Ce l'ho fatta, Watson! Sono riuscito a connettere tutti i punti! Lo sponsor di questo video è Campfire Blaze! Sai, spesso quando leggo dei libri o guardo dei telefilm finisco sempre per pensarci troppo. Credo sia un effetto collaterale delle mie "analisi critiche" e del mio approccio pseudo-professionale all'arte e ai media: ogni volta che entro in contatto con una storia, non riesco a fare a meno a smontarla e a vedere come funziona. Un po' come quando... ...ascolto un attore per capire quanto è bravo o trovo un luogo comune e giudico la trama da lì. Cose così. L'unico genere che fa eccezione alla regola, stranamente, è il genere giallo. Proprio quelle storie scritte perché il pubblico ci pensi criticamente, con me non funzionano. Sia perché non sono brava a notare le cose e trascuro le parti con gli indizi nascosti, sia perché non sono brava con i nomi e non riesco a ordinare mentalmente i sospetti. Ma anche con i misteri scritti bene, con personaggi ben distinti e che ti danno indizi sufficienti per risolvere il caso, non li trovo avvincenti e spesso faccio prima a indovinare dai cliché. In Agatha Christie, il sospetto più probabile sarà il personaggio celibe più adatto. Li leggo ancora e mi piacciono, ma il più delle volte il finale mi coglierà sempre alla sprovvista. Non sono brava a connettere i puntini da sola. Ed è per questo che adoro e apprezzo il personaggio tipo che è al centro di ogni mistero: il detective. Il solo incaricato di unire i puntini e rivelare al pubblico come sono andate davvero le cose. Senza i detective, per le persone come me, i Watson del mondo, i gialli non avrebbero nessuna attrattiva. Ora, i detective non si trovano solo nei gialli, ma son pur sempre inestricabilmente legati a questo genere. I detective investigano la situazione e risolvono enigmi - i gialli girano intorno alla risoluzione di dati enigmi, ma misteri ed eventi simili si trovano in storie di ogni sorta, per cui l'archetipo del detective può essere incluso senza problemi in qualunque genere e struttura narrativa. Se la storia include qualunque genere di enigma, puoi metterci dentro anche un detective Ora, quello del "detective" è un mestiere e un ruolo, non un genere di personaggio, per cui qualunque personaggio può indossarne le vesti, ma ci sono dei sottotipi molto popolari che sono in essenza personaggi di repertorio. Il "detective noir hardboiled" in genere è un alcolista o un tossicodipendente tormentato con conflitti interiori costanti, una visione stanca e disillusa della vita e una grande viavai di signore dai costumi discutibili che passano nel suo ufficio - ed è buffo, perché mentre questo archetipo è molto famoso, i classici detective noir non hanno nulla in comune con i luoghi comuni che ne sono nati. Sam Spade, protagonista de "Il mistero del falco", il film noir più iconico, non ha quasi personalità né tragicità, e alla morte del suo socio - reagisce con poco più di un lieve fastidio. Il tipico detective noir hardboiled è più simile a Dick Tracy che a un vero protagonista noir. Poi c'è il "detective gentiluomo", quasi diametralmente opposto al detective hardboiled, un avventuriero aristocratico e stiloso, sempre ben istruito e quasi sempre britannico che spesso scontra le corna contro una polizia goffa e piena di gente delle classi più basse. Sherlock Holmes, il detective più famoso in letteratura, ha generato un'intera banda di pseudo-Sherlock - tutti eccentrici, astuti, focalizzati su un approccio scientifico e generalmente accompagnati da un amico di lunga data che funge anche da biografo. Questo punto di vista in terza persona non è unico: anzi, è uno dei pochi modi di esporre un mistero a un pubblico. Vedi, il problema con i gialli è che il pubblico non può conoscere il quadro completo fino alla fine. Ci dev'essere sempre qualcosa di nascosto da rivelare. Perciò il pubblico non può avere un punto di vista onnisciente ma nemmeno una focalizzazione interna sul detective, perché quasi tutti i gialli hanno una parte risolutiva in cui si rivela il colpo di scena e tutto inizia ad avere senso. Questa parte inizia quando il detective rivela cosa sta succedendo, non quando lo scopre, per cui se il pubblico vede già nella testa del detective, lo viene a sapere troppo presto. Alcune storie risolvono il problema dando il punto di vista del detective e facendogli pensare cose come "certo! ho trovato! ora è tutto chiaro!" e rivelando le informazioni che hanno scoperto nella parte risolutiva. Altrimenti, quasi tutti i gialli usano una focalizzazione esterna, o su un narratore in terza persona tutt'altro che onnisciente o su un altro personaggio che non è il detective e che funge da rappresentante del pubblico. Questa però non è una regola ferrea. C'è una "scala" di sorta che determina più o meno con che genere di storia (e di detective) avremo a che fare. Da un lato abbiamo i gialli che svelano al pubblico quasi tutto. È abbastanza raro, e qualcuno potrebbe dire che queste storie non siano veri e propri gialli. L'esempio più iconico è forse Colombo, un noto telefilm giallo degli anni '70 in cui ogni episodio inizia con una panoramica completa del delitto. Sappiamo chi e come l'ha commesso, come l'ha nascosto e spesso anche il movente. Il "mistero" non è chi l'abbia fatto, ma come farà il Tenente Colombo a catturarli. Come tutti i misteri, gli episodi hanno rivelazioni finali di vario genere, ma in genere rivelano qualcosa che Colombo ha fatto o scoperto fuori campo: il colpo di scena non è nel delitto, ma nella sua soluzione. Questo avviene spesso anche nelle storie in cui il detective è l'antagonista e il protagonista dalla cui prospettiva vediamo la storia è il vero criminale da catturare. Queste diventano spesso lotte d'ingegno in cui la conoscenza del pubblico è maggiore di quella dei singoli personaggi. Lo stesso vale per alcune storie di Sherlock Holmes: non c'è alcun mistero in "Uno scandalo in Boemia", ma la sorpresa finale è che Adler è riuscita a raggirare i trucchi furtivi di Holmes e a lasciare il paese con il nuovo marito e con la foto che lui voleva. Per un giallo è più comune dare al pubblico intorno al 70/80% delle informazioni importanti. In genere non conosciamo il colpevole e non sempre conosciamo il movente: per mantenerli oscuri durante le indagini, le storie dei personaggi verranno spesso confuse o nascoste, per evitare che sia troppo facile scartare sospetti e restringere il campo. Queste storie ci daranno spesso qualcosa sul modus operandi (se qualcuno è stato avvelenato, un'autopsia ci dirà il veleno) e una vasta selezione di sospetti fra cui trovare il colpevole.