Le emozioni costituiscono un linguaggio non verbale
Le emozioni rivelano la cognizione, la percezione del bambino
Inoltre, le emozioni rappresentano la forma di comunicazione non verbale del bambino verso il genitore e quella del genitore verso il bambino
Ho pensato perciò che le emozioni fossero una una via privilegiata, anzi l'unica via privilegiata utile per lo studio dello sviluppo del bambino
In questo studio, alcuni bambini tra i 9 e i 12 mesi vengono posti, all'interno di un laboratorio, su un ampio tavolo di plexliglass
Appena sotto la superficie, metà del tavolo è decorato con un motivo a scacchiera
ma subito dopo vi è un precipizio visivo che dà al bambino l'impressione di cadere bruscamente
In realtà il tavolo di plexiglass continua, per cui non c'è alcun pericolo
Tuttavia il bambino non ne è così sicuro, e questa sarebbe una brutta caduta per un bambino che sta appena iniziando a gattaiolare
Vuole attraversare per prendere il giocattolo, ma è prudente e volge lo sguardo verso sua madre, dall'altro lato del tavolo
Al genitore viene detto di sorridere o assumere un'espressione di timore
Quando la madre assume un'espressione di timore, il bambino generalmente non oltrepassa il gradino
ovvero questo precipizio o gradino visivo.
Se la madre invece sorride oppure utilizza una forma di comunicazione non verbale
che simboleggia non una proibizione ma un incoraggiamento, è molto più probabile che il bambino superi il gradino per raggiungerla
Questo particolare studio dimostra il ruolo che la comunicazione non verbale ha nel determinare il comportamento del bambino in un determinato contesto.
Un bambino che si trovi di fronte a qualcosa di ambiguo, incerto
guarderà generalmente alla persona per lui importante che ha di fronte: la madre, il padre, un nonno o la tata
in modo da capire cosa fare.
I bambini a partire dagli 11-12 mesi quindi fanno già ciò che tutti noi facciamo quando ci imbattiamo in qualcosa di inusuale:
ci guardiamo intorno per conoscere la reazione degli altri.