Con Fidel o senza Fidel, l'obiettivo:
uccidere per fame il popolo cubano
Per anni, la Casa Bianca e la grande stampa
mondiale hanno portato un messaggio
all'opinione pubblica: la scomparsa di Fidel Castro
avrebbe portato la fine della Rivoluzione cubana.
Il 31 luglio 2006 si produceva la prova del fuoco:
per gravi problemi di salute trasferì le sue funzioni
al Primo Vice Presidente Raúl Castro.
Sono passati gli anni.
A Cuba non c'è stato alcun rovesciamento politico,
ma normalità istituzionale
ed importanti riforme basate sulla consultazione
e sul consenso popolare.
La Rivoluzione ha agito in questo periodo
con saggia discrezione,
formando il suo ricambio politico.
Nell'aprile 2018, Miguel Díaz-Canel
è stato eletto come nuovo presidente.
Un anno dopo si approvava attraverso
un referendum la nuova Costituzione,
dopo un dibattito popolare esempio per il mondo
per la sua partecipazione di massa
e profondità democratica.
Ora non c'è più alcun Fidel, nessun "Castro"
alla presidenza del paese.
Ma l'Impero non si arrende.
E torna ai metodi più mafiosi.
Cerca di soffocare economicamente il paese,
minando tutte le sue fonti di introiti:
turismo, rimesse, servizi medici all'estero...
Ed ora l'investimento estero,
mediante la totale applicazione
della Legge Helms-Burton.
Vuole uccidere per fame
i popoli di Cuba e Venezuela.
Ecco perché è necessario attivare tutte le forme
di lotta contro questo fascismo imperiale.