Doug Chilcott: Benvenuti. Sono Doug Chilcott. Benvenuti all'Open Translation Lounge qui a TedGlobal, 2013 a Edimburgo, Scozia. Questa è una delle sessioni della settimana, dove relatori e ospiti siedono nel salotto delle traduzioni per discutere diversi argomenti con un pubblico proveniente da molte parti del mondo, ci sono traduttori sia qui in Scozia che su Skype. Oggi abbiamo Erik Herman, che ha appena finito la sua sessione. E qui abbiamo Khalid dal Marocco. Anwar dal Sudan e Bandi dal Congo. Ci hanno raggiunto su Skype David dalla Tanzania, benvenuto David. Anja dalla Slovenia, e Falguni dal Bangladesh. Benvenuti a tutti. Allora, iniziamo la sessione. Erik, che sessione fantastica. Raccontaci un po' la tua visione per questa sessione e come l'hai organizzata. Erik Herman: Adrian ed io stavamo cercando di fare una sessione che parlasse di tutto quello che sta succedendo in Africa, nel Medio Oriente e in Asia, di cui gran parte del mondo non sa niente, ma che avrà un impatto enorme negli anni a venire. Così abbiamo cercato le persone che potessero raccontare bene queste storie. É uscito fuori nella musica dove le persone si aspettano un certo tipo di musica perché vieni dall'Africa. Facciamo qualcosa d'insolito. E così Forces of Change dice che c'è molta instabilità nel mondo, molti disagi. L'Africa e il Medio Oriente, onestamente, sono al comando e l'Asia, sono alla guida di molti dei cambiamenti che stanno avvenendo. Come sarà tra dieci anni, non lo sappiamo, ma crediamo che Africa, Medio Oriente e Asia avranno un impatto enorme. Potrebbe essere parte della soluzione ai problemi che affrontiamo localmente in tutto il mondo. DC: Quale è stata la tua impressione? Anwar: La sessione è stata grande. E' stata così positiva che ci si sente orgogliosi dell'Africa e non vediamo l'ora di vedere cosa succederà nel prossimo futuro. E c'è pure l'altra faccia della medaglia. Le persone non si aspettano che ciò venga dall'Africa. Io, personalmente, sono orgoglioso di questo ragazzo, Erik e di quello che fa per il Kenya, e prossimamente andrò in Kenya a osservare Ushahidi, AIHD e portare a Khartoum. Invece di andare negli Stati Uniti o in Europa a imparare ora ho qualcosa in Africa, vicino a me dove posso imparare. DC: E tu Bandi? Bandi: Allora, ho trovato tutto molto potente perché mi verrebbe da dire che è molto raro che si senta parlare dell'Africa in questo modo oggi. Sai, pieni di speranza, ma anche pieni di opportunità, mostrando ciò che l'Africa sta già facendo. Lo sviluppo, il ruolo che la tecnologia sta avendo e mostrare realmente che ci sono alcune cose che il mondo può imparare dall'Africa in termini di tecnologia. Non solo di altre cose, ma in termini di tecnologia. Ho pensato che fosse molto potente. Ed è stato anche molto bello ascoltare Dambisa e guardare all'Africa in un altro modo e perfino fare sviluppo per l'Africa. L'ho trovato molto potente. E sai è stato molto rappresentativo dell'Africa, e la musica è stata altrettanto buona. DC: Vorrei fare parlare qualcuno da Skype. David dalla Tanzania. Che impressioni hai sulla sessione di oggi? David: Erik stava dicendo che c'è molto disordine in Africa e nel continente e certamente in altre parti del mondo è un problema credo sia vero e se si ha un modo migliore per rappresentare gli sforzi che si stanno facendo in Africa, credo, potrebbe essere una buona cosa. EH: Una delle cose che stiamo cercando di fare, e ci sono due cose che si posso dire sulla storia dell'Africa. Ce n'è una che sono i racconti, gli aneddoti, le storie di cose interessanti. E si possono in effetti vedere molte di queste cose accadere oggi. Ma per noi era veramente importante sollecitare le persone che fanno le loro ricerche e capire la scienza di cosa accade dentro i numeri e cosi avere due economisti è stato molto importante per noi per dire che questa non è solo una storia piacevole, di un paio di cose che succedono. C'è una tendenza qui. E ci sono indicatori che non si possono ignorare. Così, per gettare le basi e dire, hey, questa è roba legittima. DC: Khalid, non ti abbiamo ancora sentito. Una domanda per Erik o una riflessione sulla sessione? Khalid: Certo. La sessione, da africano mi è veramente piaciuta, anche se non siamo realmente considerati africani. Siamo più classificati come arabi d'Africa. Quello che succede nell'Africa subsahariana non ci tocca. Ciò che succede in Europa è troppo lontano e l'Africa subsahariana si sta separando dal nord Africa. Recentemente abbiamo avviato il primo Hackerspace in Marocco, e sta prendendo piede bene ma poteva essere più veloce e fluido se l'Africa subsahariana ci avesse aiutato. Quindi, spero che ci sia più collaborazione tra Il Nord Africa e l'Africa subsahariana, e non solo classificare l'Africa come Africa, ma parlare di Africa subsahariana invece che dell'Africa intera. Bandi: Ma credo che questo dimostri la diversità dell'Africa. E sì, si può cadere nella trappola di pensare che l'Africa sia uguale ovunque. Ad esempio, sebbene l'Africa si stia sviluppando rapidamente, ci sono aree dove lo sviluppo non sta arrivando, ad esempio in Congo. Ci sono problemi terribili lì. Ma è vero che quando si guarda l'Africa globalmente, sta progredendo rapidamente. Ma ci sono ancora zone che non tengono il passo. Ed è vero che a volte non c'è una forte connessione tra alcune parti dell'Africa, ad esempio, quello che hai evidenziato il Maghreb e l'Africa subsahariana, il Sudafrica pure ha un sistema e un gusto di altro tipo. Una tecnologia diversa. Anche il Kenya ha un altro fulcro affari, ingenuità e altre cose. Così, sì, credo che per certi versi tu abbia ragione, sebbene in questa sessione abbiamo avuto anche Mustafa che ha affrontato un'altra dimensione dell'Africa che ho trovato veramente sai, ben pensata perché ci ha aiutato a capire la complessità dell'Africa, la crescita politica dell'Africa, che ho trovato molto positiva e piena di speranza. EH: Quello che Bandi dice è giusto. Credo dovrebbero esserci alcune cose sul fronte tecnologico e imprenditoriale che sarebbero veramente grandioso vedere nella zona nord dell'Africa, da alcuni stati subsahariani, ma ci sono alcune faccende politiche in atto nel nord he speriamo diventino del sud, così... K: Allora collaboriamo! Facciamo uno scambio. B: Dovreste esportarlo! (Risate) EH: C'è qualcos'altro di interessante. Stai parlando del primo Hackerspace in Marocco. C'è un nuovo trend negli ultimi anni dove si vedono negozi tech, spazi tech, laboratori tech, centri, in qualsiasi modi li chiami, che proliferano. Se andiamo indietro di tre anni, c'erano una manciata, tre o quattro spazi e incubatoi tech in tutto il continente. Ora ce ne sono più di 50 e alcuni di questi sono spazi di co-working o hot-desk. Altri sono incubatoi e altri hackerspace, dove le persone creano oggetti usando grandi strumenti. Ed è questo tipo di diversità e anche i negozi tech e gli spazi tech dell'Africa che credo siano così affascinanti. E la crescita e l'euforia che ne verranno perché esistono deve ancora manifestarsi. DC: E' interessante, l'idea che l'Africa sia... Credo che ne abbiamo parlato in questo gruppo diversamente da come facciamo in Europa. Nessuno dice "Come lo fanno gli europei?" che mi porta a invitare Anja a parlare di questa idea: un continente collettivo con una mentalità. Nemmeno l'Africa ne ha una. Ha delle lingue e delle culture distinte come in Europa. Anja, una riflessione su questa osservazione? Anja: Nel mio paese, la Slovenia, ci sono molte start-up che si concentrano sugli Stati Uniti. senza creare una cultura europea o qualcosa di simile. Ma ho molto apprezzato questa sessione, ha portato qualcosa un nuovo modo di guardare all'Africa. Mi è molto piaciuta l'interpretazione della mappa di Toby Shapshak. L'innovazione non viene dalla conformità e se tu sei messo alla prova da problemi reali, inizi a pensare a innovare, a essere creativo. E credo che sia un buon punto per l'Africa essere innovativa. Ma per l'Europa, credo, siamo un po' troppo conformisti. Abbiamo molte buone cose e questo forse ci allontana dall'affrontare i veri problemi e guardiamo solo la nuova app per l'Iphone o Android. Anwar: Una cosa con cui Erik ha iniziato la sessione è stato l'aspetto della risoluzione dei problemi della media africana. Il giorno prima di venire qui abbiamo pranzato con l'ambasciatore britannico a Khartoum che ha chiesto alle persone dieci cose che ciascun diplomatico britannico dovrebbe sapere sul Sudan. E ho condiviso con lui il fatto che tutti in Sudan risolvono i problemi. Ci sono problemi unici da superare. Taglio dell'elettricità, dell'acqua e poi, come sai, problemi con le auto e malfunzionamenti qui, vai all'ospedale. É molto complesso e bisogna andare avanti. Ci si lamenta sempre ma l'unica soluzione è andare oltre. Così, ogni volta che si va fuori dal continente, si diventa molto, molto efficienti per la comunità di cui si fa parte. La sfida credo che sia di tornare dove si era e riportare la comunità locale, e credo che il fenomeno TEDx stia rispecchiando quello che sta succedendo li, no? EH: Un approccio dal basso verso l'alto. B: E soprattutto, devo dire, l'Open Translation perché sai, le persone come nella mia famiglia, che sono in Congo non sentono parlare in inglese e la maggior parte delle conversazioni o molte conversazioni sono in inglese, e si perdono molto. Ma con questa Open Translation sono in grado di seguirle. Infatti, come ho detto prima ed era su TED.com ha permesso loro per la prima volta di capire cosa ho detto su TEDx che, fortunatamente, era in evidenza su TED.com EH: Incredibile che i tuoi genitori ti abbiano visto parlare online prima ancora di capire cosa stessi facendo? (Risate) É un problema umano B: Ma era tradotto in francese mentre prima non lo era. Ed è qualcosa da celebrare perché ciò li connette con il mondo esterno col quale prima forse non potevano connettersi. - Grazie ai traduttori francesi - Si! B: Allora, grazie a tutti i traduttori francesi là fuori! (Applausi) E, si spera, ci saranno anche altre lingue locali, come l'ingala e lo swahili. EH: Questa è una cosa interessante. I miei genitori erano linguisti, erano traduttori è quello che facevamo in Sud Sudan è quello che facevamo in Nord Sudan, e altro. Ma è in effetti vero Ci sono più di 2000 lingue in Africa E le grandi lingue, Arabo, Francese, Inglese A: Swahili EH: Swahili, a un certo livello, è già fatto. Ma comprendere qualcosa nella tua lingua madre ti porta avanti è molto più... Senti veramente le cose. E quindi l'idea di un Open Translation Project per Ted è fantastica. Credo che la missione ora sia, abbiamo fatto alcune delle grandi lingue, continuiamo! Ci sono ancora molte lingue là fuori che hanno bisogno di lavoro. B: Sarebbe fantastico, perché la qualità delle conferenze che si ha a TED tradotta proprio nelle lingue locali e gli insegnanti avrebbero la possibilità di connettersi e di seguire, gratis! Ti connette in un modo che, come sai, vent'anni fa non se ne sentiva parlare. E non potevi nemmeno immaginare che potesse essere possibile, avere accesso a questo tipo di informazione. DC: Dobbiamo terminare, stiamo finendo il tempo la prossima sessione sta per iniziare. Allora, grazie Erik Grazie anche a tutti voi. C'è ancora una sessione domani mattina dopo la prima. Spero di rivedervi. Arrivederci! (Applausi)