Ciao a tutti!
Molte persone pensano che i miei occhiali
siano una dichiarazione di stile,
ma devo confessarvi che li indosso
perché sono un po' timida.
Perciò correrò un grande rischio...
(Esulti)
(Applausi)
e li darò a voi.
Sono molto emozionata di parlarvi stasera
di questo viaggio straordinario
che ho fatto in questi ultimi tre anni,
da quando ho cominciato a scrivere
sul mio blog "Accidental Icon".
Ho creato questo blog
perché mi sentivo soffocare
per il modo in cui dovevo scrivere
di temi che avevo a cuore
quando insegnavo.
Così decisi che volevo scrivere
in modo più creativo.
Volevo fare dello storytelling visivo
e volevo usare un argomento
che mi permettesse di coinvolgere
molte più persone
nel parlare di cose importanti.
Così scelsi la moda,
come strumento per fare tutto questo.
Devo ammetterlo,
se qualcuno mi avesse detto –
dato che era davvero
un progetto nato per passione
per cui non avevo obiettivi
da raggiungere in mente –
che questo sarebbe successo proprio a me,
gli avrei risposto che stava delirando.
Ciò che è capitato a me è stato,
come potete vedere dalle slide,
sfilare sulla passerella
della Fashion Week di New York,
trovare la mia faccia
su un autobus di Londra
e a Shanghai, in Cina,
ho spiegato come cominciare
a sviluppare uno stile personale.
La cosa interessante della mia storia
è che non sono quella
che la sta raccontando.
DI questo tratterà davvero
il mio intervento:
la differenza tra come la stampa
ha deciso di raccontare la mia storia
e qual è realmente la mia storia.
Questo è un articolo pubblicato 5 mesi fa,
che divenne incredibilmente virale.
Nell'arco di 24 ore
guadagnai 100.000 nuovi follower.
Nei social media la mia prima reazione fu:
"Ehi, fatemi capire un secondo",
perché ottenere così tanti follower
in sole 24 ore è una cosa straordinaria.
Mi ci sono voluti tre anni di duro lavoro
per ottenere così tanti follower,
grazie al coinvolgimento del pubblico
e i tipi di contenuti che pubblico.
Così, leggendolo, capì che loro
stavano raccontavano una fiaba.
Quanti di voi,
forse sto diventando troppo vecchia
il che mi va bene perché è ciò che sono,
conoscono o hanno sentito parlare
del cartone animato "Rocky e Bullwinkle"?
Perfetto.
C'era questa rubrica chiamata
"Fractured Fairy Tales".
Come ogni bambino, pensavo
che fosse divertentissima.
In sintesi, in Fractured Fairy Tale
prendevano un racconto classico,
aggiungevano dei personaggi
e degli elementi moderni
e inserivano una morale
molto più coinvolgente
e pertinente per il mondo d'oggi.
Così capì che mi trovavo
in una Fractured Fairy Tale.
Mentre continuavo a leggere,
cominciai a sentirmi un po' seccata
per come mi dipingevano:
una professoressa "ordinaria".
(Risate)
La storia di Cenerentola,
scavando un po' a fondo, è una fiaba
e, in questo caso, Cenerentola ha 63 anni,
ha i capelli grigi e le rughe.
È professoressa di servizi sociali,
che, per il grande pubblico,
è forse la cosa più lontana
da un'icona della moda
a cui si possa pensare.
E tre anni fa, grazie a un evento casuale
alla Fashion Week di New York,
lei divenne famosa, divenne qualcuno.
Ha abbattuto questi modi tradizionali
di pensare la bellezza
e a chi può partecipare al grande ballo
o, nel mio caso, entrare
nell'industria della moda.
Credo che la cosa veramente strabiliante
sia che è stata la parte ordinaria di me
che ho accettato
ad avermi portato, credo,
a godere del livello di successo
che sono stata in grado di ottenere
in questo settore.
Innanzitutto, ho accettato
il processo di invecchiamento.
Inoltre, ho cercato davvero
di essere una buona insegnante
e ho imparato tanto
dai miei studenti e in classe.
Sto riscrivendo un po'
la mia fiaba moderna.
Voglio arricchire
il personaggio di Cenerentola
e svelarvi velocemente
alcuni cose importanti
che ho imparato da professoressa ordinaria
e che mi hanno permesso, credo,
di avere successo in questo mondo.
In primis, bisogna essere
orientati al processo.
Siccome non conoscevo veramente
l'industria della moda,
ero un pesce fuor d'acqua.
Perciò non mi ero posta obiettivi
perché non sapevo che cosa avrei trovato.
Ho imparato tutto questo in classe.
In genere, pianificavo bene le lezioni
e i risultati accademici
che volevo vedere,
ma, ovviamente, c'è sempre uno studente
che fa una domanda o racconta una storia
che dirotta completamente
la lezione ben pianificata.
Ma se ti fermi un momento
e dici a te stesso:
"Non fa niente, perché
penso possa essere interessante".
Inevitabilmente, alla fine
di una lezione come questa,
tu e i tuoi studenti
ve ne andate dicendo:
"Questa è stata la lezione migliore
che abbiamo mai avuto".
Questo è lo stesso l'approccio
che ho adottato in questo progetto.
La seconda cosa è essere inclusivi.
Essendo professoressa,
non posso parlare
ad una sola persona in classe.
Devo parlare a studenti
che possono avere delle disabilità,
a persone che torneranno a scuola
dopo aver fatto carriera in qualcos'altro
o perché hanno nostalgia dell'università.
Quindi, mi sono messa alla prova
per pensare a dei modi
per includere, per coinvolgere
e parlare a un vasto, vastissimo pubblico.
E quando ho cominciato a pensare
che Accidental potesse diventare qualcosa,
questi ragazzi mi hanno detto:
"Beh, ora deve trovare un target.
A chi si rivolge?
Deve segmentare, deve identificare".
E mi sono opposta a tutto questo
perché volevo solo parlare alle persone
che volevano sentir parlare di moda
e che pensavano che potessimo usarla
per fare qualche interessante
cambiamento nel mondo.
E così, tra i miei follower,
il più giovane ha 13 anni
e il più grande ne ha 90.
Provengono da quasi ogni parte del mondo,
da ogni possibile cultura.
Penso che questo
sia qualcosa di molto utile.
Penso anche che una cosa molto importante
sia sperimentare
e trarre il meglio dagli errori
e dai casi fortuiti.
Dico spesso ai miei studenti:
"Sapete? Le lezioni migliori
provengono dagli errori".
Loro non ci credono
perché mi vedono
come una persona di successo.
Ecco una storiella da Accidental Icon:
Mi hanno chiesto...
un attimo, quanti di voi
hanno sentito parlare di Refinery29?
Ok.
Si tratta di una piattaforma
per giovani piuttosto grande.
Mi hanno chiesto di farvi parte.
Volevano fare un servizio fotografico
e volevano che prendessi parte
al loro calendario delle feste.
Così decisi di andare
e c'era questa donna
bassa e dall'aspetto giovanile,
che andava di qua e di là
e dava l'acqua alle persone.
Venne da me e mi domandò:
"Che tipo di musica preferisce
quando fa un servizio fotografico?"
Poi tornò da me e mi chiese:
"Posso farle una foto per Instagram?"
E mi fece una foto.
Era una gran bella foto.
Ero convinta che fosse una stagista
così le chiesi:
"Ha un biglietto da visita?"
Pensavo che fosse agli inizi.
E dissi: "A volte potrei assumere
un altro fotografo,
quindi, sarebbe utile
avere il suo biglietto da visita".
Tornai a casa e, da pessima professoressa,
non avevo fatto le mie ricerche
prima di andare al lavoro.
Ma le feci in seguito.
E venni a scoprire che questa donna
era una dei fondatori
e direttori creativi di Refinery29.
(Risate).
Dopo aver superato il mio shock,
il mio sgomento e il mio imbarazzo,
decisi di scrivere un post nel mio blog
in cui mi prendevo gioco di me stessa
e terminai, dicendo:
"Wow, spero che magari lei
mi permetta di essere la sua stagista".
Lei lo lesse e pensò che fosse esilarante.
Dopodiché, lavorai
a molti altri progetti interessanti
con Refinery29.
La cosa curiosa è che quando racconto
alle persone in questo settore
di questo terribile errore
che ho commesso,
loro rimangono esterrefatti,
come se non potessero più riprendersi
da una notizia come questa.
Questo approccio del tipo
"sono solo me stessa"
mi ha permesso
di arrivare veramente lontano.
Perciò, penso che il messaggio
che hanno fatto passare con la fiaba sia:
"Tutti vogliono essere famosi
e incredibilmente speciali".
Ma il mio segreto,
quello che mi ha reso famosa
è che sono a mio agio con l'essere me.
(Esulti)
(Applausi)
Ed è questo il messaggio
che spero di lasciare a tutti voi.
E, ovviamente, divertitevi!
Io me la sto spassando.
Sto facendo cose
che non avrei mai immaginato
di poter fare.
E penso sul serio che se avessi avuto
un business plan, degli obiettivi
o se fossi stata orientata ai risultati,
mi sarei persa tutte queste
meravigliose e piacevoli opportunità
che mi si sono presentate sul mio cammino.
Il mio superpotere è essere semplicemente
la mia vecchia e ordinaria me stessa.
Grazie mille.
(Applausi)