Priya Vulchi: Quattro anni fa, pensavamo di aver davvero capito il razzismo. Proprio come molti di voi qui oggi, abbiamo vissuto e ascoltato storie su razza, pregiudizi, discriminazioni e stereotipi e pensavamo: "Ok, il razzismo, abbiamo capito". Ma non era affatto così. Winona Guo: Così abbiamo deciso di ascoltare e imparare di più. Abbiamo parlato con più persone possibili e collezionato centinaia di storie personali sulla razza, storie che rivelavano come l'ingiustizia razziale sia un'epidemia nazionale che noi stessi diffondiamo e non riusciamo a riconoscere o eliminare. PV: Non ci siamo ancora riusciti. Oggi siamo qui per aumentare l'alfabetizzazione razziale per ridefinire il significato di istruzione razziale. WG: Siamo state dappertutto negli Stati Uniti in modo da dare alle future e più giovani generazioni gli strumenti per capire, esplorare e migliorare un mondo strutturato sulle divisioni razziali. Vogliamo che tutti immaginino la comunità come un posto dove non solo ci sentiamo orgogliosi delle nostre storie, ma in cui possiamo investire nelle esperienze altrui come fossero le nostre. PV: Ci siamo appena diplomate al liceo, lo scorso giugno. WH: E potreste pensare -- (Applausi) E voi potreste pensare che, dopo 12 anni, qualcuno, dentro o fuori dalla classe, ci abbia aiutato a capire -- PV: Almeno al livello base -- WG: La società in cui viviamo. PV: La realtà è che quasi nessuno dei nostri compagni la capisce. WG: Nelle comunità del nostro paese, spesso razzialmente divise, PV: Se non vai alla ricerca di un'educazione sulla razza, di un'alfabetizzazione razziale, WG: Non la otterrai. Non verrà da te. PV: Anche dopo aver avuto conversazioni sulla razza, la nostra comprensione era superficiale. Abbiamo capito che c'erano due grosse lacune nella nostra alfabetizzazione razziale. WG: Primo, la lacuna del cuore: un'incapacità nel capire ciascuna delle nostre esperienze, nell'avere un forte e sicura empatia che non sia solo a parole. WG: E secondo, la lacuna della mente: un'incapacità nel capire il modo sistemico e generale in cui funziona il razzismo. WG: Primo, la lacuna del cuore. Per essere onesti, la razza ha fatto capolino più volte durante la scuola. Tutti difendiamo la nostra istruzione sulla giustizia sociale perché abbiamo studiato Martin Luther King Jr. e Harriet Tubman e Rosa Parks. Ma anche in tutte quelle conversazioni, il discorso razziale sembrava obsoleto: "Sì, la schiavitù è successa molto tempo fa, ma perché dovrebbe importarci ora?". E quindi non ci importava davvero. Se il nostro insegnante ci avesse parlato invece di una storia attuale, per esempio, come quando Treniya ci disse a Pittsburgh che: PV: "Mia sorella scorreva Facebook e ha digitato il nostro cognome. Compare un uomo bianco, e abbiamo scoperto che il suo trisavolo aveva degli schiavi e che la mia quadrisavola era una di loro. Il mio cognome non è ciò che sono. Abbiamo vissuto con il cognome di un uomo bianco. Senza la schiavitù, chi sarei stata?". WG: Adesso sembra rilevante, immediato, perché il legame duraturo con la schiavitù è lampante, no? O cosa sarebbe accaduto se ci avessero mostrato queste fredde statistiche. Avete probabilmente visto qualcuna di queste sui giornali. PV: Gli afro-americani sono incarcerati con frequenza cinque volte maggiore rispetto ai bianchi. WG: Adesso parliamo di Ronnie, a Seattle. PV: "Mio padre è tutto per me. È tutto ciò che ho, non conosco mia madre. Mio padre è ingiustamente in carcere da 12 anni. Ho una figlia e ho provato a essere quella stessa figura di padre per lei: sempre coinvolto in tutto ciò fa, potrebbe anche dar noia a un certo punto. Ma ho paura di scomparire dalla sua vita proprio mio padre è scomparso dalla mia". WG: Prendere solo le statistiche, solamente i fatti, scollegati dalle persone reali, può portare a una comprensione pericolosamente incompleta di quei fatti. Non si capisce che per molta gente che non capisce il razzismo il problema non è una mancanza di conoscenza nel parlare del dolore che portano la supremazia bianca e l'oppressione, il problema è che non riconoscono affatto l'esistenza di questo dolore. Non prendono atto degli esseri umani che ne soffrono, e non lo percepiscono a sufficienza per darsene cura. PV: Secondo, la lacuna mentale. Non possiamo nemmeno ignorare le statistiche. Non possiamo comprendere la situazione di Ronnie senza capire che cose come leggi ingiuste e polizia di parte, razzismo sistematico, abbiano portato a tassi d'incarcerazione sproporzionati nel corso del tempo. O proprio come ad Honolulu, la grande popolazione carceraria di nativi hawaiani come Kimmy è profondamente influenzata dalla lunga storia dell'isola con la colonizzazione USA col suo impatto arrivato ad oggi attraverso le generazioni. In classe parlavamo a volte delle esperienze uniche e personali di ognuno di noi. Come quello che ci raccontò Justin: WG: "Sto lavorando su come reclamare psicologicamente il mio posto in città. Perché per me, la mia Chicago non è la bella architettura del centro non è il North Side. La mia Chicago è la orange line, la pink line, la classe lavoratrice immigrata che viaggia in treno". PV: E anche se abbiamo preso atto della sua esperienza personale, non abbiamo parlato di come il redlining e la segregazione legalizzata del nostro passato abbiano creato quei vicinati divisi per razza in cui viviamo oggi. Non avremmo potuto capire compiutamente come il razzismo sia integrato nel substrato di tutto ciò che circonda, perché ci limitavamo alle esperienze isolate della gente. Altro esempio, a Washington, Sandra ci disse: WG: "Quando sto con la mia famiglia coreana so come comportarmi con loro. So cosa fare in modo che sentano che mi importa di loro. Cucinare e condividere il cibo è uno dei modi fondamentali di mostrare amore. Quando sono col mio partner che invece non è coreano, dobbiamo fare i conti col fatto che io sono molto cibo-centrica mentre lui non lo è. Una volta mi disse che non voleva mi aspettassi che cucinasse per me, e io mi arrabbiai moltissimo". PV: Questa potrebbe sembrare una reazione strana, ma solo se non capiamo che rappresenta in realtà qualcosa di più grande, qualcosa di più profondo. Un trauma intergenerazionale. Nella famiglia di Sandra, fame e povertà diffuse erano presenti nella generazione dei suoi genitori e questo si ripercuote su Sandra, oggi. Quando qualcuno le dice: WG: "Non voglio nutrirti". PV: Per lei significa: WG: "Non voglio abbracciarti". PV: E siccome lei e il suo partner non capiscono allo stesso modo la sua reazione e il contesto storico che ci sta dietro, è facile litigare senza motivo. Per questo è così importante che noi attivamente (Entrambe): Co-creiamo PV: Una cultura americana condivisa che identifica e abbraccia i diversi valori e norme nelle nostre comunità eterogenee. WG: Per un'alfabetizzazione razziale PV: Per capire chi siamo in modo da poter guarire insieme -- WG: Non possiamo trascurare il cuore -- PV: O la mente. Così, con le nostre centinaia di storie, abbiamo pubblicato un libro di alfabetizzazione razziale per creare un ponte tra i nostri cuori e i nostri cervelli. WG: Il nostro ultimo libro, "The Classroom Index", racconta storie molto personali. PV: E accoppia queste storie personali alla brillante ricerca di statisti e studiosi. WG: Ogni giorno, ci stupiamo ancora delle esperienze della gente, dalla complessità della nostra realtà razziale collettiva. PV: Quindi oggi, vi chiediamo -- WG: Siete alfabetizzati sulle razze? Lo siete già? PV: Capite davvero le persone intorno a voi, le loro storie, storie come queste? Non è soltanto sapere che Louise da Seattle è sopravvissuta ai campi di internamento nippo-americani. È sapere che, nel frattempo, suo marito era uno dei 33.000 nippo-americani stimati che combatterono per la nostra terra in guerra, una patria che stava nel frattempo internando le loro famiglie. Per molti di noi, quei nippo-americani sia nei campi che in servizio, ora vedono il loro coraggio, resilienza, la loro storia, dimenticate. Sono diventati solo vittime. PV: Non è soltanto sapere che i matrimoni interrazziali come Shermaine e Paul a Washington esistono, è rendersi conto che la nostra società è stata programmata per farli fallire. Che al loro primo appuntamento qualcuno gridò: "Perché sei con quella prostituta negra?". Che secondo uno studio della Columbia nelle relazioni eterosessuali nero è spesso associato alla mascolinità, asiatico alla femminilità, portando molti uomini a disprezzare donne di colore e a idealizzare le asiatiche. Tra i matrimoni misti neri-bianchi nell'anno 2000, il 73% aveva un marito nero e una moglie bianca. Paul e Shermaine sfidano la statistica. Nero è bello, ma ci si arriva con difficoltà perché la società dice il contrario. WG: Non è solo sapere che gente bianca come Lisa di Chicago ha privilegi bianchi, è riflettere con coscienza sul termine "bianco" e la sua storia, sapere che "bianco" non corrisponde ad americano. È sapere che Lisa non può dimenticare la sua storia familiare personale di oppressione ebraica. Che non dimentica come, crescendo, la chiamassero sporca ebrea con corna e coda. Ma Lisa sa che può passare per bianca così da beneficiare di grandi privilegi sistemici ed interpersonali, e così trascorre le giornate cercando di sfruttare il privilegio bianco per avere giustizia sociale. Per esempio parlando di razza con altre persone privilegiate. O spostando il potere, nella sua classe, agli studenti imparando ad ascoltare le loro esperienze di razzismo e povertà. PV: Non è soltanto sapere che i dialetti nativi stanno scomparendo. È capire che la conoscenza della lingua Cherokee, che oggi viene parlata da meno di 12.000 persone, è un atto di sopravvivenza, di conservazione di cultura e storia. È sapere che la lingua Cherokee, priva di genere, ha consentito l'accettazione di Ahyoka come donna trans a Tahlequah, in Oklahoma. Sua nonna le disse con fermezza un proverbio Cherokee: "Non dico a me stessa chi sei, sei tu a dirmi chi sei. E questo è ciò che sei". WG: Questi sono solo frammenti di storie. Ci sono approssimativamente 323 milioni di persone in America. PV: E 7,4 miliardi sull'intero pianeta. WG: Quindi c'è tanto da ascoltare. PV: E tanto da imparare. WG: Dobbiamo alzare l'asticella. PV: Alzare gli standard di alfabetizzazione razziale. Perché se non si investe in un'educazione che valorizzi WG: Le storie PV: E le statistiche. WG: La gente PV: E i numeri. WG: L'interpersonale PV: E il sistemico. WG: Ci sarà sempre un pezzo mancante. PV: Oggi, così pochi tra di noi capiscono gli altri. WG: Non sappiamo come comunicare, PV: Vivere insieme WG: Amarci l'un l'altro. Dobbiamo lavorare insieme per creare una nuova comunità nazionale. PV: Una nuova cultura condivisa di mutua sofferenza e celebrazione. WG: Dobbiamo iniziare a imparare nelle nostre comunità locali, costruendo ponti tra i nostri cuori e le nostre menti per un'alfabetizzazione sulla razza. PV: Dopo averlo fatto tutti, saremo molto più vicini a vivere in spazi e sistemi che lottano e hanno cura di tutti equamente. WG: Allora, nessuno di noi potrà rimanere distante. PV: Ci spiace, mamma e papà, il college può attendere. WG: È il nostro anno sabbatico prima del college, viaggiamo per 50 stati raccogliendo storie per il prossimo libro. PV: E abbiamo ancora 23 stati in cui fare interviste. (Entrambe) Torniamo tutti a lavoro. Grazie. (Applausi)