Il mio nome è Paolo Sammicheli, e la mia prossima auto farà 40 chilometri con un litro di benzina. Sono qui per raccontarvi la storia di Wikispeed e di un eroe moderno, a partire già dal suo nome: Joe Justice. Nel 2008, l'assicurazione "Progressive" ha sponsorizzato con 10 milioni di dollari un premio XPrize, sfidando i partecipanti a realizzare un auto che facesse 100 Mpg, 100 miglia per un gallone. Per noi europei, si tratta sostanzialmente di fare 100 Km con 2,8 litri di benzina. Nel 2008 già esistevano auto che facevano 100 Mpg. Ma erano più degli slittini, come questo qua. Portavano un solo passeggero, e non potevano sicuramente girare nelle strade di tutti i giorni. Uno dei requisiti del premio XPrize era che l'auto fosse legalmente immatricolabile per girare negli Stati Uniti. Joe Justice decise di partecipare, e all'inizio era praticamente da solo: ma tramite i social media incominciò a condividere con il web le sue esperienze, i suoi errori, e quello che imparava. E in breve, una comunità di 44 persone da quattro paesi diversi si presentò virtualmente alla sua porta, per aiutarlo. Nacque così Wikispeed. Wikispeed, in soli tre mesi, senza nessun finanziamento né da Università, né da aziende, riuscì a realizzare il primo prototipo per partecipare al premio XPrize e si piazzò in decima posizione superando più di 100 concorrenti, da tutto il mondo, ben finanziati da Università e da aziende, realizzando quello che il New York Times Online ha definito "qualcosa al limite del credibile". Ma come è stato possibile? Joe Justice, proprio come me, è un informatico. E dall'informatica ha preso quei metodi che permettono di creare prodotti molto velocemente, facendo innovazione. Metodologie agili, dai nomi bizzarri, come Scrum, Kanban, eXtreme Programming. Con il premio di consolazione di 10 mila dollari il team di Wikispeed potette immatricolare l'auto. Nel 2011, Wikispeed ricevette un invito per partecipare alla più grande mostra dell'auto al mondo. Proprio a Detroit, in Michigan, nella tana del lupo. Sarebbero state presenti tutte le marche più importanti di auto al mondo. Eccitazione nel team, ma anche panico! Il team Wikispeed voleva qualcosa di più bello da portare ad un salone dell'auto del prototipo che avevano utilizzato per fare il concorso. Ma per realizzare una carrozzeria su misura servivano 3 mesi e 36.000 dollari. Fu così che Joe tornò a scuola, e si iscrisse ad un corso di materiali compositi. E al suo rientro nel team iniziarono a modellare la nuova carrozzeria di Wikispeed - prima piccolina, e poi un modello in scala naturale. E in soli tre giorni, spendendo soltanto 800 dollari, crearono la carrozzeria in fibra di carbonio con cui portarono l'auto in mostra. E per fortuna era bellissima, perché furono posizionati nel piano principale della mostra, in mezzo a Ford e Chevrolet. Quella volta tutti parlarono di Wikispeed: il New York Times Online, il National Geographics, Wired Magazine, perfino in Italia "Report", su Rai Tre. Oggi Wikispeed conta 1000 volontari da 40 nazioni diverse, e producono auto. Se andate sul sito di Wikispeed, è esattamente come un progetto software Open Source: potete scaricare gratuitamente i progetti, e costruirvela da soli; oppure potete ordinare le parti, e montarle da soli; oppure potete chieder loro di montarla per voi. E stanno facendo altri progetti molto interessanti come quello di realizzare una micro casa che costi meno di 100 dollari con un letto, un bagno e una porta chiudibile dall'interno per aiutare i senzatetto involontari, usando solo materiale di riciclo. Ma la cosa più strabiliante che Joe Justice e i volontari di Wikispeed abbiano fatto, è l'aver dimostrato che si possono utilizzare metodologie specifiche del software anche per costruire degli oggetti fisici, sfatando una convinzione comune che questo invece non fosse possibile. Hanno organizzato il team di lavoro con un metodo chiamato Scrum, che nel software permette di avere dei team coesi e molto produttivi i cui membri collaborano a coppie, prendendo idea da eXtreme Programming, in modo che le competenze passino da un componente all'altro del team, aumentando anche la qualità e la sicurezza. E disegnando l'auto con quello che nel software chiamiamo programmazione a oggetti, cioè dividendo l'auto in moduli ben identificati a priori con delle interfacce stabili di collegamento fra di loro, dimodoché fosse possibile modificare e migliorare le singole parti dell'auto senza dover ridisegnare e stravolgere l'intero progetto. Il telaio di Wikispeed, ancora oggi, è il telaio più leggero in commercio negli Stati Uniti che abbia ricevuto al Crash Test l'equivalenza di 5 stelle. Questo perché i test di sicurezza vengono pensati e realizzati prima ancora delle parti che dovranno sostenerli. Abbiamo preso questa idea sempre dall'informatica: si chiama Test Driven Development. Ma soprattutto, è stato dimostrato che anche per costruire oggetti fisici il morale è un moltiplicatore della produttività. Tutte le industrie possono beneficiare di queste idee. Ed oggi Joe fa il consulente e aiuta le aziende di tutto il mondo a trovare nuovi modi per produrre prodotti migliori. Ed è proprio qua dove l'ho incontrato la scorsa estate, in Colorado, a nord di Denver, allo Scrum for Hardware Gathering che è stato il primo convegno internazionale di questi informatici pazzi che hanno questa idea di contaminare l'industria con le idee che vengono dal software. Per due giorni abbiamo discusso delle cose che dal software funzionano meglio portate sull'hardware, e delle cose che funzionano meno. E alla fine abbiamo fatto un documento, un manifesto, con i principi e i valori che derivavano dalla nostra esperienza. Il sabato mattina siamo andati in un garage a casa di Hubert Smith, la persona con gli occhiali proprio dietro di me. Abbiamo fatto un Wikispeed build party cioè abbiamo costruito una macchina Wikispeed da zero. Al mio arrivo negli Stati Uniti mi dicevo, Probabilmente sarò l'unico italiano: anzi, probabilmente sarò l'unico europeo. E invece mi sbagliavo: al mio arrivo, dei 30 partecipanti sette, oltre a me, erano italiani, tutti dipendenti di un'azienda di Ivrea, fondata decenni fa da ex dipendenti Olivetti. Durante la giornata abbiamo - ci siamo divertiti un sacco nel costruire l'auto, abbiamo fatto ancheun bel po' di fatica e a fine giornata Joe era contentissimo: avevamo montato nel telaio le quattro sospensioni; messo sopra le ruote; i freni; il braccetto dello sterzo; riparato la carrozzeria che si era danneggiata durante il trasporto e reintegrato tutte le parti per essere sicuri che si accoppiasse perfettamente. Secondo Joe abbiamo fatto l'equivalente di 2 giorni e mezzo di lavoro di un team normale, e ci ha assicurato che se fossimo stati negli Stati Uniti altri 4 giorni avremmo potuto mettere in moto la nostra Wikispeed. A fine giornata, esausti, abbiamo festeggiato con la birra. Io mi sono avvicinato al padrone di casa, e gli ho fatto: "Hubert, ti stai facendo costruire la tua prossima auto da un gruppo di informatici, da un gruppo di nerd, e buona parte di questi sono anche italiani. Io ti consiglio di fare una assicurazione tutto incluso!" (Risate) Quel giorno è nata una comunità di persone che vogliono iniziare a contaminare le industrie di tutti i tipi con le idee che sono nate nel software. Hanno scritto un documento, un manifesto, con i principi e i valori di queste idee. In inglese, e la prima lingua in cui è stato tradotto è l'italiano. È stato fatto un sito web che raccoglie le esperienze di aziende da tutto il mondo che hanno iniziato a fare queste cose. In Inglese, e la prima lingua disponibile oltre all'inglese è l'italiano. Ho provato una cosa simile al mio primo viaggio negli Stati Uniti, anni indietro. Ero andato in California, nella Silicon Valley, per partecipare ad una conferenza dentro il campus di Google. Il sabato, con altri colleghi siamo andati in giro per i musei. E arrivato a San Jose, la capitale amministrativa della Silicon Valley, al Museo della Scienza e della Tecnologia abbiamo trovato una mostra su Leonardo da Vinci e l'ingegneria del '500. Appena entrati, girato l'angolo, trovo la storia degli ingegneri senesi e lo schema dei bottini. Uscendo fuori, trovo le bandiere delle Contrade sopra la biglietteria. Avevo attraversato l'Oceano per andare nel posto più tecnologico al mondo per poi sentirmi dire che il posto più tecnologico al mondo era quello da cui venivo, ma 500 anni prima. Ora pare che stia arrivando una nuova rivoluzione industriale, la chiamano la Quarta Rivoluzione Industriale. Dicono che sarà non sarà più il pesce più grande che mangia il pesce più piccolo, ma sarà il pesce più veloce che mangerà il pesce più lento. Ma questo è esattamente quello che è successo nell'informatica negli ultimi 15 anni, quando dei ragazzini, in un garage, in pochi anni, sono riusciti a fare le scarpe a dei colossi quotati in Borsa. Allora, se tutto quello che ha reso grande l'informatica negli ultimi 15 anni - la condivisione, l'open source, il lavoro di squadra e il coraggio - se tutte queste cose stanno per contaminare le industrie di tutti i tipi, be', sono sicuro che ne vedremo delle belle. Grazie! (Applausi)