Buonasera.
Grazie delle belle parole.
Finalmente un altro Lorenzo in questo posto.
Dopo 500 anni.
Il ricambio generazionale.
Si parla tanto di ricambio.
Allora, hanno detto che non bisogna parlare di sé a TED.
Giustamente.
Io sono un fan di TED e vi ringrazio per avermi invitato,
perché sono veramente un fan.
L'ho scoperto quando in Italia nessuno lo conosceva.
Lo facevo vedere ai miei amici.
Spesso la sera
mi metto con il computer sulle ginocchia, sul divano
a guardare gli speach perché,
a parte che si fa pratica con l'Inglese,
ma poi si fa pratica anche con l'energia, con le visioni.
Dunque, faremo un giro nelle montagne russe.
Perché 18 minuti per una canzone sono un'infinità,
ma per parlarci della vita sono veramente pochi.
Visto che appunto io so che per tradizione
a TED non bisogna parlare di sé,
inizierei con una fotografia di me da bambino.
Questo sono io.
E partirei dai desideri
che avevo negli anni '70.
Avrò avuto 10 anni più o meno, qui
e questo era il mio più grande desiderio,
era la Saltafoss, una bici da cross
che poi non sono mai riuscito a farmi regalare.
Però quello spazio che c'era tra me e la Saltafoss,
quel fosso che c'era tra me e la Saltafoss
rimane ancora la più grande fonte
di energia e anche di ottimismo, in qualche modo.
Perché c'è sempre una bicicletta da cross
che immagino aspettarmi al di là di qualche avventura.
Oggi vi parlerò di una tecnica
per rafforzare quella linea di resistenza
di cui si parlava prima,
perché l'ottimismo, se esiste,
non è semplicemente un lasciarsi andare alle cose,
ma è un lottare spesso contro le cose,
è una forma di lotta,
è una forma di impegno
perché di motivi per essere opposti all'ottimismo
ce ne sono tanti quanti sono i motivi
per essere ottimisti.
Quindi io sgombrerei subito il campo
dalla parola ottimismo
e farei largo ad un'altra parola che mi piace di più,
che è un sinonimo, per me, di ottimismo,
che è vitalità.
A me interessa la vitalità delle cose,
mi interessa la vita che c'è nelle cose,
e la promessa di vita che c'è nelle cose.
E in questo senso, la promessa di vita che c'è nelle cose
non è mai, o quasi mai, evidente al primo sguardo
e quindi il lavoro sta proprio nel cercare
di individuarla.
E una delle tecniche che io utilizzo
sin da quando io desideravo questa bicicletta,
io la chiamo la tecnica di ricerca
dell'"effetto Bruce Lee".
Questo è Bruce Lee.
Bruce Lee è un grande eroe del cinema d'azione
di quando noi eravamo bambini.
Era un genio del Kung Fu
e delle arti marziali.
Cos'è l'"effetto Bruce Lee"?
L'effetto Bruce Lee è quello che si otteneva
quando si andava al cinema,
quando si era a Cortona si andava al Signorelli,
che dava i film di Bruce Lee,
a Roma c'era anche una sala parrocchiale
dove andavo a vederli i film di Bruce Lee.
L'effetto Bruce Lee è quello che si otteneva
dopo aver visto questo tipo di scena.
Io l'ho scaricata da Youtube ieri sera.
Attenzione.
Ok.
Renzi, hai visto?
Ti consiglio dei film di Bruce Lee.
Te li presto, ho anche dei DVD.
L'effetto Bruce Lee è quello.
Che poi vai a vedere un film del genere,
da ragazzino a 7 o 8 anni, esci dal cinema
e cominci a prendere a calci i tuoi amici,
ti senti molto forte,
arrivi a casa, non so, la mamma ti dice,
"Lavati le orecchie!" e tu dici,
"A me mi dici 'Lavati le orecchie', a Bruce Lee?"
L'effetto Bruce Lee poi non svanisce,
rimane per dei giorni.
Ed è quella sensazione che ti fa essere,
ti fa camminare un po' leggero nell'esistenza,
ti dà quella spinta,
si prendono anche a calci dei lampioni
senza romperli, o degli amici.
Quindi è proprio questo effetto Bruce Lee.
Poi nella vita cambia, io adesso non è che mi carico
guardando i film di Bruce Lee;
anche se ogni tanto me li riguardo volentieri.
Perché vi parlo dell'Effetto Bruce Lee?
Perché credo che l'ottimismo, la vitalità
abbiano bisogno continuo di essere alimentate.
Non è una caratteristica
che poi rimane così immutabile, per la vita.
Per esempio,
andando indietro rispetto a Bruce Lee di una decina d'anni,
vado nel mio campo: la musica.
1958, l'Italia si ricostruisce, va verso gli anni '60;
sono anni chiave, anni in cui le cose
possono prendere una piega piuttosto che un'altra,
o in quegli anni poteva anche diventare
un paese comunista,
oppure poteva diventare qualsiasi cosa.
Erano anni chiave, chissà un po' la storia.
Io non c'ero in quegli anni.
Arriva una canzone.
Musica: "Penso che un sogno così non ritorni mai più,
mi dipingevo le mani e la faccia di blu.
Poi d'improvviso venivo dal vento rapito,
e incominciavo a volare nel cielo infinito.
Volare, oh, oh, cantare"
Quando uscì questa canzone io non ero nato,
ma il mio babbo era nato
e i nostri genitori erano nati.
E io spesso penso a lui, in macchina,
s'era comprato con i primi stipendi
una piccola utilitaria
e aveva una radio.
La potenza di questa canzone, in quegli anni.
La potenza di un'Italia che riparte
e che per ripartire ha bisogno dell'effetto Bruce Lee;
ha bisogno di un uomo che rompe gli schemi;
che sale sul palcoscenico,
allarga semplicemente le braccia
e dice questa parola:
"Volare".
Questo è quello che io intendo per Effetto Bruce Lee.
Andiamo avanti.
Motivi per alimentare questa vitalità:
la ricerca, la scienza, il progresso scientifico.
Questo è l'acceleratore di particelle del CERN di Ginevra.
Quello del tunnel della Gelmini.
È l'ingresso del tunnel della Gelmini.
È bellissimo, anche esteticamente.
Le storie. La storia di Esaù e Giacobbe,
una storia che vi consiglio di andare a rileggere.
Perché non tutto va come sembra che debba andare.
Esaù in realtà è il primogenito,
però Giacobbe gli frega la primogenitura
e in qualche modo Dio premia la volontà
di Giacobbe.
Perché è quello che vuole di più.
Perché lì, un conto è la legge,
un conto è la volontà.
Quindi lui premia la volontà di Giacobbe
e dice no: Esaù è il primogenito,
ma Giacobbe vuole di più questa primogenitura.
Quindi va a lui.
È una bella storia questa qua.
I viaggi: i viaggi sono importantissimi.
Io la prima cosa che dico
quando incontro dei ragazzini giovani, dico,
ragazzi, partite, partite in qualsiasi modo,
andate a vedere il mondo,
è fondamentale.
Qua ero due anni fa nel Caucaso.
Aprire gli occhi: qua ero in Iran.
In Iran mi sono accorto che
sotto quei vestiti neri
le ragazze spesso indossano queste cose qua.
È pieno di negozi nei bazar
che vendono queste cose.
E insomma mi ha fatto riflettere questa cosa.
Questo è Gutenberg.
Ho fatto una ricerca in Internet
di cose che alimentano il mio senso dell'ottimismo.
Questo è un pittore
che ha dipinto tutti gli Uffizi in un solo quadro.
Non è male.
L'arte.
Questo l'ho girato con il mio telefonino al Louvre.
È un'immagine che ho contemplato per la sua bellezza.
L'arte contemporanea.
Questo è Pontormo qui a Firenze.