[Omer Fast: "Continuità"] Questi momenti sono magici in un film, quando c'è una sorta di linearità in moto che approccia a qualcosa e lo rivela. Ma io sono interessato a quello che accade nel mezzo. Con sempre più domande e domande, si crea, in un certo qual modo, una confusione produttiva. E penso sia quello che io ricerco. Avevo una commissione per dOCUMENTA e anche loro erano in procinto di mostrare questo in TV. Ho iniziato a pensare a questo film per la TV e alla nozione di questo interno domestico che è il fulcro della TV-- o almeno lo è per me--e a quel tipo di ossessioni della classe media di mostrare la famiglia, mostrare il salotto e mostrare il tipo di dinamica all'interno di una famiglia in particolare. E volevo fare tutto questo nel contesto di un "ritorno a casa"-- e quello è, ostentatamente o in modo topico, il coinvolgimento della Germania in Afghanistan. Però non è presente uno sviluppo classico della storia. Non si raggiunge un climax specifico, né un epilogo. C'è una ripetizione di scene e di luoghi. È tutto incredibilmente formalizzato. Avere la TV come medium per la storia ha dettato molte delle scelte che ho fatto. Ci sono due genitori della classe media, che materialmente stanno bene, ma qualcosa nella loro relazione si è spento. C'è questo trauma, ma non è il trauma che si pensa. È un trauma connesso alla vacuità. C'è questa sorta di deserto suburbano. C'è quest'angoscia tipica della classe media, che provano queste persone e cercano di riempire questo vuoto in qualche modo-- e quel modo lo trovano nella giovinezza. C'è questo vuoto nella loro relazione che colmano attraverso una coreografia. Provano a rivisitare questo "ritorno a casa"-- il ritorno del figlio-- che non avviene mai. Loro pagano questi giovani, che sono dei prostituti, danno loro del denaro per andare da loro e recitare. Questi uomini, che offrono il loro corpo a questi due genitori, sono una sorta di metafora dei giovani, i cui corpi sono utilizzati per gli affari di Stato. Ci si chiede: chi mandiamo in Afghanistan a fare i nostri interessi? Il mondo continua ad auto-affermarsi, in questa sorta di, strane e teatrali modalità, intorno a loro.-- In queste loro brevi apparizioni e in questi fantasmi e immagini che loro osservano. Diventano, in un certo senso, spettatori di uno spettacolo-- dell'orrore. La morte dovrebbe essere molto distante. Sai, questo conflitto non dovrebbe essere presente nei nostri confortevoli dintorni. Così, loro sono intrappolati in quei due ruoli-- essere un soldato e un figlio, ed essere un oggetto del desiderio. Ma per me, la possibilità più interessante era: forse nemmeno esiste un figlio. Forse c'erano dei figli che non ci sono più e c'è questo vuoto. Verso la fine, loro stanno andando su questa strada di campagna. Abbiamo già visto tre volte questa strada. E all'improvviso c'è un cammello che cammina verso di loro. Loro lo seguono e giungono in una miniera. All'interno ci sono i ragazzi che si sono visti fino a quel punto. Sono commilitoni. Sono tutti vestiti in uniforme, in divisa. Sono caduti in un'imboscata e sono stati tutti uccisi.