Grazie mille a tutti.
Mi chiamo Nellie Partow
e sono una fashion designer,
con base a New York City.
Oggi sono qui per parlare un po'
del viaggio della vita,
e condividere brevemente
la mia esperienza in un settore creativo,
e qualcosa circa le esperienze
che ho avuto nella vita,
sperando che possano darvi
qualche idea di ciò che ho imparato.
Ho un paio di domande
per il pubblico,
se posso avere delle mani alzate.
Quante persone stanno attualmente
vivendo il proprio sogno?
Impressionante.
(Risate)
Sorprendente.
E quante persone stanno lavorando
per realizzare un sogno?
Incredibile, anche io.
Vorrei condividere un po' il mio sogno
e come ho iniziato a lavorare
nel campo della moda.
Ero molto giovane, avevo 8 anni.
Ero fortunata a sapere
esattamente cosa volevo perseguire
ed ero innamorata del design,
della creatività che c'è dietro,
dell'arte che comprende
e di tutti i dettagli e aspetti
che realmente definiscono
l'essere un fashion designer.
Perciò mi misi in testa di fare
assolutamente tutto il possibile
per realizzare questo sogno.
E sapendo che volevo
dare vita alla mia etichetta,
mi decisi a frequentare
la Business School
e presi la laurea in gestione d'impresa
per imparare come avviare
e gestire la mia azienda.
Dopo la laurea alla Business School
Finii a New York a frequentare
la Parsons School of Design.
E mentre ero alla Parsons
ebbi la fortuna di fare l'esperienza
di lavorare per Donna Karan.
E subito dopo la laurea
trovai il mio primo lavoro
come designer per Calvin Klein.
E dopo Calvin Klein fui fortunata
ed ebbi l'opportunità
di lavorare con John Varvatos.
E dopo circa 10 anni
di esperienza di design nel settore
decisi di buttarmi
e avviare la mia azienda.
È stata un'esperienza incredibile.
Così, poco più di 3 anni or sono,
ho avviato il mio marchio.
E in questo percorso un hobby
interessante mi ha accompagnato.
Sono anche pugile agonista.
E ne ho anche riguardo questa storia,
dato che la gente
la trova appassionante.
Avevo 15 anni e da sempre amavo lo sport.
Ma volevo essere sportiva
pur non amando andare in palestra.
Passai davanti una palestra di pugilato
e pensai che poteva essere
un allenamento interessante.
Non sapevo che stavo varcando
la soglia del Team USA.
Il capo allenatore
mi prese da parte e mi disse,
dopo un mese di allenamento,
disse:
"Tu hai ciò che serve
per essere un pugile".
Era pazzesco. Sapevo
che mia madre mi avrebbe uccisa
e dissi: "Non se ne parla,
non voglio mica prenderle in faccia.
È una cosa che non mi pare
per nulla attraente."
E lui disse OK.
Andammo ad alcuni incontri dal vivo,
mi ci portò lui.
Era come se sapesse cosa faceva.
E mi innamorai totalmente
di quello sport.
E così, in un paio di mesi,
mi ritrovai sul ring a Compton
a Los Angeles
con i miei genitori che guardavano,
e iniziai a combattere.
Era un hobby che avevo
e l'ho praticato continuamente,
durante tutta la carriera di designer.
E un momento significativo per me
è stato nel 2007,
combattevo al Madison Square Garden
per il New York Daily News
Golden Gloves Championship Title.
È stato un momento importante,
significativo.
Non lo dimenticherò mai.
Mi stavano fasciando le mani,
ero molto nervosa,
più o meno nella stessa situazione
in cui sono ora.
Il cuore mi batteva forte,
mi stavo agitando,
e cercavo di pormi
nello stato mentale di salire sul ring.
L' allenatore
mi stava fasciando le mani,
una cosa che avevo fatto
a molti incontri prima.
Mi prese da parte
prima che uscissimo e disse,
"Voglio che tu sappia una cosa:
vincere, perdere, nulla di questo conta
se non ti stai divertendo veramente".
Salire sul ring
fu un momento incredibile per me.
Quella sera vinsi il titolo.
Ma andai via con una lezione
molto più edificante.
[Divertiti di più. Giudica meno. Vivi.]
Realizzai che non è vincere un titolo
o farcela in questa carriera
che ho sognato per tanto tempo.
È piuttosto quanta gioia
proviamo lungo la strada,
attraverso l'intero processo.
Penso che come esseri umani
ci facciamo così prendere
dal provare a raggiungere certi traguardi,
che siano la nostra carriera, gli affari,
o gli obiettivi personali
di cui ci facciamo carico,
che tendiamo a dimenticare
di divertirci nel processo,
vivere davvero
e non misurarci costantemente
per dove ci troviamo
e dove vorremmo essere.
Perciò penso
che il vero processo creativo,
la vera bellezza della vita,
sia davvero l'essere capaci
di godere di questi momenti.
Per cui spero in qualche modo
di poter mandare tale messaggio,
tutti lo conosciamo,
ma è facile dimenticarlo, anche per me.
E spero che possa aiutare.
Ora chiederò a qualcuno del pubblico
di salire qui,
così possiamo
farci 3 round di allenamento.
Mi serve un volontario.
(Risate)
Sto scherzando.
Grazie mille a tutti.
Apprezzo davvero che vi siate presi
del tempo per ascoltarmi.
Vi ringrazio.
(Applausi)