Eccoci qua Benvenuti al teatro della diga del Vaiont. Non so perche' vi siete sintonizzati questa sera per ascoltare questa storia Su alcuni giornali, questo di stasera e' indicato come un documentario in altri giornali come un film drammatico e invece siete in un teatro questa gente è quì per ascoltare teatro Per una sera, rubiamo la scena all'attualità e facciamo una diretta sulla memoria. Ecco perchè è cos' difficile scriverlo, definire che cosa facciamo stasera. Forse non esiste una diretta sulla memoria Che cos'è? Beh insomma è una specia di nodo al fazzoletto che noi ci siamo già fatti Proviamo a raccontarlo insieme. Proviamo a farlo capire. Chiedo un pò d'aiuto ogni tanto. Quanto pesa un metro cubo d'acqua? Pubblico: 1000 chili. Paolini: Perfetto. Basta mettersi d'accordo sulla misura e ci siamo. Un metro cubo d'acqua è grande così. E le frane le misurano a metri cubi. Perchè è l'unica misura che resta fissa. Perchè il peso cambia. A seconda che dentro c'è fango, terra... eh? Allora, il 9 ottobre del '63, dal monte Toc, qui, sul fianco sinistro della valle del Vaiont Si stacca una frana di 260 milioni di metri cubi di roccia. Piomba nel lago, dietro la diga del Vaiont e solleva un'onda di solo 50 milioni di metri cubi di acqua che solo per meta' passa dall'altra parte della diga ma è più che sufficiente a spazzare via dalla faccia della terra 5 paesi Longarone, Pirago, Rivalta, Codissago, Faè 2000 i morti. La storia della diga del Vaiont, iniziata 7 anni prima si conclude in 4 minuti di apocalisse con l'olocausto di 2000 vittime. Io il 10 ottobre andavo in seconda elementare. Mi sveglio la mattina 7.30, mia mamma piange. Non avra' mica gia' litigato con mio papà alle 7.30 di mattina? Non era mica a casa mio papà. Ricordo il giornale radio: Longarone non c'è più. Longarone... Ma.. non avevamo mica parenti noi a Lon... Aspetta. Ma certo! Me la ricordavo! Si! Perchè per me all'epoca Longarone era una stazione sulla ferrovia delle vacanze! Certo! Perchè noi andavamo in vacanza sempre nello stesso posto io le stazioni le avevo imparate: andare in sù, venire in giù, sempre quelle. A scendere, ste stazioni si chiamavano: Calalzo di Cadore Tu-tun, tu-tun, tu-tun, tu-tun, tu-tun Poi c'era Sotto Gastello che c'è un'altra diga ma il treno non ferma neanche. Tu-tun, tu-tun tu-tun. Poi c'era Perrarolo. Tu-tun, tu-tun tu-tun. Ospitale. Tu-tun, tu-tun tu-tun. Castellavazzo. Tu-tun, tu-tun tu-tun. Longarone... Ecco la valle della sciagura. Fango. Silenzio. Solitudine, e capire subito che tutto ciò è definitivo. Più niente da fare o da dire. 5 paesi, migliaia di persone ieri c'erano, oggi sono terra e nessuno ha colpa nessuno poteva prevedere. In tempi atomici si potrebbe dire che questa è una sciagura pulita e gli uomini non ci hanno messo le mani. Tutto fatto dalla natura che non è buona, non è cattiva, ma indifferente. E ci vogliono queste sciagure per capirlo. Non uno di noi, moscerini, vivo! Se davvero la natura si decidesse a muoverci guerra. Belle parole... potenti. Sono di uno dei giornalisti più importanti della nostra storia recente Giorgio Bocca Sul 'Giorno' Venerdì, 11 ottobre del '63. Ma non soltanto lui, no tutti, gli inviati speciali arrivano. Spaventà, come formiche, sotto la diga perchè gli tiran sassi: 'Via de qua!' E in mezzo a questi signori c'è n'è uno di Belluno e la diga è qua, sul confine, tra Veneto e Friuli E allora, questo signore, la storia la sente più degli. E scrive, sul suo giornale, ispirato, 'Un sasso è caduto in un bicchiere, l'acqua è uscita sulla tovaglia', tutto qua! Solo che il sasso era grande come una montagna, il bicchiere alto centinaia di metri; e giù, sulla tovaglia, stavano migliaia di creature umane che non potevano difendersi. E non è che si sia rotto il bicchiere. Non si può dar della bestia a chi lo ha costruito. Perchè quel bicchiere 'era fatto ben, a regola d'arte, testimonianza della tenacia e del coraggio umani, la diga del Vaiont era ed è un capolavoro, anche dal punto di vista estetico'. Dino Buzzati, Corriere della Sera, venerd' 11 Ottobre del 63: 'La diga del Vaiont era ed è un capolavoro'. Era ed è? E beh ma si, la diga non era mica crollata come sembrava al primo momento, eccola là! Era rimasta in piedi, con tutto quel che è successo. E così dall'anno dopo Da quando hanno ricostruito la ferrovia e noi abbiamo ricominciato ad andare in vacanza sempre nello stesso posto perchè io fin che ho avuto 18 anni son andato in vacanza sempre nello stesso posto e dopo Basta! E allora là, sul treno, col naso incollato al finestrin Tu-tun tu-tun, tu-tun tu-tun, 'è questa la valle?' 'No, aspetta'. Tu-tun tu-tun, tu-tun tu-tun, 'E' questa la valle?' 'No, aspetta'. Tu-tun tu-tun, tu-tun tu-tun, 'E' questa la valle?' 'No, aspetta'. 'Ma quando arriva?' (Imitazione di annuncio sul treno) 'Longarone'... Adesso. Quando il treno entrava in stazion, tu per un minuto la vedevi, la diga, bianca in mezzo alle montagne nere. E ti venivan dentro qua due sentimenti: quello delle mamme e quello dei papà. Il sentimento delle mamme si chiamava: 'Povera Longaron, povera Longaron povera Longarone'. Ed era un sentimento per fondamenta fondamenta senza muri che venivano su in mezzo alla ghiaia del Piave che aveva riempito tutta la valle e a noi bambini, avevan spiegato che sotto a quei sassi c'erano ancora i morti. Non li avevano trovati tutti. E allora io avevo questo sentimento disciplinato a nome 'Povera Longaron, povera Longaron, povera Longarone'. Però, eh, non potevo farne a meno di averne un altro, sentimento, qua, quello dei papà per la diga. Perchè era rimasta su. E io bambino pensavo, ma insomma la montagna è cascata, ma la diga ha tenuto, il suo dovere l'ha fatto; se fosse cascata la diga, sarebbe andata peggio, no? E allora un pò di consolazione ti resta dentro. E con questa consolazione qua, si diventa grandi. Anche perchè poi i maschi, a una certa età dello sviluppo, davanti a una diga, son tutti là. Impiantà. Come davanti ad una portaerei, là. Perchè noi maschi, tutti eh, Non centra niente che poi da grande uno divanta anti-militarista tutti, TUTTI. C'è un'età canonica dello sviluppo in cui il maschio, davanti alla portaerei, si impianta. Perchè quando lui non capisce cosa c'è la dentro pure intuisce che lì è il segreto del progresso, quando cresce lo insegnano anche a lui così gli vien voglia di crescere subito. 'Come fai a crescere?' 'Leggi i libri'. Me l'han sempre detto: 'Vuoi diventare grande? Leggi libri'. Ogni viaggio in treno, un libro. 20.000 leghe sotto i mari. Letto. Altro libro. Altro viaggio. Le tigri della Malesia. Letto. Altro libro. Altro viaggio. Albano. 2 volumi, due viaggi. Si diventa grandi per forza con Alvano eh. Poi arrivano i libri che ti scegli tu, quelli che compri con i tuoi soldi. Il primo: Cent'anni di solitudine. Bellissimo. Capìo niente prima volta ma bello! (risate) Poi ricordo ho letto Siddartha, capìo niente tre volte ma bello, bello, bello. E un anno, mi ricordo ho letto anche Porci con le ali. Una porcheria (risate). Io non so come ho fatto a legger quella roba la! E' che per diventare grande devi legger tutto non puoi saperlo prima se è una porcheria. Così un anno, alla stazione di Calalzo per il viaggio di ritorno mi trovo senza libro che gli ho letti tutti, e mi preoccupo. E poi ne prendo uno, all'edicola della stazione. Questo. 'Sulla pelle viva. Come si costruisce una catastrofe. Il caso Vaiont'. uh, Vaiont! Mi interessava. Dai, compra il libro. Parte il treno. Leggi il libro. tu-tun tu-tun, tu-tun tu-tun, tu-tun tu-tun,tu-tun tu-tun, tu-tun tu-tun,tu-tun tu-tun, tu-tun tu-tun,tu-tun tu-tun, tu-tun tu-tun. (silenzio). 'Come si costruisce una catastrofe'. Ma la diga non era costruita bene? A regola d'arte. Come si costruisce a regola d'arte. Ma che? Una diga o una catastrofe? Ma chi è questa? Tina Merlin? E chi è Tina Merlin? Eh? E Giorgio Bocca? E Dino Buzzati? Chi è Tina Merlin? Leggi il risvolto di copertina che te lo dice. Giusto. 'Tina Merlin è nata a Tricchiana, Belluno, nel 1926. Ha svolto attività giornalistiche dal '51 lavorando per 30 anni all'Unità'. Ah... (risata). Capìo tutto. (risata) E dai per piacere. Che l'Unità negli anni 60 non era un quotidiano. Era un bollettino di partito. E in Valle del Piave vendeva sette copie. (risate del pubblico). Sei per gli iscritti al PC, e una per l'osteria di Piero Corona che aveva fatto la Resistenza quindi lo comprava. (risate del pubblico). Dopo lo nascondeva sotto il Gazzettino ma il suo dovere lo faceva sempre. Corrispondente locale. Non è finita. Ha partecipato alla Resistenza come staffetta partigiana nel bellunese. Ma allora ho capito tutto sul serio, che io sapevo tutto dei partigiani fin da piccolo, che m'han tirato su bene a me. Sapevo che i partigiani, durante la guerra, stavano in montagna, sulle malghe, in gruppo. E ciò per forza, perchè in montagna dasoli, di notte, pero', ci vuole qualcuno che faccia il collegamento. Tra una malga e l'altra Tra un gruppo e l'altro. E chi è che mandi? Una donna. E mi par giusto. (risate). Così oltre che dai tedeschi, deve aver paura di tutti quelli che trova per strada (risate). Perchè dopo tutto è pur sempre una donna, anche se nascosta sotto documenti messi da tutte le parti. E cosa fa sta disgraziata? Pedala! Alè! Via con la bicicletta! E la paura che ti ferma qualcuno per farti comunque del male. Dove finisce la strada su, a piedi, in mezzo agli alberi del bosco. Una bersagliera, Ecco che cosa è. Una staffetta partigiana. O ma uno che fa quella vita a vent'anni... Voui che in cambio non le sia mai capitata un'occasione di quelle che... beh, chi va in montagna mi capisce al volo, senti. Una di quelle volte che ti sei alzato la mattina presto, stai sudando ormai da ore come un becco, sotto lo zaino, verso il rifugio, che è là. Son tre ore che è là. (risate). Perchè li spostano. (risate). Ciò messo anni a capirlo eh. (risate). Lo fanno per il tuo bene ma li spostano, chiaro! (risate). Tu sei là che ti domandi chi è che te l'ha fatta fare, questa fatica ti casca l'occhio indietro un attimo e capisci da solo. Che valeva la pane far tutta la fatica del mondo per arrivare la in quel momento lì. Perchè giù, il fondo valle da dove sei partito è già coperto di nuvole ma tu ormai sei sopra e limpido sopra, a 360 gradi hai le montagne, le crode,li, intorno, una ad una che ti par di poterci volar sopra come un rapace. Ed eccolo là il libro della Merlin, ecco che cos'è. Non è un'altra storia. E' la stessa storia, ma è un altro punto di vista. Non il punto di vista delle formiche, di quelli che arrivan dopo la tragedia inviati spaventati, no, no, no! E' il punto di vista del falco! Di chi le cose le ha viste da prima. Dall'alto. Da sopra. E infatti, Tina non racconta la storia della povera Longarone,povera Longarone che è stata rasa al suolo, cancellata. E' giustamente diventata il protagonista di questa storia. No, lei sceglie di raccontar la storia dei comprimari. Altri due paesi che non son stati distrutti, soltanto lesionati e quindi c'è li siam dimenticati, anche perchè non si vedono. E no, perchè stavano sopra la diga dalla parte friulana del Vaiont. Sulla sponda del lago, paesi lesionati che poi avevano un nome così brutto che non si poteva certo mettere sui libri di scuola. Due paesi che non si può nominare in pubblico senza commettere turpiloquio. (risate). Erto e Casso. A scelta nell'ordine. (risate) A Erto e Casso dal 56 al 63 si è combattuta guerra, da una parte i due paesi, dall'altra, la società che costruiva la diga. Beh guarda dopo, eh, dpo è facile dire: 'Quando e' cominciata la guerra?' Il difficile è dire: 'Quando è cominciata la vigilia della guerra, e come?' Beh, si può dire che a Erto e Casso sia cominciata nel 1829. Col disgelo. Con la riapertura della strada carrozzabile militare si è cominciata su un sidecar: mo to to to to ton, mo to to to to ton, lento, un 4 tempi mo to to to to ton, due passeggeri. Zaini, bagagli, piccozze, strumenti di rilevazione: un bel teodolite, poi delle palline bianche e rosse da misurazion piantate sul culo del sidecar a fare la ruota come sul culo di un tacchino mo to to to to ton mo to to to to ton e soprattutto, una macchina fotografica. Guarda! Guarda, guarda, guarda! Costume tipico di Erto Che costume! Fermo! Fermo la! Paff! Contadine di Erto. Paff! Malgari di Casso. (risate). Paff! La pastora. (risate). Ma cos'è l'Intervallo? (risate). Ma che simaptici sti due fotografi dopo una sttimana che sono in paese e sembra di averli sempre conosciuti e studiati. Due lauree. Quattro occhiali in due. Eh due da vista e due da moto, ovvio. Tra una foto e l'altra, lavorano. uno è ingegner, Carlo Semenza elegante, block notes, tranch, regolo calcolatore, dà i numeri. Regolare. Quell'altro... giologo il dise. Va in giro. Fa passeggiate. Raccoglie impression geologiche dalle montagne. Giorgio Dal Piaz. Barba da frate indovino grasso, mah. Grasso, mah. Non si capiva mai quanto fosse grasso del suo o per tutti i sassi che si riempiva le scarsele. (risate). Dopo un pò di tempo che son lì in paese, un giorno come gli altri mo to to to to ton,mo to to to to ton ma prima di partire scattano le prima le prime due foto cartolina dei paesi Paff! Panorama di Erto. Paff! Panorama di Casso. Eh, guardate le cartoline. In quella di Erto, si vedono i camini delle case piegati all'indietro per arrivare a sputare sui marciapiedi di Casso a 4 km distante. In quella di Casso che ovviamente che ovviamente va vista in piedi c'è il campanile del paese piegato all'indietro per arrivare a pisciare fin sulle tegole di Erto. (risate) Stessa distanza. Un ben dell'anima si vogliono. (risate) Ma come spesso succede ai paesi confinanti solo che questi due non sono due paesi ma due parti dello stesso paese che un catasto longimirante ha riunito in un comune a nome Erto Casso. Quindi chiaro che son separati in casa. Ma non ci si sposa neanche tra gli uni e gli altri cosa metti sulle partecipazioni, parolacce? (risate). Due lingue distinte. Erto in fondo alla valle, parla un friulano, ladino, antico, duro, ostico. Casso, che è qua sopra si dice sia arrivata dopo essendo più vicina al Piave parla più un dialetto bellunese cadorino. E traffica con Longarone mentre Erto di là, con il Friuli, con la Valcellina divisi in tutto, le uniche parole in comune: le bestemmie, a obice. (risate). Per finire sta fotografia veloce, ne 56, che poi parte la storia, Erto faceva 850 abitanti e 9 osterie. (risate) Fatta la media? (risate) Casso faceva 450 abitanti e 3 osterie. E' più bassa la media, quindi Erto fa il capoluogo. (risate). Ma è ovvio! Le osterie sono un parametro fondamentale della qualita' della vita per piacere! Le osterie spesso cosa sono una parte della casa, con la stufa, il bottiglione, uso libero e indiscriminato dello stesso. Nelle osterie si gioca, si discute, e si bestemmia con una regolarità impressionante. Tanto che i due parroci hanno rinunciato a estirparle. Dice che esula dalla missione pastorale. Ma è vero! A quel punto la bestemmia centra più niente con la religion. Centra con la sintassi. Essa sostituisce tutti gli articoli e le congiunzioni tra una parola e l'altra! (risate) Cavi la bestemmia non scorre più il discorso! (risate) (applausi). Ipocriti. (risate). Non crediate di cavervela così, la religion è un'altra cosa va ben? A Erto fanno una di quelle processioni del venerdì santo che una volta nella vita van viste e rispettate. Procession con le catene vere, che quando lefemmine sente il ferron che sbatte sul marmo della ciesa, gli viene la palpitazion e si accende la passione. Prendono il giovanotto più prestante del paese. 'Chi mi?' ?Si, ti!' Gli fan fare il povero Cristo nudo, una via Crucis come Dio comanda, lo mette in croce quanto basta poi lo slegano e tutti a bere in osteria. (risate). Spesso dimenticando il Giuda impiccà sull'albero. (risate). Ma non per cattiveria, e ma ora non è che a Pasqua da quelle parti sia poi così caldo. Ora che un si ricorda va a sgelare il Giuda, quello è legato, giazzà, che tira mocoli Per scongelarlo in osteria col vino e la grappa, viene notte fonda. Ed è per questa fondata ragion che da quelle parti, a messa prima, a Pasqua, trovi solo donne. (risate). Gli uomini devon ancora rimettersi dalla Passione del venerdì. (risate). Paesi poveri, contadini, ignoranti duri, dimenticati da Dio forse no, dagli uomin, sicuro. La prima strada, in questa valle, l'han fatta i Striaci, nel 15, per fare cucù agli alpini sopra il Piave durante la Grande Guerra! Sennò chissà quanto avrebbero aspettato anche la strada. Ma è proprio sulla strada, che nel 29, e poi nel 56, arriverà la SADE. Ah, già, chi è la SADE? Ah, Società Adriatica di Elettricità. Un'idroelettrica privata. Beh, eran tutte private all'inizio del secolo, si dividevano il territorio italiano a fettine. La SADE, eh, era una FIAT delle socità idroelettriche, una numero uno, fondata da uno dei più straordinari capitalisti del nostro secolo Lo so benissimo che la parola è passata di moda, eh, ma questo signor qua, girava, col monocolo e il cilindro, come Paperon de Paperoni, pare quello delle caricature. Chi è l'uomo? Giuseppe Volpi, Conte di Misurata. Un uomo eclettico, straordinario, nominato Conte per meriti speciali dal re d'Italai nella Campagna d'Africa. E' uno che quando ha un'idea brillante la realizza. Sua l'idea di fare Porto Marghera sul bordo della laguna di Venezia. Sua la Compagna Italiana Grandi Alberghi. Si dà da fare. Sua tra le altre mille cose l'idea della mostra del cinema di Venezia dove c'è ancora una Coppa Volpi che ne perpetua il nome. Beh chiaro che quando un signor così si lancia in politica, lo fa alla grande. Nel 22 iscrive al Partito Nazionale Fascista, nel 23 è già Ministro delle Finanze. Io ne conosco solo uno che ha fatto più in fretta di così. (risate). Boni...Per piacere, la gente va giudicata per quel che fa non per quel che è per pia... sennò tra un pò vi mettete a giudicare le mamme che gli hanno fatti e questo non è giusto va ben (risate). Volpi per esempio, fa del bene? Si, certo! Beh, come ministro delle Finanze fa varare al governo Mussolini leggi che finanziano a fondo perduto fino al 50% le aziende che costruiscono nuovi impianti idroelettrici, cioè lui (risate) si, quindi fa del bene Beh, a se, si! Inaugurando così una pratica che quando uno fa politica non deve dimenticare la bottega sennò va tutto in remengo! Come vedete la pratica è seguitissima! Ma restando ai serbatoi perchè è di questo che parliamo stasera. Quanti c'è n'è sparsi per l'Italia di idroelettrici. 600? Più o meno. 300 pubblici dell'Enel altri 300 di gestori misti pubblico-privati etc. Son pochi? Pochi! Ma quante volte mi ricordo da bambino col papà andando a fare un pic-nic in montagna giravo con la macchina la curva della valle trovavo la diga davanti e dicevo: 'orco cane, anche qua?' L'anno scorso c'era mica. Voi da che sussidiario avete studiato all'elementari? E perchè eè su questo che si fonda l'ultimo brandello di unità nazionale di questo paese, sta attento. Il sussidiario delle elementari avava un disegno chiarissimo il mio, questo era il fiume italiano, no? Ecco, dove il fiume italiano si gettava nel mare, qua, c'era sempre un porto operoso, qua. Il porto è operoso per definizione, va bene? Ecco. Va bene. In alto sul fiume c'era la diga, te lo ricordi, sto disegno? Ecco, eccola qui, dalla diga cosa uscivano, i tubi che arrivavano alla centrale da cui uscivano i fili, come, non si sa. Perchè dopo anni di scuola come dai tubi si passa ai fili, (risate), resta un mistero. I fili seguono il corso del fiume e arrivano fino al porto operoso dove arrivano navi da tutto il mondo che scelgono noi altri Italia per scaricare le sue merci che scaricate dalle navi son caricate sulle chiatte che risalgono i fiumi. Perchè sui libri di scuola i fiumi italiani son tutti navigabili. (risate). Arrivano fino ad una città operosa dove scaricate dalle chiatte son lavorate dalle industrie che usan gli stessi fili che vengono giù dalle montagne! Cosa ci importa a noi italiani se non abbiamo ne carbone ne petrolio? Noi abbiamo il boiler. C'era una frase da imparare a memoria, sul libro: 'l'Italia e' un paese povero di risorse ma ricco di energie.' (risate). Cosa sono le energie? L'acqua! Son cresciuto da bambino con l'idea che noi eravamo tutti come Leonardo Da Vinci perchè sfruttando i salti dell'acqua che costa niente noi facciamo tutto. E quando nasce questa idea? negli anni 30. Comne il mio sussidiario del resto. (risate). Nel periodo in cui, e beh, l'Italia deve varare una politica autartica per far marciar l'industria bellica. E' proprio a partire da quegli anni che tutte le valli son percorse da gente in sidecar che va a cercar il posto giusto dove costruire impianti. Allora se su questa cartina, tolta dal libro, aggiungete un paio di affluenti, e la piazzate poi su una carta geografica vera battezzando, che so, il porto operoso Venezia, una cittadina quassù, Cortina, un'altra cittadina qui, Longarone, alla confluenza di affluenti come chiamate il fiume Piave. Lungo il Piave a partir dagli anni 30 la SADE ha costruito 7 impianti idroelettrici che tutti insieme dovevano produrre un quindicesimo del fabbisogno energetico nazionale. Eh, non è poco per un fiume solo giusto? Mah, qual'è il problema? Il problema è lui, il Piave. Tu lo scrivi fiume, ma lo leggi torrente sto porco. (risate). Lui di acqua, in autunno, fin che vuoi, ma d'inverno, son gelato (risate). In primavera fin che ti pare ma d'estate, son secco. Non è che la SADE può dire al cliente io la corrente te la do da settembre fino a novembre, poi da novembre a marzo ti arrangi, poi te la ridò fino a giugno e da giugno fino a settembre chiudi. Chiudo? Che? Dice il cliente. Ho bisogno di corrente tutto l'anno. Beh, mi spiace, la corrente non si può metter via. Dove la metti? La corrente no, ma l'acqua si. Fate una banca dell'acqua. Come una banca dell'acqua? Beh, SADE, quando fate girare le turbine per produrre corrente non si consuma mica l'acqua, dove la mettete? Beh, la ributtiamo nel Piave Bravo, mona. (risate). Invece di ributtarla tutta, nel Piave una parte di quell'acqua mettila via, mettila via, di scorta, in banca, fatti una valle di riserva, così quando si sarà seccato il Piave avrai messo via abbastanza acqua da far girare un'altra turbina che con compensa quelle ferme. Ma mi serve una valle più in basso delle altre, nelle Prealpi, non lontana dal Piave. E dove la trovo una che sia abbastanza capiente da diventare la banca dell'acqua? Paff! Paff! La valle di Erto e Casso. Dove scorre il torrente Vaiont. E che è uno che si impegna. Ma insomma, è un torrente come tanti, ma ha una specialità, quella gola, una delle più profonde delle Alpi. Nella gola, stretta, stretta, che il torrente Vaiont si è scavato per andar a gettarsi nel Piave perchè lui lì voleva andare, progettano di costruir uno sbarramento artificiale alto 200 metri, che dietro avrà un serbatoio di 58 milioni di metri cubi d'acqua. Oh, io ho appena capito quantè un metro cubo d'acqua, ma 58 milioni non riesco neanche ad immaginarli, son tanti, son pochi, che ne so. Non son mica un ingegner idraulico io. Però quando questa storia del Vaiont me la son cacciata in testa, ho provato a capir di più, con gli esempi, perchè io capisco così. E ho fatto il giro delle centrali, degli impianti costruiti. Sopra, la vecchia cabina di controllo, di una diga, a Sotto Castello non lontano da qui c'era un murales, ora scomparso. Quel giorno, l'ho copiato, perchè non avevo neanche la macchina fotografica, e guarda, c'erano indicate tutte le dighe, tutte le centrali, tutto quel che c'era costruito. E cosa interessante che vicino ad ogni impianto era indicato quant'acqua ci stava sopra. Ho fatto la somma, degli altri 7 laghi già costruiti. Totale? 68 milioni di metri cubi d'acqua. Scusa ma io comincio a capir di più perchè qua in un posto solo ne fanno uno di 51 milioni. Cioè grande quasi come la somma degli altri 7. Per forza! Questa è la banca dell'acqua! Qui, l'acqua viene, si, dal torrente, ma soprattutto qui, l'acqua arriverà dagli scarichi di tutte le altre centrali già costruite che attraverso 35 km di tubazioni in galleria che forano le montagne passan sopra le vallate arrivano 2 immensi rubinetti qua sotto pronti ad aprirsi per allagare la valle del Vaiont come un'immensa vasca da bagno di scorta. Il progetto, prende il nome di Grande Vajont lo presentano ai lavori pubblici nel 1940. Sfiga. Il governo Mussolini nel 1940 ha altri problemi. Arriva l'8 settembre del 1943, e il progetto Grande Vajont non era ancora passato. E beh, ogni tanto una buca va, per definizione, ma la SADE no, non accetta smacchi. Scusate, secondo voi, a Roma, al Ministero dei Lavori Pubblici, dopo l'8 settembre del 43, chi era rimasto? Si, nessuno, neanche l'usciere. Eppure gli uomini della SADE fanno un miracolo, riescono, il 13 di ottobre, in quei mesi disperati a far riunire la IV Commissione Superiore dei Lavori Pubblici presenti in 13 su 36. E gli altri? Dispersi in guerra. Ma manca il numero legale! Firma! E il progetto Vajont è approvato con frode, Signor Conte! No, il Conte Volpi di Misurata non è più ministro a Roma, è diventato anti fascista in Svizzera. A me sti riciclati di oggi mi fan ridere in confronto! (risate). Vuoi mettere lo stile di un vero signore per piacere! In tal modo, rifatta una verginità per meriti resistenziali, il Conte e la sua società sono pronti in pool position alla gara per ricostruire questo paese. Nessuno va per il sottile. Le autorizzazioni ci sono. Nel 48 si presentano qui, dal comune di Erto, la SADE, società veneziana arriva qui e dice al comune: 'dovete vendere!' E il comune di Erto: 'Comandi!'. Perchè all'epoca quando arrivava una carta bollata dallo stato prima si ubbidiva, poi si leggeva. Anche se a esibirla è un privato in concessione. Il comune di Erto è così solerte che vende anche la terra che non è sua. (risate) Quando cento e più famiglie si accorgono che è stato venduto anche una terra, una terra di bosco di un'antica regola in comune, terreno proprio, vorrebbero i soldi dal comune che li ha già impegnati. La SADE deve imprestar soldi al comune per saldare i creditori. Prima che incominci la storia sono già tutti indebitati coi padroni nuovi veneziani. Esauriti i preliminari, nel 56, la SADE arriva qui, in valle, e apre il suo cantiere, la, sotto quella rupe. Eh, novità, non scherzano. Aprono un cantier di 400 operai in una valle di 2000 abitanti. Gli unici contenti, gli osti. (risate) Lavoro! E lavoro c'è n'è anche per qualcun'altro. Vabbè vuoi spaccar pietre? Vuoi metter le mine, tagliar boschi, beh, tutti lavori pesanti, che quando il cantiere sarà finito, se ne vuoi ancora di lavoro ti tocca emigrare si, ma intanto? Qua, nel 56, quante possibilità di lavoro potevi avere? Vuoi mettere che salto c'è da esser contadin di montagna andar operaio con soldi veri a fine mese, che paghi da bere in osteria. Contanti! Primo stipendio: un radio transistor. Quello coi buchi marron. Com'è? eh, se sente niente ma è transistor... (risate) 5 stipendi: un Gilera 300. Al sesto mese vedevi le biciclette vecchie volare dai dirupi. Ciaoooo. 15 giorni dopo al primo tornante, in discesa, pezzi di Gilera 300. (risate) Chi è che sapeva tenerlo in discesa un Gilera 300! Il prezzo del benessere, cambiamenti, novità, insieme al cantiere, la SADE ha fatto costruir una caserma dei carabinieri. Ce n'era una a Cimolais, a 5 km, cosa serve una a Erto? Serve. Tutte le mattine la campagnola dei carabinieri va in giro a portar gli spropri. Dovete vendere. Parcir. Perchè? Perchè dobbiamo costruire un serbatoio artificiale. Andelo a far da un'altra parte. (risate) Contadin 'gnorante. Dobbiamo costruire un'opera di interesse pubblico. Anca mi son pubblico. (risate) Ma come fai a spiegare a sti contadini montanari ignoranti che di tutte le valli delle Dolomiti eh, solo questa ha le caratteristiche giuste per diventare la banca dell'acqua e perchè si oppongono adesso? Eh, la SADE paga poco. Dice: 'son terreni di montagna, scoscesi, non valgono niente'. Si ma gli offro un terzo del valore, e quelli non vendono. E fanno il Comitato. Avete idea di cosa possa significar nel 56 a Erto l'arrivo della democrazia diretta sotto forma di Comitato? Porco qua! Porco là! Porco su, porco giù! (risate) Giè tiro 'na sciopetada! Nonna! (risate) Sta calma! (risate) Non è tedeschi questi! (risate) nonna è finita la guerra! non si può sparare a tutti i forestieri solo perchè ha la targa di un'altra provincia, dai! Per piacere (risate) Qua per parlare con la SADE ci vuole uno studiato, giusto? Ci vuole uno studiato. Chi è studiato in paese? Il dottor. Il dottor è studiato per definizione. Il dottor di Erto si chiama Gallo, il dottor Gallo è anche marito della Cate, che dice la Merlin, è la sindachessa. E anche la tabaccaia, e ha i terreni tra i più fertili della valle. La gente fa beh se, il gallo difende la gallina difende anche l'interesse nostro Ma è vero! Perchè con l'azione combinata del medico e del sindaco questa SADE eh, fa salire il prezzo, cala un pò le orecchie le cose vanno meglio, ma di colpo, nel momento in cui sembrava che cominciassero a marciare si blocca, tutta la storia. Gira una voce in paese che la Cate abbia venduto la terra alla SADE Figurati! le mica possibil che la Cate la.. E' possibile. Trattativa privata. Rende ben, spacca il paese, era già diviso, si spacca di più quelli che dicono facciamo come il sindaco prendiamo quello che ti danno e quegli altri testardi che dicono no! Adesso teniam più duro. La SADE affronta i testardi, recidivi, uno a uno, gli fa:' Attenzione, a chi non vende oggi, applichiamo la vendita forzosa. Cos'è la vendita forzosa? Montanaro contadin 'gnorante! Vuol dir che ti mettono i soldi alla banca dopo devi dimostrare alla banca che la terra è tua. Ma la terra l'è mea! Si, ma sei andato dal notaio quando è morto il nonno? Mi no eh... Ma se ti costa più il notaio che la terra! La faccio breve, la faccio breve. 10 anni fa quando la Merlin scrive il libro mette una nota, ci sono ancora più di 44 famiglie espropriate dal 56 che hanno i soldi in qualche cassa depositi e prestiti e non possono prenderli perchè, o non han le carte per dimostrar di essere i legittimi proprietari o perchè... Nel frattempo, per quella maledetta diga, ci son morti...Fine del 56. Il Comitato, non ha avuto niente, la SADE, tutto quello che voleva e siccome le cose vanno bene, propongono nel 57 una variante in corso d'opera. Come cos'è! E' come quando su una casa devi mettere una finestra no? Eh, ma su una diga che finestre metti? L'unica variante concepibile su una diga è cambiargli un pò le misure, giusto? Allora, senti, qui, avevamo già una diga in progetto originale alta quanto: così, guarda, ecco: una diga a volta a doppio arco alta 200 metri eccola qua la variante, presto fatta. Ecco! 61,60 metri in più. Eh, cosa vuoi che sia, un terzo in più Calma! Una diga non è mica soltanto un muro per piacere! Cosa c'è dietro? Un serbatoio. Gli chiamamo laghi, ma son serbatoi. Allora, qui il serbatoio era di 58 milioni di metri cubi, d'acqua, giusto? E adesso? Mah, adesso... Adesso diventa così. 150 milioni di metri cubi d'acqua. Due volte e mezza la somma di tutti gli altri serbatoi delle Dolomiti messi insieme. Ah, c'è un altro lago nel arco alpino italiano, un pò più grande di questo del Vajont. In Trentino. Eh, ma quel lago ha una diga alta 100 metri in meno di quella del Vajont. Insomma, una diga così alta in Italia non esisteva. Ma che diavolo! Una diga a doppio arco a volta di questa altezza non esisteva al mondo! Quando viene costruita quella del Vajont è la più alta del mondo! Nessuno aveva mai osato immaginare un impianto così. E chi è il progettista dell'ottava meraviglia del mondo? Lo conoscete già: quello del sidecar, Carlo Semenza, ricordate? Nel 29, giovane ingegnere che lavorava per la SADE, nel 57, è diventato direttore della divisione idraulici. Ha costruito dighe, anche all'estero. E queste del Piave, per la gran parte, le ha progettate, realizzate lui. E' un bravo costruttore di dighe come ne avevamo in Italia: ingegneri civili, solo che, tra l'altro, questa del Vajont, la sua ultima prima di andare in pensione. Per costruire una diga non basta un ingegner per quanto bravo. Serve il geologo! Chi è il geologo del Vajont? L'altro del sidecar! Giorgio del Piaz. Anche lui, nel 29 funzionario del magistrato delle acque di Venezia, ma nel 57 beh, Del Piaz, da un pò è il titolare della cattedra di geologia dell'università di Padova. E' un barone, un professore stimato, sui suoi libri studiano generazioni di geologi d'Italia! Nel 57 è poi addirittura in pensione, e sai, la pensione è quel che è, lui, insomma, partisce prevende, dice che deve fare qualche integrazione, qualche consulenza, a chi, per esempio. Beh, al vecchio amico, l'ingegner Semenza che gli manda la proposta di variante della diga. Il geologo la legge, e risponde: ma già il vecchio progetto mi pareva audace, questo nuovo mi fa tremar le vene ai polsi. E io come faccio a dirlo? Mah, son 40 minuti che mi state ascoltando, vi verran dei dubbi ogni tanto su quel che sto dicendo. Come faccio a dire queste cose? Non sono un tecnico, non sono un avvocato, non sono laureato, sono un attore. Si, ma il testo? Se non vi son venuti i dubbi male, va ben? Meglio dubitare. Comunque prima che sgaloppino per conto loro, meglio che ci mettiamo d'accordo, allora, io per raccontarvi questa storia, stasera, per tenervi svegli, attenti, inevitabilmente signori, ogni tanto invento. La nonna con lo schippo, l'ho inventata. (risate) Anche il sidecar. Ma quando faccio parlare gli imputati, no! Perchè sul Vajont c'è stato un processo. Otto atti processuali pubblicati, che io non mi son letto anche perchè son sigillati, ma mi sono potuto leggere quello che un pò di storici, giornalisti, gente documentata, capace nel suo lavoro, come Tina Merlin e altri, ha fatto. Va ben, io non rivelo niente casomai rimetto in circolo, ma non faccio scoop, è tutto pubblicato. Quando parlano gli imputati non son parole di dialoghi inventati, ma sono atti del processo. Sul resto, un pò di teatro ce lo posso anche mettere per tenervi svegli. Su questo, no! Casomai il teatro ce l'han già messo dentro loro ma questo è un altro discorso. Allora, vengo avanti, il geologo quindi non dice, scrive! All'ingegnere: ho provato, a stendere la relazione per l'alto Vajont come lei mi ha chiesto, ma non mi è venuta tanto bene ingegnere, perchè non mi manda una copia di quella che mi ha letto al telefono che mi pareva così ben concepita? E l'ingegnere manda la relazione geologica al geologo, che la firma. Tanto quel che conta è la firma del geologo per convincere il ministero! Però siccome la SADE un pò di senso dell'umorismo ce l'ha, il timbro sulla variante della diga porta la data 1 aprile 57 pesce (risate) però al ministero ci cascano. 15 giugno risponono: potete cominciare ad allargare le fondamenta della diga, abbiamo già fatto, grazie. Eran sicuri del risultato dello scherzo! Il ministero gli chiede qualche perizia geologica in più, perchè dice, mi avete rimandato una copia di quella degli anni 30, se fate la diga più alta fate qualche sondaggio in più. Si, si, faremo, faremo. Ma intanto, nuovo giro di espropri. Immaginate la quantità di terra in più che viene ad essere allagata. 400 espropri in 2 anni in una valle di 2000 abitanti. Vuol dire una famiglia si e una si. Gli espropri non piacciono a nessuno. Che discorsi, è facile parlar di questo. Sai, certe case dovranno essere allagate, vengono svuotate, ferme lì ad aspettare l'acqua, altre case, più sfortunate, che vengono a trovarsi lungo il perimetro della nuova circonvallazione del lago, quelle dovranno essere subito abbattute. Oh, la circonvallazione del lago è una bella novità. Una strada carrozzabile che hanno inserito nella variante della diga, a dire il vero non hanno ancora avuto l'autorizzazione a costruirla ma si portano avanti l'autorizzazione arriverà. E non fanno mica abusi, no no, sono in regola con la legge del tempo, che permette anche a loro, di utilizzare temporaneamente tutti i terreni necessari all'esercizio dell'attività del cantiere. La circonvallazione serve al cantiere? Si, e dunque loro temporaneamente sega i boschi, spiana le strade, asfalta la strada ma temporaneamente. C'era un ingegnere al Genio Civile di Belluno che si chiamava Desidera, a cui sto temporaneamente torna mica. E gli fa chiudere quel cantiere. Ma in meno di 24 ore, per espresso interessamento di un ministro dei lavori pubblici che aveva il nome come un circo: Toni, l'ingegner Desidera veniva sollevato dal suo incarico, trasferito ad altra sede, e il suo successore di nome Violin, i nomi non sono simboli arbitrari, dal momento in cui sarà assediato, si guarderà bene dal recar qualsiasi disturbo o stecca al lavoro della SADE, che fino al dopo Vajont, dal Genio Civile di Belluno non avrà mai più bastoni tra le ruote. Mentre qua, fiocca in un'unica bestemmia con l'eco: Dio, l'esproprio e la SADE. Possibile che qua fa l diga più alta del mondo? Nessuno viene a controllare. Montanaro contadin 'gnorante. Qualcuno che controlla c'è. Un pò più in basso. Sto parlando sempre di lui, del ministro dei lavori pubblici, Toni, che nel 1968 nomina L'Allegra Commissione di Collaudo. Va ben, l'aggettivo l'ho messo io, d'accordo, ma lui ha fatto le nomine sta attento! Sono 2 ingegneri e un geologo. Degli ingegneri non parlo, per carità cristiana, dico solo che han fatto parte della commissione che ha approvato la variante della diga del 57 quindi sono parti in causa, ma lasciamo perdere. Il geologo della commissione, si chiama Penta, per ricordarlo un pò di più come una fotografica giapponese? Ed è bravo! Al punto che la SADE lo ha già assunto, in passato, per altre consulenze, per costruire una diga, qui, a Pontesei, a pochi km. Quindi lui già conosce benissimo la società che adesso è stato incaricato di controllare, perchè sul passato è già stato sul suo libro paga. La commissione, io c'ho messo l'aggettivo, ma il Ministro, il timbro sulla nomina. Ovviamente, 1 aprile 58. (risate). Ma non sto scherzando! Par che le abbia messe un greco antico le date su sta storia dall'inizio! La commissione viene nominata ma non parte subito per il Vajont, prima devono mettersi d'accordo. 'Ndemo con la macchina tua! No, con la macchina mia no. Ci vuol tempo. Un anno, almeno, dai. E intanto la diga cresce, 60 cm al giorno, e non la vede, e non la ferma nessuno. E io del 58 non ho mica altro da dire. Passo al 59? Anzi, Salto 3 mesi, passo da Pasqua 59, anzi, alla domenica delle Palme. Mmh, così vi tengo un pò meno. Ecco qua, io non so se devo parlar con voi o quelli a casa. Son preoccupato di quelli a.. Allora, quelli a casa, glielo, voi lo sapete di sicuro, ma il problema è come come siamo messi, oggi, in Italia, con la religione cattolica. Magari voi lo sapete quelli a casa c'è qualcuno che queste cose se le è dimenticate. Così io gliele ricordo. Se le sapete già, scusate. Se non le sapevate, bon. E allora, volevo solo dirvi che la domenica delle Palme vien prima di Pasqua. Ecco, basta. (risate). Questo per dire che è l'unica e l'ultima occasione a Erto di fare le prove della processione del venerdi santo di cui vi ho parlato all'inizio, ricordate? Eh, solo che lo stesso giorno, lo stesso periodo, ci sono altre prove, un pò più tecniche. In un'altra valle, qui, trasversa, non lontano da qui. Guarda caso, c'è un'altra valle che sbuca Longarone che porta una diga. Longarone è alla confluenza di 2 torrenti, uno si chiama Vajont, uno si chiama Maè, e vien giù dalla Val Zoldana. A 10 km da Longarone, in località Pontesei, c'è un'altra diga, costruita dall'ingegner Semenza con la consulenza del geologo Penta. Da un pò di tempo, nel 1959, questa diga, piccola, nana, 6 milioni di metri cubi, beh, insomma nana, è una diga ma rispetto a quella del Vajont è nana. Dicevo in questa diga che però è funzionante, sta succedendo qualcosa la diga non funziona più bene, cos'ha? Batte in testa. Un serbatoio idroelettrico deve cantare come un motorino più o meno, questo fa i rumori: ehhh, quando lo metti in moto fa i rumori, fa, ma sotto la montagna, sotto le rocce. Brutto segno, per piacere. Poi, macchie d'acqua giallastre e localizzate sempre nella stessa sponda, negli stessi posti. E' brutto segno! Inclinazione degli alberi, fessurazioni sul terreno, brutto segno! Si, ma spostati per piacere, è evidente che una delle due sponde del serbatoio sta cedendo. Allora, quando il movimento diventa irrefrenabile, vien preso un provvedimento. Si decide di togliere un pò di acqua dal serbatoio per evitare che cascando la frana, provochi un'onda che magari, chissà, tracimando la diga, arrivi a far danni giù, a valle, verso Longarone forse. Solo che accade un fatto non previsto: nel momento in cui cominciano ad abbassare il livello dell'acqua nel serbatoio, la frana accellera. E diventa una gara. Toglier l'acqua dal serbatoio prima che caschi la montagna. Viene anche istituito in quel periodo di prove d'emergenza un servizio di sorveglianza, 24 su 24 inotrno al lago. Un uomo. Si,va ben sorvegliare ma bisogna anche risparmiare, non si può mica spender tutto in sorveglianza. La domenica delle Palme, alle 7 del mattino, il turno sorveglianza tocca all'operaio Arcangelo Tiziani, zoppo. Se succede qualcosa dare l'allarme. Si si! Lui dà l'allarme. Ma non fa in tempo lui a scappare. La frana, che si muoveva, accellera di colpo, piomba nel lago, solleva un'onda di 20 m che mangia l'operaio, lo tira in fondo al lago. Non lo troveranno più. Arcangelo Tiziani, vola su con gli angioletti. IO posso anche immaginare che qua stessero a provar la processione ma dalle stelle alle stalle quanta strada c'è? Non ve li immaginate? Non ve li immaginate quella mattina, 12 km in tutto quanto impiega ad arrivar la notizia? L'as tu viedut ci ca le suzzedù a Pontesei? Che cosa è successo li, a Pontesei, e cosa succederà adesso, quando metteranno l'acqua qua da noi? Che con la diga nuova, alta, l'acqua arriverà fin sotto i paesi e i nostri paesi qua non son stati costruiti sopra un terreno solido, ma sopra delle antiche frane, sopra dei ghiaioni. Ma chi è che va a fare i paesi sopra i ghiaioni? I Cimbri (risate) Io, sti Cimbri.. (risate) me li immagino come quelli di Asterix. (risate) I Cimbri, nel 300ac hanno invaso l'Italia perchè volevano andare ad abitare a Vercelli. Io tutto capisco, questo no. E infatti c'è stata la famosa battaglia di Vercelli ai Campi Raudi in cui Mario proconsole di Roma è venuto su fin da Roma per dar una saccagnata ai Cimbri che venivano dalla Sassonia, ma avevano fatto prima un giro largo, turistico, dei Paesi Baschi. Dopo la batosta, invece di tornare indietro stessa strada, prende la scorciatoia, la Pianura Padana. Quando i Romani li vedono sulla Pianura Padana pensano: un doman... Non se sa mai.. E cominciano a corrergli dietro a legioni quadrate, i Cimbri in fuga disperati che spiegano ai romani: stiamo andando a casa! I romani non si fidan, gli fan fare tutta la Pianura Padana senza fermarsi mai neanche a Mantova! I Cimbri arrivan in findo alla Pianura Padana, non c'è neanche Venezia da vedere cosa facciamo? Andiamo a casa, subito! Prendono per scappare dall'Italia la prima valle utile che trovano, la Valle del Piave, dopo 8 km in Val del Piave c'è sta gola stretta, del Vajont a destra, i Cimbri svoltano i Romani via dritti. (risate) E i Cimbri Forse se non ci muoviamo altro (risate) siamo salvi! (risate) E attacca a costruire i muri delle case senza più spostare il piede al sasso. (risate) Ma è vero! Ma per piacere va fin su a vedere i paesi per favore! Con le fondamenta della casa di dietro che parte sulla coppa della casa davanti! Che par che se sposti due pietre la prima casa va giù tutto il paese! Nei secoli, un pò di erba intorno gli è cresciuta a ingentilire l'aspetto ma prova a piantar patate che ti vengon su sassi così. E' una montagna aspra, dura, buona da nocciole, da conifere, basta. Mentre dall'altra parte della valle è, eh no, era, un giardino dell'Even. La sponda sinistra del Vajont. Pascoli verdissimi, alberi da frutto, sai quei pomi piccoli di montagna quelli piccoli, succosi, che quando li morsichi fan: STACK! Che è l'antifurto! (risate) Perchè subito esce i Cimbri con i forconi che son la di guardia . Se vuoi prendere il pomo di montagna prendilo intero, portalo in macchina, metti in moto, attacca lo stereo, dopo mangia ma non.. (risate). A parte i pomi, fagioli, patate. L'uva! Cosa dimentico! L'uva! Un anno su tre, se la stagione è bella secca, come questa, tutto sommato, arrivano perfino a fare un vino, o Dio, poi berlo è tutta un'altra storia! (risate). Se te lo offrono, fino all'ultimo momento, tutto normale. Come stai per assaggiare, ti avverte: Ha un chè! (risate) Poi ti rassicura: Ma le vin de uva! (risate), che è l'unica cosa che puoi dire di quello che hai nel bicchiere! (risate) ma è anche l'ultima che puoi dire! (risate) Perchè dopo che hai bevuto, Gengive, di legno! (risate) Lingua, di legno! (risate) Esofago do legno, intestino di legno! Radici che escono da non dico dove! (risate) Un segno nero sul bicchiere, e io penso nello stomaco, è uguale! (risate) Si ridete, e io ne approfitto di un momento di risate così Perchè son sicuro che a qualcuno di voi Vedendomi far queste cose è venuto in mente un altro nome. E allora lo salutiamo tutti insieme: questo è un teatro, siamo in scena a raccontare la storia del Vajont, e oggi è il 9 ottobre, e abbiamo saputo che a un attore, italiano, è stato dato un Premio Nobel. Al maestro! (applausi) Quanti di voi si ricordano storie raccontate alla televisione, con il teatro, ed è Mistero Buffo, è da li che è cominciato forse per tanti di noi, anche per me, forse in qualche modo l'avventura del teatro. E torniamo qua. A questi paesi. Voglio dire, alla fine di tutto in qualche modo sarà sempre meglio di la che di la no? E vien da domandare a questi ma allora perchè avete fatto i paesi da quella parte? E i Cimbri: Meglio sotto il Monte Salta, perchè così si chiama quello che non viene mai nominato nella storia, Salta, che sotto il Monte Toc, che in tutto il Veneto, Toc, vuol dire pezzo 'dame un toc', ma in Friuli, patoc, vuol dire marcio! Dunque stanno costruendo una diga tra il monte Salta, e il Monte Pezzo Marcio, (risate) sopra un torrente che si chiama Vajont! Che in ladino, significa: va giù. (risate) Superstizioni? (risate) Taboo. Patagonia, pregiudizi etnico-culturali. Ti par che la scienza deve fermarsi a questi pregiudizi antropologici? E beh, eh, voglio dire, questi han paura ce l'avevan già, ne hanno di più. Di che? E beh, paura di svegliarsi una mattina invece di stare su, col paese in sponda la lago di trovarsi giù in fondo al lago. Senti, quello che non aveva fatto il comitato in due anni lo fa la paura in un mese. Il 3 maggio del 59, 136 capifamiglie si riuniscono nella baracca del Cral, fuori dell'abitato di Erto, con donne, bambini, i due parroci, in chiesa han detto: difendersi dai soprusi della SADE non è reato. Portemo anche la nonna pur che la lasi a casa el sciopo. (risate). Io non so come sia stata la riunione ma me l'immagino una festa campestre, con le costicine, la polenta. Testimoni i sindaci dei paesi inotrno. E i giornalisti! Quelli del Gazzettino, la Tina Merlin quello del Gazzettino viene, mangia la polenta, le costicine, non scrive niente. Io non ce l'ho, con quel giornale, adesso no, ma sai, in 7 anni di questa storia non un rigo, su quello che qui accadeva esclusi i comunicati stampa della SADE, perchè, forse perchè tra le altre, il conte Volpi di Misurata era stato proprietario di quel giornale? O perchè semplicemente i signori all'epoca non piaceva comparire in pubblico, essere nominati sul giornale. Una vergogna! Mancanza di rispetto. Ma di rispetto a questi signori, la Merlin ne portava poco, scriveva sul giornale dei malcontenti, questo è pane per i suoi denti, fa un articolo, la SADE spadroneggia ma i montanari se difende. E' scritto si dfendono, ma è più stile Merlin, se difende. Signor Conte! Signor Conte! Cosa femo? Denunciatela. Sai cosa mi dispiace? Il signor conte, che denuncia la Tina Merlin, non è più il conte di Misurata, Volpi, no, che è già morto a questo punto della storia il povero Volpi da alcuni anni, è un altro conte, il conte di Monselice, perchè la SADE era una societa così che se la passavano di conte in conte forse, io anche credevo che fosse sempre lo stesso ma poi no. E' un altro. Dietro al signor conte di Monselice, un uomo in carne ed ossa di nome Vittorio Cini. Provate a dire Cini a Venezia. Poi levate il piede dalla pietra in selce, dal Masegno in piazza, leggete questo l'ha donato Cini a Venezia. Son nomi che contano, che pesano, e la fondazione Cini, meritoria, per altro, l'Isola di San Giorgio, e le scuole private e pubbliche della città col contributo di questi signori costruite. E Marghera? E la Mostra del Cinema? Quanto ne sappiamo. Io poco, sinceramente. Quello che so, è che la SADE di Vittorio Cini fa denunciare dai carabinieri di Erto, Tina Merlin e il suo giornale per aver pubblicato notizie false! Atte a turbare l'ordine pubblico. E Madonna, cosa facevano questi 130 facinorosi nella baracca del Cral? Costituivano il consorzio per la rinascita della valle ertana. Questa, è la reazione dell'opinione pubblica alla notizia (risate) Frega niente a nessuno. Ma per forza appena uno fa un comitato agli altri non frega mai niente Poi questa gente qui col comitato gli era già andato male tutto, adesso fanno un consorzio e giurano davanti al notaio, di difendere la terra e la valle. Ma se la terra l'avete già persa! Difendiamo la valle! Da chi? Dalla SADE. E ma va la! Si, è vero, aspetta, è vero questo, che la SADE, quando gli ha portato via la terra, oltre a quattro soldi in cambio aveva promesso anche, eh.. beh, un pò di benessere, ecco, ecco. Cosa? Beh, un pò di lavoro. Un ponte. E' fondamentale un ponte per il benessere in questa valle. Scusa, perchè se i paesi restano di la, sulla sponda destra del torrente, e il giardino dell'eden, il pascolo, le stalle, stanno di la, sulla sponda sinistra, e in mezzo ci metti un lago, diventa fondamentale un ponte per andare da qui a li in fretta, no? E infatti, un ponte era stato previsto. Quando? Beh, quando...si, quando la diga era alta 200 metri davanti a Erto era stata prevista una passerella pedonale. Ma adesso che la diga viene alta 61 metri in più, e l'acqua di conseguenza, eh, la passerella non è più prevista. Anzi, è per questo che stanno facendo la famosa circonvallazione del lago che vien lunga 12 km, per mandare i bambini a scuola la mattina fan due ore. Più quattro a scuola, due a tornare, fan otto. Come se fossero assunti in fabbrica. SADE, perchè non fate una passerella pedonale? Perchè non si può. Perchè non si può? Perchè il terreno non lo consente. Fate una diga di 150 mlioni di metri cubi d'acqua, e sullo stesso tipo di terreno non tiene una passerella pedonale? E quello, chi glielo spiega, alla gente di Erto, che la loro vallata ha una microvariabilità geologica praticamente unica al mondo! Che non lo sapeva nessuno! Eh, e che pochi metri oltre la diga inizia una zona totalmente diversa. Infatti, durante i lavori della strada di circonvallazione han trovato delle fessurazioni nel terreno la dove non dovevano esserci. Cos'è sta roba? Copri. (risate) Avanti col lavoro. Ingegnere un'altra fessura. Copri! Avanti col lavoro. Ingegnere 3 fessure! Eh no, eh no. Portami la perizia geologica sulla valle. Che perizia? La perizia sulle sponde del serbatoio. Ma ingegnere quella non l'abbiam mica fatta. Abbiam detto faremo, faremo, faremo. Chiama il geologo! No grasso. No, no, no non è grasso. E' vecchio! A questo punto della storia Del Piaz ha tra gli 80 e i 90 anni. Ti par che deve rimettersi lui a far rilievi come un giovanotto di primo pelo come un capretto su e giù, su e giù su e giù per le montagne. A sondare. E poi oh, oh, oh calma eh, non era mica sondaggi obbligatori? Eh, la legge non lo prevedeva. Diciamo che dipende un pò da, dalla volontà, ma, ma era appena successo l'incidente a Pontesei. E dunque? E dunque, senti, c'è un'altra cosa: col dopoguerra la tecnica geologica è cambiata completamente. Prima della guerra la geologia era epidermica. Il bravo geologo distingueva a colpo d'occhio le rocce una dall'altra. Col dopoguerra non si fidano più vanno dentro, hanno inventato l'ingegneria applicata alla geologia, la geomeccanica, la geofisica, fanno i carrottaggi, i fori tiezometrici le analise stradimetriche. Tutta un'altra cosa. In Austria c'è questa scuola, inventata e diretta dal professor Muller, un luminare, e Semenza, che è uno che si tiene al corrente, lo invita, lo propone alla sua società veneziana. Che non lo ama. No austriaco no, austriaco no tra veneziani e austriaci... mai andati troppo d'accordo. Ma è bravo! Ma è austriaco. Ma è bravo! Ma è austriaco. Alla fine, li convince, Leopold Muller, bravissimo. scuola di Salisburgo. L'ha fondata lui insomma. Viene assunto consulente geotecnico della SADE. Arriva qui in valle, e indica una serie di indagini precise che vanno fatte sotto il monte Toc una dopo l'altra. Complesse, in realtà lui ne le fa, di persona, ma a me piace invece immaginare che l'austriaco arrivi qui e si metta al lavoro. Che esegua personalmente tutto ciò che va fatto. Me lo immagino così, segna sulla carta tutti i punti dove vanno fatti per esempio i carrottaggi, no, le carote stratrimetriche del terreno, lui segna in carta poi arriva li con la trivella e inizia a perforare, preciso al millimetro, austriaco, perforazion, analisi. Perforazion, analisi, perforazion, analisi si fa tutto il monte Toc. Passa dall'altra parte sotte il monte Salta. Perforazion, analisi, perforazion, analisi solo che di qua ci sono i paesi, e lui se ne frega dove deve piantare pianta. In centro a Erto trova un orto comincia a piantare la trivella, Apre il proprietario, lo becca, cosa fa? Carrottaggi! (risate) Col trapano?(risate) Maria! Vieni a vedere i striaci che pianta carote col trapano! (risate) E nel (applausi) Nelle osterie di Erto si comincia a disquisire su questo popolo confinante che si sapeva già essere gente strana ma fino a sto punto non credeva nessuno! E ormai è estate! 59, estate, arriva al Vajont l'allegra Commissione di Collaudo, perchè si son messi d'accordo, andiamo con la macchina mia, dividiamo le spese, mi, ti e quell'altro. Il cantiere del Vajont è un set, l'ingegner Semenza fece fare un film sulla costruzione della diga. La diga più alta del mondo merita di essere immortalata, anche il cantiere è organizzato impeccabile. Davvero. Una passerella attesa a 280 metri d'altezza sopra la gola appena al di la della diga dove ogni mattina saliva l'ingegner in persona, a controllare che il manufatto, che gli sta crescendo sotto il pie, 60 cm al giorno, ogni mattina a controllare che il calcestruzzo liquido si saldi su quello solido in maniera perfetta, senza fessure, senza buchi, senza punti deboli. Non come in Olanda! Ricordate, che sulle dighe a mare in Olanda c'era sempre un buchetto che se non passava un bambino a mettere il dito al momento giusto, entrava l'acqua e ciao l'Olanda! (risate) Che anche questo si imparava alle elementari ti serviva per tutta la vita! Io l'ho sempre sognato da bambino di andare a mettere il dito su una diga per salvare l'Italia! Perchè a me dell'Olanda non me ne fregava niente! Ma non ho avuto l'occasione! Perchè con tutto quel che è successo, la diga del Vajont è rimasta su! A dimostrazione che dal punto di vista del calcestruzzo non abbiamo niente da imparare da nessuno! Arriva la Commissione di Collaudo, la portano su, in alto, la diga a volta a doppio arco, in fuori, verso l'abisso, butta più in fuori della base, la Commissione arriva su e butta fuori tutto quel che ha dentro! (risate) Se non ci sei abituato è fatale! Per calmarli, li spostano sull'altro lato della diga, ah, di qua, la curvatura della diga dalla nostra parte ti porta ad appoggiarti al calcestruzzo, più rilassante, ma non ti stacchi mica più, eh no! Perchè la pendenza ti appoggia li, non c'è niente di dritto sulla diga a doppio arco in costruzione! Gli operai sono abituati a camminare! Quando finiscono alla sera continuano ad andar così per un pezzo! (risate) E la Commissione invece gli gira tutto! Per calmarli, li portano a Cortina. Gran moda. Erano appena finite le olimpiadi invernali del 56, tutti a comprare il maglion delle olimpiadi. Alla sera, cena a Venezia, sulla terrazza dell'albergo Europa in Canal Grande. Ma è umido, si, ma avete il maglione delle olimpiadi! La Commissione torna a casa contentissima, ma di tutta la gita quello che si ricordano meno è il Vajont. 2 giorni dopo scrivono alla SADE se per piacere non gli manda un promemoria coi dati tecnici della diga. Che gli hanno persi. La SADE glieli manda. Son così ben scritti che la Commissione decide di usarli come sua relazione, in base alla quale lo stato stacca il primo assegno del finanziamento statale a fondo perduto alla SADE per il Vajont. Ricordiamocene quando poi arriva la nazionalizzazione. Perchè lo stato, la diga, l'aveva già pagata a metà. Intanto, eh, intanto in piena estate Muller sta finendo la sua prima campagna. E siccome lui è 'striaco preciso, anche il rapporto lo è altrettanto. Dice: Ho esaminato la costa del Monte Salta. Parla come Tuni, (risate) negli anni migliori quando ancora si capiva. (risate) Da quella parte, nonostante le preoccupazioni della gente, non c'è pericolo. Ah, hai visto. Il pericolo è dall'altra parte. Ma va in remengo! (risate) 'Sotto il Monte Toc, ho individuato una frana, con un fronte di 2 km, una profondità di centinaia di metri, un sviluppo verticale di circa 600 metri, e una massa stimata di 200 milioni di metri cubi di roccia. Un andamento in alto a forma di M come Muller, ma non l'ho fatta io! (risate). Si, questo è il teatro. La M di Muller, non è già uscita, la scopriranno un pò più avanti, vedrete non è nemmeno Muller a scoprire quella che poi sarà battezzata col suo nome, ma comunque la diagnosi è impegnativa, è disastrosa! In questa valle c'è una frana! Figurarsi Del Piaz, lo vede col fumo negli occhi, el striaco non sa lavorar.El striaco non sa lavorare. Nasce uno di quei conflitti tra tecnici che porta qui al Vajont una serie di perizie, contro perizie, a favore dell'una, dell'altra tesi che non si può elencare, semplicemente perchè molti consulenti forniscono perizie orali. Così, confidenziali. E non entrano nei rapporti ufficiali. Così lavorava l'industria privata. Molto più elastica, di quella pubblica, che deve registrare tutto. Ma in mezzo a questo balletto, un tecnico importante, va segnalato, anche per la continuità del rapporto, si tratta di Pietro Caloi. Che non è un geotecnico come gli altri. E' un geofisico. Tra geotecnici e geofisici, uh! Non si parlan neanche. Ma il geofisico innanzitutto è un ingegnere. Un fisico. E quindi ha un'altra tecnica, insomma, fa microesplosioni, ascolta il momento elastico della roccia. Praticamente batte le rocce e ascolta come viaggia il suono. Toon, tooon. Se il suono viaggia vuol dir che la roccia è compatta, se invece quando la batti la roccia fa TOC, vuol dir che è frantumata e, e c'è un pò più pericolo. Beh, è un pò più scientifico ma la base è questa. Lui va in giro a battere tutte le rocce della valle. Ton, to-to-to-ton, Ton, to-to-to-ton,Ton, to-to-to-ton, poi fa la relazione che, che sarà cosa, una partitura. (risate) Io non riesco a immaginarla diversa. Ma tradotta in prosa, quella del geofisico è tutta un'altra musica rispetto a quella del geotecnico! Dice Caloi: la costa del Monte Toc, appoggia su un potente substrato roccioso autoctono. E' autoctono che ti allarga il cuore dai! (risate) Come doveva essere, immigrata? (risate) La frana, se c'è, riguarda soltanto uno strato di sfasciume superficiale di 20, 30 metri di spessore, perchè sotto, è roccia compatta. Bravo Dal Piaz! Hai scelto bene! Hai visto? Il striaco non sa lavorare. Si, ma scusate, ma voi, la salute, 2 medici, uno che mi dice: operare subito! Un altro che mi dice: no, non operare. Tu, cosa fai? Dimmelo! Vai da un terzo. Non come una l'altra sera che mi fa: mi opero! (risate) Spetta un attimo prima di tagliare! (risate) E giusto, vai da un terzo, Cristo santo, vai da un terzo! Certo, bisogna, mi serve la contro perizia, la prova del 9. Eh, in realtà qui, insomma, di prove a riscontro ce ne son tante. Allora, chi è che fa la contro perizia. E' già in corso. Le indagini, promosse da Muller, non le fa tutte lui. Vengono affidate, perchè son lunghe e complesse, a un giovane geologo di prima nomina, che si chiama Edoardo Semenza. E' il figlio del costruttore della diga. (risate) Insieme a lui, lavora un altro geologo, di nome Franco Giudici. E i due, iniziano una nuova campagna geologica. In realtà sono soprattutto osservazioni, faticose escursioni in montagna, fotografie, rilevamenti, ma a me piace immaginare che si rimettano a forare, a fare dei carrottaggi. Economicamente non è praticamente possibile, ma mi piace immaginarli a trivellare sulle orme dell'austriaco. Sotto il Toc, perforazion, analisi, perforazion, analisi, fare tutto il Toc e poi attaccare dall'altra parte. Perforazion: analisi finchè li cascano in centro abitato nello stesso posto, stesso orto. Quello lì li becca la mattina, cosa fa? Carrottaggi in due! (risate) Gli striaci non la piantava mica così sa! (risate) E neele osterie di Erto si comincia a disquisire sulla differenza tra scuola italiana e austriaca di carrottaggio! Con una competenza geologica inaudita! E ormai siamo in autunno. E ritorna al Vajont, seconda volta, l'allegra Commissione di Collaudo. Perchè si son trovati cos' ben la prima volta che son già qua. E anche perchè la diga è finita! In nemmeno 2 anni di lavoro, la diga è fatta. Si, manca la ringhiera, in quel momento. Ma è su. 360mila metri cubi di calcestruzzo in piedi. In due anni, con solo 10 caduti sul lavoro! Di cui alcuni credo, letteralmente caduti. Io vorrei sapere perchè questi 10 non li trovo mai, nell'elenco vittime Vajont. Ma forse è solo perchè facevano parte di un altro preventivo, no? Eh, ma sa, gli operai non rispetta sempre volentieri le norme anti infortunistiche. Sarà quello, sarà quello. Però è bella, no? E' bellissima! Mozza il fiato! Sinceramente, sembra il genoa di una barca a vela! Congelato in un gesto atletico dentro la montagna. Sembra quei dell'arte italiana di quegli anni, un creto di Burri, un taglio di Fontana sulla tela. Bella finchè vuoi ma, ma, con tutto quel che costa se non ci mettiamo l'acqua non si giustifica. Calma. La Commissione è venuta al Vajont per dare l'autorizzazione alla prima prova d'invaso, poi torna a Roma passando da Cortina a Venezia che dal Vajont è la più breve che ci sia. (risate) Siamo in autunno avanzato, e anche il giovane Semenza, è pronto con la sua relazione. La relazione scritta arriverà qualche mese dopo, ma i risultati dell'indagine sono già chiari. E se prima ci avete scherzato, e vi ho lasciato scherzare, adesso giù il cappello. Perchè il giovane Semenza lavora bene, e con notevole coraggio. Lui e il suo collega non vengon certo agevolati dalla SADE che non da a un tecnico le informazioni che l'altro ha diagnosticato. E arrivano, ciò nonostante, agli stessi risultati e conseguenze di Muller. Qui c'è una frana sotto il Toc. Con un fronte di 2 km. Uno sviluppo verticale di centinaia di metri e una massa di 200 milioni di metri cubi di roccia. E' una frana antica! Nella preistoria questa valle si è già riempita di montagna. Poi il torrente Vajont, nei secoli, nei millenni, si è riscavato un letto nella vecchia frana. Ma un pezzo della frana è rimasto piantato di la, sulla sponda destra, contro il Monte Salta. Si chiama Colle Isolato. Il resto della frana, è una sezione, un canion verticale sospeso sul torrente, che potrebbe stare li per altri migliaia di anni. A meno che qualcuno non venga a fare un serbatoio artificiale proprio qua. Un serbatoio non sta mai fermo. Sale, scende. Sale, scende a bagnarle prime i piedi poi le ginocchia. Dai oggi, dai domani, questa frana maledetta potrebbe decidere un giorno di andare a vedere come è cambiato il mondo nel frattempo. Se è vero hanno sbagliato posto. C'è scritto anche in ogni manuale non si fa una diga dove è già caduta una frana. Edoardo, ritengo indispensabile che tu faccia visionare la tua relazione dal tuo professore. Dal Piaz. E se a seguito di quel colloquio dovrai rivedere alcune delle tue affermazioni più estremistiche, non cascherà il mondo! La lettera è agli atti del processo. Può cascargli il mondo in testa. Il Toc in testa! Ma il suo mondo chi lo smuove! Il mondo dell'ingegner, come si chiama, impresa! oh, lui è arrivato alla fine della sua impresa. Ha dedicato una vita alla sua ultima grande impresa! E adesso che l'impresa è finita, i soldi son spesi, per le chiacchiere di un geologo si blocca tutto? Non scherziamo, eh! I laureati non sono tutti uguali, non scherziamo, cosa fanno i geologi in questo paese. Relazioni! Che son che? Ciaccole! Chiacchiere! GLi ingegneri civili fanno i calcoli che sono i numeri, che sono i soldi! In quegli anni, lo fanno e lo dicono: noi, ingegneri cilvili siamo la punta di diamante della classe dirigente! Noi, quelli che han tirato su dalla merda questo paese, dopo la seconda guerra mondiale, ti ricordi quegli anni, che i russi cominciavano a scherzare, a mandare i cani sullo spazio e gli americani gli correvano dietro con gli austronauti col collare? (risate) Beh, in quegli anni li noi non si perdeva tempo! Quegli anni la, noi italiani, si costruiva dighe come non le faceva nessuno al mondo! La diga del Vajont è il passaporto per andar a costruire la diga di Assuan, in Egitto, che comincierà nel 1960! La più grande del mondo di quegli anni costruita dagli italiani! Ti pare che si bloccano i grandi appalti internazionali lasciando campo libero ad americani e francesi, solo per grane interne di casa nostra? No! Le relazioni dei geologi, quando non servono agli ingegneri, si chiudono nei cassetti. Dove quando va male, secoli dopo, non secoli, anni dopo, le trovano i giudici. Si decide di andare avanti. Ma siccome la storia pare l'abbia scritta un greco antico eh, nel momento in cui si va avanti trac, il messaggero, il fulmine, no! Un telegramma. Siamo nel 59, 4 dicembre, telegramma: crollata in Francia diga del Frejuz. 400 morti. Boia che sfiga. Proprio adesso. La diga mas nea, el Prejius, era nuova di zecca. Un gigante coi piedi d'argilla dicono, i tecnici italiani, dicono, ah, i francesi non gli han fatto abbastanza fondamenta. Non aveva abbastanza fondamenta, quella diga. Quel torrente maledetto, alla prima piena, scava, scava, scava, scava, scava, sul fondo di quel lago passa dall'altra parte. Quando la diga vede l'acqua dall'altra parte, sviene. Ma quando una diga sviene, perde quello che ha di più caro al mondo: il suo equilibrio statico. Svapora, svampisce, non c'è più. Come il Gleno, in Italia, negli anni 30. L'acqua se ne accorge, ed esce. A spazzar via una valle intera dalla faccia della terra. Provate a dir Frejus in Francia, a veder, se se ne son dimenticati come noi il Vajont. Sentiment national! Subito. L'ingegner Semenza scrive al Dal Piaz: bisogna che ci incontriamo. Caro Dal Piaz, per discutere del Vajont anche alla luce di quello che è accaduto in Francia e che cominci ad avere qualche dubbio! Beh, dopo un'ora e venti, io non ho dubbi sul fatto che questo è il momento di lasciarvi una pausa, 3 minuti di intervallo, dopo di che ricominciamo da qui, a raccontare la storia del Vajont. Grazie da casa. Applausi.