La mia personale esperienza durante la seconda guerra mondiale, quando fui arrestato dalla Gestapo e condotto al campo di concentramento di Buchenwald, Dora... ...ero proprio là mentre stava accadendo qualcosa di terrificante ai nostri amici ebrei, ciò che chiamiamo "Shoah", la distruzione degli ebrei europei. Poco tempo dopo fu stilata la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo che diceva l'esatto contrario di ciò cui assistemmo durante la Seconda Guerra Mondiale. Sapevamo ormai cosa significava essere inumani come i nazisti erano stati inumani verso gli ebrei. In seguito tutti leggemmo il libro di Primo Levi, un libro eccellente, "Se questo è un uomo". E da lì, ecco che il concetto di umanità, la distinzione tra ciò che è umano e ciò che non lo è, divenne il messaggio di un'intera generazione, la mia generazione, la generazione che aveva combattuto la Seconda Guerra Mondiale, che assistette al momento in cui fu scritta la dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, che era presente quando Israele fu creato, come stato per gli ebrei che avevano subito questa atroce distruzione durante la Seconda Guerra Mondiale. Speravamo che ora questa nuova terra di Israele si sviluppasse in modo amichevole, con umanità e compassione per i suoi vicini, i palestinesi. Per questo, quando accadde che Israele si comportò nella maniera più criminale verso i suoi vicini palestinesi, sentimmo che qualcosa di fondamentale, qualcosa di umanamente fondamentale, veniva distrutto. E pensammo che sarebbe stato molto difficile, dopo quello che era successo, comportarsi ancora come esseri umani. Ora però siamo determinati a non permettere a noi stessi di farci travolgere da qualsivoglia forma di disumanità. Siamo determinati ad indignarci quando l'umanità viene rovinata e ad essere fedeli ai nostri valori umani fondamentali. Il cambiamento è assolutamente necessario. Non possiamo continuare a vivere in un mondo dove c'è tanta ingiustizia, dove c'è una tale mancanza di compassione, in molti paesi: non solo in Nord Africa, non solo in Media Oriente, ma anche nei nostri cosiddetti paesi democratici, dove troppo frequentemente non possiamo accettare il modo in cui veniamo governati Dobbiamo trovare nuove forme per esprimere il nostro dissenso, per dire che non accettiamo il modo di affrontare problemi, che ci pare che i poteri finanziari vengano lasciati totalmente incontrollati. C'è impunità per il comportamento di alcuni questi poteri o di alcuni governi, in tutto il mondo. Perciò dobbiamo trovare nuovi modi per esprimere il nostro disaccordo, scendendo nelle strade, alzando le mani contro chi si comportano in maniera da noi considerata insopportabile. Ho avuto una vita molto, molto lunga, nella quale ho parlato, scritto, ascoltato ma l'azione ora è diventata la cosa più importante. Non possiamo limitarci soltanto a dire, a rivendicare che le cose cambino. Dobbiamo impegnarci, questo è l'insegnamento del mio primo professore di filosofia, Jean-Paul Sartre, ci ha insegnato che dobbiamo impegnarci, non solo scandalizzarci, ma essere attivi in ciò che deve essere cambiato. Non è facile trovare l'azione efficace. Un libro può essere molto efficace, come il meraviglioso libro di Vittorio Arrigoni, può essere efficace perché è forte e chiama la gente a comportarsi differentemente. Ma dobbiamo ancora trovare la via dal pensiero all'azione, e questa via non è facile per le persone che non sono più in una situazione militare: Si trovano in una situazione civile, possono scendere nelle strade ed essere determinati come hanno fatto le persone del movimento "Occupy Wall Street". Questo è un modo attivo di esprimere il proprio dissenso. Penso che questo sia un comportamento nuovo e importante.