La leadership.
Chi si considera un leader qui dentro?
Forse siete dei genitori
o, magari, degli imprenditori,
o anche un fratello maggiore?
O forse volete solo girare il mondo
raccontando alla gente
di come risolverete tutti i problemi.
Ma che tipo di leader siete?
Uno che comanda con la forza?
Forse con la gerarchia?
Forse con la paura.
O siete un leader di mentalità aperta
che dirige con il cuore?
Oggi condividerò con voi
cosa significa essere un leader
che dirige con il cuore.
Molti anni fa
ho iniziato un nuovo lavoro
in una nuova società.
Uno dei miei primi compiti
fu quello di condurre uno studio
per un programma di trasformazione
che era andato estremamente male.
Il cliente era molto arrabbiato
per i risultati dell'azienda,
e, il più delle volte,
avevo perso la fiducia del cliente.
Quando ho incontrato il team
che si occupava del programma,
mi sono accorta
che avevano paura di esprimersi
e di parlare di molti dei loro errori,
e non facevano altro
che darsi la colpa a vicenda.
Quando ho parlato con il capo,
mi ha detto che ero io
a non capire cosa stesse succedendo
e che il team non stava
comunicando con me.
La sua reazione mi sorprese molto.
Quando incontrai il cliente,
mi disse:
"Non voglio più vederlo".
Quando i membri del team
parlavano con me
ho notato che avevano paura
di sbagliare e di dire la loro opinione.
Ho anche notato
che del loro capo pensavano
che non era presente,
che non partecipava
alle riunioni del gruppo direttivo
e, soprattutto, che non si preoccupava
di ciò che stava accadendo.
Quando consegnai il rapporto,
dopo aver completato lo studio,
la prima cosa che mi disse il capo fu:
"Liz, chi è il responsabile di questo
e a chi dovrei dare la colpa?
Chi devo licenziare?"
Quella domanda mi stupì molto,
così gli chiesi:
"Quale pensi sia stato il tuo ruolo
in questo totale fallimento del progetto?"
La sua risposta fu:
"Deve essere stato il team"
È molto interessante
che durante un programma come questo
il capo dia la colpa alla squadra.
E ricordo che durante le discussioni,
io dissi:
"Come fai a conoscere la squadra?
Sai cosa fanno?
Passi del tempo con loro?
Fai loro delle domande?"
E lui disse: "Sempre".
Ma era molto chiaro
che non era presente.
Date un'occhiata a questa foto.
Mi chiamo Liz Theophille,
sono Chief technology and Digital officer
in una grande impresa globale
nel settore healthcare.
Sono cresciuta in un ambiente
basato su una forte leadership.
Ma credo che per diventare un leader
che guida con il cuore,
bisogna incoraggiare
una mentalità sperimentale,
bisogna fornire ai team
sicurezza psicologica
e bisogna essere un servant leader.
Sono cresciuta in un'epoca, in una cultura
in cui i leader erano temuti
e non necessariamente rispettati
per quello che sapevano.
Erano tempi difficili,
ma credo che ci siano
modi migliori per condurre.
Avrete probabilmente notato
che ho un fortissimo accento scozzese.
Vero?
Sì, sono cresciuta in Scozia.
Ma non ho tutti gli atteggiamenti
di una persona scozzese.
Io sono più così.
Sono molto orgogliosa,
sono forte e determinata.
Ma riconosco in me stessa
alcune delle maniere
del mio capo e della squadra,
soprattutto quando ero una giovane leader,
quando ho iniziato.
Ero molto tecnica.
Ma quando iniziai a evolvere
da esperta tecnica
a leader di team di tecnici,
diventai esperta di micromanagement.
Controllavo tutto quello che succedeva
perché conoscevo
molte delle soluzioni e delle risposte.
E sono sicura che ciò intimidiva
i miei team.
Ma so che c'è un modo migliore:
se si guida con il cuore,
si può motivare e ispirare i team.
C'è stata un'occasione
quando guidavo
il mio primo team tecnico.
Avevo nel team una persona estremamente
forte dal punto di vista tecnico.
Ma era di natura piuttosto introversa.
In molte occasioni,
amava sperimentare con la tecnologia,
ma alcune delle cose che faceva
non le condivideva.
Quindi pensavo che stesse giocando.
E quando in riunione discutevamo
su quali fossero i risultati
e cosa ci si dovesse aspettare da lui,
lui non parlava molto,
non diceva molto.
Così iniziai a pensare
che non stesse prestando attenzione
a quello che stava succedendo.
Quando mi sedevo con lui
durante le valutazioni,
non diceva molto,
ma mi faceva molte domande.
E siccome ero molto preparata,
rispondevo a tutte le domande.
Ma ho capito che stavo soffocando
la sua creatività e la sua ispirazione
poiché non gli stavo dando
abbastanza tempo per pensare.
Ora ho capito.
Non voglio intimidire i team
perché non li ascolto
e perché creo quella che chiamerei:
"mentalità sperimentale",
in cui si può rischiare
e sperimentare con la tecnologia.
C'è stata un'altra volta
in cui ho dovuto guidare
una delle più complesse
e difficili trasformazioni
che abbia mai fatto nella mia carriera.
Ero leader di quelli che chiamavamo
"centri dati globali".
Sono grandi centri tecnici
dove abbiamo i computer e tutto il resto.
Ricordo che avevo
tre grandi centri dati regionali:
uno nel Regno Unito,
uno in Germania e uno in Francia.
Uno dei miei compiti era unificare
tutti questi centri dati in uno solo.
E naturalmente abbiamo scelto la Francia.
(Applausi)
Aspettate, non ancora.
(Risate)
Ora,
questo significava che dovevo licenziare
quasi 400 dipendenti.
Si trattava di dipendenti
con cui avevo lavorato in passato.
Ero cresciuta con loro.
Pranzavamo insieme.
A volte uscivamo insieme.
Risolvevamo problemi insieme.
Ma ho dovuto mandar via 400 persone.
Quando ho incontrato
il capo delle Risorse Umane
e abbiamo discusso
su come procedere,
mi disse: "Liz, non preoccuparti.
È compito nostro.
Li incontreremo
e gli daremo le loro lettere".
Essendo un nuovo leader,
questo processo mi sconvolse.
Così dissi:
"È un modo disumano,
vile e distaccato
di gestire i dipendenti
che lavorano per l'azienda
da così tanto tempo".
E ho detto loro:
"Va bene se incontro ogni dipendente
e gli spiego cosa sta succedendo?
Loro lo trovarono piuttosto strano.
Dissero: "Liz, è molto insolito.
Ma ti permetteremo di farlo
se senti di poterlo fare".
Così mi sono messa lì con ogni dipendente,
a spiegare il motivo
per cui stavamo razionalizzando
il consolidamento dei centri dati.
Parlai anche di molti degli obiettivi
e di cosa significavano per loro.
Ed è stato molto difficile.
In quella fase, iniziai a pensare:
"Come posso essere credibile?
Sono qua seduta a dire ai miei colleghi
che loro lasceranno l'organizzazione,
e io sono ancora dentro.
Così ho deciso di andare
dal mio capo, e gli dissi:
"Una volta completata questa transizione,
me ne andrò anche io".
Questo è ciò che chiamo
condurre con il cuore.
È molto importante
considerare la situazione
dell'altra persona.
E infatti, il mio capo mi disse
che c'era una promozione che mi aspettava.
Ma decisi comunque di andarmene.
(Applausi)
Quindi, grazie.
(Applausi)
Permettetemi di parlarvi
di come gestire quella
che io chiamo "sicurezza psicologica".
Ho parlato di condurre con il cuore,
ma per sperimentare bisogna
correre dei grossi rischi.
Ed è importante,
mentre si corrono questi rischi,
creare un clima di sicurezza psicologica.
Di solito lo faccio
permettendo alla mia squadra
di darmi un feedback,
perché questo aiuta
a capire l'altro punto di vista.
Questo li aiuta ad assumersi dei rischi
perché sanno che voi li sosterrete.
Quindi la sicurezza psicologica
è assolutamente fondamentale:
è fondamentale creare un ambiente sicuro
che ti permette di sperimentare
ma permette anche di fallire e imparare.
Ma il feedback a volte
è molto difficile per un leader
perché pensi di essere forte.
Ma essere un servant leader
significa essere in grado
di accettare il feedback,
e significa anche
che puoi cambiare.
Quindi io ci credo,
in quella figura di servant leader.
Se posso lasciarvi con un paio di cose
dalla mia presentazione,
spero vi dimostrino come
si può condurre con il cuore.
Quindi ho tre cose,
ma dovete sceglierne una sola.
Perché vorrei che
vi esercitaste su una.
Quindi, prima di tutto,
incoraggiate un ambiente
in cui si può sperimentare
e avere una mentalità sperimentale.
Questo significa che avrete
molte, molte false partenze
ma anche molti fallimenti.
Ma coltivate e abbracciate
una mentalità sperimentale.
Numero due,
create un clima di sicurezza psicologica.
Rimarrete stupiti da quanto aperto,
onesto e trasparente sarà il vostro team.
Condividerà molte cose con voi.
E ultimo ma non meno importante,
siate un servant leader.
Ascoltate, mostrate empatia,
chiedete dei feedback,
perché ciò aiuta davvero
a crescere come leader.
Spero che questo vi aiuti
a condurre con il cuore.
Merci beaucoup.
(Applausi)