Gladis Wilson, 87 anni.
Alzheimer diagnosticato nel 2000.
Virtualmente non-verbale.
Quando le persone diventano molto anziane e deteriorate,
senza che nessuno acceda al loro mondo e si sieda accanto a loro
si chiuderanno sempre più in se stessi
e il loro disperato bisogno di relazioni rimane rinchiuso dentro di loro
Se una persona è sola, anche se estremamente deteriorata
esiste la possibilità di far percepire la vicinanza.
«Signora Wilson»
«Hello!»
«Vuole che mi sieda?»
«Mi trova in forma?»
La Signora Wilson è un esempio meraviglioso di persona che era capace solo di movimenti ripetitivi,
come tutte le persone che usano i movimenti ripetitivi per comunicare, non essendo più in grado di parlare,
ma che continuano ad avere la necessità di esprimersi e di esprimere i propri bisogni umani.
«Piangi?»
«Piangi ogni lacrima, proprio qui sul tuo viso»
«Senti dolore da qualche parte? Vuoi che ti tocchi?»
«Sei molto triste»
«Puoi vedermi?»
«Puoi vedermi?»
«Hai paura?»
Se queste persone siedono con gli occhi chiusi,
ciondolando la testa avanti e indietro,
magari con una lacrima che scende sul viso,
esiste un bisogno.
«C'è una piccola lacrima qui, sta scendendo. La senti?»
«Puoi sentire la piccola lacrima?»
Usare il tatto con gentilezza, come quando tocco Gladis Wilson, con le dita sulle gote
agisco su una zona che viene normalmente toccata dalle madri:
i bambini tendono a guardare verso l'alto, e ognuno ricorda quando veniva toccato in questo modo dalla madre.
Spesso queste persone sanno, anche se non possono parlare in quel momento,
che si sta svolgendo una comunicazione.
«Mi faresti un po di posto?»
«Che ne dici, solo un po'?»
«Credi che potrei stare insieme a te e Gesù per un minuto?»
Uso la musica perché, quando le parole sono finite, la musica,
soprattutto quella religiosa nel caso di Gladis Wilson
permette di creare una connessione con la persona. In questo caso, usando le canzoni religiose.
Quando si muoveva, mi muovevo insieme a lei
e quando cantavo, visto che lei non poteva cantare con me
facevo combaciare l'intensità della mia voce all'intensità dei suoi movimenti.
In poco tempo, è come se fossimo diventati una persona sola.
Ad un certo punto, quando diventava tranquilla e pacifica,
e di conseguenza la mia voce era tranquilla quanto lei
il mio respiro rallentava per raggiungere la frequenza del suo
mi tirava verso di sé.
Mi muovevo insieme a lei, e in quel momento credo di essere stata per lei un simbolo materno.
«Puoi aprire gli occhi adesso?»
«Mi vedi?»
«Ti senti al sicuro?»
«Vuoi cantare con me?»
Non sempre si riesce ad abbattere il muro, non sempre le persone apriranno gli occhi e ti guarderanno
ma se continui a provare, ad aprirti, a stare vicino alle persone
imitando i loro movimenti con costanza
magari non questa volta
ma la prossima volta che li visiterai, riuscirete ad avere una conversazione.
«Ti senti al sicuro con Gesù?»
«Yeah!»
«E con me?»
*Sottotitoli a cura di Colum Donnelly