Grazie, David.
E grazie a TEDxNewEngland
per la calorosa accoglienza.
È stata un'esperienza fantastica.
Sono qui oggi per parlarvi
della pace nel mondo.
C'è una domanda
che mi viene posta sempre:
"Dove hai comprato
quei pantaloni gialli?"
(Risate)
Non si trovano facilmente.
Sono un insegnante
presso una scuola primaria.
Faccio questo lavoro da più di 30 anni.
Per questo penserete
che sappia cosa stia facendo
e che sia dotato
di intelletto e comprensione.
Penserete che sia sicuro delle mie azioni.
Il mio compito è
responsabilizzare gli studenti
e far capire loro
quale ruolo hanno nel mondo.
Ma c'è un problema.
Più invecchio
e più mi rendo conto di non sapere.
Non ho alcuna certezza sul mondo.
Non posso dire
di conoscere qualcosa per davvero.
Per questo il mio rapporto
con l'insegnamento è diverso.
Potremmo dire che è incerto
e che rispecchia la vita stessa.
Non è diverso da
ciò che facciamo ogni giorno.
Cosa possiamo fare?
Come possiamo affrontare
questo non sapere?
Sono in stereofonia, fantastico.
Faccio un gioco con i miei studenti.
Si chiama "World Peace Game",
un gioco sulla pace nel mondo.
Lo faccio da circa 35 anni.
I miei studenti affrontano
dei problemi a livello internazionale
e presentano soluzioni
a dir poco impensate.
Così impensate
che io stesso fatico a comprenderle.
Per farlo, usano diversi metodi.
Prima, però, vi parlerò del gioco in sé.
A breve vedrete
un video di circa 3 minuti
per poterne capire la struttura.
Nella mia classe
ci sono circa 30 studenti.
Il gioco è un cubo
realizzato in plexiglas.
Ogni lato misura circa 120 centimetri.
Alcuni dei miei studenti
sono persino più bassi.
Per loro è come una torre gigantesca.
La sua complessità li travolge.
Ci sono 4 livelli.
Il primo livello è subacqueo.
È dotato di miniere e sottomarini
con i quali combattere.
Si possono trovare nei negozi.
Poi abbiamo mare e terra.
Ci sono fabbriche, città,
università, sedi militari ...
tutto ciò che si trova sulla terraferma
insieme a oceani e continenti.
Il terzo livello è quello aereo
ed è ad altezza occhi per i bambini.
Le nuvole sono rappresentate
da dei grandi batuffoli di cotone.
Uno studente
ha il potere di spostarle
se viene scelto
come divinità del meteo.
Ha una bacchetta magica
con cui può decidere
se ci sarà o meno bel tempo.
Dipende dal suo umore.
L'ultimo livello
è quello dello spazio.
Ci sono risorse minerarie,
stazioni spaziali e satelliti.
Ci sono persino
dei programmi spaziali.
In questo livello
sono presenti solo alcuni Stati,
ma le loro azioni influenzano tutti.
Si tratta di una simulazione geopolitica
e riunisce tutti gli studenti.
Ci sono 4 Paesi.
Un gruppo di studenti
rappresenta le Nazioni Unite.
Ci sono i trafficanti di armi
e una banca centrale.
Ogni Paese ha un premier,
un ministro della difesa
e uno delle finanze.
Quest'ultimo è fondamentale.
Gli studenti sanno
che durante una guerra
restare senza soldi è un problema.
I bambini sono divisi per lato.
Ogni lato è uno Stato
e ogni Stato ha
un suo valore patrimoniale.
Alcuni sono poveri, altri ricchi.
Sottopongo agli studenti
50 problemi interdipendenti.
Il riscaldamento globale, la fame,
alcune malattie.
Anche le scorie radioattive
di cui si è parlato in questa sede.
I miei studenti avevano
già trovato una soluzione.
Parlerò con loro di questa conferenza.
A loro presento
situazioni difficili da gestire.
Si ritrovano in un algoritmo del caos
in cui cambiare qualcosa
significa cambiare tutto.
Rendo tutto complesso volontariamente.
I miei studenti hanno 9 anni
eppure mi hanno dimostrato più volte
che quella complessità non li spaventa.
A questi problemi ne aggiungo un altro.
Il problema più grande.
C'è un sabotatore.
Lo scelgo tra gli studenti
e gli do un compito.
Questi bambini sanno
come essere dei doppiogiochisti.
Chiedo a questo studente
di giocare normalmente
e contribuire alla pace nel mondo.
Allo stesso tempo, però,
deve distruggere tutto.
Deve minare il gioco come può.
Con diversivi, distrazioni,
informazioni sbagliate o ambigue,
deve sabotare
la struttura stessa del gioco.
Gli altri bambini lo sanno
e ne sono divertiti.
Mi chiedono di scegliere
il più insospettabile tra loro.
(Risate)
Se vogliono, possono provare
a capire chi si tratta
e privarlo dei suoi poteri.
Amano questo genere di sfide.
Quando si gioca
ci sono due condizioni.
Innanzitutto, il gioco termina
quando tutti i problemi sono risolti.
Inoltre, tutti i Paesi
devono avere un aumento
del proprio patrimonio.
Tutti devono uscirne vincitori.
Il punto è che,
sin dall'inizio del gioco,
i bambini sono
in una posizione di svantaggio.
È quasi impossibile vincere
perché ho ideato
il gioco in questo modo.
Eppure riescono a risolvere
tutti i problemi di volta in volta.
A questo punto,
vorrei mostrarvi il video
per farvi capire com'è fatto il gioco.
Al termine del video,
vi racconterò qualche aneddoto
e vi parlerò dei valori
alla base di questa esperienza.
Vi lascio alla visione della clip.
(Video, musica)
(Video) Hunter: I rapporti umani
sono fondamentali a scuola.
La chiave per insegnare bene
è instaurare
un buon rapporto con gli studenti.
Una connessione mentale
con loro è vitale,
ma è solo arrivando al loro cuore
che si crea un rapporto
profondo e duraturo.
(Suono della campanella)
Questo è "World Peace Game".
Sono molto dispiaciuto,
ma quest'oggi dovrete divertirvi.
Bambini: No!
JH: Questo gioco ha circa 28 anni.
È una simulazione di scienze politiche.
Nel gioco ci sono 4 o 5 Stati.
Si scontrano su più fronti.
Politico, sociale, militare, economico.
I bambini devono usare l'immaginazione
e trovare delle soluzioni adeguate
alle situazioni complicate in cui sono.
Bambino 1: Questo gioco
ti fa pensare tanto.
Ti fa pensare a tutto ciò
che succede nel mondo.
Bambino 2: Non puoi pensare
soltanto alla guerra.
E, per quanto sembri brutto,
non puoi pensare solo alla pace.
Bambino 3: Non è tutto rose e fiori ...
e pannelli solari.
(Musica classica)
JH: "Stanno minacciando
te e il tuo governo.
Se sfidati, distruggeranno le raffinerie."
Voglio che il gioco sia così elettrizzante
da non poterne fare a meno.
Allo stesso tempo
deve essere impegnativo.
Questa tensione
porta all'apprendimento.
Il loro amore per il gioco
e la paura di perdere
sono gli opposti necessari
per stimolare l'apprendimento.
Bambino 1: Ci deve essere
un modo per usarlo.
Dobbiamo capire come.
Possiamo usare l'eruzione
di questo vulcano
per creare qualcosa di buono.
Bambino 3: Guarda la mappa,
ha tutto quel petrolio.
Bambino 2: Ce l'ha anche Cayden.
Bambino 1: Ed è un nostro alleato.
Bambino 5: Non voglio ribellarmi.
Bambino 1: Se non vuole,
possiamo fare un trattato.
JH: Spero che in futuro
possano far tesoro
di questo modo di pensare creativo.
Hanno le capacità adatte
a risolvere ogni tipo di problema
e affrontare ogni situazione.
Come dico ai miei studenti,
tra di loro ci sarà chi avrà
la possibilità di cambiare il mondo
e salvarci tutti.
Forse, ingenuamente, ci spero davvero.
[La pace nel mondo]
[e altri traguardi della classi quarte
della scuola primaria]
(Fine del video)
(Applausi)
Questo è solo un estratto.
Il film completo sarà
proiettato questa sera.
Vi chiederei di fare un applauso
al produttore di questo film.
Il giovane regista visionario,
Chris Farina.
Abbiamo il piacere
di averlo tra noi oggi.
Chris, alzati e fatti vedere.
(Applausi)
Anche se ci sono io,
vi assicuro che è un bel film.
Chris fa sembrare
interessanti anche i sassi.
Per questo nel film
siamo tutti fantastici.
Ho scordato una cosa.
I bambini hanno letto
"L'arte della Guerra".
Ho detto loro che è un libro
su come evitare la guerra
e risolvere i conflitti
il più velocemente possibile.
Anche se hanno 9 anni,
capiscono perfettamente gli epigrammi.
Alle volte danno anche
il loro parere filosofico a riguardo.
A questo punto
vorrei condividere con voi
alcuni aneddoti.
Come vi ho anticipato
cerco di rendere
impossibile la vittoria
e di farli riflettere.
Abbiamo parlato della velocità
dei media e della tecnologia
con cui hanno a che fare i giovani.
Invece, nel gioco,
sono invitati a prender tempo
e riflettere sulle situazioni.
Essere impulsivi
li porterebbe a complicare tutto.
Spesso lo capiscono a loro spese.
Alla fine imparano il gioco di squadra.
Collaborando sviluppano
una saggezza collettiva
che io stesso non posseggo.
Mi chiedono quale sia la soluzione.
Non posso rispondere
perché non esiste una risposta.
Tuttavia, le loro menti
riescono a risolvere il problema
con uno sforzo comune.
Vi faccio un esempio.
C'era un tiranno a scuola.
O meglio, un bullo.
Credo si chiamasse Bobby.
Bobby frequentava la mia classe.
Di solito assegnavo
le posizioni più autorevoli
a degli studenti
che avevo valutato attentamente.
Chi dovrebbe essere il leader?
Chi ha le capacità
per sfruttare al meglio quest'area?
Sapevo che Bobby era un bullo.
Tuttavia, qualcosa dentro di me
diceva che si meritava una possibilità.
In un'altra conferenza di oggi
si è parlato di potere.
Cosa accade quando
viene dato alle persone?
Io volevo darlo a Bobby.
Gli chiesi di fare il primo ministro.
Rispose: "Certo. Come no!"
(Risate)
Pensai ci fosse speranza per lui.
Cosa credete abbia fatto Bobby?
Fece il bullo con gli altri studenti.
Pensai di essere un fallimento
come insegnante.
Cosa stavo pensando quando l'ho scelto?
Sapevo che era un bullo.
Eppure, con un po' di arroganza,
credevo ci fosse qualcosa in lui.
Bobby restava un bullo
e in più ora voleva dominare il mondo.
(Risate)
Prese il controllo di alcuni Stati
e dei loro governi.
Aveva il controllo sui ministri
di tutto il mondo.
Aveva gli altri bambini ai suoi ordini
e per questo non potevano dirgli nulla.
Gli mancava solo uno Stato.
Ero triste e disperato.
Avevo rovinato un gioco
che continuava da settimane
a causa dell'atteggiamento di Bobby.
Sarebbe stato l'esempio
che la violenza era l'unica soluzione
per potere avere il controllo.
Poi intervenne Emma,
la bambina più bassa della classe.
Si alzò e disse:
"Voglio fare un colpo di Stato."
(Risate)
C'è questa possibilità nel gioco.
Quando succede ci si ferma
e giochiamo a testa o croce.
Emma perse.
Quando perdi a testa o croce
sei costretto ad andare in esilio.
Così venne esiliata.
Prima di correre questo rischio,
Emma aveva pensato a una strategia.
Durante i negoziati
aveva elaborato un piano.
Ma aveva perso.
Solo in caso contrario,
Bobby sarebbe andato via al posto suo
e avrebbe dovuto rivolgersi
alle Nazioni Unite.
Avrebbe chiesto loro asilo.
Ma era stata Emma a perdere
e il mio cuore si era spezzato.
I bambini erano più disperati di me.
In quel momento, Jared si alzò e disse:
"Anch'io voglio fare un colpo di Stato."
(Risate)
Ad Emma era andata male,
ma c'era ancora speranza.
Bobby cominciò a preoccuparsi.
Si chiese: "Che succede?
Io sono il leader!"
Anche Jared perse
e venne esiliato.
Bobby si preparò al suo ultimo attacco
e spazzò via l'ultimo Paese
con la sua forza aerea.
Zakia si alzò d'improvviso.
Anche lei aveva in mente
un colpo di Stato.
Dopo ben 5 tentativi
(Risate)
Bobby fu deposto.
Gli studenti si erano riuniti
e avevano pianificato tutto.
Ogni gruppo aveva avuto modo
di fare dichiarazioni e negoziare.
Tutti avevano potuto parlare
e creare strategie segrete.
Il loro piano consisteva
in una serie di colpi di Stato.
Se lui perde, si alza lei.
Se lei perde, si alza lui.
Non avrebbero accettato
il dominio di un tiranno.
Si sarebbero sacrificati,
filosoficamente parlando.
Non ero stato io a suggerirlo
né avevo chiesto loro di farlo.
Avevano deciso da soli
cos'era la cosa giusta da fare.
Vi racconto un'altra storia.
Questa è sul mio amico Rodney.
Possiamo dire che Rodney
aveva un'alta opinione di sé.
Un'opinione non condivisa dagli altri.
(Risate)
Era il ministro della difesa
di uno Stato potente e molto ricco.
Il primo ministro era debole.
Dava piena libertà a Rodney
solo perché erano migliori amici.
I mercenari presero il controllo
dei giacimenti petroliferi di Rodney.
Rodney voleva occuparsi della faccenda
e per farlo voleva usare dei missili.
La responsabile del meteo disse:
"Non lo sai che se sbagli traiettoria
puoi causare un disastro ambientale?"
Rodney disse di esserne consapevole.
Anche le Nazioni Unite
lo misero in guardia.
"Se manchi l'obiettivo,
sarà un gran disastro.
Colpirai i giacimenti petroliferi.
Sarà una catastrofe."
Rispose: "So cosa faccio."
I missili furono lanciati
e mancarono l'obiettivo.
La divinità del meteo disse gioiosa:
"Ti avevo avvisato."
Prese della carta crespa nera
e la posizionò nel cielo.
"Hai inquinato tutto il mondo."
Rodney rimase sconvolto
dalle sue stesse azioni.
Alla fine venne allontanato
dal gioco per altre infrazioni.
C'era stata una discussione animata
con un altro studente.
Credevo che Rodney
dovesse tornare a giocare
e risolvere il problema.
Non potevamo escluderlo e basta.
Tornai a casa quel giorno
e pensai a un modo per farlo rientrare
con l'approvazione di tutti.
Istituimmo un tribunale.
Avremmo discusso
dei richiami ufficiali
che Rodney aveva ricevuto.
Poteva perorare la sua causa
e cercare di farsi riammettere.
Rodney accettò l'offerta e
si rivolse al tribunale.
Giurò di aver capito i suoi errori,
di essere cambiato.
Era desolato e sapeva che
avrebbe dovuto ascoltare i ministri.
Venne riammesso per un pelo.
Quello che aveva fatto Rodney
ci aveva portato alla disperazione.
Tuttavia, alla fine,
ci aveva uniti e spinti a trovare
una soluzione comune.
Questo genere di cose
accade spesso in questo gioco.
Siamo giunti alla conclusione.
Mi piacerebbe che
imparaste dai miei studenti
e da ciò che riescono a fare.
Trovano sempre un modo
indipendentemente dai metodi
e dagli ideali che posso insegnare loro.
Diventa tutto marginale durante il gioco.
Non si cambia politica
se la partita è in corso.
Decidono di usare il gioco ...
che è più un pretesto ...
usano il gioco
per capire come alleviare
le sofferenze di tutto il gruppo.
Non si chiedono se te lo meriti.
Se hai fatto la tua parte
o se sei uno scansafatiche.
Lavorano per far vincere tutti
e lo fanno per eliminare la sofferenza.
Nel mentre
imparano la compassione
senza che io faccia nulla.
Lo fanno spontaneamente,
non so nemmeno come.
Succede sempre, anno dopo anno.
È la cosa più commovente
e motivante che possa esistere.
Questi bambini di 9 anni
vogliono prendersi cura degli altri.
E lo fanno
grazie alla creatività
e al pensiero critico
con l'obiettivo di migliorare le cose.
Vorrei che in futuro si agisse
partendo da questa semplice idea.
Grazie mille a tutti.
(Applausi)