Negli ultimi anni gli oceani hanno
affrontato alcuni dei più drammatici
cambiamenti della loro storia.
Ma per iniziare davvero a capire quanto
siano vitali gli oceani per la vita
sulla Terra e come noi umani stiamo avendo
un impatto su di essi,
dobbiamo iniziare ad osservare alcuni dei
più piccoli organismi che ci vivono:
i fitoplancton.
I fitoplancton sono delle microscopiche
piante marine
che producono l'80%
dell'ossigeno nell'atmosfera.
Questo significa che per ogni dieci
respiri che prendiamo
otto provengono dall'oceano.
In un solo bicchiere di acqua marina,
ci sono circa 100 milioni
di singoli fitoplancton.
Grandi concentrazioni di queste
piante microscopiche possono essere viste
dallo spazio, dato che si dividono,
moltiplicano e si muovono con le correnti
attorno al globo terrestre.
Queste microscopiche forme di vita
sono talmente cruciali per creare le
condizioni necessarie a far crescere altra
vita, che se mai dovessero estinguersi,
tutte le altre specie morirebbero
insieme a loro.
Il pH dell'oceano e le correnti sono
essenziali per queste piante invisibili
per poter fiorire, produrre ossigeno e
assorbire carbonio, per poi affondare
negli abissi marini per migliaia
di anni.
Essi sono anche la principale fonte
di cibo di piccoli animali marini
e formano la base della catena alimentare,
la quale ha un effetto domino
sugli animali più grandi.
In altre parole, più gli oceani sono sani,
più ci sarà fitoplancton,
e più fitoplancton c'è,
più ci potranno essere animali marini.
Un esempio di relazione simbolica
è con le balene.
La loro dieta consiste di pesci, crostacei
plancton e altri piccoli animali marini,
inoltre spesso vanno a caccia
negli scuri abissi dell'oceano.
Dovuto al fatto che devono ritornare
sulla superficie dell'oceano per
respirare di nuovo, finiscono per
riportare quei nutrienti sulla superficie
del mare, dove il fitoplancton può quindi
utilizzare nuovamente
il ferro, l'azoto e la luce del sole.
Le balenottere azzurre, ad esempio,
defecano fino a tre tonnellate al giorno
ferro e azoto, fertilizzante ricco
che fornisce cibo per il fitoplancton,
che poi fornisce cibo per lo zooplancton,
per i pesci, ed infine,
di nuovo per le balene.
Questo movimento verticale di animali su
e giù per l'oceano, che mescola le acque
marine, è sorprendentemente la stessa
quantità all'incirca di
venti, onde e maree causate nel mondo.
Gli umani, dall'altro lato, prendono tutto
dall'oceano e non danno nulla in cambio.
I pescatori sostengono che balene e foche
mangiano tutti i LORO pesci, per questo
motivo, uccidono questi animali. Senza
rendersi conto che, per avere più pesci
nel mare, gli oceani hanno bisogno di
avere più balene, foche e altri predatori
per tenere bilanciata questa
relazione simbiotica.
Gli umani sono la causa di
questa estinzione di specie.
Scienziati hanno estimato che all'incirca
650,000 balene, delfini e foche vengono
uccise dalle navi da pesca annualmente
e ancora molta gente continua a pensare
che ciò ha poco se non nessun impatto
sull'ecosistema marino. Quando invece essi
hanno un ruolo vitale ed insostituibile
nel ciclo vitale marino.
E questi non sono gli unici animali che
stiamo portando all'estinzione.
Sono estimati 200,000 squali uccisi
ogni giorno per l'industria delle pinne
di squalo, che equivale all'incirca a
73 milioni di squali all'anno.
Nel frattempo, 140 differenti specie sono
elencati come a rischio di estinzione
o in via di estinzione, secondo la
Oceanic Preservation Society.
Gli squali sono all'apice dei predatori
marini, i quali hanno contribuito
all'evoluzione di migliaia di specie
marine, e i quali hanno vissuto per
400 milioni di anni. La loro estinzione,
senza dubbio, smantellerebbe l'intero
ecosistema.
Sono sopravvissuti alle cinque precedenti
estinzioni di massa, ed ora stanno per
essere estinti, grazie agli esseri umani.
Ma non è soltanto la richiesta asiatica
di pinne di squalo, venduta a
$400 per libbra, a cui dare la colpa.
Circa 50 milioni di squali all'anno
vengono tirati fuori dall'oceano come
cattura accidentale in tutto il mondo,
accidentalmente.
Spesso dalla cosidetta
"pesca sostenibile".
Quindi se siamo davvero contro l'uccisione
di squali e vogliamo proteggere
la biodiversità negli oceani, dobbiamo
smettere di pescare del tutto.
Un'altra specie a rischio con una
diminuzione sulla deposizione delle uova è
il tonno rosso del Pacifico, il quale ha
riscontrato una riduzione pari al
96% sulla scorta mondiale.
Tuttavia Mitsubishi che nel 2009 possedeva
il 35-40% di tutto il mercato globale di
tonno rosso, dichiara di avere quindici
anni di approvvigionamento di tonno rosso
congelato nel loro deposito, eppure
continua a pescare incurante questa
specie a rischio.
Potrebbero indubbiamente smettere di
pescare tonno per i prossimi 15 anni così
da dar tempo alla popolazione di
riprendersi, tuttavia si rifiutano di
agire, siccome la scarsità del tonno rosso
ha aumentato il suo costo in modo
esponenziale.
Approssimativamente 2.7 trilioni di pesci
vengono catturati ogni anno, 40% dei quali
sono catturati accidentalmente ed un altro
terzo dei quali viene usato per cibare
animali, i quali a sua volta vengono usati
dagli umani come carne, latticini e uova.
Difatti, molto pesce viene utilizzato come
pellet da dare agli animali da allevamento
che ad oggi i predatori marini dominanti
sono diventati maiali, mucche e polli.
Mentre il liquame prodotto da questi
animali ha creato più di 500 zone morte
per l'azoto rilasciato negli oceani
attorno al mondo, e comprende più di
95,000 miglia quadrate di aree
completamente prive di vita.
Quindi qualsiasi argomento riguardante lo
stato degli oceani deve includere sempre
come priorità una sincera discussione
sull'allevamento animale che è esattamente
l'opposto di ciò che gruppi ambientalisti,
come WWF ed Oceana, attualmente fanno.
Sono ancora attaccati a questa errata idea
della "pesca sostenibile", la quale rende
i consumatori comodamente incoscienti
sul vero sfruttamento e del costo per
l'oceano e gli animali, e che non possono
sottrarsi al fatto che i principali
ricercatori e scienziati ambientalisti
affermano che la "pesca sostenibile" è
impossibile tenendo in conto l'enorme
debito che abbiamo nei confronti
dell'oceano.
Tra tutte le specie che gli umani
sottraggono dall'oceano, nessuna è
talmente devastante per la popolazione
marina come quella dei gamberi.
Attualmente, la pesca di gamberi equivale
al 2% del peso degli animali sottratti al
mare, tuttavia costituiscono un terzo
della cattura accidentale mondiale.
In alcuni casi, per ogni kg di gamberi
catturati, fino a 20kg di altri animali
vengono catturati accidentalmente.
Non solo, da quando l'acquacoltura è
cresciuta negli ultimi anni,
molti pescherecci hanno preso di mira i
cosiddetti "pesce spazzatura", che
consiste in giovani pesci di specie
importanti per l'ecoambiente, sminuzzati
e trasformati in mangime per pesci.
In questo modo quasi quattro tonnellate di
pesce selvatico viene usato per produrre
solo mezza tonnellata di gamberi, che
finiscono poi nei supermercati e
ristoranti in USA, Europa ed Asia.
Questo causa un severo impatto sul
ripopolamento, crescita e riproduzione
di molti specie. La reazione a catena di
questa devastazione è senza fine.
In alcune parti del mondo, come il sudest
asiatico, gli oceani sono così sfruttati
che, nonostante i pescatori lavorino più
arduo che nel passato,
riescono a pescare sempre meno pesci.
Specialmente in Tailandia, dove i
pescatori pescano 14% di ciò che pescavano
50 anni fa.
Questo fa sì che ci sia una perdita di
guadagni, aumento in pesca illegale nelle
riserve marine, una pesca persistente che
non favorisce la riproduzione ed ancora
l'abuso di lavoratori, come giovani uomini
e donne che vengono rapiti, drogati,
picchiati inconsciamente e portati su
barche dove vengono forzati a lavorare
incessantemente per anni, così da avere un
basso costo per i proprietari delle barche.
Questo è sconvolgente, sapendo che circa
33% dei pesci provengono da
paesi in via di sviluppo, dove non solo i
regolamenti della pesca e le condizioni
lavorative sono quasi inesistenti, ma si
da anche il caso che siano regioni nel
mondo in cui specie a rischio risiedono o
migrano.
La pesca commerciale a gran scala uccide
un vasto numero di pesci, distruggendo
anche molti degli habitat marini.
La pesca a strascico ha portato ad una
deforestazione di massa,
secondo quanto riportato dal ricercatore
marino O'Brien Brett.
Immagina di usare una flotta di trattori
per trascinare 30 tonnellate di attrezzi
su di un terreno ampio 150 metri per la
maggior parte dell'anno.
Raderesti al suolo la New Forest inglese
in pochi mesi, ed il resto del paese in
poco tempo dopo.
Questo è ciò che stiamo facendo al suolo
marino in Gran Bretagna, o ancor peggio.
I pescherecci continuano ad andare sempre
nelle stesse aree chiavi.
Il suolo marino non ha nessuna possibilità
di potersi recuperare. Ciò è tragico.
Prima di venir uccisi, i pesci vengono
spesso storditi
attraverso uno dei seguenti metodi:
un colpo nella testa,
stordimento elettrico, immersione in acqua
gelida, asfissia con anidride carbonica.
L'asfissia con CO2 avviene quando i pesci
entrano in acque che sono state
precedentemente saturata di anidride
carbonica.
Questo rapido cambio nell'ambiente
circostante, irrita le loro branchie.
I pesci così lottano per diversi minuti
prima di immobilizzarsi esausti e per
mancanza di ossigeno.
Non ci sono prove evidenti che i pesci
siano anestetizzati a questo punto,
quindi sono ancora coscienti quando le
loro branchie vengono tagliate.
Ci sono numerevoli metodi differenti usati
per uccidere i pesci,
che si tratti di allevamenti o caccia a
mare aperto.
Queste includono soffocamento, ossia
quando i pesci vengono tolti dall'acqua,
così da far collassare le branchie, e
essi soffochino fino a morire.
Per alcuni pesci, come le trote, ci
possono volere 10 minuti
per morire con questo metodo.
Lacerare le archi branchiali affinchè
il pesce muoia dissanguato, è un altro
metodo.
Ci impiega 4 minuti il pesce
a morire.
Sollevare il pesce dall'acqua con un
gancio e infilzare un chiodo attraverso
il cervello è un metodo spesso usato
per il tonno.
Decapitazione è un altro metodo, mentre
altri pesci vengono venduti ancora vivi
e uccisi dal compratore, che esso sia
in un ristorante o un consumatore.
Alcuni cercano di giustificare il consumo
di pesce, basandosi sulla loro
apparente mancanza di intelligenza,
memoria e abilità nel provare dolore.
Ricerche hanno dimostrato che diverse
specie di pesci hanno una memoria molto
accurata che dura numerosi giorni, o anche
anni, come nel caso dei salmoni
migratori.
Alcuni pesci attraversano migliaia di
kilometri, con lo scopo di riprodursi
nella stessa posizione dove loro stessi
sono nati.
I pesci rispondono allo stress e minacce
attraverso il loro cambio di colore,
o nei loro movimenti, ad esempio
nuotando più velocemente, restando
immobili, o addirittura nuotando a diverse
profondità.
Ricerche hanno dimostrato come alcuni
pesci, in particolare le trote, dimostrano
paura e comportamenti evasivi difronte ad
oggetti sconosciuti o poco familiari,
e hanno dimostrato di prendersi del tempo
prima di avvicinarsi a questi,
o di evitarli del tutto.
Siccome pesci e molluschi vivono ormai
in ambienti sempre più inquinati,
sostanze tossiche nell'acqua
si accumulano nei loro corpi.
Studi hanno mostrato come molti dei pesci
nel mondo contengono pericolosi
alti livelli di mercurio.
Nelle Isole Faroe, dove la popolazione
locale uccide e consuma
frequentemente balene pilota, di cui
abbiamo pochi o nessun dato per verificare
se in stato di pericolo oppure no,
il livello di mercurio nei loro corpi è
altissimo.
Ricercatori hanno anche scoperto che per
ogni grammo di carne di balena,
ci sono 2 microgrammi di metilmercurio,
il più tossico dei mercurio.
L'esposizione a questi metalli,
ha serie conseguenze per la salute,
incluso il rischio di cancro, malattie
cardiache, e addirittura la morte.
I pesci contengono anche pericolosi
livelli di policlorobifenili,
i quali sono dannosi chimici che
portano a problemi neurologici
e malformazioni congenite.
Una dieta vegetale automaticamente riduce
la tua esposizione a questi chimici.
Visto come cibo salutare il pesce ha la
reputazione d'esser salutare per il cuore.
La gente che opta per il pesce per
proteggere il proprio cuore, non sanno
che il pesce è spesso elevato in
colesterolo. Mentre 200 grammi di bistecca
contengono 70 milligrammi di colesterolo,
soltanto 200 grammi di gamberetti
ne contengono 161.
Numerosi studi affermano che una dieta
presente di colesterolo
corrisponde ad un aumento nel rischio
di blocco di arterie.
Mentre i pesci contengono grassi di
Omega 3, molto del grasso contenente nei
pesci non è salutare.
Tra il 15% e 30% del grasso nel pesce
è grasso saturo, il quale stimula il
fegato a produrre più colesterolo.
Cibi elevati in grassi sono collegati a
un basso rendimento cardiaco.
La buona notizia è che, eliminando cibo
contenente colesterolo, come pesce,
ed optando per cibo più naturale,
come frutta e verdura,
la gente può ridurre sia il proprio
livello di colesterolo che il rischio di
problemi cardiaci, questo perché riducendo
di 1% il proprio colesterolo,
si ha una riduzione del 2% su
problemi cardiaci.
Il pesce non è una fonte di cibo
sostenibile, gentile o salutare, ne oggi
ne in futuro.
Non c'è ragione per cui continuare con
questo allevamento distruttivo solo
per la nostra alimentazione.
La scienza ha confermato, senza dubbi, che
non è necessario per la nostra
sopravvivenza il consumo di animali.
Difatti sarebbe l'opposto.
Non solo l'eliminazione di prodotti
animali è sana per noi stessi,
ma da enormi benefici al pianeta,
e per tutti gli animali
che popolano l'Oceano e la Terra come noi.
Diventare vegani e ridurre il numero delle
vittime e l'impatto ambientale è facile.
Per consigli su come diventare vegani e
fare la transizione, puoi visitare
questi siti per più informazioni,
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