Non mi piace guardare i film horror da solo. È spaventoso, sapete. Sono sicuro che molti di voi lo riconoscono. Metti un film horror, spegni le luci, alzi il volume e ti siedi. Vedi mostri che escono strisciando dalle tenebre in cerca di vittime. Ti immedesimi nei personaggi del film, e ti agiti man mano che i mostri si avvicinano. Il tuo battito accelera, le mani iniziano a sudare e i peli si rizzano. Questo è il momento in cui inizi a lanciare sguardi nervosi negli angoli della stanza. Cos'era quel rumore? Era la televisione? Cos'era quel movimento nel buio? La paura che è sullo schermo si diffonde nel tuo corpo e nell'aria. Tutto intorno a te diventa minaccioso e spaventoso. Ti copri gli occhi, ma non è d'aiuto. A breve dovrai spegnere. Ma anche senza film, il tuo cuore batte all'impazzata. Probabilmente stanotte avrai gli incubi. Ma forse dovresti rimettere il film. Sei curioso, dopotutto. In breve, questo è il mio sabato sera. (Risate) A qualcun'altro è mai successo? Tra tutte le cose strane che fa l'uomo guardare film horror deve essere una delle più strane. È un comportamento interessante, scientificamente parlando. Come studioso dell'horror, ci ho pensato molto. Perché lo facciamo? Perché guardiamo film horror e leggiamo libri horror e giochiamo a videogiochi horror? E perché esistono creature inquietanti nel nostro mondo immaginario? E cos'è l'horror? L'horror è un tipo di intrattenimento studiato per spaventare le persone, per farle urlare, tremare di paura e sudare freddo. Pensate a "Paranormal Activity" e "L'Esorcista" di Stephen King. È un genere molto famoso e redditizio. Stephen King ha venduto più di 350 milioni di libri nel mondo. Negli ultimi 20 anni, negli Stati Uniti, i film horror hanno incassato quasi 8 miliardi di dollari. È strano. Perché, per definizione, l'horror è fatto per far stare male il suo pubblico. Un buon film horror suscita emozioni negative. Ci fa sentire il disgusto, il terrore, l'ansia e la paura. Voglio chiedervi, quanti di voi hanno voglia di film horror di tanto in tanto? Fate vedere le mani. Alzate le mani se a volte avete voglia di film horror. Ok, circa la metà di voi. Ciò corrisponde alle mie ricerche. Con alcuni colleghi, sto analizzando la personalità dei fan dell'horror e abbiamo scoperto che più della metà, circa il 54%, risponde affermativamente alla frase "Mi piacciono gli horror". Solo il 29% non è d'accordo con questa frase, e il restante 17% non riesce a decidersi. (Risate) Sono quelli che morirebbero per primi in un film horror. (Risate) I secondi sarebbero quelli a cui non piace l'horror. (Risate) Comunque, alle persone generalmente piace l'intrattenimento studiato per farle stare male. Come mai? E come funziona l'horror? Sono le domande su cui ho lavorato e questo è quello che ho scoperto. L'horror, in qualsiasi forma, dai film e letteratura ai videogiochi e realtà virtuale, sfrutta una serie di meccanismi di difesa biologica antichi e sviluppati. Chiamiamolo "sistema evoluto della paura". Se vogliamo capire come funziona questo sistema e perché è divenuto parte della natura umana, dobbiamo guardare la storia evolutiva della nostra specie. I nostri antenati vivevano in un mondo pieno di pericoli. Erano minacciati da predatori e strani insetti, da microorganismi o malattie invisibili, e da altri uomini. Di fronte a tali pericoli, i nostri antenati hanno sviluppato un sistema della paura che li mantenesse vigili e in vita. In altre parole, la nostra specie aveva sviluppato attenzione e paura poiché l'estrema attenzione e paura tenevano in vita i nostri antenati in un mondo di pericoli. Ora il mondo è probabilmente meno pericoloso rispetto a quei tempi almeno per quanto riguarda la predazione: non siamo esposti all'immediato pericolo di essere attaccati da una tigre dai denti a sciabola sulla strada di casa. Ma non siamo meno attenti né abbiamo meno paura dei nostri antenati. E l'horror sfrutta questo aspetto della natura umana. Quindi, l'horror ci trasporta immaginariamente in mondi virtuali pieni di pericoli. Nei film e nella letteratura horror, seguiamo e imitiamo i protagonisti mentre affrontano minacce terribili. Prendiamo "Shining" di Stephen King, ad esempio. Seguiamo una famiglia bloccata dalla neve in un hotel infestato. Nella scena più famosa del romanzo, il ragazzo, Danny, va nella stanza 217. Cammina nervosamente nella stanza e nel bagno dove un'ospite dell'hotel si uccise qualche anno prima. Nell'hotel non dovrebbe esserci nessun ospite, ma, con sua grande sorpresa, c'è qualcuno nella vasca da bagno, o qualcosa. Con suo sommo orrore, è un cadavere. Il cadavere della donna che si era uccisa. È sdraiata lì, gonfia e violacea, con occhi sbarrati, vitrei. Sta marcendo come carne nella spazzatura. E poi si alza. King fa una descrizione molto realistica e dettagliata di questo cadavere che si muove, e da lettori, siamo obbligati ad avere quell'immagine in testa. È piuttosto brutto. Ma ci viene data anche una descrizione dettagliata di come reagisce Danny. Sappiamo che prova a urlare e se la fa addosso. Siamo portati ad avere la sua stessa paura e disgusto, e ciò intensifica le nostre reazioni a quell'orribile immagine. La nostra paura e disgusto si uniscono alla preoccupazione per un personaggio in pericolo. Un mix di emozioni forti. I contenuti interattivi e il live action aumentano l'effetto dell'horror. I videogiochi horror, per esempio, ti fanno sentire il protagonista in un mondo digitale abitato da mostri. In una casa dell'orrore, i visitatori attraversano scenari spaventosi con attori spaventosi. Questa è la foto della Dystopia Haunted House, la casa dell'orrore più spaventosa della Danimarca. Questa coppia di visitatori ha dovuto affrontare un uomo con un machete. È chiamato "Le Chef", provate a indovinare cosa c'è sul menu qui. (Risate) Circa 5.000 persone pagano per entrarci ogni Halloween, e circa 300 visitatori non riescono a percorrere tutta la casa. (Risate) Devono interrompere la loro visita perché è troppo spaventoso. Sono svenuti dalla paura e se la sono fatta addosso. Perché lo fanno? Perché la gente paga molto per provare paura vera e autentico terrore come le persone in questa foto? Lo fanno perché desiderano ardentemente fare esperienza indiretta di situazioni pericolose. E quelle situazioni, l'intrattenimento horror, funzionano perché sono studiate per colpire il sistema della paura. Pensiamo ai mostri che popolano i contenuti horror, dagli inquietanti racconti popolari alle case dell'orrore. Questi mostri sono universali nell'immaginazione umana, e quelli più terrificanti rispecchiano le minacce ancestrali. Basti pensare all'enorme squalo bianco de "Lo Squalo". Sapete, (Canticchia la colonna sonora del film) La minaccia qui è quella di un enorme predatore mangia-uomini. Questo tipo di minaccia cattura la nostra attenzione e stimola l'immaginazione coinvolgendo il sistema della paura. Ora, il film in sé è abbastanza irrealistico, ma ciò non ha importanza. I mostri dell'horror non devono essere realistici per spaventarci; devono coinvolgere il sistema della paura. Devono avere qualità che combaciano o superano quelle dei pericoli ancestrali. E lo squalo bianco del film ne ha in abbondanza. È come un antico predatore sotto anfetamine, più veloce, più grande, più forte e molto più pericoloso. La psicologia dei media ha studiato come migliaia di persone siano state traumatizzate da questo film. Molti hanno iniziato ad aver paura di nuotare in una piscina o in un lago dopo aver visto il film. (Risate) Pensiamo a un altro mostro famoso, decisamente irrealistico: lo zombie. Gli zombie non esistono nel mondo reale e non abbiamo prove archeologiche per dimostrare che siano mai esistiti. Ma ogni bambino ben educato sa imitare uno zombie. Sapete, il loro lamento, (Lamento dello zombie) le braccia tese ma penzoloni e la classica camminata zoppicante. Questo mostro ha influenzato molto la nostra cultura popolare. Lo zombie è un'idea terrificante perché colpisce efficacemente il sistema della paura. In effetti, lo zombie colpisce il sistema della paura da due parti poiché unisce la paura della predazione con la paura del contagio. Lo zombie è un predatore, vuole mangiarti. È anche contagioso, ti infetterà con la sua malattia. È in decomposizione, pieno di putridi patogeni. Insomma, guardate questa povera creatura. (Risate) Via! (Risate) (Applausi) Capiamo che questi mostri dell'orrore coinvolgono il sistema della paura dagli effetti psicologici e comportamentali di un buon film horror. Sapete, la pelle d'oca, il battito accelerato e le urla. Sono tutte reazioni evolute di difesa. La pelle d'oca proviene da un lontano passato, quando eravamo coperti di peli. La pelle d'oca, o piloerezione, faceva rizzare i nostri peli facendoci sembrare più grandi, per spaventare gli aggressori. I gatti fanno lo stesso, tra l'altro. Il cuore batte più veloce per pompare sangue ai muscoli più grandi per essere pronti a combattere o fuggire. E le urla mandano un segnale alle altre persone, un segnale per chiedere aiuto o per farle andar via. L'horror colpisce il sistema della paura, ma non è tutto. L'horror può aiutarci a calibrare questo sistema. È come quando portiamo l'auto dal meccanico per un controllo. Il meccanico controlla attentamente le parti importanti dell'auto, e si assicura che gli airbag e il sistema di frenatura antibloccaggio funzionino. Magari non ne avrete mai bisogno, poiché non volete trovarvi in una situazione in cui c'è bisogno che l'airbag scoppi, ma di sicuro volete che funzioni. Lo stesso vale per il sistema della paura. Esponendovi alla paura, fate una prova, vi assicurate che funzioni correttamente, regolandola in modo adeguato. La paura ci fa capire cosa si prova a essere davvero spaventati, e ci fa capire come gestire le emozioni negative. Preserva e affina la nostra capacità di reazione che potremmo usare in situazioni critiche della nostra vita. Non ci sono ancora ricerche sperimentali su questo, ma abbiamo il sostegno della scienza psicologica. Uno studio sostiene che i fan più accaniti dell'horror hanno bisogno di stimoli più estremi rispetto ai fan meno accaniti, ciò significa che i fan più accaniti sviluppano una resistenza agli stimoli paurosi, esponendosi a essi. Altre ricerche sostengono che esponendoci alla paura, sviluppiamo un senso di controllo, che può essere usato nella vita. Così la paura può aiutarci a trovare o addirittura a superare i nostri limiti per quanti stimoli negativi riusciamo a gestire. Non sono sicuro che sarei riuscito a essere qui oggi se non avessi visto tutti quei film horror in nome della scienza. Certo, il mio cuore batte all'impazzata e le mie mani sono un po' sudate, ma voi fate molta meno paura di Pennywise il Pagliaccio Ballerino. (Risate) Quindi l'horror ci aiuta a calibrare il sistema della paura e ci aiuta ad affinare la nostra capacità di reazione. Ecco perché molti di noi sono attratti da questo genere anche se non ci piace guardare film horror da soli. La prossima volta che avrete paura di un libro, un film, un videogioco, o in una casa dell'orrore ricordatevi che, in realtà, state coinvolgendo e calibrando un antico sistema biologico di difesa. Non preoccupatevi della paura, delle urla e degli incubi, chi ha voglia di guardare un film horror stasera? Grazie. (Applausi)