Oggi voglio parlare
di un fenomeno importante:
non solo le persone parlano a Dio,
ma imparano anche a percepire
che Dio gli risponde.
Moltissimi americani, e non,
sono coinvolti in ciò che si può definire
spiritualità di rinnovo,
un tipo di spiritualità
con cui desiderano incontrare Dio
a livello intrinseco e interattivo;
vogliono allungare le braccia e toccare,
qui sulla Terra, ciò che è Divino.
Volevo scoprire come facevano.
Sono un'antropologa.
Il mio lavoro è quello di immergermi
nell'ambiente che devo esaminare
e osservare attentamente
fino ad avere un'idea
di ciò che serve per diventare
come chi è nato in quell'ambiente.
A differenza di Margret Mead
e Gregory Bateson,
qui nella foto, che erano in Nuova Guinea,
io svolgevo questo lavoro in America.
Ho trascorso due anni
nella Renewalist Church di Chicago
e altri due anni in una della Bay Area.
Andavo a messa la domenica mattina.
Ero membro della Chiesa locale,
ero in un circolo di preghiera.
Ne frequentavo i membri.
Pregavo con loro.
Volevo davvero capire come Dio
si manifestasse concretamente a loro.
Cominciamo col chiederci:
chi è Dio per questo tipo di chiesa?
Dio è Dio, Dio è grande,
Dio è potente, santo e illimitato,
ma Dio è anche una persona tra le persone.
I pastori di questa Chiesa
vogliono che percepiate Dio
come i discepoli percepivano Gesù.
Che camminavano con Gesù.
Mangiavano con Gesù.
Parlavano con Gesù.
Lui era loro amico.
E questi pastori
vi diranno di offrire un caffè a Dio,
di prendere una birra con Dio,
di fare una passeggiata con Dio, uscire,
fare questo tipo di cose,
come se fosse una semplice persona
che avete voglia di conoscere.
Lui si occupa di ogni aspetto
della vita, anche delle piccole cose:
dove volete andare in vacanza d'estate,
che maglia volete indossare
domani mattina.
Gliene potete parlare.
Per cui volevo sapere
come avevano imparato a comunicare
con Dio, come capivano che gli rispondeva.
Sapevo che avevano imparato
grazie ai nuovi arrivati in queste Chiese,
che dicevano frasi come:
"Dio non mi parla",
e poi qualche mese dopo
avrebbero detto:
"Riconosco la voce di Dio
così come riconosco la voce
di mia madre al telefono".
Vedevo che la Chiesa insegnava
a considerare la propria mente
non come una fortezza
piena dei propri pensieri,
di sensazioni e immagini auto-generate,
ma a considerarla
come un luogo dove incontrare Dio,
e che alcuni dei pensieri
che pensavi fossero tuoi,
in realtà erano pensieri
che Dio ti aveva donato,
e che bisognava capire chi era Dio.
E in effetti, dai modi
in cui parlava la gente,
sembrava che avessero
esperienze originate dall'esterno.
Una donna mi ha detto:
"Appena ho iniziato a pregare qui,
percepivo la mia mente come uno schermo
con immagini proiettate sopra.
Qualcun altro controlla il proiettore".
Certo, si sapeva che non tutti i pensieri
provenivano direttamente da Dio.
Le persone cercavano
i pensieri più rilevanti,
più spontanei degli altri,
più forti, che catturavano l'attenzione.
Una donna, spiegandomi come aveva imparato
a distinguere quando era Dio a parlare,
mi ha detto che un giorno,
mentre pregava con altri,
le è apparsa in mente
la frase "vai in Kansas".
I suoi genitori vivono in Kansas.
Pensava, anche se aveva
poca voglia, di fargli visita,
ma quando ha notato questo pensiero,
si è detta: "Sai, mi viene da chiedermi
da dove sia venuto".
Potete capire che distinguere la voce
di Dio in questo modo sarebbe rischioso.
(Risate)
Credevo che le persone fossero abbastanza
riflessive riguardo a questo processo.
Pensavo anche che la Chiesa provasse
a ridurre al minimo questo rischio.
Una mattina, in chiesa,
il Pastore ha detto:
"Se pensate che Dio vi stia dicendo
di rilassarvi e calmarvi -
va bene, fate conto
che sia Dio a parlarvi.
Ma se pensate che Dio vi stia dicendo
di lasciare il lavoro,
fare i bagagli e stabilirvi a Los Angeles,
voglio che preghiate con ogni membro
della vostra Chiesa locale,
con il vostro circolo di preghiera,
e con me,
così che insieme,
questa comunità possa aiutarvi
a capire se sia in realtà Dio a parlarvi
o se siano pensieri vostri
che ostacolano la relazione con Dio".
(Risate)
Cosa fanno le persone
quando pregano in questo modo?
Usano la propria immaginazione
per fare qualcosa che non considerano
come della pura fantasia.
Se dovete raffigurare Dio,
se dovete pensare a Dio,
dovete usare l'immaginazione
poiché Dio è invisibile.
Al giorno d'oggi
spesso si pensa che usare l'immaginazione
porti a qualcosa di falso.
In realtà l'uso dei sensi interni
e dell'immaginazione
ha sempre fatto parte
della spiritualità cristiana
da moltissimi anni.
I monaci medievali
allenavano i loro sensi interni
per percepire maggiormente
la presenza di Dio.
E lo stesso fa questo tipo di cristiani.
Non si limitano a parlare
a Dio a bassa voce;
usano la mente per parlare
e poi ascoltare se Dio gli risponde.
Si immaginano anche di sedere
in grembo a Dio mentre lo fanno,
o, seduti su una panchina,
provano a percepire le braccia di Dio
attorno alle spalle,
o, nella sala del trono,
sentono le guance calde
per il calore che viene
dalla luce splendente del trono,
o accendono una candela
a Dio nella loro mente
provando a sentire la fragranza
del fumo che sale in Cielo.
Il mio lavoro dimostra
che questo allenamento dei sensi interni
è un'abilità.
Migliora con il tempo e ti cambia.
Quelli che la praticano, dicono
di essere più abili nell'immaginare,
che ciò che si deve immaginare
diventa più realistico,
ed è più facile che abbiano esperienze
in cui la voce di Dio si manifesta
e la sentono con le loro orecchie.
Per darvi un'idea di come le persone
descrivono il loro cambiamento,
una donna mi ha detto
che quando iniziava a pregare,
le immagini erano così reali
che diceva: "A volte sembra
una presentazione in PowerPoint".
Ha poi fatto, di sua iniziativa,
l'esempio della voce di Dio che è apparsa
nel mondo così che lei la potesse sentire.
Una mattina, aveva una particolare fede,
la preghiera l'aveva resa molto felice,
è uscita in strada -
era a Chicago, faceva freddissimo -
era molto grata a Dio per aver fatto
arrivare il bus molto in fretta,
sale sul bus, legge un libro,
si immerge totalmente nel libro,
e sta per dimenticarsi di scendere.
Allora Dio le dice,
in una forma fisicamente udibile:
"Scendi dal bus!"
Lei ferma l'autista, scende,
contenta, per tutto il giorno,
del fatto che Dio le abbia parlato
così concretamente
da ricordarle di scendere.
A che cosa ci portano queste esperienze?
Si è scoperto che questo tipo
di visioni e di voci curiose
non è così raro come si pensi.
A seconda di come si formula la domanda,
tra il 10 e il 70%
della popolazione generale
dichiara di aver avuto
una di queste esperienze particolari,
tra chi si appisola e sente
sua mamma che lo chiama per nome,
e chi magari va in salotto,
guarda il gatto, il gatto è sul divano,
guarda ancora e il gatto non c'è,
non è mai stato lì.
Non sono eventi psicotici,
hanno una diversa struttura
rispetto alle esperienze
che rientrano nella schizofrenia.
Sono comuni tra la gente
e solitamente non accadono spesso.
Se si chiede a qualcuno
se ha mai avuto
questo tipo di esperienza,
se ne ricorderà una, due o poche più.
Sono molto brevi.
Si vede l'ala di un angelo
che subito dopo scompare.
Si sente una voce,
quattro o cinque parole, poi basta.
E sono positive.
Ricordo una donna in un periodo
di sofferenza, che guidava,
e ha sentito Dio che le parlava
dal sedile posteriore dell'auto
e le diceva: "Sarò sempre con te".
Che cosa strana.
Si è fermata sul lato della strada.
Ma poi ha pianto di gioia,
e in effetti perché non avrebbe dovuto?
Queste esperienze
possono essere molto intense.
Il mio lavoro dimostra
che dipendono da un allenamento.
Più le persone allenano i sensi interni,
più è probabile
che dicano di aver avuto
almeno una di queste esperienze,
e che descrivano
queste esperienze come intense.
Durante questo lavoro,
ho condotto un esperimento.
Ho portato 100 persone in ufficio.
Divise casualmente
tra chi leggeva i Vangeli e chi esercitava
la preghiera basata sui sensi interni.
30 minuti al giorno, sei giorni
a settimana, per quattro settimane.
Una volta tornati,
gli abbiamo fatto fare degli esperimenti
al computer e questionari standard.
È risultato che chi era
nel gruppo di preghiera
riportava, in media,
immagini mentali più nitide,
riferiva un maggiore senso
della presenza di Dio,
diceva che percepiva di più
Dio come una persona,
e riferiva più spesso
esperienze spirituali fuori dal comune,
tra cui questo tipo di voci e di visioni.
Abbiamo anche dimostrato
che alcuni sono più predisposti
per queste cose,
a prescindere dal tempo passato a pregare.
Abbiamo distribuito
questionari standard per chiedere loro
se si sentissero a loro agio
quando erano immersi nell'immaginazione.
È risultato che chi rispondeva
''vero'' più volte
più spesso diceva di percepire
Dio come una persona,
e diceva più spesso
di avere un dialogo
di tipo botta e risposta con Dio,
e diceva più spesso
di aver avuto almeno una
di queste strane voci o visioni.
Che cosa possiamo concludere?
Gli scettici diranno che è chiaro
che i cristiani usano molto la fantasia,
come si è sempre saputo;
fine della storia.
Io non credo
che abbiamo imparato qualcosa
sulla vera natura di Dio
da queste osservazioni.
Non credo che le scienze sociali
abbiano una spiegazione.
I cristiani si pongono la domanda:
"Se Dio parla sempre,
come mai non tutti lo sentono?"
Penso che abbiamo capito
che il cambiamento è reale,
che le persone che entrano
a far parte di queste Chiese,
iniziano subito a considerare
la loro mente diversamente,
cominciando a prestare attenzione
ai loro sensi interni,
riescono veramente ad avere
un nuovo tipo di esperienze
che associano alla presenza di Dio.
Ho iniziato a pensare che le Chiese
invitino le persone a usare l'attenzione
in un modo alternativo,
e che ogni persona abbia
una diversa risposta psicologica
in base a come l'attenzione
è stata allenata.
Credo anche che abbiamo appreso
che la fede non è una cosa tangibile.
Un non credente
di solito considera un credente
come qualcuno che possiede
questo elemento extra,
pensa che sia quasi come
se fosse un soprammobile
che lui invece non ha.
(Risate)
Per me questi rilevamenti
ci indicano che spesso
l'esperienza di Dio
si sviluppa lentamente,
tramite il modo di prestare
attenzione al mondo interiore,
il modo in cui si considera
la propria mente,
il trascorso della comunicazione
con Dio, e il dialogo con lui
e la maggiore sicurezza
della presenza di Dio.
Credo che queste pratiche
rendano Dio più reale per le persone,
e ciò ha un effetto tangibile
sulla loro vita.
Credo anche che ciò aiuti a spiegare
perché queste pratiche
siano sempre più popolari
in questo tipo di società.
Dagli anni '60, i membri
delle molte Chiese cristiane tradizionali
sono diminuiti considerevolmente.
Invece in queste Chiese, sono aumentati
parecchio e le congregazioni sono immense.
Per me è grazie a questo tipo di pratiche.
Credo che rendano Dio più interessante.
Voglio dire, si cerca
di sentire parlare Dio,
Dio passa da essere presente
solo 45 minuti la domenica mattina
all'essere presente
per tutta la settimana.
Queste pratiche rendono Dio
più reale per la gente,
lo rendono più vivo.
E penso che queste Chiese,
puntando molto su questo tipo di pratiche,
enfatizzino l'esperienza di Dio
e il mistero di Dio.
E questo aiuta le persone
a contare sul senso di Dio
in quella che percepiscono
come una società laica e scettica.
Infine, penso che si sia scoperto
qualcosa sulla nostra mente.
E che, in base a come prestiamo
attenzione alla nostra mente,
questa ci porti
a tipi diversi di esperienze.
È così facile pensare
che la natura di come
percepiamo le cose
sia preimpostata e immutabile.
Per me si è dimostrato
che, a prescindere dall'essere
o meno religiosi,
dal credere o meno in Dio,
noi scegliamo
come usare l'immaginazione
e i sensi interni,
e in base a queste scelte si può cambiare.
Grazie mille.
(Applausi)