglie non piace. Mi ha detto che ci stava guardando, ma mi dispiace. (Risate) A me piace molto giocare a carte con mia moglie: briscola, tre e tre... Mia moglie è di origini nordiche, molto nordiche, e quelli nordici hanno una parte del cervello che funziona diversamente, non dirò né meglio né peggio, diversamente. (Risate) A volte siamo lì, rimuginando, mia moglie prende le carte e dice: "Uff, rimescola!" "Dai, cara!" "No, non ho niente di buono, rimescola che io con questo..." "Però così non vale!" "Rimescola o non gioco!" Allora io rimescolo. "E adesso come va?" "Ora meglio." "E niente cara, esci tu o esco io?" "Come vuoi tu, come sempre." Stiamo lì, giocando, a volte prende dal mazzo e dice: "Denari! la restituisco, la restituisco, che adesso non mi serve." Mia moglie gioca così, se ti piace, bene, altrimenti eri avvisato, perché da single era uguale. Non le è venuto adesso. E ovviamente vince, perché è svedese, ma non è tonta. (Risate) Quanti di noi, pur essendo andorrani, catalani o olandesi, abbiamo dentro un gene svedese? E dobbiamo capire che, nella vita, ci piaccia o no, le cose sono come sono, le cose sono come sono, non come ci piacerebbe che fossero, non abbiamo noi il mazzo, dio mescola e distribuisce, e a noi ci toccano. Sì, sì, però noi giochiamo, e la grandezza si dimostra giocando. Questo è ciò che divide i grandi dai mediocri. Mai, mai, mai, mai, mai, potremo cambiare le circostanze. Mai, mai, mai potremo restituire le carte. Mai. Chi ha scelto questa crisi? Chi ha scelto ammalarsi? Mai. Però sempre, sempre, sempre, sempre, sempre, sempre possiamo scegliere il nostro atteggiamento. Questa è l'ultima libertà degli esseri umani. È vero che le circostanze influiscono e il contesto a volte condiziona tantissimo, però c'è sempre un piccolo spazio in cui decidiamo il nostro atteggiamento e come affrontarlo. E questo è ciò che separa il fuoriclasse dal veterano. In ogni istante scegliamo il nostro atteggiamento. Ogni istante ci avvicina un po' di più alla grandezza o un po' di più alla mediocrità. E l'unico obbiettivo di questa vita è sommare istanti fantastici, è lottare per essere la miglior persona che puoi diventare, negli ambiti che ti sono capitati, e che alla fine, quando qualcuno vedrà il tuo percorso, che sia un capolavoro d'arte e che ti ricevano formando un corridoio, dicendo: "Olé, olé e olé!" Molte grazie. (Applausi)